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PAOLO CALIARI DETTO IL VERONESE - VILLA BARBARO A MASER

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PAOLO CALIARI DETTO IL VERONESE

VILLA BARBARO A MASER





Chi era Veronese?

Veronese, pittore italiano del Rinascimento ed uno dei grandi maestri della scuola veneziana, nacque a Verona nel 1528 e morì a Venezia nel 1588.

Svolse l'apprendistato a Verona presso Antonio Badile, assimilando la tradizione locale, costituita da intrecci di colori splendenti che si affermano per contrasto.

Le sue sorprendenti composizioni rappresentano spesso scenari a più livelli creando con la prospettiva l'illusione di grandi spazi, particolarmente efficaci e spettacolari nei dipinti dei soffitti.




Un po' di storia .

Le opere giovanili di Verona tra il 1540 e il 1548 sono caratterizzate da volumi regolari e marcati contrasti cromatici, a cui  Veronese associava elementi del manierismo.

Nel 1562 dipinge Il banchetto di Cana (oggi al Louvre).

La prima fase della maturità artistica del Veronese, tra il 1555 e il 1565, è rappresentata dalle principali opere Storie di Ester e la Cena in Emmaus.

Le opere della piena maturità, all'incirca dal 1565 al 1580, sono caratterizzate da composizioni più semplici e classiche, toni più intimi e una maggiore armonia dei colori.

Intorno al 1583, alla luce splendente del periodo precedente si sostituì un uso di colori crepuscolari, come nella lunare Pietà.

Dopo la morte, nonostante il grande successo che riscossero le sue opere, il Veronese non esercitò un'influenza profonda.

L'uso del colore e il tipo di prospettiva che egli aveva adottato furono tuttavia esempio per Rubens e per i pittori della scuola veneziana, soprattutto Tiepolo.


Villa Barbaro a Maser

Nel Veneto, a pochi chilometri da Asolo, sorge a Maser, Villa Barbaro, oggi appartenente alla nobile famiglia Volpi.

Progettata e costruita tra il 1550 ed il 1560 per i fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, è da considerare tra i più alti esempi dell'architetto Andrea Palladio, mentre i dipinti sono da attribuire a Veronese, il quale, si inserisce nell'architettura progettata da Palladio, dipingendo secondo effetti illusionistici finte strutture popolate da soggetti mitologici e da ritratti degli abitanti della villa.

La villa è costruita in posizione leggermente elevata, su un pendio del colle, in modo che il livello dei giardini coincida con quello di entrambi i piani.

La decorazione interna sottolinea in modo esemplare, con allegorie e scene simboliche, l'armonia che deve regnare tra l'uomo e la natura.




Affreschi della Villa Barbaro

Il ciclo pittorico del Veronese, all'interno della villa, si ispira alla tematica di allegorie e miti.

La trattazione di questi temi fu voluta dal proprietario della casa Daniele Barbaro, umanista e uomo di cultura.


Sala della Crociera

Ampio vestibolo della zona di ricevimento; è interamente decorata con paesaggi e ure inserite in un finto loggiato architettonico.

Il soffitto voltato a botte è decorato con un finto pergolato su un fondo di cielo azzurro che esalta il carattere di apertura verso l'esterno.

Ai lati finte porte semiaperte da cui si affacciano vari personaggi e nicchie con affreschi di suonatrici di tamburello, liuto, violino e altri strumenti dell'epoca.

Il più famoso dipinto è quello in cui da una finta apertura si affaccia una bambina, forse una servetta, che con aria curiosa sembra spiare chi entra nella villa.

La pulitura degli affreschi, avvenuta nel 1958, ha riportato alla luce la bellezza di alcuni particolari cammei, originari dell'epoca.


Stanza di Bacco

Locale a destra della Stanza a Crociera che comprende ure allegoriche e paesaggi inseriti dentro a illusionistiche architetture.

Al centro del soffitto a botte è rafurato Bacco che svela agli uomini il piacere del vino.

Sulle pareti laterali della stanza, si trovano due paesaggi: quello di sinistra è tra i più famosi del ciclo di villa Barbaro, rappresenta dame in carrozza che percorrono un viale alberato.

Vicino alla vettura cavalli e cani e in fondo una villa con duplice porticato.

A destra, invece, si trova un paesaggio comprendente rovine classiche e in primo piano la ura di un asino da lavoro.

La realizzazione di questi dipinti, ottenuta con colori chiari e trasparenti, è tale da dare all'intera stanza la sensazione di vivere all'esterno.


Stanza dell'amore coniugale

In faccia alla stanza di Bacco la stanza dell'amore coniugale, in cui si possono trovare oltre a rappresentazioni allegoriche, gruppi di amorini con ghirlande floreali; è purtroppo la stanza che ci è giunta in condizioni peggiori.


Sala dell'Olimpo

E' la sala principale dell'edificio e il punto di innesto tra l'avancorpo e le ali longitudinali.

Alla sommità delle due pareti, su cui si imposta la volta, sono dipinti due loggiati, sostenuti da due colonne tortili, anch'esse illusorie.

Da una balconata si affaccia la padrona di casa con un bambino, la vecchia nutrice, un cagnolino e un papallo.

Nella balconata opposta sono ritratti due ragazzi (probabilmente i due fratelli Barbaro) uno nell'atto di leggere, e l'altro nel trattenere un cane teso verso una scimmia, che corre sulla balconata.

Questa decorazione è quella giudicata di più alta qualità dell'intero ciclo di Maser, grazie all'effetto scenografico totale.

Sala del cane

E' attigua alla sala dell'Olimpo ed era in origine una camera da letto.

Sul basamento di finto marmo è dipinto con straordinaria vivezza il cagnolino della famiglia Barbaro; secondo i critici eseguito con rapide pennellate quando la parete era già asciutta o in via di asciugarsi, tanto che si vedono ancora il pigmento delle finte architetture dietro.

Per la realizzazione di questa sala, Veronese è stato aiutato da alcuni suoi allievi, ma la parte più autentica è rappresentata dai paesaggi.

Un particolare è il "cacciatore" che si affaccia da una porta quasi ad invitare il padrone di casa ad una caccia.


Elementi pittorici

Veronese a villa Barbaro elimina il buio, anzi, nega la sua esistenza.

La luce naturale entra e penetra da ogni parte, seguendo una regia che calibra gli effetti luminosi non meno di quelli spaziali.

Le finestre vere hanno il compito di essere come dei riflettori che dirigono la luce, tipicamente pomeridiana, in modo da creare una luminosità diffusa.

Le ombre non sono vere ombre, ma zone di colore poste a contrasto.  

Nei dipinti prevalgono i toni freddi, i verdi, gli azzurri con tonalità fresche e ariose, che conferiscono un' aria rarefatta e di assolute trasparenze. 







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