ePerTutti


Appunti, Tesina di, appunto biologia

Salmonella - Struttura degli antigeni, Tipizzazione con fagi, Caratteristiche delle salmonelle, Salmonelle causa di enteriti, Salmonella typhi e salmo

ricerca 1
ricerca 2

Salmonella


Si conoscono più di 2000 sierotipi (sinonimo: serovar) di salmonelle che causano enteriti (es. S. typhi-muriuin, S. enteritidis, S. panama), e le salmonelle del gruppo tifo-paratifo (S. typhi e S. paratyphi A, B e C) (tab. 2).

In Italia il numero dei casi di salmoneliosi, segnalati, senza tener conto di tifo e paratifo. è di circa 1 2.000 (dati dei 1982) ma, per l'assenza di segnalazioni, si ritiene che la loro incidenza sia almeno dieci volte superiore.





Tab. Salmonellosi



Gastroenteriti acute


Tifo, Paratifo


Agente eziologico


> 2000 diversi sierotipi di


S. typhi


Salmonelle (causa di enteriti)

S. paratyphi, A, B, C

Malattia

Infezione locale, intossicazione

Infezione ciclica generalizzata

Portatore

Animale

Uomo (ammalato, portatore



Asintomatico

Trasmissione

Alimenti

Diretta, acqua, alimenti

Trasmissione

Alimenti

Diretta, acqua, alimenti

Tempo di incubazione

Da ore sino a 1-2 giorni

1-2 settimane

Dose infettiva

Solitamente alta

Bassa

Durata della malattia

Solitamente pochi giorni

2-4 settimane

Terapia

Sintomatica

Antibiotici

Diagnosi

Ricerca, nelle feci e negli

Clinica, ricerca del patogeno


alimenti

nel sangue, feci, urina



(alimenti); degli anticorpi

Immunità acquisita

No

Si

Profilassi

Igiene alimentare

Igiene alimentare



Vaccinazione attiva



Le salmonelle sono microrganismi, provvisti di flagelli peritrichi e quindi sono mobili (. 1). Non fermentano il lattosio. In base alle caratteristiche biochimiche il genere Salmonella viene suddiviso in 6 sottogeneri. Le specie Salmonella si diffe­renziano, a loro volta soltanto per la composizione di alcuni polisaccaridi della parete cellulare (Antigeni O), e/o per quella delle proteine dei flagelli (Antigeni H). La determinazione della specie (e rispettivamente del sierotipo) si può eseguire routi­nariamente solo mediante analisi sierologica.


Struttura degli antigeni

Gli antigeni di superficie (Antigeni O), termoresistenti appartengono al complesso lipopolisaccaridico che costituisce la parete cellulare.

I lipopolisaccaridi sono costituiti da una parte lipidica (lipoide A) e da una catena polisaccaridica suddivisa in una zona centrale e in una catena laterale. Questa catena laterale ha una composizione diversa da sierotipo a sierotipo, nella quale gli oligosaccaridi O-specifici si ripetono n volte (. 10).

Per l'identificazione sierologica dell'antigene-O, si pone su un vetrino portaoggetti una goccia di antisiero con anticorpi contro l'antigene-O e si mescola con la specie Sa/monella da saggiare. Gli anticorpi si legano alla parete cellulare e portano ad una agglutinazione delle cellule, ben visibile, ad occhio nudo, nella goccia di antisiero. Nel caso della S. typhi, S. paratyphi C e S. dublin, gli antigeni-O possono essere ricoperti da un antigene di rivestimento (antigene-Vi) che può bloccare la reazione di agglutinazione O.





10. Struttura dei lipopolisaccaridi degli antigeni O delle salmonelle



Per l'identificazione definitiva del serotipo, oltre agli antigeni O, debbono essere determinati per via sierologica mediante agglutinazione su vetrino portaoggetti, anche gli antigeni H specifici dei sierotipo. La maggior parte delle Salmonelle è in grado, geneticamente, di sintetizzare due gruppi di antigeni flagellari; al momento dei saggio se ne riesce a rivelare sierologicamente spesso soltanto un gruppo (fase).

