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IL BUDGETING

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IL BUDGETING:

2.1.:PRINCIPI DI RAZIONALITA' DELLE DECISIONI:

Una decisione può essere definita come un impegno ad agire a cui il soggetto che 'assume perviene attraverso un processo che si sviluppa attraverso una serie di momenti sequenziali caratteristici:

il riconoscimento del problema;

la diagnosi del problema;

alternative di soluzione del problema;



la valutazione delle alternative;

la scelta dell'azione.

Solo trovandosi di fronte ad alternative insoddisfacenti nel loro insieme egli sarà indotto ad allargare il campo della propria ricerca.

Il livello di consapevolezza a cui può portare una organica strutturazione del processo decisionale è funzione dei seguenti elementi:

la capacità di percepire l'esigenza/opportunità di prendere una decisione;

la capacità di costruire modelli interpretativi che semplifichino la realtà senza distorcerla in modo significativo;

la chiarezza del sistema di obiettivi che si prege il soggetto decisore.


Quanto più queste tre condizioni trovano risposta adeguata, tanto maggiore sarà il peso che la razionalità eserciterà sulla decisione; viceversa quanto meno tali condizioni sono rispettate, tanto più il contributo della razionalità sarà parziale o addirittura marginale e le scelte passeranno via via dal connotato di decisione a quello di scommessa.

I business intelligence sono sistematici meccanismi informativi aventi per oggetto l'evoluzione delle condizioni del sistema competitivo.

È evidente l'importanza di meccanismi d rilevazione e controllo dei risultati.


2.2.:I METODI TRADIZIONALI DI VALUTAZIONE ECONOMICA DELLE SCELTE STRATEGICHE:

In tema di valutazione economica delle scelte strategiche ci pare di poter identificare sostanzialmente tre approcci o modelli principali, ognuno di essi può vantare una validità solo parziale.

I tre approcci a cui si fa riferimento sono :

il modello del capital budgeting;

il modello della pianificazione formale a lungo termine;

il modello delle matrici strategiche.


2.2.1.:IL MODELLO DEL CAPITAL BUDGETING:

Riguarda le decisioni di breve termine.

Un importante principio è:

un corretto calcolo di convenienza deve fondarsi sulla considerazione dei soli valori rilevanti per la decisione in oggetto, i quali a loro volta sono esclusivamente i valori futuri e differenziali, essendo al contrario del tutto privi di rilievo i valori passati e quelli comuni alle alternative tra le quali si pone il problema decisionale.

Ci si limiterà a richiamare in breve sintesi le caratteristiche fondamentali dei modelli di capital budgeting:

il loro oggetto fondamentale è costituito dalla valutazione preventiva di singole decisioni di investimento;

la logica su cui si basano è quella differenziale, dalla quale discende il principio di analizzare ogni proposta di investimento attraverso i flussi economici e/o finanziari differenziali rispetto ad un'alternativa di riferimento;

gli algoritmi di calcolo a cui ricorrono , per valutare la convenienza economica dell'investimento, consistono in alcuni metodi strutturati , tra i quali i più diffusi, in ordine di correttezza crescente, sono i seguenti:

periodo di recupero;

periodo di recupero attualizzato;

tasso medio di redditività;

tasso interno di redditività;

valore attuale netto.

I limiti sono da ricercare tra le diffuse cattive abitudini che accomnano solitamente l'applicazione dei sistemi di capital budgeting; le seguenti sono particolarmente rilevanti a fronte di decisioni strategiche:

definizione restrittiva di investimento;

interpretazione semplicistica della logica differenziale;

considerazione di un orizzonte temporale troppo limitato;

determinazione irrazionale dei tassi di riferimento.


A)DEFINIZIONE RESTRITTIVA DI INVESTIMENTO:

Con tale termine infatti, essi generalmente intendono un esborso per l'acquisizione di un bene patrimniale(immobili, impianti, partecipazioni) e non invece quelle spese anche di rilevante entità che pur corrispondendo per loro natura al concetto di investimento non rientrano in tale accezione(ad es.: spese i ricerca e sviluppo, di marketing, di sviluppo organizzativo, etc . . .).


