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DISAVANZO E DEBITO PUBBLICO



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DISAVANZO E DEBITO PUBBLICO


2.1. La relazione fra disavanzo e debito pubblico


Il disavanzo totale del bilancio pubblico (o indebitamento netto) è dato dalla differenza fra totale delle spese e totale delle entrate (con esclusione delle partite finanziarie, quali concessioni e riscossioni di crediti, in quanto non influiscono sui saldi economici ). Esso pertanto indica l'entità delle spese non coperte da entrate che quindi lo Stato è costretto a finanziare indebitandosi.



Il disavanzo primario è, invece, la differenza fra le spese, al netto dei amenti per interessi che lo Stato deve corrispondere ai sottoscrittori dei titoli del debito pubblico, e le entrate: esso indica perciò il disavanzo che si avrebbe se il debito pubblico fosse azzerato e non ci fossero quindi interessi da are sul debito pubblico.

Nell'esempio che segue si individuano per ciascun anno (esercizio finanziario): le entrate (T), le spese al netto degli interessi (G), i amenti per interessi (Int), i disavanzi primario (Disav.P.) e totale - cioè l'indebitamento netto (Ind.N.) - e il volume del debito pubblico (DP).



anni T G Int Disav.P. Ind.N. DP


1000 1000 0 0 0 0

1000 1100 0 100 100 100

1000 1100 10 100 110 210

1000 1100 21 100 121 331

1000 1000 33,1 0 33,1 364,1

1000 1000 36,4 0 36,4 400,5

1000 960 40 - 40 0 400,5



Si ipotizza che nell'anno 1 il bilancio sia in pareggio e non vi siano debiti pregressi, che nell'anno 2 vi sia un incremento delle spese per 100 coperto non con maggiori entrate ma con l'emissione di titoli del debito pubblico, il che determina un indebitamento netto di 100 e un debito pubblico iniziale di 100.



Si suppone che la maggiore spesa di 100 non coperta da maggiori entrate si mantenga anche negli anni 3 e 4, dando luogo ad un disavanzo primario di 100. Nell'anno 3 cominciano a dover essere ati anche gli interessi sui titoli del debito pubblico emessi in precedenza (ad esempio ad un tasso di interesse del 10%). Perciò il disavanzo totale (Ind.N.) sarà pari alla somma del disavanzo primario e della spesa per interessi, e di tale entità sarà l'incremento nel debito pubblico (+110), portando il debito pubblico complessivo a 210 - dal quale deriverà una crescita della spesa per interessi (+21 nell'anno 4 e +33,1 nell'anno 5).

Anche nell'ipotesi che nell'anno 5 (e poi nel 6) il disavanzo primario si riduca a zero per il rientro di G al livello iniziale di 1000, rimarrà un disavanzo totale dovuto alla spesa per gli interessi: la crescita del debito pubblico determinerà infatti, comunque, una crescita del disavanzo totale. Per azzerare il disavanzo totale sarà necessario ridurre le spese (e/o aumentare le entrate) così da garantire con le entrate anche il amento degli interessi (anno 7).

L'azzeramento del debito pubblico richiederà invece interventi straordinari o graduali ulteriori riduzioni delle spese e/o incrementi delle entrate (automatici per effetto della crescita del reddito nazionale o discrezionali).


2.2. Le giustificazioni di un bilancio pubblico in disavanzo


Due sono le fondamentali giustificazioni economiche per un bilancio pubblico in disavanzo. La prima è il sostegno alla domanda aggregata (attraverso + DG DTR, oppure - DT0 Dt) a fini di stabilizzazione del reddito e dell'occupazione nelle fasi depressive del ciclo economico. Questo obiettivo giustifica pertanto disavanzi di bilancio temporanei: ad essi, infatti, mutando le condizioni cicliche del sistema economico, dovranno seguire avanzi di bilancio.

Disavanzi di bilancio sono anche giustificati se le maggiori spese sono dirette al compimento di investimenti pubblici o al sostegno degli investimenti privati, e quindi a sostenere lo sviluppo economico.





La differenza fra totale delle spese finali e totale delle entrate finali (includendo quindi anche le citate partite finanziarie) è il fabbisogno (il "saldo netto da finanziare").






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