Gli antigeni O vengono numerati secondo lo schema di Kauffmann-White (tab. 3). Tutte le salmonelle che posseggono antigeni-O identici vengono raccolte in gruppi contrassegnati con le lettere dell'alfabeto maiuscole e con i numeri da 51 a 61 perché le lettere dell'alfabeto non bastano. All'interno di questi gruppi, i sierotipi di salmo-nelle si distinguono per i loro antigeni H. I diversi antigeni H vengono caratterizzati con lettere minuscole (prima fase) e con numeri (seconda fase). Con l'aiuto della tabella diagnostica per antigeni dello schema di Kaufmann-White è possibile ottenere, dopo la determinazione degli antigeni O ed H, la caratterizzazione definitiva del sierotipo (specie).








Tab. Tabella diagnostica per antigeni sec. Kauffmann-White (esempi)

Gruppo:

Specie:

Antigeni O

Antigeni H




Fase I

Fase 2

B

S. paratyphi B


b



S.typhimuriuin


i







D

S. typhi

1, 9, 12, Vi

D



S. enteritidis


g, m



S. panama


e, v



Tipizzazione con fagi

Le specie di Salmonella: Salmonella typhi, Salmonella paratvphi A e B, Salmonella typhimurium, ecc. possono essere suddivise per le prove epidemiologiche in Lisotipi con l'aiuto di batteriofagi.

La lisotipia si basa sul fatto che un batteriofago lisa specificatamente solo determi­nati ceppi di una specie di salmonella. Utilizzando Un certo numero di batteriofagi diversi, si ottiene, per ogni ceppo, un campione di inibizione tipico: un'impronta digitale dei patogeno. Per la determinazione dei lisotipo, il ceppo di salmonella viene distribuito con la spatola su agar nutritivo, essiccato ed addizionato, ogni volta, di una goccia di sospensione dei diversi batteriofagi. La sensibilità al fago si riconosce poiché nel punto in cui è caduta la goccia si forma una zona di usi. La tipizzazione dei ceppo può anche avvenire tramite batteri diventano immuni agli antibiotici" class="text">antibiotici ugualmente provvisti di attività spe­cifica (batteriocine).


Caratteristiche delle salmonelle

Le salmonelle possono sopravvivere, attive ed infettive, per settimane e, addirittura per mesi ed anni, nello sterco, nei liquami, nei fanghi di depurazione, nei mangimi e negli alimenti. Esse sono molto sensibili al congelamento, alla conservazione a fred­do o a temperature vicino allo zero: il danno che subiscono a queste temperature, anche per tempi lunghi, è però spesso solo subletale (vedi 4.2.).

Nelle colture in brodo nutritivo le salmonelle vengono uccise già per breve riscal­damento a 72°C o per 10 minuti di riscaldamento a 57°C; neI caso degli alimenti, però, si richiedono di norma temperature e tempi di riscaldamento notevolmente superiori in funzione dei tipo di alimento e della concentrazione iniziale di patogeno. Così, per essere sicuri di eliminare tutte le salmonelle, i würstel vanno riscaldati almeno per 10 minuti ad una temperatura minima di 72°C o per 40 minuti ad una temperatura minima di 57°C.

L'optimum di crescita, per le salmonelle, è vicino ai 37°C. A temperature di frigo­rifero (<7°C) non si riproducono, di norma, negli alimenti.


Salmonelle causa di enteriti

Vie di contaminazione - Anche gli animali sani sono spesso portatori di salmonelle enteritiche per cui fonti di contaminazione per l'uomo sono prevalentemente gli alimenti di origine animale (. 11).











mangime

 

Farine animali

 

Uccelli acquatici, gabbiani




Pesci

mollusci

 
Farina di pesce







Acque di scarico

in via, macellazione


Alimenti

 


Riproduzione

(=formazione di endotossine)

 
frutta e verdura cruda


roditori











11. Vie di contaminazione e formazione di endotossine delle salmonelle che causano enteriti.


Il pollame, i maiali, la selvaggina, i vitelli e, più raramente, il manzo, possono essere contaminati da salmonelle. Frequente fonte di infezione per gli animali domestici sono i mangimi composti concentrati ottenuti da farine animali preparate con materie prime contaminate. Poiché le salmonelle vengono eliminate con le feci, la loro diffusione fra gli animali viene enormemente favorita dagli allevamenti in massa. A partire da questi animali contaminati le salmonelle possono diffondersi durante o dopo la macellazione in altre carcasse animali. Per esempio durante la macellazione dei polli esistono molti punti critici, dal punto di vista igienico, in corrispondenza dei quali in seguito a perdita di feci, possono avvenire contamina­zioni crociate: ricordiamo la spennatura-spiumatura a caldo (50-60°C), l'eviscera­zione o il raffreddamento nel cosiddetto spinchiller. Secondo quest'ultimo procedi­mento, i polli macellati vengono spinti, mediante una coclea, attraverso un grosso contenitore in controcorrente di acqua fresca.

