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DIRITTO - GLI ORGANI DELLA GIURISPRUDENZA - LE FONTI DI DIRITTO DERIVATO PRINCIPALI

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DIRITTO parte prima


Le fonti del diritto si articolano in due pilastri principali:

FONTI FATTO che sono le consuetudini e si distinguono in OGGETTIVE date dalla reiterazione di un determinato comportamento nel tempo e SOGGETTIVE che fanno riferimento alla soggettività del cittadino che decide di tenere un determinato comportamento seguendo delle norme comuni o in base ad un codice etico-morale definito

FONTI ATTO sono gli atti normativi scritti suddivisi in (in ordine gerarchico):



Costituzione

LEGGE (codici, decreti legge e decreti delegati)

REGOLAMENTI

CONSUETUDINI

COSTITUZIONE ITALIANA entrata in vigore nel 1948 si compone di alcuni diritti fondamentali (diritto alla vita, diritto alla salute) unita ad alcuni obblighi. Una caratteristica della costituzione italiana è la sua RIGIDITà ovvero non può essere modificata.

LEGGE è propriamente il testo scritto in cui si articola la tutela dei diritti secondo ARTICOLI strutturati in sanzioni obblighi e doveri

DECRETO LEGGE disciplina uno specifico settore ed è sancito dal governo secondo presupposti di necessità ed estrema urgenza . Si distingue dalla LEGGE vera e propria perché entro 60 giorni dalla sua approvazione deve essere necessariamente convertito in legge altrimenti decade (la conversione avviene in parlamento)

DECRETO DELEGATO è inferiore rispetto al decreto legge ed è il parlamento che delega il governo affinché esso venga approvato

CODICE rappresenta un ambito specifico di applicazione e regolazione delle norme diviso in due settori CIVILE (disciplina il settore civile ed è caratterizzato da un aspetto patrimonialistico poiché basato sul concetto di autonomia imprenditoriale e familiare) e PENALE (disciplina il settore penale  cercando di individuare e stabilire le sanzioni per i comportamenti che possono nuocere allo stato al patrimonio o alla società stessa).

REGOLAMENTI chiariscono la messa in atto delle leggi .

Questa gerarchia deve necessariamente essere rispettata nell'approvazione delle norme, ad esempio qualsiasi legge o norma emanata deve far riferimento ai principi sanciti dalla costituzione e non può andarvi contro.

I diritti spesso non sono esplicitamente espressi all'interno delle leggi per questo ogni legge deve essere interpretata secondo varie interpretazioni:

- LETTERALE afferisce al contenuto letterale della legge

- ESTENSIVA nel momento in cui si estende il principio di base contenuto in una legge

- SISTEMATICA quando si cerca di dare un senso organico al significato della legge

- ADEGUATRICE si cerca di adattare il significato della legge all'evoluzione sociale

-AUTENTICA è quella fornita dal legislatore stesso che chiarisce i termini di interpretazione della legge stessa.

Da ricordare che l'interpretazione ANALOGICA non può essere applicata in ambito penale e ciò comporta che le leggi del codice penale devono essere ben specificate nel particolare per evitare ambiguità (ad esempio non si parla di semplice omicidio ma di omicidio COLPOSO, DOLOSO o PREREINTENZIONALE).

Le altre due fonti che non vengono contemplate nella scala gerarchica sono la DOTTRINA che diventa fonte di diritto nel momento in cui i giuristi interpretano le leggi e ne deducono da esse di nuove, LA GIURISPRUDENZA ovvero tutti quegli organi che si occupano di far rispettare e valutare le leggi emanate.

GLI ORGANI DELLA GIURISPRUDENZA SONO

LA CORTE COSTITUZIONALE

LA CORTE D'APPELLO

LA CORTE DI CASSAZIONE

IL TRIBUNALE MONOCRATICO

Il GIUDICE DI PACE


CORTE COSTITUZIONALE è un organo apposito creato nel 1956 dopo l'entrata in vigore della carta costituzionale repubblicana e creato come un SINDACATO ACCENTRATO ovvero un organo indipendente dai tre poteri principali con il compito principale di valutare l'operato del legislatore ovvero la conformità o meno di una legge alla costituzione. La corte costituzionale è dunque un organo imparziale, collegiale e costituisce un organo autonomo e indipendente dai poteri ordinari.

