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Michelucci

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Michelucci

Architetto e urbanista, fu seguace del razionalismo funzionale, si preoccupa della funzione e dell'inserzione ambientale.

Stazione di Firenze: è la stazione centrale, detta di Santa Maria Novella, perché situata di fronte alla chiesa ed al convento omonimi. Michelucci, che insieme con altri giovani architetti aveva firmato il progetto risultato vincitore su 107 concorrenti, dovette superare la difficoltà di armonizzare l'edificio ferroviario con la presenza e della basilica A questo provvide impiegando la pjetra forte toscana che accordava il proprio colore con quello della chiesa prospiciente. Altro problema derivava dal fatto che la stazione fiorentina non è 'di transito' bensì 'di testa': i binari si arrestano e i convogli, per proseguire verso altra destinazione, devono invertire il senso di marcia. Ciò comportava l'estensione prolungata della facciata in rapporto al numero dei binari. Così, per superare la monotonia della facciata stessa, è inserito un corpo aggettante, luminoso per le ampie vetrate, destinato alla sosta delle automobili per la discesa dei viaggiatori in partenza. Alle due estremità della facciata sono collegati, ad angolo retto, due corpi laterali che corrono lungo i binari, per i servizi. Per la sobria eleganza e per la funzionalità, la stazione fiorentina fu un modello per altri edifici analoghi, come, ad es., per la Stazione



Termini di Roma.

Chiesa di S. Giovanni Battista: rasenta l'informale per l'assoluta libertà e complessità tanto della imetria, quanto dei rapporti volumetrici esterni e spaziali interni date dall'abbandono delle linee rette e dai volumi semplificati; c'è qualcosa di organico, perché il movimento apparentemente incontrollato della struttura, con le sue flessioni e inflessioni, mentre vivifica la piatta pianura in cui è posta, si accorda al tempo stesso con i vicini colli.





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