A causa dell'elevata carica di salmonelle presente nella carne dei pollame, non è ammessa la produzione di carne trita da pollame o selvaggina.

Gli uccelli acquatici come le anatre e le oche sono portatori particolarmente frequenti di salmonelle.

Le uova di questi animali possono infettarsi con salmonelle, per via ematica, già nell'ovaio oppure dopo la deposizione (vedi 7.3.).


I pesci, i molluschi, per es. le cozze e le ostriche consumate crude, come pure altri animali marini, possono esser contaminate in acque costiere, dalle fognature. Particolarmente soggetti a contaminarsi sono i molluschi, poiché si nutrono filtrando grandi quantità di acqua. Una contaminazione dei pesci, dopo la pesca, è pure possibile con le feci dei gabbiani, che sono spesso portatori di salmonelle. Le farine di pesce usate come mangime e preparate con pesce contaminato sono spesso fonte di infezione per gli animali domestici. Oltre ai prodotti animali, anche i mangimi vegetali (pannelli di semi oleosi esausti, residui di soia, farina di cotone, ecc.) o gli alimenti vegetali, come la verdura (concimazione di superficie) possono essere con­taminati da salmonelle a causa della loro presenza nei liquami e per lo sterco di gabbiani o roditori (ratti, topi).

La trasmissione diretta di salmonelle da un uomo all'altro è altamente improbabile a motivo della dose infettante relativamente elevata. L'uomo è quindi, di norma, l'anello finale della catena infettiva. A partire da un uomo infetto (malato, portatore asintomatico) è però possibile che, con mani insozzate da feci, si contaminino oggetti e vivande.

in base alle interdipendenze suddette, i seguenti gruppi di alimenti sono quelli particolarmente compromessi:

Ø   carne cruda di maiale, più raramente di manzo, interiora; insaccati freschi e carne trita;

Ø   polli macellati, tacchini e anatre (specialmente surgelati);

Ø   animali marini (molluschi) e loro derivati:

Ø   prodotti a base di uova compresi i ripieni per pasticceria, i budini, ecc. trattati a temperature non sufficientemente elevate;

Ø   insalate di verdura, pollame o carne con maionese.


Quadro clinico - Poiché la dose minima infettante è di circa 105~l06 germi vitali, la malattia (gastroenterite acuta) si manifesta allorché le salmonelle prima dell'assun­zione da parte dell'uomo col cibo, abbiano potuto riprodursi negli alimenti per un periodo sufficientemente lungo alla temperatura di 10-40°C.

Nei pazienti defedati. soprattutto nei lattanti e negli anziani, ma saltuariamente anche nelle persone in buone condizioni di salute, anche concentrazioni di salmo-nelle notevolmente inferiori possono indurre manifestazioni cliniche.

La gastroenterite acuta inizia dopo un periodo di incubazione che varia da alcune ore sino a due giorni e decorre come tossinfezione.

Per lisi delle salmonelle, si libera nell'intestino il lipopolisaccaride della parete cel­lulare che agisce come endotossina sulla mucosa intestinale provocando numerose scariche diarroiche acquose per lo più non sanguinanti.

L'attività endotossica è causata dal lipoide A. A ciò si aggiunga che nel tenue si può verificare una proliferazione di salmonelle collegata a reazioni infiammatorie e palesemente alla formazione di un'enterotossina termolabile.

La temperatura corporea può salire a 39-40°C. La sintomatologia si attenua, nella maggior parte dei casi, già dopo pochi giorni. In molti casi le persone affette da salmonellosi non mostrano alcuna o solo una lieve sintomatologia patologica ma complicazioni anche gravi, a carico del cuore e dei circolo, possono insorgere nei vecchi e nei defedati come pure nei neonati e nei lattanti a causa di una possibile diffusione delle salmonelle nell'organismo (infezioni, meningite). I germi, terminata la malattia, possono rimanere nell'intestino ancora per alcuni giorni o settimane ed essere eliminati con le feci. Un'eliminazione di germi per più lunghi periodi (elimi­nazione permanente) è invece rara.












