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curva di Phillips - Differenze tra 1 e 2

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Nel primo grafico AS è stata disegnata come nel caso keynesiano estremo, poiché supponiamo che i salari sono predeterminati (sono fissati da una contrattazione multiperiodale) allora anche il livello dei prezzi, per un certo aspetto è predeterminato.

L'equilibrio iniziale nel grafico AD-AS è il punto A.

In A non ci sono motivi per aspettarsi un aumento del livello dei prezzi e che quindi il tasso di inflazione sia positivo.

Questo tradotto in termini di curva di Phillips da vita ad un equilibrio del tipo di quello disegnato nel 2° grafico.

U1 è il tasso di disoccupazione compatibile con un tasso di crescita dell'inflazione pari a zero.

Cosa accade se l'autorità di politica economica interviene facendo spostare AD in AD' per esempio con una politica monetaria o fiscale espansiva?

Il nuovo punto di equilibrio è il punto B che è un punto di eccesso di domanda ma che ha un livello di produzione maggiore di quello in A, per ottenere questa maggiore produzione è necessario occupare più lavoratori, diminuirà quindi il tasso di disoccupazione effettivo:


Q1>Q0 U1<Ut




Se dobbiamo trasferire il punto B sulla curva di Phillips, allora in qualche modo ci muoviamo lungo il ramo della 1° curva di Phillips perché U1<Ut semplicemente perché Q1>Q0 .

Nel grafico AD-AS l'eccesso di domanda si scarica sul livello dei prezzi, in quanto la domanda reagirà con l'offerta quindi i prezzi aumenteranno e C sarà il nuovo punto di equilibrio.

Nel frattempo, siccome c'e stata inflazione, il meccanismo di formazione delle aspettative fa registrare un aumento del livello dei prezzi e quest'ultimo determina una trasposizione verso l'alto della curva di Phillips.

La curva di Phillips trasposta corrisponde all'aspettativa del tasso di inflazione uguale al tasso di inflazione del secondo periodo:


P^e = P^2


Il tasso di inflazione atteso entra nell'intercetta della curva di Phillips determina quindi spostamenti verso l'alto di quest'ultima.

Quando  ritorniamo nel punto C e la curva di Phillips è traslata siamo ritornati allo stesso tasso di disoccupazione di partenza (tasso di disoccupazione naturale di lungo periodo) ma il tasso di inflazione è peggiorato.

Nel breve periodo è possibile sfruttare il trade-off  che fronteggia l'autorità di politica economica tra disoccupazione e inflazione , cioè almeno nel breve periodo con una politica economica espansiva dal lato della domanda è possibile conseguire risultati di natura reale (aumento della produzione e riduzione della disoccupazione).

Nel lungo periodo, una volta che i prezzi hanno assorbito l'eccesso di domanda e che gli individui hanno incorporato nelle loro aspettative dei prezzi ciò che è successo, si riproduce lo stesso equilibrio reale di partenza, l'unica differenza è una variazione delle variabili nominali e siccome il tasso di inflazione costituisce un obiettivo per l'autorità di politica economica nel lungo periodo tale obiettivo peggiora mentre l'altro obiettivo resta invariato (la disoccupazione).

Solo nel breve periodo è possibile sfruttare il trade off; perseguire un trade off è una politica perdente perché genera una perdita di benessere.


Analisi classica della curva di Phillips introdotto nell'analisi economica per esprimere la relazione tra salari e prezzi e disoccupazione in periodi durante i quali il tasso di inflazione è crescente.

Questo schema teorico è utile per capire la capacità di reazione dei paesi quando un obiettivo dell'autorità di politica economica è abbattere il tasso di inflazione in un certo lasso di tempo (prospettiva che si è presentata all' autorità di politica economica italiana quando ha deciso di aderire all'unione europea).

Supponiamo che l'autorità di politica economica voglia passare dal punto A al punto B avendo come obiettivo un tasso di inflazione nullo.

Le opportunità aperte all'autorità di politica economica sono:

1)Sfruttare il trade-off sul lato inferiore della curva di Phillips, l'autorità

di politica economica deve far aumentare la disoccupazione oltre il

livello Un attraverso politiche economiche dal lato della domanda

restrittive, fino a giungere il punto segnato.