Composizione della corte costituzionale al fine di mantenere una condizione di neutralità e imparzialità di fronte alle leggi (in totale 15 giudici):

5 scelti dalle supreme magistrature dello stato

5 scelti dal parlamento

5 scelti direttamente dal presidente della repubblica

i membri possono essere scelti senza limiti di età tra magistrati, avvocati o professori universitari in materie giuridiche. Ciascun giudice rimane in carica per nove anni e non è rieleggibile mentre il presidente, che viene eletto dai membri stessi, rimane in carica per tre anni ed è rieleggibile.

La corte costituzionale esercita essenzialmente 4 funzioni:

dare un giudizio di legittimità su una legge

regolare i conflitti di attribuzione tra i poteri

dare un giudizio sull'ammissibilità del referendum abrogativo

giudicare le accuse promosse contro il presidente della Repubblica

la Corte COSTITUZIONALE esercita la propria funzione di valutare l'incostituzionalità o meno di una legge attraverso le SENTENZE che sono o di ACCOGLIMENTO o di RIGETTO e tale giudizio può essere espresso solo durante una causa in corso e solo nel momento in cui tale giudizio risulta rilevante ai fini del processo in atto.

LA SENTENZA DI RIGETTO si ha quando la corte costituzionale nega l'incostituzionalità di una legge e può essere una semplice sentenza di rigetto o INTERPRETATIVA DI RIGETTO quando la corte costituzionale fornisce anche l'interpretazione della legge in esame , la sentenza di ACCOGLIMENTO si ha quando la corte costituzionale riconosce l'incostituzionalità della legge e si ha una sentenza di accoglimento TOTALE ,PARZIALE o INTERPRETATIVA quando si fornisce anche l'interpretazione della legge.

IL REFERENDUM ABROGATIVO

Uno dei compiti della corte costituzionale è anche quello di giudicare l'ammissibilità di un referendum abrogativo ovvero un referendum che vede la partecipazione diretta dei cittadini senza l'intermediazione del parlamento e che comporta l'eliminazione di una parte o di tutta una legge presa in esame. È stato considerato dalla corte costituzionale come una FONTE ATTO PARTICOLARE poiché può rinnovare il diritto oggettivo in negativo abolendo alcune leggi e portando la possibilità di emanarne di nuove come manipolazione del testo giuridico. Il referendum abrogativo viene emanato dal presidente della repubblica e sottoposto a giudizio della corte costituzionale, ha un effetto preclusivo poiché in caso di esito positivo non si può emanare una legge che abbia gli stessi contenuti di quella abrogata ed inoltre non può abrogare le norme della carta costituzionale, le leggi tributarie, le leggi di autorizzazione a ratificare i trattati e le leggi finanziarie e di bilancio.

ANTINOMIE NORMATIVE

Data la grande varietà di leggi esistenti talvolta si possono creare delle antinomie, ovvero dei contrasti ad esempio quando più fonti affrontano la stessa legge oppure una stessa legge viene affrontata dalla stessa fonte in momenti diversi. Per risolvere questi problemi sono stati fissati dei criteri precisi:

CRITERIO GERARCHICO che rispetta la scala gerarchica delle fonti atto del diritto primario ovvero nel caso in cui una legge sia in contrasto con un regolamento, essendo quest'ultimo di rango inferiore, prevale la legge

ATTRAVERSO IL REGOLAMENTO che può essere ESECUTIVO quando disciplina l'esecuzione di una legge, INDIPENDENTE quando non c'è una riserva di legge (una materia che può essere disciplinata da più leggi) AUTORIZZATO o IN DELEGIFICAZIONE quando il governo viene autorizzato ad emanare un regolamento non coperto da riserva di legge dettando le norme generiche in essa contenute . il decreto autorizzato può essere di tipo abrogativo ed è l'unico caso in cui si può abrogare una legge con un regolamento.

CRITERIO CRONOLOGICO quando una stessa tipologia di fonti affronta la medesima materia di legge ha valore la fonte che è stata approvata prima.

CRITERIO DI SPECIALITà nel caso di due leggi uguali ha valore quella più specifica e approfondita.