La terapia si limita a contromisure sintomatiche con il ripristino idrico ed elettro­litico; gli antibiotici si somministrano soltanto nei casi gravi e nei gruppi a rischio. Poiché la malattia consiste di norma in un'infezione locale, la gastroenterite da salmonelle non provoca immunizzazione.

La diagnosi può avvenire soltanto dopo identificazione, per coltura, dei patogeno da campioni di feci o da alimenti. Le feci vengono strisciate tal quali o dopo insemen­tamento in terreni d'arricchimento liquidi, su terreni nutritivi selettivi solidi; dopo 18-24 ore di incubazione a 37°C, le colonie lattosio-negative vengono identificate mediante l'identificazione delle caratteristiche sierologiche e biochimiche, come salmonelle.

Negli alimenti si procede in modo analogo (. 1 2).


alimento

 



Omogeneizzazione

Aggiunta di

Acqua peptonata

 
(1:10 in tampone)




18-24 h/37°C



Rappaport Vassiliadis

oppure tetrationato 43°C selenito 37°C





18-24 h/37°C




Agglutinazione con

Antisieri polivalenti

 




18-24 h/37°C


Sospetto di Salmonelle

Dopo almeno 3 giorni

 












12. Ricerca del le sai monelle negli al menti.


Igiene alimentare - Poiché le salmonelle vengono sicuramente uccise a temperature inferiori a 100°C, si possono consumare senza preoccupazione anche gli alimenti che


le contengono, purché vengano sufficientemente bolliti, arrostiti, grigliati, in genere ben cucinati.

Durante o dopo la preparazione di alimenti potenzialmente molto contaminati come il pollame surgelato (acqua di scongelamento!) va osservata una attenta igiene delle mani e culinaria onde evitare le contaminazioni crociate di altri alimenti attraverso le mani, le stoviglie o i tavoli.

L'assunzione di piccole quantità di salmonelle non porta, di norma, a patologie acute. Soltanto dopo aver lasciato gli alimenti per lungo tempo a temperatura ambiente - specialmente nella stagione estiva - si possono creare le premesse per una riproduzione dei patogeni sino ai livelli di rischio per la salute. Tale crescita può essere inibita soltanto per raffreddamento alle temperature dei frigorifero (inferiori a 7°C).


Salmonella typhi e salmonella paratyphi

Il tifo (tifo addominale) e il paratifo sono infezioni generali cicliche con incubazione e diffusione del patogeno nell'organismo e conseguente degenerazione degli orga­ni.Poiché il patogeno è in grado di riprodursi nel corpo umano, basta di regola una piccola dose infettante (102- l03 salmonelle vive) per provocare la malattia.


Vie di contaminazione

L'uomo è l'unica fonte di questi germi.

A partire da un malato o da un portatore a sintomatico, le salmonelle possono con­tagiare altre persone o direttamente o indirettamente tramite alimenti, acqua, attrez­zature, stoviglie, asciugamani, gabinetti insozzati da feci (. 1 3).

























13. Vie di contagio con Salmonella typhi.






Quadro clinico

I germi, dopo l'assunzione orale (infezione), passano per lo stomaco e il tenue dove, previa penetrazione della mucosa intestinale, giungono al sistema linfatico del tenue. Durante il periodo di incubazione, che dura circa due settimane, le salmonelle si moltiplicano nel sistema linfatico e si diffondono, all'inizio dello stadio di genera­lizzazione, massivamente nelle vie ematiche.

Questo passaggio è caratterizzato da un rapido aumento della febbre sino a 40°C. Tipici della fase acuta del male (da 1 a 2 settimane) sono forti cefalee e un marcato stato confusionale (greco: typhos = fumo, nebbia). Durante questa fase si formano gli anticorpi contro le salmonelle la cui concentrazione (titolo) può essere determi­nata perla diagnosi della malattia con un test sierologico (reazione di agglutinazione di Widal).

Già durante il periodo di incubazione, ma assai più marcatamente nella successiva fase acuta, i germi attaccano diversi organi come milza, fegato, reni, bacinetti renali, intestino, vie biliari e cistifellea provocando infiammazioni e, per es., nell'intestino, ulcerazioni.

