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SCHEDA DEL LIBRO: "SIMPOSIO"

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SCHEDA DEL LIBRO: "SIMPOSIO"


TITOLO: Simposio


ANNO DI STESURA: la data di stesura non è facilmente determinabile. Si tratta sicuramente di una delle opere della maturità; quindi si può pensare che sia stata scritta tra gli anni ottanta e gli anni settanta del secolo IV a.C.


AUTORE: Platone


SOGGETTO: Discussione su Eros durante un banchetto.


PERSONAGGI PRINCIPALI:




Socrate: seguendo l'ordine prestabilito Socrate è l'ultimo ad intervenire. Non vuole parlare, ma andarsene, deciderà di rimanere soltanto dopo essere stato pregato dagli altri partecipanti. Il suo intervento si presenta come dirompente.

Diotima: e a metà del discorso di Socrate con un capovolgimento della posizione di Socrate. La maestra sarà lei e il discepolo Socrate. Dialogando con lei Socrate capirà la verità su Eros


PERSONAGGI SECONDARI:


Agatone: è il padrone della casa in cui si svolge il simposio. È un poeta tragico che pochi giorni prima del simposio aveva vinto con una delle sue opere.

Aristofane: poeta

Alcibiade: celebre uomo politico ateniese

Erissimaco: celebre medico con idee vicine a quelle dei filosofi

Pausania: retore - politico molto esperto

Fedro


TEMA UNICO: EROS


DISCORSI PRINCIPALI:


IL DISCORSO DI SOCRATE:

Il metodo che Socrate seguirà sarà quello di ricercare la verità.

Per prima cosa afferma che Eros è sempre amore di qualche cosa.

Eros è amore di qualche cosa nel senso che è amore di ciò di cui si sente la mancanza; si ama solamente ciò di cui si ha bisogno. Infine ciò di cui sente la mancanza, quindi ciò di cui ha bisogno sono le cose belle e le cose buone.

Eros è intermedio tra bello e brutto, buono e cattivo. È intermedio anche in quanto non può essere identificato con un dio immortale e trascendente, e tanto meno con qualcosa di mortale e sensibile. In questo caso ha la funzione di mediatore tra queste due realtà, è un demone intermedio tra dio e uomo.

Eros ha una duplice natura: quella della madre, Penia (Povertà) e quella del padre Poros (capacità di trovare sempre ciò che cerca). Dalla madre ebbe la caratteristica di essere sempre accomnato dal bisogno; e dal padre ebbe energie inesauribili e risorse che lo spingono sempre a cercare ciò che desidera.

Quindi Eros è anche filosofo, mediatore tra ignoranza e sapienza. Non è mai del tutto ignorante, e non è mai del tutto sapiente, ma è sempre in cerca di ulteriori acquisizioni, e di sapere. Successivamente pone sotto il segno di Eros tutte le attività umane. Tutto ciò che l'uomo fa lo fa per raggiungere il bene.

In particolare eros realizza la sua tendenza la bene mediante la procreazione del bello. La bellezza stimola il desiderio di procreare. Procreando, la natura umana cerca di rendersi immortale, lasciando sempre un essere giovane al posto di quello vecchio. Questo non avviene soltanto nel corpo, ma anche nell'anima, infatti essa genera le sue virtù migliori spinta dal bene.

La sacerdotessa Diotima spiega a Socrate che la conoscenza dell'amore procede secondo una scala:

. bisogna incominciare fin da giovani ad avvicinarsi ai corpi belli, bisogna amare un corpo solo e in quello generare discorsi belli;

capire che la bellezza presente in un corpo qualsiasi è sorella della bellezza che è in un altro corpo, quindi credere che la bellezza che traluce in tutti i corpi è una e identica.

la bellezza che è nelle anime di maggior valore rispetto a quella che è nei corpi.  4.   Arrivare all'amore per le conoscenze.

contemplazione del bello in sé; e qui contemdo la bellezza ideale, l'uomo,  partorirà virtù vere dal momento che si accosta al bello vero.