B)INTERPRETAZIONE SEMPLICISTICA DELLA LOGICA DIFFERENZIALE:

Per una corretta valutazione delle alternative è sufficiente limitarsi alla considerazione dei soli valori differenziali, essendo del tutto irrilevanti i valori che non subiscono modifiche nel passaggio da un'alternativa all'altra, ma è altresì necessario che la considerazione si estenda all'intera gamma dei valori che differenziano le alternative.

Esempi:

gli investimenti nascosti;

spese di addestramento o pesanti oneri riorganizzativi;

i costi indiretti.

Come è noto la distinzione tra costi fissi e costi variabili è relativa; solo nel breve periodo determinati costi possono essere considerati fissi.

le opzioni aperte: spesso un investimento non genera soltanto ritorni diretti, ma apre altresì opportunità future di nuovi investimenti capaci potenzialmente di generare a loro volta un ritorno: si tratta di opzioni di investimento che l'impresa acquisisce realizzando il primo investimento.


C)CONSIDERAZIONE DI UN ORIZZONTE TEMPORALE TROPPO LIMITATO:

Ai fini di un corretto confronto tra alternative, l'analisi dovrebbe estendersi all'intero arco temporale nel quale si può prevedere la manifestazione di differenze nei flussi economico - finanziari.


D)DETERMINAZIONE IRRAZIONALE DEI TASSI DI RIFERIMENTO:

I massimi livelli di debolezza è costituito dalla definizione dei tassi - soglia di accettazione dell'investimento.

L'impostazione teorica è chiara e sancisce che tale tasso dovrebbe corrispondere al saggio di rendimento che il capitale frutterebbe se impiegato in alternative parimenti rischiose all'investimento progettato.

Nella pratica non viene fissato alcun tasso - soglia e dov'è fissato è regola generale che esiste un unico tasso - soglia.

Tra le imprese o gruppi dove un tasso - soglia è fissato, esiste estrema eterogeneità sia sui valori di tale tasso che sui motivi e sui criteri che a tale tasso hanno consodotto.

In conclusione , il modello del capital budgeting appare adatto al più per valutare decisioni di investimento semplici.

Tale modello appare forzato e semplicistico per decisioni di tipo strategico.


2.2.2.: IL MODELLO DELLA PIANIFICAZIONE FORMALE A LUNGO TERMINE:

I sistemi di pianificazione sono oggetto di critiche.

Tali critiche muovono in prevalenza dalla diffusa dimostrazione di burocratismo che i sistemi formali di pianificazione danno, risolvendosi in macchinose procedure che assorbono importanti risorse intellettuali delle imprese senza che a questi sforzi conseguano apparentemente significativi risultati in termini di qualità delle decisioni indotte.

Tali critiche siano giustificate, ma che esse debbano investire non già l'opportunità di pianificare a lungo termine, bensì il modo di farlo.

Implicazioni:

alternative: confronto tra più alternative d'azione; invece i piani normalmente contengono lo sviluppo di un'unica alternativa;

rischio: una componente valutativa di ogni decisione aziendale, ma assolutamente cruciale per decisioni strategiche;

articolazione: necessità di assicurare coerenza tra dati di piano e di budget; esprime impegni sui risultati da raggiungere in una prospettiva temporale di breve termine, mentre le proiezioni di piano sono stime di risultati futuri finalizzate a decidere quale strada intraprendere oggi;

struttura di riferimento: al di là dei motivi citati, una delle maggiori cause di inadeguatezza dei piani è costituita dalla loro non coerenza con la struttura strategica dell'impresa. Come si vedràè più oltre le unità elementari delle scelte strategiche d'impresa sono quelle che si definiscono aree strategiche d'affari(ASA).

Orizzonte temporale: un annoso e sempre aperto problema.

In conclusione il modello della pianificazione formale a lungo termine, ammesso e non concesso che sappia condurre a proiezioni economico - finanziarie corrette, lascia aperto il problema della valutazione economica delle strategie di cui tali proiezioni sono espressione.

Per questo la sua utilità fondamentale all'atto pratico si ritrova nel giudizio di fattibilità finanziaria che consente di esprimere attraverso la quantificazione dei presunti fabbisogni di risorse finanziarie che una strategia appare destinata a generale.


2.2.3.:IL MODELLO DELLE MATRICI STRATEGICHE:

Costrire modelli logici capaci di rendere più strutturato il ragionamento strategico.

In tali modelli le variabili quantitative, ed in particolare i valori economico - finanziari, non sono del tutto assenti, ma rientrano in modo parziale o indiretto, attraverso la considerazione di variabili che sono ritenute le determinanti chiave dell'equilibrio economico e finanziario dell'impresa.

I modelli, matrici strategiche si appoggiano ai seguenti principi:

nella prospettiva di definire la strategia più appropriata, ogni ASA dev'essere valutata sotto due criteri: il grado di attrattività dell'ASA e la capacità competitiva dell'impresa nell'ASA stessa;

entrambe queste qualità vengono apprezzate attraverso una sintesi logica di una serie di elementi più o meno ampia a seconda del proponente;

in relazione al grado di attrattività e competitività attribuitole, ogni ASA viene posizionata su una matrice in cui quelle due dimensioni vengono ad incrociarsi;

l'incrocio tra queste dimensioni consente di scomporre la matrice in una serie di zone, ad ognuna delle quali può essere associato un appropriato orientamento strategico: orientamenti strategici identificati sono i seguenti:

rafforzamento della posizione competitiva;

difesa della posizione competitiva;

sfruttamento;

abbandono;

pertanto, la collocazione di ogni ASA sulla matrice consente di identificare la strategia da perseguire ;

difesa: per ASA in cui si associano elevata attrattività e alta forza competitiva(c.d. star);

sfruttamento: per ASA competitivamente foti ma con limitate prospettive(le cash - cow);

abbandono: per ASA deboli e poco attrattive(c.d. dog);

rafforzamento o abbandono: per le ASA deboli ma altamente attrattive(question mark).

Dunque:

1)BASSA ATTRATTIVITA' E BASSA COMPETITIVITA':

DOG;

USCITA O DISINVESTIMENTO;

EQUILIBRIO FINANZIARIO;

2)BASSA ATTRATTIVITA' E ALTA COMPETITIVITA':

CASH COW;

SFRUTTAMENTO;

GENERAZIONE DI CASSA;

3)ALTA ATTRATTIVITA' E BASSA COMPETITIVITA':

QUESTION MARK;

SVILUPPO E RAFFORZAMENTO;

FABBISOGNO FINANZIARIO;

4)ALTA ATTRATTIVITA' E ALTA COMPETITIVITA':

STAR;

DIFESA E MANTENIMENTO;

EQULIBRIO FINANZIARIO.

Alle due dimensioni della attrattività e della competitività si connettono precisi risvolti finanziari.

Un esempio: l'impresa può ricercare e mantenere una posizione di equilibrio finanziario mungendo risorse dalle ASA in posizione di cash-cow realizzando le attività impegnate nelle ASA in posizione di dog e , oltre tutto, alimentando attraverso le risorse che così si rendono disponibili il mantenimento del primato competitivo nella ASA in posizione di star e il rafforzamento competitivo delle ASA in posizione di question mark.

Attraverso questa circolazione di risorse finanziarie, e contenendo il proprio sviluppo complessivo nei limiti della propria capacità di autofinanziamento(il c.d. tasso di sviluppo sostenibile)l'impresa si assicura la capacità di crescere.

Parimenti qualora il portafoglio complessivo generasse risorse finanziarie in eccesso alla necessità di assorbimento, ne deriverebbe l'opportunità per l'impresa di diversificare ulteriormente il portafoglio entrando in nuovi business; e viceversa laddove il portafoglio si presentasse squilibrato a favore delle ASA assorbitrici di risorse finanziarie ne emergerebbe la necessità per l'impresa o di abbandonare qualche ASA o di ridimensionare le proprie intenzioni di crescita o infine di ricorrere a nuovo capitale.

Va notato che alcuni limiti vi sono anche per questo modello delle matrici:

va notato che la sua semplicità può facilmente sconfinare in semplicismo: possono derivarne scelte scorrette indotte non da difetti intrinseci al modello ma dalle sue concrete modalità di utilizzo;

la natura del modello matrice è meramente qualitativa: i vantati riflessi finanziari vengono lasciati ad uno stadio di estrema genericità; dall'altro , vengono sostanzialmente trascurati i riflessi economici del modello, con conseguenze di non poco conto;

non danno garanzia di orientare l'allocazione delle risorse finanziarie in modo economicamente ottimale dal punto di vista dei portatori di capitale proprio.

In particolare:

un'ASA che dà una redditività positiva ma inferiore al suo costo del capitale toglie valore all'impresa e pertanto dovrebbe essere eliminata dal portafoglio; ma finanziariamente è in grado di autoalimentarsi o di generare cassa a vantaggio di altre ASA o di essere finanziata da un'ASA matura(cash-cow); loschema della matrice è disposto ad accoglierla;

un'ASA con redditività anche elevata può costituire un'opportunità di disinvestimento se per un'altra impresa vale di più in forza di particolare sinergie. Questo potrebbe significare nel linguaggio della matrice che una star o una cash-cow dovrebbero essere cedute se un acquirente vi individuasse sinergie con i propri business tali da meritare il amento di un prezzo più elevato del valore dei redditi futuri che quella star o cash-cow genereranno;

tra una cash-cow, una star e un question mark coesistenti nella stessa impresa non devono necessariamente esistere comunanze fisiche(rete commerciale, struttura produttiva, uffici di progettazione, etc . . ) o immateriali(know-how), perché un impresa trovi vantaggio economico dall'essere diversificata, occorre che tra le ASA costituenti il suo portafoglio esistano sinergie tali da rendere il valore - somma maggiore della somma dei valori.

Motivi come quelli descritti sono all'origine di numerosi comportamenti strategici penalizzanti il valore d'imprea:

acquisizione a prezzi troppo alti;

diversificazione in ASA non sinergiche;

riluttanza di principio al disinvestimento.


2.3.:ALCUNE CONCLUSIONI:

I modelli esaminati si presentano inadeguati rispetto al problema di valutare dal punto di vista economico le scelte strategiche.


APPENDICE:

Gli elementi da comporre opportunamente per valutare un investimento sotto il profilo economico sono i seguenti:

l'entità delle risorse impegnate;

i tempi di impegno di tali risorse;

l'entità dei benefici attesi;

i tempi e la durata di manifestazione di tali benefici;

l'incertezza dei benefici stessi.


IL PERIODO DI RECUPERO:

Esso consiste nel determinare il numero di anni necessario perché i flussi di cassa positivi generati dall'investimento consentano di recuperare la somma investita.


2)IL TASSO MEDIO DI REDDITIVITA':

Questo metodo propone di apprezzare la qualità economica di un investimento attraverso il rapporto tra il reddito medio annuo atteso dall'investimento e il capitale investito medio richiesto dall'investimento stesso.


3)IL VALORE ATTUALE NETTO:

Secondo il metodo del VAN la convenienza economica di un investimento può essere apprezzata attraverso il confronto tra il valore dei benefici attesi e il valore delle risorse impegnate a seguito dell'investimento.

VAN= somme FCi/(1+r)^i


4)TASSO INTERNO DI REDDITIVITA'(T.I.R.):

Si dice TIR quel particolare tasso di attualizzazione che applicato ai flussi di cassa dell'investimento, conduce ad un VAN pari a zeri.

TIR= somme FCi/(1+r)^i=0






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