L'insediamento dei germi nel fegato, nelle vie biliari e nella cistifellea può perma­nere, anche a guarigione avvenuta, per mesi, anni o addirittura vita natural durante: le salmonelle, ivi presenti, vengono emesse continuamente con le feci (condizione di portatore sano).

Per inibire lo sviluppo dei patogeni nell'organismo, la terapia dei tifo Consiste soprattutto nella somministrazione di antibiotici. Come profilassi può servire una vaccinazione protettiva attiva. A tale scopo vengono somministrate per via orale Salmonella typhi e Salmonella paratyphi vive, a virulente previa neutralizzazione dell'acidità gastrica. I germi raggiungono il tenue dove muoiono, per incompleta sintesi della parete cellulare, già dopo poche divisioni cellulari.






Shigella


Le shigelle sono i germi responsabili della dissenteria batterica. Esse sono immobili e non fermentano il lattosio come le salmonelle. Il genere Shigella comprende quattro specie: Shigella sonnei, S. flexneri con 10 sierotipi, S. boydii con 15 sierotipi e S. dysenteriae con 10 sierotipi.

In Europa predominano le specie S. sonnei e S. flexneri, più raramente S. boydii. La S. dysenteriae di tipo 1, il germe della più grave forma di dissenteria, si ritrova solo nei Paesi estraeuropei.

S. sonnei è sierologicamente unica ma muta rapidamente dalla forma capsulare virulenta S (smooth), che forma colonie lisce, a volta, nella forma R (rough) acap­sulata e non più virulenta che cresce su agar nutritivo con colonie piatte e rugo­se.


Vie di contaminazione

Le shigelle sono patogene solo per l'uomo. Fonte di infezione sono quindi sempre le persone malate o i portatori asintomatici che eliminano il germe con le feci. Il contagio da shigelle può avvenire direttamente, da uomo a uomo, o indirettamente tramite oggetti, per es. stoviglie, ma soprattutto attraverso alimenti contaminati cori escrementi.










Anche le mosche possono trasmettere le shigelle trasferendole dalle feci agli animali (. 14). La stretta convivenza di molte persone in condizioni igieniche carenti, facilita la diffusione della dissenteria.


























14. Vie di contagio delle shigelle.


Quadro clinico

Le shigelle vengono assunte per via orale e, superato lo stomaco e il tenue, raggiun­gono il crasso penetrandone la mucosa; qui si moltiplicano provocando un'infezione locale che nei casi lievi provoca infiammazione e, dopo 2-7 giorni di incubazione, l'aumento delle frequenza di scariche diarroiche.

Nei casi gravi si manifestano ulcerazioni con forti evacuazioni spastiche acquose anche sanguinanti e lieve aumento della temperatura corporea. Le complicazioni maggiori derivano dalla disidratazione (collasso circolatorio), dalle ulcerazioni (emorragie intestinali, infiammazioni dei peritoneo-peritonite) e dalla tossicità car­diaca, circolatoria e nei confronti del sistema nervoso centrale.

L'azione tossica, che agendo sui vasi della mucosa intestinale, porta alla lesione dell'epitelio intestinale ed alle ulcerazioni, è causata da un lato da un'endotossina presente in tutte le specie di shigelle e dall'altro da un'esotossina. L'esotossina è una proteina (P.M. 65 kd), formata da S. dysenteriae Tipo i e verosimilmente anche da ceppi di altre specie di Shigella: essa possiede attività neurotossica (danni al sistema nervoso), entorotossica (disidratazione intestinale) e citotossica (distruzione di cel­lule). Durante la malattia si sviluppa, ma soltanto verso lo stesso identico tipo di ceppo patogeno, un'immunità poco accentuata.

La diagnosi può avvenire solo dopo riconoscimento dei germe isolato dalle feci dei paziente o dagli alimenti. L'identificazione delle shigelle isolate avviene per via biochimica e sierologica.

Gli anticorpi non si formano regolarmente e non possono quindi venire utilizzati a scopo diagnostico.

La larga diffusione di plasmidi di resistenza nella shigelle, rende necessario, prima di iniziare la terapia, di allestire un antibiogramma dei germi isolati.





Escherichia coli


Escherichia coli è un ospite del tratto intestinale ed animale e, normalmente, è Un commensale innocuo dell'uomo adulto sano. In caso però di indebolimento delle resistenze naturali o nei lattanti e negli anziani, ceppi virulenti possono provocare infezioni con conseguenti malattie (vedi 2.1). Escherichia coli appartiene quindi ai germi patogeni facoltativi od opportunisti. Al di fuori dei tratto intestinale la presenza di Escherichia coli è un indicatore di contaminazione fecale dell'acqua potabile e degli alimenti.


