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Wright

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Wright

L'architettura organica e quella che si sviluppa come un organismo da un nucleo centrale, senza schemi geometrici preordinati, vivendo liberamente nel proprio ambiente, anzi connaturandosi ad esso; è l'architettura per l'uomo, nata intorno a lui e cresciuta con lui come se fosse il suo corpo. A differenza degli architetti-urbanisti europei che procuravano alloggi decorosi agli operai accorsi a lavorare in città, compiendo una operazione sociale e politica, Wright soddisfaceva le esigenze dei ricchi borghesi che cercavano una comoda abitazione in prossimità dei gran i centri, circondata dal verde. Così nel primo periodo della sua attività costruì le Prajàe Houses (= case della prateria), ossia le ville unifamiliari, memore del pionierismo americano di carattere romantico, curando particolarmente il  rapporto individuo-spazio architettonico-natura Di questo periodo, che va fino al 1910 circa, si ricorda Robie House, costruzione concepita in armonia con l'ambiente esterno, in cui lo spazio si allarga orizzontalmente ed il tetto in piano si espande e forma ampi portici; al centro dell'edificio è posto il camino, come nelle case dei pionieri, che serviva a riscaldare tutte le stanze.

Tornato in patria, dopo una serie di viaggi compiuti in Europa e in Giappone e dopo la crisi economica del 1929, Wright progettò e costruì la Casa Kaufmann, nota come Casa sulla cascata.



Casa sulla cascata:Costruita nel 1936, rappresenta il capolavoro assoluto dell'opera di Wright. Adoperando tutte le risorse della tecnologia moderna e i suoi materiali (cemento, ferro, vetro), Wright costruisce una delle opere più audaci dell'ingegneria: un edificio costruito da lastre a sbalzo incernierate su una struttura portante verticale di pietre in vista. Ma l'audacia tecnica non è fine a sé stessa: è il mezzo che gli permette di collocare l'opera dell'uomo in simbiosi con quella della natura.

La casa vive in quell'ambiente (rocce, alberi, acqua) come se vi fosse nata per germinazione spontanea, come una pianta selvatica. Tutto è costruito, tutto è studiato, tutto è calcolato, eppure tutto appare perfettamente naturale, esempio mirabile di come di come sia possibile e lecito all'uomo trasformare la natura senza violentarla. La Casa sulla cascata è l'opera più rappresentativa dell'architettura organica come integrazione nella natura: il luogo dove sorge è già di per sé l'esaltazione della natura.

Esterno. È un edificio, tutt'uno con l'ambiente, in cui è stato costruito: grandi lastre di calcestruzzo estendono lo spazio proiettandosi come terrazze sulle rocce del torrente, sulle acque, sulla vegetazione inviolata ed annullano la distinzione tra ciò che è stato creato dall'uomo e ciò che è natura. L'opera ardita ha un equilibrio straordinario tra le varie parti, che sono articolate in sporgenze, rientranze, scale e ponti, senza che sia chiaro il suo punto centrale.

Interno. È il soggiorno  pavimentato con pietre scabre, che formano anche l'involucro del grande camino: attraverso le ampie vetrate penetra la luce indiretta che trapassa il verde della vegetazione, filtrando. Bassi sedili sono disposti intorno al camino e l'arredamento, molto semplice e sobrio, è orizzontale e lascia libero ampiamente lo spazio.

Guggenheim: E' situato nel cuore di New York, la caotica metropoli americana, artificiale come tutte le città, anzi più artificiale di molte altre per la sua stessa grandezza. Eppure anche per il Museo si può parlare di organicità: il dato di fatto con cui ci si deve misurare in camna è la natura, qui è la città. L'organicità dunque dovrà essere stabilita con la città. Casa sulla cascata si protendeva verso la natura primitiva, così il Museo Guggenheim si protende verso la città, non adeguandosi ad essa per le forme esteriori, ma penetrandovi con un movimento a spirale in espansione. La prima idea della circolarità concentrica nasce dal progetto per un etarium. Il museo sorge da un invaso stretto e, al di sopra di una lunga fascia orizzontale, si svolge allargandosi dal basso verso l'alto, quasi irraggiandosi. Il cerchio per Wright esprime l'infinito; l'espandersi de cerchio potrebbe essere il valore dell'arte contenuta nel Museo, che, dal chiuso del contenitore, si riversa in tutti. Ma in realtà la forma esterna è dettata da quella interna: il museo non è costituito da una serie di stanze consecutive ma da uno spazio unico circolare, illuminato da una grande cupola centrale, lungo il perimetro del quale sale una rampa continua a spirale che conduce gradualmente lo spettatore al cospetto delle opere esposte.






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