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L'ITALIA UMBERTINA

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L'ITALIA UMBERTINA


La Destra storica,continuatrice della politica liberale di Cavour,aveva governato l'Italia fino dal . Preoccupata di are i debiti contratti con le banche durante il Risorgi­mento,essa aveva imposto al paese una severa politica fi­scale che aveva impoverito tutte le classi sociali impedendo la formazione di una massa di consumatori e danneggiando l'industria.Riguardo al dibattito protezionismo/liberismo, la De­stra aveva adottato il liberismo cavouriano che,nelle condi­zioni italiane di quel periodo,favoriva solo le colture specia­lizzate delle aziende agricole settentrionali e aggravava i pro­blemi della produzione industriale.Queste scelte impopola­ri,nel 1876,indussero il re ad affidare,senza indire nuove elezioni,il governo ad Agostino Depretis,leader della Sinistra storica.Poco dopo Vittorio Emanuele II moriva e saliva al tro­no suo lio Umberto I che regnò dal al dando a questo periodo il nome di Età umbertina.

II governo Depretis proandava un programma innovati­vo che fu attuato solo in parte:abolì la tassa sul macinato,varò una Legge elettorale che ampliò,ma di poco,il diritto di voto ed emanò la Legge Coppino,che rendeva obbligatoria la frequenza della prima e della seconda classe elementare,ma che rimase sulla carta.



Per assicurarsi una larga base parlamentare,Depretis inaugurò la nefanda prassi del trasformismo che,oltre ad annullare le differenze tra Destra e Sinistra, incoraggiò le operazioni di sot­togoverno e la corruzione.L'inchiesta Jacini,da lui promossa per accertare lo stato del­le camne e le condizioni di vita della popolazione agrico­la,fece emergere uno spaccato allarmante di vita italiana,men­tre l'inchiesta Franchetti-Sonnino rivelava il potere della mafia a Palermo.

Particolare debolezza il governo dimostrò in occasione della grande crisi agraria seguita alla depressione internazionale del 1873-l896.Pressato dai produttori di cereali del Nord e del Sud,che avevano costituito un vero e proprio partito de­gli agrari e reclamavano l'imposizione di un dazio sul grano estero,Depretis passò dal liberismo al protezionismo.Esso favorì agrari e industriali,ma rovinò gli agricoltori meridiona­li più innovativi che avevano reagito alla crisi convertendo i campi di grano in aranceti, vigneti e uliveti. Inoltre ebbe l'ef­fetto di rincarare il prezzo del pane.Le intense lotte sociali di questo periodo trovarono un cen­tro organizzativo nel Partito socialista italiano,fondato da Fi­lippo Turati,i cui princìpi basilari erano il rifiuto dell'anarchia e la priorità delle lotte economiche,che dovevano essere col­legate alle lotte politiche per ottenere la fine della proprietà pri­vata.

Anche il cattolicesimo fu sensibile alle tematiche sociali:Leo­ne XIII emanò l'enciclica Rerum Novarum,nella quale,compiendo una notevole svolta rispetto al pontificato di Pio IX,in­dicava i doveri dei lavoratori ma anche i loro diritti a una 'giusta mercede'.L'istituzione di associazioni cattoliche e di una fitta rete di attività di beneficenza furono altri modi con cui il cattolicesimo sociale,oltre a fornire ai bisognosi un aiu­to concreto,si presentò come un'alternativa al socialismo.Nel 1887 il governo della Sinistra storica passò a Fran­cesco Crispi che si proponeva un grande rinnovamento mo­rale degli Italiani,ma che poi svolse una politica estremamente contraddittoria,oscillando tra misure democratiche e com­portamenti autoritari.Riformò il Codice penale e riconobbe il diritto di sciopero,ma represse con durezza le rivendica­zioni contadine dei Fasci siciliani e dichiarò l'illegalità del Par­tito socialista italiano.Questi atti liberticidi furono possibili gra­zie a una Legge di pubblica sicurezza che dava amplissimi poteri alla polizia.Inoltre,sia per ragioni di prestigio sia per contenere l'emigrazione,Crispi si lanciò in una fallimentare im­presa coloniale:la conquista dell'Etiopia,che si concluse con la disfatta di Adua (1896).Di fronte alle violente manifestazioni dei socialisti fu costretto a dimettersi.Caduto il governo Crispi,l'aumento vertiginoso del prezzo dei cereali dovuto a una carestia negli Stati Uniti fece esplodere i moti del pane,che ebbero a Milano conseguenze drammati­che:il generale Bava Beccaris usò il cannone contro le barri­cate dei dimostranti causando 120 morti.Nel 1900 Umberto I,che aveva premiato il generale con un'onorificenza,fu ucciso da un anarchico che volle vendicare così i morti di Milano.




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