LA SENTENZA DI ABROGAZIONE può essere:

TACITA quando il legislatore non abroga direttamente una legge ma ne abroga una in contrasto

ESPRESSA si abroga direttamente la legge

INNOMINATA non si abroga la legge ma tutte le disposizioni incompatibili con essa


DIRITTO COMUNITARIO EUROPEO


Le fonti comunitarie europee sono di tre tipologie:

C.E.C.A comunità europea del carbone e dell'acciaio 1951 che si occupa dei due beni principali energetici

C.E.E comunità europea economica (divenuta semplicemente CE nel1992) che si occupa di promuovere uno sviluppo economico uniforme e armonioso tra tutti gli stati membri oltre che promuovere iniziative di collaborazione economica internazionale

CEEA comunità europea energia atomica attraverso il trattato euratom che definisce i termini di utilizzo di tale energia e tutela la sicurezza dei paesi

Tra le fonti di diritto primario essenziali si ricordino l'ATTO UNICO EUROPEO 1986 introdotto per regolare i cardini della costruzione comunitaria introducendo modifiche nel quadro decisionale atte a consentire un intervento normativo più rapido e introdotto in un processo di rilancio di costruzione del mercato unico europeo (dal punto di vista economico con l'istituzione di una moneta unica e dal punto di vista sociale per combattere ad esempio fenomeni in crescita di criminalità internazionale, il TRATTATO DI AMSTERDAM 1997, il TRATTATO DELL'UNIONE EUROPEA 1992 ed il TRATTATO DI NIZZA 2001 ratificato per modificare questioni decisionali in vista dell'allargamento dell'Unione europea (ad esempio ci sono modifiche per quanto riguarda la composizione delle istituzioni comunitarie come il fissare un numero massimo di parlamentari definendo il numero di seggi riservati a ciascun stato membro .

L'UNIONE EUROPEA nasce con la firma del trattato di Maastrich nel 1992 con lo scopo di inserire le comunità preesistenti in un contesto più ampio e specifico per ogni settore. Si vengono così a creare 3 settori principali che determinano la "struttura a pilastro della comunità europea":

PILASTRO ECONOMICO rappresentato dalla CECA CEE e CEEA

PILASTRO POLITICO rappresentato dal PESC

PILASTRO DELLA GIUSTIZIA e DEGLI AFFARI INTERNI rappresentato dal GAI ed inserito attraverso il trattato di Amsterdam nel 1997

Le fonti di diritto comunitario sono di due tipi:

le fonti primarie rappresentate dai TRATTATI + gli atti equiparati (ovvero tutti i trattati modificati e gli atti di nuova adesione) . i trattati sono accordi istituzionali tra stati che vengono ratificati attraverso le leggi ordinarie in modo tale da poter diventare leggi interne agli stati europei, in questo modo diventano leggi ad effetto diretto ovvero ogni giudice civile le considera come vere e proprie leggi a tutti gli effetti. I trattati possono essere ratificati in VERTICALE (ovvero lo stato ha obblighi verso il cittadino) o in ORIZZONTALE (ovvero hanno effetto immediato e diretto verso i singoli creando obblighi e doveri di questi)

le fonti di diritto comunitario DERIVATO constano di tre organi principali quali il CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA che detiene il potere legislativo, il PARLAMENTO EUROPEO che pur non avendo potere legislativo interviene nella ratificazione delle direttive e la COMMISSIONE EUROPEA che elabora il progetto delle direttive e si assicura che esse siano rispettate dagli stati.

LE FONTI DI DIRITTO DERIVATO PRINCIPALI SONO

-i REGOLAMENTI COMUNITARI che hanno portata generale ovvero trova applicazione per tutti gli stati membri della comunità europea, devono essere rispettati in tutte le loro componenti, sono direttamente applicabili e ratificabili sia in verticale che in orizzontale creando diritti e doveri immediati del singolo e dello stato (a tale proposito si parla di norme SELF EXECUTING in quanto lo Stato non può modificare le norme in esso contenute né emanarne di nuove in contrasto) Essendo i regolamenti obbligatori e direttamente applicabili inizialmente si era creato uno scontro con la sovranità giuridica di ciascun stato membro alla quale nessuno voleva rinunciare, problema risolto poi con l'affermazione di supremazia del diritto comunitario sul diritto nazionale. Lo scopo del regolamento è quello di unificare i diritti e uniformare il diritto comunitario a tutti gli stati membri

