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EUGÈNE DELACROIX (1798 - 1863) - La barca di Dante, La Libertà che guida il popolo, Giacobbe lotta con l'angelo

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EUGÈNE DELACROIX (1798 - 1863)


Nasce il 25 Aprile dal marchese di Talleyrand. Delacroix fu allievo di Narcisse Guerin, nello studio del quale conobbe Gericault.

L'artista si staccò presto dal neoclassicismo: la sua arte, infatti, incarna la malinconia, l'avversione per l'accademismo, il riferimento a fatti della storia medioevale e della storia antica. I suoi modelli furono Michelangelo e Tiziano. Tuttavia il suo modo di dipingere fece un salto qualitativo dopo che egli ebbe visto le opere di Constable.

Il soggiorno in Marocco, apò il suo esotismo romantico e gli fece scoprire la luminosità dei cieli nordafricani e i colori accesi: da pittore che faceva uso di colori terrosi e scuri, con l'osservazione dei fenomeni della luce, divenne un pittore colorista.

Nella sua pratica pittorica ci sono già le linee di ricerca che apriranno all'Impressionismo, e, infatti, i grandi pittori impressionisti proveranno un'immensa ammirazione per Delacroix.

Il disegno è immediato, nervoso e fortemente espressivo, essenziale: la matita, ora tenuta leggera, opra premuta, a creare contrasti chiaroscurali. Il tratteggio obliquo stabilisce i mezzi toni.



Tutta giocata su ciò è la litografia che rappresenta Macbeth e le streghe. Una maggior dolcezza e un uso di colori caldi, sovrapposti al disegno a matita si coglie ne La moglie di Abraham Benchimol e una delle sue lie, eseguito in Marocco.


La barca di Dante

Delacroix esordì giovanissimo, a 24 anni, al Salon del 1822, esponendo La Barca di Dante.

Il soggetto è tratto dall'ottavo canto dell'inferno, dove si narra il passaggio dello Stige, nel cui fango sono immersi gli iracondi. La barca è pilotata da Flegias. Durante la traversata, Dante incontra Filippo Argenti, che intende rovesciare la barca.

Delacroix immerge i personaggi in un ambiente tenebroso dal cui fondo emergono fuoco e nuvole di fumo. Ogni corpo ha bagliori di luce che lo modellano: da Flegias intento a remare, a Dante, che cerca riparo presso Virgilio.

I nudi sono un richiamo a quelli di Michelangelo.

Già in questo dipinto, Delacroix mostra la sua ricerca coloristica, da notare le goccioline d'acqua; egli, infatti, non ha fatto ricordo ad un colore ottenuto dalla fusione di più colori, ma ha posto uno di fianco all'altro il rosso, il giallo, il verde e tocchi di bianco.


La Libertà che guida il popolo

Nel 1829, il re francese Carlo X, insediò un governo che sciolse il parlamento e sospese la libertà di stampa. Il popolo di Parigi, quindi, insorse tra il 17 e il 19 Luglio 1830, obbligando il re a revocare le ordinanze.

La Libertà che guida il popolo, fu realizzata per esaltare la lotta dei parigini.

I riferimenti a La zattera della Medusa di Gericault sono evidenti, soprattutto nella composizione piramidale, nella disposizione dei due uomini in primo piano riversi, fino al particolare del calzino sfilato del caduto di sinistra.

Ma alla perfezione anatomica dei personaggi sulla zattera, si è sostituita la massa del popolo, in modo che ognuno potesse immaginarsi fra la gente.

Delacroix ha unito le varie classi sociali nella lotta comune (popolani, militari e borghesi).

Il fumo e la polvere lasciano immaginare l'esistenza di un qualcosa laddove ci è impedito di vedere.

Le torri della Cattedrale di Notre-Dame collocano geograficamente l'avvenimento.

Sulle barricate una donna, la Libertà, stringendo il tricolore e un fucile, incita il popolo a seguirla. Essa viene verso di noi seguita dalla gran massa: è un modo per invitarci a partecipare. È come se noi, in posizione avanzata, ci fossimo voltati indietro per guardare.

La fonte iconografica a cui si rifece per la fanciulla è la Venere di Milo, e, lo stesso personaggio costituisce il primo tentativo di proporre un nudo in abiti contemporanei: i nudi, infatti, venivano accettati solo perché erano rappresentazioni mitologiche o della storia antica (già nel 1794
Antoine-Jean Gros aveva rappresentato una fanciulla con il seno scoperto, abbigliata però alla maniera greca).

Delacroix superò il problema attribuendo alla fanciulla la funzione della Libertà.

I colori scuri sono resi più vivaci da quelli brillanti della bandiera, che si ripetono negli abiti della ura ai piedi della Libertà.


Giacobbe lotta con l'angelo

Una lezione sull'uso del colore pare venire dalla chiesa di Saint-Sulpice, con un ciclo pittorico comprendente due dipinti murali, un soffitto e quattro vele.

Questo è uno dei dipinti murali. Il soggetto è tratto dalla Genesi, dove Giacobbe, in viaggio per incontrare il fratello Esaù, lotta con un angelo. Questo racconto, presentando un uomo in lotta con la divinità, è in sintonia con il tema romantico dell'eroe solitario.

In un ambiente dominato da alberi maestosi, a sinistra i due corpi sono avvinghiati, al centro sono raggruppati gli abiti e le armi del viaggiatore, mentre sulla destra sono collocati i servi e le mandrie di Giacobbe in movimento.

Le ombre di sotto i due, contengono del violetto.

Per Delacroix ogni colore contiene i tre colori primari: si veda come il gruppo delle armi e degli abiti li accosti.

Il massimo della luminosità è raggiunto con l'opposizione del rosso e del verde, che determinano la struttura cromatica dell'intero dipinto.

C'è ancora un'armonia fatta di linee, colori, posizioni di personaggi. Infatti, l'unità, è l'arte di legare le parti dei quadri con l'effetto chiaroscurale, il colore, la linea, i riflessi.





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