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sensibilità delle imprese rispetto ai diversi gruppi di interlocutori sociali

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Introduzione.

Negli ultimi anni la sensibilità delle imprese rispetto ai diversi gruppi di interlocutori sociali è cresciuta sensibilmente in merito a nuove tematiche. In particolare l'attenzione del management non è più focalizzata solamente sulla qualità dei prodotti e servizi offerti ai consumatori, ma anche sugli impatti sociali diretti e indiretti delle attività aziendali.

La pressione sulle imprese affinché dimostrino la loro responsabilità sociale ed etica e diano conto delle loro performance al riguardo, sta diventando sempre più insistente. Si tratta di pressioni che hanno pervaso la collettività civile nella sua interezza e che come logica conseguenza sono penetrate anche nell'ambito specifico del mondo economico. Ciò che si chiede alle imprese è si di agire per il perseguimento dei propri obiettivi economici, ma sempre nel rispetto dei valori etici, sociali, ambientali che contraddistinguono la coscienza di una parte sempre più ampia di cittadini. Questo è dovuto al fatto che l'impresa non è più vista come un'organizzazione "apolide", ma bensì come un soggetto che partecipa attivamente alla vita sociale e che quindi deve comportarsi da "buon cittadino".

La svolta verso una piena e consapevole assunzione di responsabilità da parte delle imprese, si è avuta allorquando esse hanno compreso che un comportamento eticamente e socialmente responsabile assicura quel consenso e quella legittimazione sociale che favoriscono il raggiungimento e l'implementazione di vantaggi reddituali e competitivi. Si assiste al riconoscimento di una dimensione sociale del finalismo aziendale, che si affianca e si integra con i profili economico-finanziari e competitivi della gestione. E' chiaro però che per incidere favorevolmente sui rapporti con i soggetti "interessati" all'attività aziendale (c.d. stakeholder), è necessario che l'impresa intervenga internamente sull'idea che guida il suo modo di gestire le risorse, le competenze ed i comportamenti, cioè deve intervenire sulla cultura d'impresa e su quanto la definisce. A tal fine occorrerà azionare un graduale ed analitico processo teso a riconsiderare e riorientare gli strumenti di controllo gestionale, le funzioni manageriali, le mansioni professionali, ecc..



In quest'ottica il  nostro primo obiettivo sarà quello di far emergere chiaramente come impresa e società, nel loro continuo divenire, interagiscono fra loro; successivamente si individueranno gli strumenti più idonei affinché l'impresa possa render conto del proprio operato nei confronti dei diversi pubblici con cui entra costantemente in contatto.

Il concetto del "render conto" (si parla al riguardo della c.d. Accountability) costituisce senza dubbio il punto focale attorno al quale si snoda l'intero corpo del lavoro. Emerge sempre più chiaramente come le informazioni provenienti dai tradizionali strumenti informativi contabili siano insufficienti per rappresentare le complesse e variegate relazioni che si instaurano fra impresa e società di appartenenza. E' necessario quindi predisporre nuovi strumenti di rendicontazione che, affiancandosi a quelli tradizionali, possano garantire adeguati livelli di "dialogo sociale", indispensabili per la creazione di un sistema completo di informazione aziendale.