Malattie da escherichia coli

I ceppi di Escherichia coli, che possono essere caratterizzati per via sierologica tramite specifici antigeni di superficie, possono causare, nell'uomo, infezioni delle vie urinarie e delle ferite chirurgiche, infiammazioni dei peritoneo (peritoniti), delle vie biliari, delle meningi (meningiti dei lattanti), dei polmoni, sepsi e diarree dis­senteriche.

La virulenza dei ceppi è fondamentalmente dovuta alla formazione di capsule o alla presenza di fimbrie (pili) a codificazione plasmidica con cui i batteri aderiscono alla superficie della cellula ospite.


Enterite dei lattanti

Particolarmente temuta è l'enterite dei lattanti, causata da determinati serotipi enteropatogeni (O55, O111,O127, O86, ecc.). La diffusione dei ceppi enteroinvasivi di E. coli (ceppi EIC) all'interno di un nido d'infanzia può avvenire o per infezioni da contatto o tramite alimenti contaminati da feci (latte in bottiglia, alimentazione per sonda). I meccanismi patogeni di questi germi, definiti anche "coli dispeptici" non sono ancora chianti. I ceppi virulenti divengono invasivi e formano, verosimilmen­te, una citotossima simile a quelle della Shigella ("shiga-like toxin"). Clinicamente non è possibile distinguere se l'enterite dei lattanti è causata da una Shigella o da una Salmonella; la diagnosi è certa solo dopo l'isolamento e l'identificazione biochimica o serologica dei patogeni.



















Ceppi di E. coli produttori di enterotossine (ETEC)

Un altro gruppo patogenicamente rilevante di Escherichia coli comprende i ceppi presenti nell'uomo e negli animali giovani (es. vitelli e maialini) produttori di un'enterotossina termolabile e/o di una termostabile codificate da plasmidi.

Premessa per la capacità di diffusione, dei resto non eccessivamente accentuata, nell'epitelio dei tenue è, verosimilmente, la formazione di appendici di aggancio flagellari, le fimbrie o pili. Queste, pure codificate dai plasmidi, permettono ai batteri di fissarsi sulla superficie della mucosa intestinale.

Questi ceppi costituiscono una delle cause più frequenti della cosiddetta diarrea dei viaggiatori ("travellers diarrhoea") nei Paesi extraeuropei.

La trasmissione dei patogeno avviene prevalentemente attraverso alimenti conta-minati da feci, ad es. verdura ed acqua potabile.

Dopo l'ingestione dei ceppi ETEC con gli alimenti, i patogeni raggiungono il tenue, iniziano a moltiplicarsi e formano l'enterotossina termolabile (LT).

L'enterotossina termolabile possiede un peso molecolare di circa 84 kd ed è simile, per costituzione e tossicità, alla tossina dei colera. Essa è costituita da due unità denominate A e B; per azione della tripsina, l'unità A si scinde nelle sottounità A, ed A2. La sottounità A1 (p.m. circa 23 kd) è la porzione propriamente tossica enzima­ticamente e attiva, come la coleratossina, l'adenilciclasi e quindi la sintesi dell'Amp ciclico (vedi 2.3.1.). Conseguenza della formazione di Amp ciclico sono delle diarree coleriche.

L'Unità B è costituita da 5 sottounità identiche che sono responsabili del legame della tossina ai recettori gangliosidici (G~11) delle cellule ospiti.

Numerosi ceppi possono produrre, oltre all'enterotossina termolabile, uno o più tipi di enterotossine termoresistenti (= ST). Le St del tipo A sono piccole proteine (P.m. circa 2 kd) che restano attive anche dopo 15-30 minuti di cottura, sono stabili agli acidi e a numerose proteasi.

Sembra che la STA sia in grado, tramite un'attivazione della guanilatociclasi di stimolare la formazione del Gmp ciclico, provocando, con processo simile a quello dell'Amp ciclico, una perdita di liquidi.




Yersinia



Al genere Yersinia appartengono le specie patogene per l'uomo: Yersinia pestis (pa­tovar: Yersinia pseudotuberculosis) ed Yersinia enterocolitica; non è ancora chiarito il significato patologico di Yersinia intermedia, Y frederiksenii, Y. kristensenii, l'aldovae.

