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L'ECONOMICITA' DELLA GESTIONE E L'ANALISI DEI COSTI - L'ECONOMICITA' DELLA GESTIONE, LE DIFFERENTI NOZIONI DI COSTO, LA CLASSIFICAZIONE MULTIDIMENSION



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L'ECONOMICITA' DELLA GESTIONE E L'ANALISI DEI COSTI

L'ECONOMICITA' DELLA GESTIONE


Perché il sistema aziendale raggiunga una posizione di equilibrio è necessario che esso consegua un flusso di ricavi tale da coprire il flusso dei correlativi costi lasciando un margine per una remunerazione adeguata al capitale proprio vincolato al funzionamento aziendale. In parole povere deve raggiungere il reddito minimo o normale il quale deve coprire:

interessi da corrispondere ai finanziatori

quota di rischio per quando la gestione va male

compensi per l'attività svolta (ripartizione degli utili)



Questi tre elementi appena elencati sono detti COSTI URATIVI. Quando il reddito conseguito è almeno pari ai costi urativi si può affermare che l'obiettivo di economicità è stato raggiunto. I ricavi sono i corrispettivi delle vendite di beni e servizi prodotti dall'azienda. Si conurano in entrate monetarie immediate o differite ma non si identificano con esse. L'economicità infatti deve essere analizzata dal punto di vista di altre condizioni quali:

EFFICIENZA capacità di impiegare in modo ottimale le risorse di cui dispone l'azienda per ottenere il massimo risultato con il minimo dei costi. Il rapporto risultati ottenuti (OUTPUT)/risorse a disposizione (INPUT) esprime questa grandezza. Se andiamo inoltre ad analizzare gli INPUT moltiplicati per i prezzi negoziati otteniamo i COSTI; se invece analizziamo gli OUTPUT moltiplicati per i prezzi definiti con i clienti otteniamo i RICAVI: da questa analisi si deduce che l'efficienza può essere espressa anche dal rapporto RICAVI/COSTI. Se il rapporto è >1 allora l'efficienza sarà buona; se è =1 abbiamo un pareggio economico; se è <1 abbiamo disfunzioni economiche.

EFFICACIA capacità dell'azienda di raggiungere nella massima misura possibile gli obiettivi programmati. Viene espressa dal rapporto OBIETTIVI PROGRAMMATI/OBIETTIVI REALIZZATI. Quando il rapporto è <1 abbiamo la massima efficacia (si raggiungono obiettivi superiori a quelli programmati); quando è =1 si ha il pieno raggiungimento; quando >1 ci sono stati degli errori di programmazione.

FLESSIBILITA' capacità di adattarsi con immediatezza e senza costi eccessivi al crescente dinamismo delle variabili ambientali. Sotto questo aspetto sono riscontrabili 3 diversi tipi di flessibilità: FLESSIBILITA' DI VOLUME (capacità variare il volume delle produzioni in base alla domanda di mercato), DI MIX (possibilità, per azienda multiprodotto, di passare in tempi rapidi da una produzione ad un'altra in seguito alla domanda di mercato), DI PRODOTTO (capacità di introdurre nuovi prodotti in tempi e costi funzionali).

La condizione di economicità è strettamente legata al grado di efficienza e di efficacia della gestione, nonché all'adattabilità alle variazioni ambientali.


LE DIFFERENTI NOZIONI DI COSTO


Il costo è un fenomeno al quale vengono associati diversi concetti:

COSTO DI ACQUISTO onere che l'azienda sostiene quando si procura un fattore produttivo. E' un'uscita finanziaria che diventa componente negativa del reddito misurato. Questo costo fa riferimento alla contabilità generale la quale ha lo scopo di determinare il reddito di esercizio e il patrimonio di funzionamento

COSTO DI IMPIEGO consumo di un fattore produttivo (es.impianti) per ottenere il prodotto

COSTO DI PRODOTTO consumo di materie prime per ottenere il prodotto

Costo di impiego e costo di prodotto hanno molti scopi ma non quello di determinare il reddito di esercizio in quanto fanno parte della contabilità analitico-gestionale.


LA CLASSIFICAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEI COSTI


I costi possono assumere diverse conurazioni.

  1. IN RELAZIONE AL TEMPO DI CALCOLO:

o   COSTI PREVENTIVI si riferiscono ad una produzione non ancora iniziata; è un calcolo ipotetico al fine di ottenere il prezzo di vendita

o   COSTI CONSUNTIVI sono riferiti ad una produzione già svolta e sono quindi rilevati a posteriori

Tra i costi preventivi si distinguono i COSTI STANDARD che sono quelli che si dovrebbero sostenere in base a prefissati livelli di efficienza operativa. Si tratta dunque di costi IPOTETICI (si riferiscono a determinate ipotesi di svolgimento dell'attività produttiva), OBIETTIVO (rappresentano un traguardo da raggiungere in attività future), PARAMETRICI (sono parametri di confronto per valutare i costi sostenuti a consuntivo). I costi standard vengono dunque usati nella costruzione del budget di esercizio, nella valutazione delle rimanenze di magazzino, nella formulazione di prezzi di vendita, nella misurazione dell'efficienza della gestione. In base alle ipotesi formulate per la loro determinazione i costi standard si dividono in:



IDEALI determinati sulla base di un rendimento ottimale dei fattori produttivi

OTTIMALI determinati sulla base di un rendimento che l'azienda può raggiungere con un forte impegno

MEDIO-NORMALI determinati sulla base di un rendimento che l'azienda può raggiungere senza particolari sforzi

Bisogna ricordare che costi standard e costi effettivi sono sempre confrontati in quanto differenze di ogni genere tra loro richiedono la ricerca delle cause che le hanno provocate, soprattutto se negative per l'azienda che deve, in tal caso, prendere provvedimenti.

  1. COMPORTAMENTO DEI COSTI AL VARIARE DEL VOLUME DI PRODUZIONE

o   COSTI FISSI sono i costi della produzione che non variano al variare delle unità produttive (affitti locali, stipendi personale amministrativo, pubblicità). Sono definiti costi di periodo in quanto sono costi da sostenere comunque nel periodo di riferimento.

o   COSTI VARIABILI costi elementari che variano al variare delle unità produttive (materie prime, costi mano d'opera). Sono definiti costi di prodotto in quanto sono costi da sostenere per la fabbricazione del prodotto

o   COSTI SEMIFISSI O SEMIVARIABILI presentano una natura composita ovvero una parte fissa (indipendente dal volume di produzione) e una variabile (correlata alla produzione). Si tratta ad esempio di costi manutenzione, canoni acqua, gas .

  1. POSSIBILITA' DI MISURARE IN MODO OGGETTIVO I FATTORI PRODUTTIVI CONSUMATI PER UN DETERMINATO OGGETTO

o   COSTI SPECIALI costi elementari sostenuti per un oggetto determinabili oggettivamente (quantità di fattore usato per valore unitario)

o   COSTI COMUNI si riferiscono a più oggetti contemporaneamente e che possono essere attribuiti ad un singolo oggetto solo mediante ripartizione soggettiva.

Un costo non è per sua natura speciale o comune, dipende semplicemente in che ottica lo si vuole inquadrare. Es.una sega elettrica può fare sedie e tavoli (costo comune) ma se l'azienda fa solo un prodotto diventa costo speciale.

  1. IN BASE ALLE MODALITA' CON LE QUALI I COSTI ELEMENTARI SI ATTRIBUISCONO ALL'OGGETTO DI COSTO

o   COSTI DIRETTI costi speciali che è possibile, conveniente ed opportuno  attribuire in modo oggettivo al fattore produttivo

o   COSTI INDIRETTI costi comuni e speciali che non è conveniente misurare in modo oggettivo

Da questo deriva che i costi speciali possono essere imputati direttamente (modo oggettivo) o indirettamente (modo soggettivo o per ripartizione), i costi comuni invece solo indirettamente (per ripartizione). I costi speciali possono inoltre essere diretti e indiretti, quelli comuni solo indiretti.


LE CONURAZIONI DI COSTO


Si tratta di raggruppamenti dei vari componenti elementari di costo.

In AZIENDE INDUSTRIALI:

COSTO PRIMO O SPECIALE somma dei costi speciali direttamente imputabili al prodotto. E' rappresentato da costo materie prime, mano d'opera diretta e lavorazioni eseguite da terzi. Si tratta di un costo oggettivo che viene usato per valutare i prodotti in corso di lavorazione al termine dell'esercizio e per ottenere informazioni sull'incidenza dei costi delle materie prime e della mano d'opera diretta



COSTO INDUSTRIALE costo primo + costi comuni di produzione; impiegato per valutazione dei prodotti finiti alla chiusura dell'esercizio per ottenere informazioni sui risultati lordi di certe produzioni

COSTO COMPLESSIVO costo industriale + quote di costi generali amministrativi, commerciali e finanziari; utilizzato nella valutazione delle rimanenze di prodotti finiti e nel calcolo delle redditività di singole commesse o settori di attività

COSTO ECONOMICO-TECNICO costo complessivo + costi urativi (interessi su capitale proprio, compenso opera prestata dal proprietario, fitti urativi per uso edifici, remunerazione rischio imprenditoriale).

I costi urativi non danno luogo ad effettive uscite finanziarie, non sono rilevati nella contabilità generale e sono quantificati in base a stime in quanto non sono risultato di negoziazioni.

In AZIENDE MERCANTILI:

COSTO PRIMO costo acquisto merci, imballaggi e mano d'opera diretta; usato per valutazione rimanenze fine esercizio ai fini della determinazione del reddito nonché nella soluzione di problemi di arbitraggio mercantile.

COSTO COMPLESSIVO costo primo + quote costi generali e oneri amministrativi e finanziari; indica il prezzo minimo a cui si possono vendere le merci per non subire perdite

COSTO ECONOMICO-TECNICO costo complessivo + elementi urativi di costo. E' la base per formulare i prezzi di vendita o per valutare la remuneratività di quelli che sono espressi dal mercato.

Il prezzo di vendita è remunerativo quando supera il costo economico-tecnico.


L'ANALISI DEL PUNTO DI PAREGGIO


Il diagramma della redditività mette in luce le relazioni che intercorrono tra l'andamento dei costi fissi, dei costi variabili e il volume di produzione. Consente in sostanza di determinare il volume di produzione al di sotto del quale l'azienda andrebbe incontro a perdite di gestione. Il punto di equilibrio, di pareggio o di break even point (BEP) è il punto di intersezione tra retta dei costi totali e retta dei ricavi totali ed esprime il volume minimo di produzione-vendita al di sotto del quale si entra nell'area di perdite e al di sopra del quale di hanno margini crescenti di utile fino a giungere al massimo livello di produzione. Il BEP può collocarsi ad altezze diverse in relazione al tipo di azienda, per aziende industriali (alti costi fissi) il BEP è elevato; per azienda di servizi altamente meccanizzate il BEP è ancora più alto; per azienda commerciali è basso. Il diagramma che segue è costruito tenendo conto di ipotesi semplificatrici della realtà aziendale dalle quali non si può prescindere per non incorrere in rischi:

volume di produzione e di vendita sono considerati uguali

i costi variabili sono presunti proporzionali

costi fissi considerati costanti al variare della quantità di produzione

il prezzo fisso di vendita è supposto unitario


IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE


Il margine di contribuzione o di copertura è la differenza tra i ricavi riferiti ad una produzione e i relativi costi variabili ed esprime il contributo alla copertura dei costi fissi, delle imposte sul reddito e del risultato netto di periodo. Esprime quante risorse restano, una volta coperti i costi variabili, per coprire i costi fissi, le imposte sul reddito e l'utile.






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