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L'AFRICA CENTRALE

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L'AFRICA CENTRALE

L'Africa centrale comprende tre grandi aree: a ovest il vasto bacino del fiume Congo-Zaire, al centro il bacino dell'alto Nilo e la regione dei grandi laghi, a est il corno d'Africa, formato dall'altopiano etiopico e dalla penisola somala.

Climi

Il bacino del Congo-Zaire presenta un clima equatoriale, con temperature medie elevate, umidità intensa e abbondanti precipitazioni durante tutto l'anno, che favoriscono lo sviluppo della foresta pluviale. Sugli altipiani a nord e sud del bacino del Congo-Zaire predomina un clima tropicale, con elevate temperature e un periodo di piovosità concentrate nella stagione estiva: è questo l'ambiente della Savana, che diventa più arido a mano a mano che si procede versi i tropici, dove prevalgono gli ambienti aridi della steppa e infine il deserto.

Ambienti climatici

In molte regioni e disboscamento, l'espandersi delle coltivazioni e la caccia indiscriminata hanno provocato una drastica riduzione della flora della fauna, tanto che alcune specie( elefante e rinoceronte africano) si stanno estinguendo. Per tutelare gli ecosistemi sono stati istituiti parchi e riserve naturali. Il Kenya, in Tanzania(Serengheti e Kilimangiro) dove si trovano animali feroci in libertà, ma protetti; in Uganda sono protetti gli ultimi esemplari di gorilla di montagna.



Idrografia

Dalla regione dei grandi laghi nasce il Nilo, il fiume più lungo della terra (6671 Km). Essa attraversa buona parte dell'Africa centro-orientale e costituisce, con la sua rete di affluenti, la spina dorsale del territorio sudanese. Il secondo fra i maggiori fiumi africani è il Congo-Zaire(4320 Km) che nasce dallo Shaba e sfocia nell'atlantico con un ampio estuario. Nell'oceano indiano sfociano l'Uebi Scebeli e il Giuba. Nell'Africa centro-orientale si trovano alcuni dei maggiori laghi del continente: il Tanganica, i laghi Edoardo, Alberto e Turkana. Essi sono formati sul fondo delle grandi fosse e hanno quindi forma stretta e allungata. Di forma approssimativamente circolare è invece il lago Vittoria, che occupa una conca dell'altopiano; nell'altopiano etiopico si trovano i laghi Tana e Abaya.

Orografia

COSTE ED ISOLE

Le coste dell'Africa centrale sono in genere basse e poco articolate; sull'oceano indiano si protende la penisola somala. Tra le isole, poco numerose e di modeste dimensioni, si ricordano Pemba e Zanzibar, a poca distanza dalle coste della Tanzania.

RILIEVI

Il bacino del Congo-Zaire è delimitato, a nord e sud, da vari altipiani coperti dalla savana. Uno dei più importanti è lo Shaba, nella fascia meridionale, ricco di giacimenti minerari. Nell'area centro-orientale si estende un'imponente serie di rilievi, tra cui il vasto altopiano etiopico, costituito da colate basaltiche fuoriuscite da profonde fratture della crosta terrestre durante l'iniziale apertura del Mar rosso. Esso digrada lentamente a ovest verso il Sudan, mentre scende rapido a est nella depressione della Dancalia. Queste montagne e quelle della regione dei grandi laghi, più a sud, sono attraversate da due grandi fosse, o fratture(rift), lungo le quali si trovano i maggiori rilievi africani, tutti di origine vulcanica: il Kilimangiaro(5895 Km), il Kenya(5199 Km) e il Ruwenzori(5109 Km).

Il difficile sviluppo di una regione ricca di risorse

La vasta conca pianeggiante formata dal bacino del Congo-Zaire è occupata dalla foresta equatoriale: il clima caldo-umido, la presenza di insetti e spesso portatori di malattie, il fitto intrico della vegetazione hanno sempre ostacolato l'insediamento umano. Negli altipiani centrali e orientali, ricchi di laghi e di fiumi e coperti in gran parte dalla savana e, le condizioni ambientali sono più favorevoli e la popolazione è più fitta. Meno ospitale e diventa invece legare quanto più ci si avvicina al tropico del cancro, in particolare le zone aride del corno d'Africa e del Sudan, una terra che fa parte ancora da Sahel.

La permanenza dei conflitti tribali

In tutta questa regione, tranne che in Etiopia, dove si è affermato fin dall'antichità uno stato centralizzato, la struttura sociale è sempre stata di tipo tribale: il territorio era cioè frazionato in una miriade di zone, ciascuna sotto il controllo di una tribù. La mancanza di identità nazionale facilitò in parte nel secolo scorso la conquista dei territori da parte delle potenze coloniali europee( Francia, Belgio, Gran Bretagna, Germania, Italia e ), che crearono nuove unità politiche, le colonie, spartendosi le aree in base ai reciproci rapporti di forza, ma senza tener conto degli aspetti etici e sociali delle popolazioni presenti. Da ciò derivano molti dei conflitti che travagliano il paesi africani anche dopo l'indipendenza. Etnie diverse, da secoli in conflitto tribale, si sono trovate infatti inserite nello stesso stato, mentre altri popoli e sono stati divisi tra paesi diversi. All'interno dello stato, si sono ricreati così le antiche rivalità e diversi clan hanno ripreso a combattesi per affermare il proprio dominio. Le forme della democrazia, elezioni libere, i governi basati sulla maggioranza, libertà personale e rispetto delle minoranze, sono state previste da molte costituzione e alcuni uomini e i movimenti politici hanno cercato di metterle in pratica, ma pochi tentativi hanno avuto successo.