Yersinia enterocolitica è molto diffusa nell'ambiente. I patogeni sono psicrotrofi e possono moltiplicarsi anche in frigorifero. L'optimum di crescita è a circa 28°C mentre a 37°C la crescita è rallentata. I batteri possono ritrovarsi in un elevato numero di animali selvatici sani od ammalati (roditori, uccelli, ecc.), negli animali domestici (cani, gatti), nei maiali e negli alimenti soprattutto di origine animale. L'infezione da Yersinia enterocolitica è caratterizzata da processi invasivi e può portare a enteriti od enterocoliti, a linfadenite mesenterica, ad ileite terminale o, più raramente, ad appendicite o sepsi. Come affezioni collaterali si possono originare artrite ed eritema nodoso. Il tempo di infezione è di 7-iO giorni ed i serotipi 3, 9, 0:8, 0:5 e 27 sono i più infettivi nell'uomo. Mentre in Europa sono presenti quasi esclu­sivamente i serotipi 3 e 9. il serotipo 0:8 è stato sinora ritrovato solo negli Stati Uniti.

La virulenza di Yersinia enterocolitica è essenzialmente dovuta ad un plasmide della grandezza di 42-46 kd il quale codifica anche la formazione degli antigeni di viru­lenza V e W (VWa) in Yersinia pestis ed in Yersinia pseudotubercolosis. Il significato patogeno di un'enterotossina che si forma soltanto al di sotto di 30°C è ancora poco chiaro.

Le vie di contagio di Yersinia enterocolotica sono ancora largamente sconosciute. La maggior parte dei ceppi isolati dalle acque potabili, di superficie e reflue come pure di quelli isolati dagli alimenti non appartiene alla specie Yersinia enterocolitica. La localizzazione della malattia prevalentemente in ambito enterico depone per un'in­fezione acquisita per via orale. Quale via di contagio si può pensare ad una trasmis­sione diretta di germi da uomo malato ad uomo sano o da animali (cani. ecc.) ad uomo come pure, per via indiretta, tramite l'acqua. il latte ed altri alimenti.




Vibrionaceae


I rappresentanti della famiglia delle Vibrionacee sono bacilli leggermente ricurvi, anaerobi facoltativi, gramnegativi, provvisti di uno o più flagelli situati in posizione più o meno polare.

La maggior parte delle Vibrionacee è normalmente localizzata in acque costiere o di superficie. Entro i generi Vibrio, Aeromonas e Plesiomonas si trovano numerose speci facoltativamente (più di rado obbligatoriamente) patogene per l'uomo e gli animali (prevalentemente pesci e anfibi). Il maggior rischio per l'uomo è presentato da 1 Vibrio cholerac e Vibrio eltor quali potenziali contaminanti gli alimenti.

Le speci Vibrio cholerae non -01 e quelle alofile come Vibrio fluvialis e J Vibrio parahaeinolyticus, Aeromonas hydrophila e Plesiomonas shigelloides rivestono in Europa occidentale un ruolo patogenetico relativamente di scarsa importanza dal punto dì vista epidemiologico.





Vibrio cholerae e vibrio eltor


Vibrio cholerae (sinonimo: Vibrio comma) fu identificato nel 1883 da Robert Koch quale germe dei colera classico. Il piccolo (diametro 0,3-0,5 pm; lunghezza 1,5-3 μm) bacillo ripiegato a virgola è anaerobio facoltativo ma preferisce un ambiente aero­bio.

Vibrio cholerae si sviluppa particolarmente bene in ambiente alcalino (pH 8,5-9,0) ed è mobile grazie ad un flagello polare monotrico (. 1-M1).

Il patogeno è strettamente imparentato con il germe Vibrio eltor, pure colerigeno, isolato nel 1905 dal contenuto intestinale di un coleroso morto nella stazione di quarantena El Tor attrezzata sul Mar Rosso per i pellegrini della Mecca.

Vibrio eltor e Vibrio cholerae vengono designati biovar (sin. biotipi) poiché differi­scono per diverse caratteristiche biochimiche. Ognuno dei due vibrioni è differen­ziabile in tre sottobiotipi diversi: Inaba, Ogawa e Hikojima.







Privacy

© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta