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LA TUTELA DEL LAVORO

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LA TUTELA DEL LAVORO


Il lavoro nelle diverse epoche storiche


mondo romano: distinzione fra opere manuali a cui si dedicavano i soggetti giuridicamente incapaci (es. gli schiavi) e opere liberali che venivano svolte da coloro che vantavano una posizione di supremazia; tutti i poteri e le capacità erano del paterfamilias; con la schiavitù si ha il dominio dell'uomo sull'uomo; in seguito all'avvento del cristianesimo e ai suoi principi di libertà e uguaglianza inizia una prima trasformazione

medioevo: la schiavitù si riduce, ma rimane la ura del servo della gleba; i liberi mestieri (artigiani e mercanti) si organizzano in associazioni dette corporazioni, le quali curavano interessi comuni attraverso l'emanazione di propri statuti

età liberale (XIX sec.): diffusione delle macchine, rivoluzione industriale, sostituzione delle botteghe (delle corporazioni) con le aziende, investimenti di capitali --> nuova disuguaglianza tra gli uomini: legge del massimo risultato con il minimo mezzo; condizioni dei lavoratori pessime, totale alienazione; prime rivendicazioni delle organizzazioni sindacali




Il mercato del lavoro e le teorie lavoriste


l'esistenza di un mercato del lavoro, cioè del continuo incontro di domanda e offerta, ha reso necessaria un'analisi dei rapporti fra imprenditore e lavoratore


  1. Smith: primo economista ad introdurre il concetto di valore-lavoro come lavoro incorporato nel bene stesso, in termini di ore e giornate lavorative; il concetto di produttività del lavoro come quantità di bene prodotto in un lasso di tempo da ogni lavoratore; indica come acceleratore della produttività la divisione del lavoro tra gli uomini
  2. Lassalle: legge ferrea dei salari secondo cui i compensi devono essere mantenuti costantemente a un livello sufficiente



economisti classici che presuppongono che le condizioni retributive del lavoro devono essere stabilite dalla classe capitalista


  1. Mill: concezione del rapporto salario-occupazione per cui l'oscillazione dei salari determina la riduzione o l'aumento degli operai occupati
  2. Marx: critica molto le condizioni di vita e di lavoro precarie, afferma che il salario non è il giusto compenso al lavoro perché al lavoratore viene sottratto una parte di plusvalore
  3. neoclassici: non esiste alcun surplus, né alcuno sfruttamento; Marshall afferma che l'effetto-salario equivale a un effetto-benessere (il lavoratore che ha raggiunto un determinato livello remunerativo preferisce optare per il tempo libero, non aumentando la propria offerta di lavoro né le richieste salariali e determinando una stabilità del livello dei salari)

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considerano primario il ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva


Nascita ed evoluzione del movimento operaio


l'origine del movimento operaio è tutta nella parola proletario che indica quel lavoratore salariato fornito della propria forza-lavoro; questo movimento è la conseguenza della condizione di assoluta inferiorità di questi lavoratori, dell'incremento della popolazione, della diminuzione dei salari, dell'aumento dei prezzi e dell'introduzione delle macchine

il movimento operaio vero e proprio nasce in Inghilterra nella metà del 1700 --> gli operai inglesi si riuniscono in società di mutuo soccorso per provvedere, con fondi speciali, ai bisogni delle loro famiglie, ai soci disoccupati, agli ammalati e agli invalidi


Trade unions: associazione di operai provenienti dalla stessa industria con lo scopo di rivendicare con lo sciopero condizioni più umane di vita e di lavoro --> governo inglese reagisce vietando qualsiasi coalizione di operai

luddismo: movimento di assalto alle fabbriche e di distruzione degli impianti --> morte di numerosi lavoratori e instaurazione di leggi severe contro le libertà civili di riunione e di stampa

cartismo: movimento rivoluzionario basato sulla carta del popolo presto soffocato dal governo inglese

consiglio dei sindacati di Londra (1877): si conquista la giornata lavorativa di 9 ore (non più 12), il riconoscimento delle associazioni operaie, la rappresentanza dei lavoratori in parlamento, il potere di stipulare contratti collettivi di lavoro, amministrare il proprio patrimonio e organizzare scioperi


in Italia l'attenzione era ancora diretta al raggiungimento dell'unità nazionale e molti erano gli ostacoli che non permettevano la formazione di un movimento operaio (analfabetismo, emigrazione, ..), MA:

nel 1882 a Milano viene fondato il partito operaio italiano

in seguito nascono le prime camere del lavoro con lo scopo di rappresentare la classe lavoratrice di fronte allo stato

nasce la società di mutuo soccorso

costituzione del partito dei lavoratori italiani nel 1892, che in seguito diventa il partito socialista dei lavoratori italiani