Concludendo, Socrate persuade gli altri che per raggiungere questo possesso il miglior collaboratore è Eros.


IL DISCORSO DI ARISTOFANE

Secondo Aristofane in origine gli uomini erano di forma sferica, con quattro mani, quattro braccia e doppia faccia, si muovevano velocemente rotolando come delle palle appoggiandosi agli otto arti.

I sessi di questi uomini-sfera erano tre: quello maschile, quello femminile, e quello androgino che era l'unione di maschio e femmina.

Con la loro forza e potenza provarono anche a scalare il cielo e di assalire gli dei; così Zeus per difendersi e diminuire la loro forza decise di dividere ciascuno degli uomini a metà. Dopo essere stati divisi ogni metà cercava l'altra metà da cui era stato diviso, e dopo essersi incontrati si abbracciavano fortissimo cercando di riunirsi; così abbracciati morivano di fame e inattività, perché ciascuna delle due parti non voleva fare niente senza l'altra metà. Successivamente Zeus trasportò gli organi del sesso sul davanti, cosicché la generazione avvenisse mediante l'uso reciproco di questi organi, e lo fece affinché, se nell'amplesso si fossero trovati insieme un uomo e una donna procreassero e riproducessero la stirpe. Se invece si fossero trovati maschio con maschio, si sarebbero saziati di quell'unione.

L'amore è la forza che porta a unire le due metà divise, ossia a fare di due uno; quindi di ritornare all'antica natura.

Nell'amore ciascuno cerca ciò che gli è congenere e desidera unirsi il più possibile con esso.

E non bisogna opporsi a Eros perché infatti l'uomo una volta ricociliatosi con lui incontrerà e ritroverà il proprio amato.






DISCORSI SECONDARI:


IL DISCORSO DI FEDRO

Il discorso di Fedro si presenta come il più esile.

Eros è un dio antichissimo, tanto è vero che non si conoscono neppure i suoi genitori. Eros è per gli uomini causa dei beni più grandi, in quanto fa nascere vergogna per le cose brutte e amore per le cose belle. Eros ha anche una grande importanza politico - sociale , perché genera quella virtù che fa fiorire la città tenendo lontano l'amante e l'amato dalle cose brutte incitandolo ad agire per l'onore, infatti nessun amato vorrebbe essere visto dall'amante mentre commette qualcosa di brutto.

Infine solamente coloro che amano sono disposti a morire per il loro amato.


IL DISCORSO DI PAUSANIA

Pausania sostiene che gli amori sono due: esiste un Eros celeste (così come c'è una Afrodite celeste), e uno volgare (così come c'è una Afrodite volgare).

Eros volgare è l'amore per il corpo più che per l'anima. Pausania cerca anche di dare una quadro storico delle norme che regolano questo amore nei vari paesi della Grecia.

Secondo Pausania l'amore per i ragazzi e il concedere, da parte dei ragazzi, i loro favori agli amati non è di per sé né cosa bella né cosa brutta. Diventa o bella o brutta secondo la maniera in cui viene attuata; e bella solamente nel caso in cui eros miri alla virtù. Questo tipo di amore, quello che tende alla virtù è l'amore celeste, invece tutti gli altri amori dipendono dall'altra dea, quella volgare.


IL DISCORSO DI ERISSIMACO

Il medico Erissimaco analizza la dimensione cosmica dell'eros.

Anche secondo Erissimaco esistono due nature dell'Eros, ma non si trovano soltanto nell'uomo, bensì in tutte le cose che sono.

Questa tesi viene rivelata in particolar modo nella medicina; infatti nei corpi ci sono le parti sane e le parti malate, il buon medico è colui che fa riacquistare al corpo e alle sue parti gli amori buoni, eliminando quelli cattivi. L'arte medica è infatti il saper infondere nel corpo e nelle sue parti, che sono fra loro contrarie amore e concordia.

La stessa cosa avviene con la musica che fa scaturire l'armonia da suoni discordi, armonizzandoli.

Erissimaco conclude: "Eros ha una potenza così vasta e grande. Ma l'amore che tende alle cose buone e si accomna a temperanza e a giustizia, sia presso di noi, sia presso gli dei, ha la potenza più grande e ci procura ogni felicità rendendoci sempre capaci di stare insieme gli uni con gli altri, e facendoci essere amici con gli esseri che sono al di sopra di noi, cioè con gli dei".


IL DISCORSO DI AGATONE

Agatone fa notare che nei precedenti discorsi sia stato elogiato Eros senza spiegare chi è realmente. Egli dice che l'impostazione corretta di un elogio sarebbe quella di descrivere per prima cosa l'oggetto, e poi passare all'illustrazione dei suoi doni.

Se Agatone imposta correttamente il ragionamento non è capace di risolvere la questione. Infatti non riuscirà a dare una definizione completa della natura dell'Eros, ma farà un'elencazione di suoi attributi: esso è il dio più bello, più buono, più delicato, più giovane. Inoltre possiede le quattro virtù fondamentali: è giusto, è coraggioso, è temperante, è sapiente.



RICOSTRUZIONE SINTETICA DELL'OPERA:


L'opera si apre con un prologo che racconta dell'incontro tra Aristodemo e il  suo maestro Socrate, vestito da cerimonia, che si sta recando dal poeta Agatone, il quale lo ha invitato a un banchetto. Socrate convince il suo allievo a recarsi con lui a questo banchetto, anche se non è stato invitato.

Al termine della cena, venuto il momento in cui secondo il costume dei greci si discuteva il medico Erissimaco propone di fare a turno un elogio a Eros, dio trascurato dai poeti, ma che in verità merita grandi elogi.

Secondo il criterio stabilito il primo a parlare è Fedro, il quale dice che Eros è un dio antichissimo e generatore di virtù; il secondo Pausania che distingue tra Eros celeste e Eros volgare. Dopo Pausania toccherebbe ad Aristofane fare il suo discorso, ma colto dal singhiozzo cede il suo turno a Erissimaco. Erissimaco analizza le due nature dell'eros rapportando il suo discorso sulle tutte le cose che sono. Aristofane, dopo che gli è passato il singhiozzo comincia a parlare, sostenendo che in origine gli uomini erano sferici, e dopo essere stati divisi ogni metà cerca l'altra metà che la completa. Eros è la forza che porta queste due metà ad unirsi. Successivamente parla Agatone, il quale fa un'elencazione di attributi dell'Eros. Socrate parla per ultimo raccontando dell'incontro con la sacerdotessa Diotima che gli ha insegnato quale sia la vera natura di Eros. Il discorso di Socrate contiene anche la spiegazione della scala secondo la quale procede la conoscenza dell'amore. Quando Socrate ha appena finito il suo discorso arriva nella casa di Agatone un gruppo di ubriache con a capo Alcibiade. Dopo avere bevuto senza ordine tutti, tranne Socrate Agatone e Alcibiade si addormentano.


CONSIDERAZIONI PERSONALI


Questo libro è stato molto interessante. Più volte mi ero posto il problema della definizione di Amore, ma senza riuscire a darmi una spiegazione sensata.

Il discorso nel quale ritrovo di più le mie idee è quello di Socrate. Sono d'accordo sul dire che si amano le cose che non si hanno e che solamente quando non si ha più una cosa ci si rende conto della sua reale importanza; ma più che un demone, l'amore, secondo me è una forza che spinge l'uomo a cercare appunto ciò di cui manca, a cercare ciò che lo completa, quindi, sotto questo punto di vista cono più vicino al discorso di Aristofane.

L'amore per la conoscenza spiegato nel processo della conoscenza di Socrate mi è difficile da capire. Non riesco a capire come l'amore sia l'amore per la conoscenza.

Come ho scritto nei temi principali i due discorsi più importanti sono quello di Aristofane e quello di Socrate, perché oltre a elogiare Eros sono gli unici in cui compre una definizione dell'oggetto in questione. Negli altri discorsi invece oltre agli elogi i personaggi fanno una descrizione degli attributi dell'eros, senza però cercare di definire l'oggetto dei loro discorsi.






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