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MICOPLASMI



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MICOPLASMI

MICOPLASMI

Classe: Mollicutes

Ordine: Mycoplasmatales

Famiglia: Mycoplasmataceae - Genere: Mycoplasma; Ureaplasma

Famiglia: Acholeplasmataceae - Genere: Acholeplasma

Inizialmente i micoplasmi erano indicati con la sigla PPLO (Pleuro Pneumonia like organisms). Venivano chiamati così per il tropismo per l'apparato respiratorio (infatti furono identificati per la prima volta in un caso di pleuropolmonite bovina) e 'simili a microorganismi' per la scarsità di nozioni sulla loro natura. In seguito i micoplasmi hanno raggiunto una propria posizione tassonomica.

I micoplasmi sono batteri caratterizzati da dimensioni molto ridotte, 200-300 nm (quindi non sono visibili al M. O.) e dall' assenza della parete cellulare. Ciò determina un estremo pleomorfismo: possono infatti apparire come elementi rotondeggianti, globulari, filamentosi. La cellula dei micoplasmi è delimitata da una membrana trilaminare, di 80-l00 A di spessore, formata da proteine e lipidi. A differenza degli altri batteri il colesterolo è un componente essenziale per la membrana cellulare (tranne che per il genere Acholeplasma).

L'organizzazione della cellula è tipica dei procarioti: i ribosomi hanno un coefficiente di sedimentazione di 70S e il genoma è organizzato in un'unica struttura circolare con dimensioni molto ridotte.

A causa della limitata struttura e quindi della limitata quantità di informazioni genetiche le capacità biosintetiche sono molto ridotte. In vitro si coltivano solo su terreni arricchiti con vitamine, amminoacidi e materiali organici complessi come il siero di sangue e l'estratto di lievito. In tali materiali sono contenuti il colesterolo e una proteina particolare; queste due molecole formano un complesso lipoproteico che protegge gli stessi micoplasmi dall' eventuale tossicità degli acidi grassi presenti nei terreni colturali, e ai quali i micoplasmi sono particolarmente sensibili.



Inoltre il colesterolo è essenziale per la costituzione della parete cellulare. Pur essendo anaerobi facoltativi i micoplasmi crescono meglio in anaerobiosi e con una tensione parziale di CO2 del 10%. La riproduzione è per scissione binaria e può essere multipla nelle forme filamentose.

Nei terreni solidi formano colonie piccole, difficilmente visibili ad occhio nudo. La colonia è formata da una zona centrale più densa. Questo conferisce l'aspetto caratteristico ad uovo fritto. L'evidenziazione al microscopio può essere fatta mediante la colorazione di Giemsa e di Dienes. Nella prima i micoplasmi appaiono rosa su fondo azzurro, mentre nella seconda appaiono blu. Tutti i micoplasmi colorati con Gram sono Gram -.

ANTIBIOTICI: per l'assenza della parete cellulare rigida i micoplasmi sono insensibili agli antibiotici che interferiscono con la sintesi del peptidoglicano, come la penicillina e le cefalosporine. Sono invece sensibili alla tilosina, alla streptomicina e alle tetracicline.

La famiglia Mycoplasmataceae comprende il genere Mycoplasma, con oltre 60 specie differenti.

In campo umano va menzionato:

M. pneumoniae, agente eziologico della cosiddetta polmonite atipica primaria.

In campo veterinario si ricordano:

M. mycoides varietà mycoides, agente causale della pleuropolmonite contagiosa dei bovini (PPCB);

M. agalactiae agente della agalassia contagiosa degli ovini;

M. mycoides subspecie mycoides LC (large colonies), e M. capricolum; sono entrambi agenti di polmoniti e artriti;

M. hyopneumoniae, agente della polmonite enzootica dei suini;

M. hyosinoviae, e M. hyorhinis, responsabili di polmonite e artrite nel suini.

Tra i micoplasmi aviari sono da ricordare:

M. gallisepticum, agente della malattia cronica respiratoria del pollo e del tacchino;

M. sinoviae responsabile di artrite nel pollo.







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