Dipendenza economica

Le difficoltà politiche sono state aggravate dalla situazione di dipendenza economica in cui si trovano quasi tutti i paesi dell'Africa nera. Nelle regioni centrali, così ricche di risorse minerarie e di petrolio, la parte delle attività estrattive è gestita dalle ex potenze coloniali e l'agricoltura più produttiva è quella di piantagione, rivolta prevalentemente all'esportazione. Gli stessi aiuti economici inviatile gli stati più ricchi ai paesi africani vengano distribuiti tenendo conto più degli interessi delle classi dominanti locali che delle reali necessità della popolazione; spesso, come hanno mostrato alcune indagini giudiziarie, sono serviti da copertura a traffici illeciti (soprattutto di armi) o come finanziamento a fazioni politiche in lotta per la conquista del potere interno.

Le aree calde

Negli anni 80 e 90, i contrasti interni a sfondo etnico si sono fatti e sempre più cruenti, soprattutto in Ruanda, Somalia e Sudan. Ma molti altri paesi della regione sono percorsi periodicamente da gravi tensioni e conflitti. Queste guerre, che sono costate la vita a centinaia di migliaia di persone e hanno provocato l'esodo di milioni di profughi, hanno ulteriormente aggravato la situazione economica delle popolazioni, la cui sopravvivenza è quotidianamente minacciata dalla denutrizione e dal pericolo di epidemie.

Somalia

Nella ex colonia italiana i conflitti sono divampati alla fine degli anni 80, determinato, nel 1991, la caduta del regime di Siad Barre( salito al potere con un colpo di stato militare nel 1969); contemporaneamente, la secessione delle popolazioni del nord ha dato vita alla repubblica del Somaliland. Il crollo del regime e delle strutture statali a e la guerra fra i diversi clan hanno gettato il paese in una profonda crisi. Ondata di profughi si sono riversate nei paesi vicini(Yemen, Etiopia, Kenya) credendo di raggiungere i centri di accoglienza gestiti dalle organizzazioni internazionali( croce rossa, ONU, ecc.). Le distruzioni provocate dalle bande armate hanno ridotto la popolazione in una situazione di grave carestia. Per porre fine alla guerra civile e garantire la distribuzione dei beni alimentari e di medicinali alla popolazione, nel dicembre 1992 è intervenuta una forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti( la cosidetta operazione Restore Hope, che in inglese significa restituire la speranza), presto affiancata dai caschi blu dell'ONU. Nel marzo 1995 le forze internazionali sono state però costrette a lasciare il paese per l'impossibilità di mettere d'accordo i diversi clan, che hanno immediatamente ripreso a battersi tra loro.

Sudan

Il paese è governato dal 1969 dal generale Nimeiry, che nel 1983 ha imposto la sharia(la legge coranica); questa data inizio alla guerra fra le truppe governative del nord del paese, prevalentemente arabo-musulmano, e i ribelli del sud, animista e cristiano. Nimeiry è stato esautorato nel 1985 in seguito al colpo di stato, a pochi anni dopo nuovo intervento militare ha eliminato ogni struttura democratica( partiti, sindacati, ecc.) e ha instaurato un regime militare islamico. Il conflitto con i ribelli del sud e nelle depressioni interne hanno provocato in pochi anni mezzo milione di morti, oltre un numero incalcolabile di profughi.

Ruanda e Burundi

Il Ruanda, ex colonia tedesca si, ha acquistato la piena indipendenza nel 1962, ma subito sono scoppiati i conflitti etnici tra il gruppo prevalente degli hutu(90%), di ceppo bantu, e la minoranza tutsi(9%), di origine etiopica. Nel 1973 il governo è stato assunto da una giunta militare, che ha attuato una politica di pacificazione nazionale. Una cauta apertura alla democrazia si è manifestata nel 1991, ma nella primavera del 1994 è esploso con inaudita violenza il conflitto tra i due gruppi etnici, che ha provocato centinaia di migliaia di morti e l'esodo di migliaia di profughi verso i paesi confinanti, soprattutto lo Zaire. Anche il Burundi, ex colonia tedesca, indipendente dal 1962, è lacerato dai conflitti etnici tra gli hutu(85%) e la minoranza tutsi(14%). La costituzione del 1992, introducendo il multipolarismo, ha posto fine al monopolio del partito politico dei tutsi, ma un colpo di stato militare, nell'ottobre del 1993, ha interrotto la transizione verso la democrazia.





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