- DIRETTIVE stabiliscono agli stati i tempi entro i quali devono essere raggiunti determinati risultati lasciando però libertà di procedura dal punto di vista di forma e mezzi impiegati. Lo scopo della direttiva europea è l'armonizzazione del diritto comunitario quando non si ritiene indispensabile una uniformità ma si ritiene sufficiente raggiungere un determinato risultato uguale in tutti gli stati membri. -DIRETTIVE EUROPEE- possono essere negative, particolareggiate o che richiamano norme del trattato al fine di evitare eventuali ritardi e inadempienze dello Stato quando scade il termine per adeguarsi alla direttiva.  hanno effetto diretto ovvero devono essere considerate da subito come leggi interne allo stato interessato. Le direttive possono avere effetti sia in verticale che in orizzontale, quelle attuate invece hanno sol effetti orizzontali indiretti onde evitare incongruenze e ciò significa che non si può agire contro il singolo tramite una direttiva ma lo si può fare indirettamente dato che esse devono essere applicate e interpretate come norme interne allo stato stesso. Proprio per evitare problemi che concernono l'inadempienza di alcuni stati la corte di Giustizia si serve principalmente delle direttive che richiamano norme dei trattati già vincolanti in quanto richiamando norme di trattati che hanno effetto diretto anche se la direttiva non viene applicata entro i tempi stabiliti (direttiva non applicata) essa ha ugualmente un effetto diretto anche dopo la scadenza del termine di applicazione.

ESEMPI DI SENTENZE che mostrano l'utilità delle direttive non applicate

1)CASO RATTI 1979 la comunità europea aveva emanato una direttiva riguardo nuove regole di etichettatura dei prodotti ed il sig.Ratti vi si era adeguato nonostante l'Italia non avesse applicato tale direttiva e nonostante fosse scaduto il termine di applicazione senza che lo Stato si fosse adeguato. Lo Stato italiano procede contro il sig.Ratti per violazione delle norme interne sull'etichettatura e la corte di giustizia dà invece ragione a Ratti sulla base del principio di supremazia del diritto comunitario rispetto a quello Nazionale e sulla base della direttiva non applicata riferita però a norme vincolati di un trattato (che ha effetto immediato e diretto!)

2) CASO MARSHALL 1986 mostra come le direttive non applicate non hanno solo effetto verticale ma anche effetto orizzontale . la signora Marshall era stata licenziata da un ente pubblico per aver raggiunto i limiti di età ma rifiuta il licenziamento poiché in gran Bretagna esisteva una legge che fissava ad un età superiore il pensionamento degli uomini appellandosi alla direttiva europea che vietava discriminazioni di sesso.

3) CASO MARLEASING 1990 nel quale questa società aveva impugnato l'atto di costituzione di una società alimentare affermando la nullità dell'atto per simulazione (un contratto privo di causa secondo le leggi snole). Tale società si difende appellandosi alla direttiva europea che non prevede la simulazione nei casi di nullità dell'atto costitutivo: i giudici danno ragione alla società alimentare poiché nonostante la direttiva non fosse stata applicata essa ha una supremazia rispetto all'ordinamento interno snolo.

4) Caso BERNALDEZ 1996 questo signore aveva sottoscritto un contratto assicurativo nel quale si prevedeva come clausola il mancato risarcimento in caso di incidente in stato di ebbrezza del conducente. Dopo un incidente avvenuto in simili condizioni il sing. Bernaldez si appella alla direttiva europea secondo cui le comnie assicurative devono risarcire danni provocati a terzi in ogni caso, anche se il conducente era alla guida in stato di ebbrezza.

5) CASO FRANCOVIC 1980 una direttiva sancisce l'istituzione di un fondo di credito per i lavoratori dipendenti , il sig. Francovic richiede il risarcimento previsto dal fondo dopo essere stato licenziato ma lo Stato non si era adeguato e non aveva creato tale fondo. La Corte di giustizia rileva che vi è stata violazione della norma comunitaria e in base al principio di supremazia della direttiva non attuata impone una condanna alle amministrazioni statali e impone il risarcimento al sig.Francovic per danno emergente e lucro cessante.