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libertà economica possibile attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione, la gestione diretta della fabbriche e la lotta di classe (pensiero politico-economico marxista)


il movimento cattolico e la chiesa (con il papa Leone XIII) promulgano l'enciclica Rerum Novarum riconoscendo ufficialmente la gravità del problema operaio e sollecitando la creazione di sindacati cattolici

nasce la confederazione generale del lavoro (CGIL), poi l'unione italiana del lavoro (UIL) e infine la confederazione italiana del lavoro (CIL)


con l'avvento del fascismo si pone fine alle rivendicazioni sindacali con l'emanazione della carta del lavoro che vietava lo sciopero e sciolse CGIL e CIL, al cui posto si costituirono la confederazione nazionale delle corporazioni fasciste (per i lavoratori) e la confederazione nazionale dell'industria italiana (per i datori di lavoro)

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dopo il fascismo i sindacati riemergono e le 3 confederazioni si uniscono con un patto federativo che fa del sindacato un'imponente forza politica


Sindacati e Confederazioni oggi


rappresentano le formazioni sociali di spicco nel mondo del lavoro; le vicende del sindacalismo italiano si dividono in 4 fasi:

  1. quella del divieto, sanzionato penalmente, che va dall'unità d'Italia fino all'emanazione del codice Zanardelli (1890)
  2. quella del diritto sindacale (dal 1890 al 1922)
  3. quella del corporativismo fascista
  4. quella contemporanea avviatasi con l'introduzione nella costituzione del 1948 degli artt. 39 e 40

attualmente i sindacati di maggiore rilevanza sono:

la CGIL, di ispirazione comunista

la CISL, di orientamento cattolico

la UIL, di origine socialista e socialdemocratica

la CISNAL, vicina alle formazioni di politica di destra

i COBAS, sindacati autonomi


anche gli imprenditori sono riuniti in confederazioni sindacali:

confindustria

confcommercio

confagricoltura

confartigianato


il patto per il lavoro del 1996 vuole che i sindacati e il governo attuino delle contrattazioni delle riforme, a dimostrare il ruolo fondamentale svolto dalle forze sociali


La libertà sindacale e il diritto di sciopero


nell'attuale ordinamento sono sanciti i seguenti principi:

libertà di organizzazione

pluralismo di organizzazione sindacale

autodeterminazione, mediante la stesura di uno statuto, delle regole interne al sindacato

libertà per i singoli di iscriversi o meno al sindacato


la libertà sindacale va intesa come libertà di costituire sindacati, di esercitare l'attività sindacale, di aderire o meno ai sindacati, di autoorganizzare i sindacati

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unico caso per cui lo stato prevede espressamente una deroga in tema di libertà è quello dei militari e delle forze di polizia


lo sciopero è l'astensione volontaria e collettiva dal lavoro:

il lavoratore che sciopera perde la retribuzione per il periodo di astensione, ma conserva il posto di lavoro

bisogna comunicarlo preventivamente (15 gg prima con motivazione) al datore di lavoro

devono essere garantiti i servizi minimi

vi è la possibilità che le autorità competenti, riconoscendo che dallo sciopero derivi un grave danno alla collettività, impongano ai lavoratori di interromperlo (precettazione)


la serrata è lo strumento di lotta professionale usato dagli imprenditori, non si tratta di un diritto costituzionale, ma di una semplice libertà; è la chiusura totale o parziale dell'azienda disposta temporaneamente dall'imprenditore per indurre i lavoratori ad accettare le proprie condizioni o come forma di ritorsione






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