Quando l'economia si posiziona in quel punto il grado di restrizione raggiunto dalle politiche economiche dal lato della domanda è tale che AD si sposta verso il basso al tal punto da frustrare qualsiasi aspettativa circa il P^, nessuno pensa che P^ aumenta ma tutti crederanno che P^ resti costante de non addirittura diminuisce.

La curva di Phillips si sposta verso il basso e l'autorità di politica economica ha raggiunto il suo obiettivo.

Il costo di questo processo deflazionistico è dato dal fatto che nel breve periodo il tasso di disoccupazione deve aumentare rispetto al livello di equilibrio di lungo periodo sul mercato del lavoro.

2) obiettivo = tasso di inflazione nullo.

Adesso però l'autorità di politica economica vuole raggiungere tale

obiettivo gradualmente, verrà sfruttato il trade off, si muove lungo il lato discendente della curva di Phillips, aumenterà cioè il lato di restrizione della politica economica dal lato della domanda ma invece di posizionare l'economia subito nella posizione desiderata la si posiziona in una posizione intermedia e il tasso di disoccupazione aumenta, nel periodo successivo, rispetto al tasso di disoccupazione di lungo periodo, ma non tanto quanto aumentava prima.

Ciò contribuisce ad abbattere le aspettative sul tasso di inflazione ma non così ampiamente e rapidamente come accadeva prima, e la curva di Phillips si sposta di poco verso il basso.

L'autorità di politica economica ripeterà più volte la politica monetaria e fiscale restrittiva, sfrutterà di nuovo il trade off, provocando una certa ampiezza di disoccupazione in aggiunta al tasso di disoccupazione naturale ma non così ampio come prima; frusterà le aspettative su tassi di inflazione che diminuiranno e la curva di Phillips si sposterà verso il basso, gradualmente quindi l'autorità di politica economica riuscirà a posizionare la curva di Phillips nella posizione desiderata.


Differenze tra 1 e 2

Nel primo caso si restringe molto il livello della domanda attraverso politiche fiscali e monetarie restrittive che consentono in un sol colpo di raggiungere il livello desiderato dell'obiettivo in termini di tasso d'inflazione ma a costo di un'ampia disoccupazione che però si sopporta per un solo istante di tempo.

Il secondo approccio, quello gradualistico, prevede il sostenimento per più istanti di tempo di un tasso di disoccupazione inferiore.

Comunque se l'obiettivo dell'autorità di politica economica è quello di far diminuire il tasso di inflazione ci dovranno essere periodi in cui Ut>Un questo lo dice l'inclinazione negativa della curva di Phillips.

Quanto ampio sia il tasso di disoccupazione da stabilire dipende dalle scelte del l'autorità di politica economica circa la gradualità o meno del processo inflazionistico.

Dalla curva di Phillips osserviamo che:


Ut --Un = - 1/b ( P^t+1 - P^t)


Questa equazione ci dice di quanto deve aumentare Ut rispetto a Un per avere una riduzione percentuale del tasso di inflazione.

Ut rispetto a Un deve aumentare di 1/b, l'ampiezza del parametro ci dice quanto deve essere questa variazione.


Il costo associato a questa politica deflazionistica che si persegua attraverso livelli di Ut>Un è espresso da:




Rapporto che esprime il sacrificio di una economia complessiva.

Al numeratore c'è la sommatoria della discrepanza tra Ut e Un in tutti gli istanti di tempo che separano il momento in cui l'autorità di politica economica (di rientro da un processo inflazionistico) decide di operare una politica deflazionistica e l'istante di tempo in cui l'obiettivo è raggiunto.

Questo è un costo per la collettività pesato dal vantaggio che la collettività ricava dal fatto che il tasso di inflazione finale è inferiore a quello iniziale(denominatore).

Quindi l'opportunità o meno di perseguire una politica gradualistica o una politica di doccia fredda può essere valutato con tale rapporto che esprime il costo di una politica deflazionistica.





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