- DECISIONI sono emanate dalla commissione europea e sono rivolte al singolo stato e ad esso sono vincolate diventando efficaci con una notifica diretta all'interessato

- RACCOMANDAZIONI & PARERI ("soft law") dirette al singolo stato non sono vincolanti ma servono essenzialmente per chiarire questioni in merito ad eventuali confusioni normative interne oppure per sollecitare a tenere un determinato comportamento.i Pareri, non vincolanti, contengono invece un suggerimento o un punto di vista riguardo una determinata questione.  

La questione che si pone è come conciliare la sovranità di ciascun singolo stato con la comunità europea poiché ad esempio i regolamenti hanno l'effetto immediato di una legge interna e sono considerati fonti di diritto primario possono essere abolite (secondo il criterio cronologico) dalla corte costituzionale del singolo stato: per evitare queste incongruenze si è stabilito il principio di SUPREMAZIA DEL REGOLAMENTO rispetto alle leggi dello stato.

Nel 1984 la corte costituzionale italiana ha di fatto riconosciuto che le normative europee abbiano effetto diretto e per tale motivo il giudice nazionale deve applicarle anche in caso di contrasto con le leggi interne allo stato, in caso di dubbio interpretativo può rivolgersi alla corte di giustizia europea. Un esempio di tutto ciò è dato dall'articolo 11 della costituzione italiana secondo cui "l'Italia è un paese che ripudia la guerra però promuove e favorisce iniziative internazionali atte a ristabilire concordia ed evitare scontri tra le nazioni" e secondo cui in pratica l'Italia riconosce la supremazia di un organo sopranazionale atto a determinati scopi. Si potevano creare delle anomalie per questo il concetto di potestà legislativa è stato tradotto in una modifica dell'articolo 117 "la potestà legislativa è esercitata da stato e regioni nel rispetto della costituzione e dei vincoli e degli obblighi internazionali. "


CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA rappresenta una sorte di COSTITUZIONE EUROPEA (fonte di diritto primario) in cui si elencano i diritti ed i doveri dei cittadini degli stati membri dell'Unione e si basa su quelli che vengono definiti come i sei principi fondamentali: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà , giustizia e cittadinanza.

LE FONTI DI DIRITTO DEL SECONDO e del TERZO PILASTRO sono le decisioni o le strategie comuni.


RAPPORTI TRA DIRITTO COMUNITARIO e DIRITTO INTERNO


FONTI INTERNAZIONALI ovvero fonti extraeuropee che incidono sulla giurisdizione di uno stato sono le NORME CONSUETUDINARIE (ad esempio il rispetto degli accordi stabiliti) che nel caso italiano è reso noto dall'art 10 della costituzione con il quale l'ordinamento italiano si conforma alle norme internazionali riconosciute ed esse prevalgono sulle fonti ordinarie dello stato stesso, LE NORME CONVENZIONALI che sono i trattati tra due stati e GLI ATTI VINCOLANTI DI ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI ovvero gli accordi per istituire organizzazioni internazionali che abbiano il potere di emanare leggi vincolanti per tutti gli stati che abbiano sottoscritto l'atto .

I procedimenti attraverso i quali queste fonti vengono inserite nell'ordinamento italiano sono i PROCEDIMENTI SPECIALI attraverso cui si opera un adattamento automatico dell'ordinamento italiano (grazie all'art 10) alle norme internazionali (se lo stato italiano emana una legge contraria alla norma consuetudinaria essa automaticamente viene giudicata incostituzionale) ed i PROCEDIMENTI ORDINARI per accordi o trattati attraverso i quali la fonte internazionale diventa una norma interna con un ordine di esecuzione diretto. In altri casi non c'è un ordine diretti ma un'applicazione graduale tramite riformulazione accomnata da interazione della norma con le leggi interne. L'inserimento delle norme europee nell'ordinamento italiano è regolato sia dall'articolo 10 che dall'articolo 117 il quale afferma che la sovranità dello stato italiano e la sua potestà legislativa è esercitata nel rispetto della costituzione e degli obblighi derivanti dall'ordinamento comunitario. Il problema della supremazia delle fonti comunitarie rispetto a quelle interne è evidente nel momento in cui è opportuno giudicare se esse siano incostituzionali o meno rispetto all'ordinamento italiano , l'analisi di questo fatto è prerogativa della corte costituzionale e ciò significa anche che un giudice interno nazionale non può disapplicarle di sua iniziativa. Il conflitto venne risolto nel 1984 con la sentenza GRANITAL nella quale la Corte Costituzionale ha trovato  un compromesso accettabile affermando che i due ordinamenti, quello comunitario e quello interno, sono autonomi e distinti ma devono essere coordinati tra loro: questo significa che comunque sia il diritto comunitario ha una superiorità rispetto a quello interno ed il regolamento comunitario deve sempre essere immediatamente applicato dai giudici nazionali anche in presenza di conflitti con le leggi dell'ordinamento interno e senza soprattutto rivolgersi alla corte costituzionale per l'attribuzione di incostituzionalità. La visione d'insieme presenta due concezioni diverse della corte di giustizia e della corte costituzionale riguardo il rapporto tra ordinamento comunitario e ordinamento interno: la corte di giustizia ha una concezione MONISTA di tale rapporto secondo la quale il diritto comunitario è comunque superiore a quello interno e deve diventarne parte, la corte Costituzionale è legata ad una concezione dualista che vede i due diritti come autonomi, distinti ma che devono essere tra loro coordinati ai sensi del trattato costituzionale : in conclusione oggi si è riconosciuta la supremazia al diritto comunitario dotato di diretta applicabilità e ogni norma interna che conga con esso deve essere immediatamente disapplicata senza aspettare l'intervento della corte costituzionale.

RESPONSABILITà DELLO STATO nei confronti del cittadino in caso di inadempienza alle direttive comunitarie. Dal momento che non è possibile attribuire diretta applicabilità alla DIRETTIVA NON APPLICATA in caso di inadempienza dello stato il singolo danneggiato non può fare altro che intentare causa allo stato stesso (sentenza FRANCOVICH)per mancata possibilità di esercitare i propri diritti previsti dalla tempestiva attuazione della direttiva. In questa sentenza, che poi condizionerà la giurisprudenza futura, la Corte di Giustizia afferma che lo Stato membro colpevole della violazione di diritto comunitario è tenuto a risarcire il cittadino danneggiato da questa azione nel caso in cui vi siano tre presupposti ovvero che la direttiva preveda diritti per i singoli,che il contesto in cui far valere tali diritti sia sufficientemente preciso e dettagliato e direttamente ricavabile dalla direttiva e che sussista il nesso di casualità tra inadempienza dello Stato e violazione dei diritti del singolo.

FONTI DI DIRITTO DEL SECONDO E TERZO PILASTRO DELLA COMUNITà EUROPEA sono le strategie comuni (per quanto riguarda il PESC) che comprendono le decisioni e le azioni comuni le quali impongono gli stati membri ad adottare disposizioni politiche a seguito di queste strategie comuni, le DECISIONI (comuni e le decisioni-quadro) invece sono le fonti di diritto del GAI.

RICORSI ALLA CORTE DI GIUSTIZIA

La corte di Giustizia ha il compito essenziale di avviare alcune procedure fondamentali :

il ricorso contro inadempimenti degli stati rispetto agli obblighi comunitari e ciò avviene a partire dalla commissione europea quando o lo stato non ha rispettato gli obblighi comunitari (violazione negativa) oppure ha emanato una legge ad essi contraria (violazione positiva). In questo caso la Corte di Giustizia stabilisce sanzioni vincolanti sia per lo stato che per i suoi organi interni e nel caso di un'ulteriore inadempienza lo stato viene condannato ad una sanzione monetaria.

Il ricorso in  rinvio pregiudiziale ovvero il rinvio a giudizio di una norma comunitaria alla corte di giustizia da parte di un giudice interno che si trovi in difficoltà ad applicare le normative europee. Il rinvio può essere effettuato da tutti i giudici nazionali di ogni grado .

L'azione per il risarcimento dei danni.






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