C'è da dire che un diffuso interesse verso queste problematiche si è sollevato solo negli ultimi anni, anche se una parte della dottrina, a cui noi facciamo ampio riferimento, ha avuto modo di iniziare a trattare questi temi già da alcuni decenni, maturando così un'esperienza specifica di notevole spessore critico. Percependo infatti in forte anticipo le potenzialità di questo nuovo ambito di studio, il filone dottrinale in oggetto (Vermiglio, Rusconi, Marques, Matacena, Gabrovec Mei, Pulejo) ha avuto modo di fornire contributi di notevole importanza, che definiscono quelle che sono le linee guida da seguire per tracciare un valido percorso di rendicontazione sociale. Ovviamente, per ciò che riguarda le fonti di documentazione, accanto a quelle bibliografiche, particolarmente utile si è rilevata la consultazione di alcuni siti Web,[1] in relazione al carattere in divenire del dibattito e degli studi sugli strumenti di comunicazione della responsabilità d'impresa. In ogni caso il problema di fondo da dirimere, così come accade in tutte le questioni caratterizzate da un'evoluzione alquanto recente, è quello di una notevole confusione che regna in materia. Ciò rappresenta un fatto quasi "fisiologico", dato che occorre del tempo affinché si possa arrivare a definire in maniera completa, attendibile e pressoché univoca i caratteri essenziali di quella che potremmo definire come una vera e propria contabilità sociale. In questo contesto il percorso più appropriato da seguire sembra essere quello di partire da dei "paletti fissi", (come possono essere il contributo di Marques nell'ambito della contabilità sociale, la proposta del GBS in tema di bilancio sociale o l'iniziativa in campo internazionale del GRI) per poi considerare i temi che presentano un carattere di maggior criticità e gli scenari futuri che si aprono in materia di contabilità sociale.

Il presente lavoro si articola in cinque moduli. Il primo chiarisce la genesi e il significato della responsabilità sociale d'impresa, mettendo altresì in risalto i soggetti verso cui tale responsabilità si manifesta. Ciò che si tende a mettere costantemente in evidenza è come l'impresa non debba assumere solo esteriormente un comportamento socialmente responsabile al fine di attirarsi il consenso dei diversi pubblici che direttamente o indirettamente sostengono l'attività aziendale; è infatti necessario in primo luogo che vi sia una consapevole assunzione di responsabilità da parte dell'impresa, che dovrà far in modo di divulgare questo suo "credo" all'interno di tutta la struttura aziendale. L'estrinsecazione esterna di tale responsabilità sarà poi la naturale conseguenza di un valido processo di interiorizzazione dei valori etico-sociali che caratterizzano una moderna cultura d'impresa.

Il secondo modulo definisce concretamente cosa debba intendersi per contabilità sociale. Fondamentale in questo caso è stato il contributo di Marques; egli parte dall'idea che la contabilità sociale presenta caratteristiche profondamente difformi da quelle della contabilità finanziaria e dunque essa dovrà sviluppare delle regole proprie, maggiormente confacenti alle sue caratteristiche peculiari. Voler necessariamente applicare i principi della contabilità ordinaria alla contabilità sociale, rappresenta una erronea forzatura.

Il terzo modulo analizza quelli che sono gli standard emergenti e le linee guida della rendicontazione sociale. A tal fine si effettua una panoramica sulle esperienze internazionali di maggior rilievo, soffermandosi dapprima sui modelli appositamente certificati che attestano la qualità delle relazioni intercorrenti fra l'impresa e una particolare categoria di stakeholder e successivamente andando ad indagare quelli che sono i principi strutturanti un appropriato sistema di rendicontazione sociale (AA 1000, GRI, GBS).

Il quarto modulo, individuando gli strumenti tipici della rendicontazione sociale, focalizza la propria attenzione soprattutto sul bilancio sociale. Il primo passo che viene compiuto è quello di definire correttamente il significato del termine bilancio sociale, visto che nel corso del tempo si sono succedute diverse definizioni, molte delle quali non propriamente corrette. Successivamente si definiscono caratteristiche, funzioni e tipologie dello strumento in questione. Particolare attenzione, come dimostrato dal fatto che gli è stato dedicato un paragrafo a parte, è riservata ad una grandezza contabile che riveste una notevole importanza all'interno del bilancio sociale, ossia il valore aggiunto. Esso costituisce l'indispensabile "ponte di collegamento" fra bilancio d'esercizio e bilancio sociale. Infine viene analizzata la recente proposta (presentata il 5 Maggio 2001) del Gruppo di Studio per la statuizione dei principi di redazione del bilancio sociale (GBS); si tratta, come più volte ricordato, di un contributo di fondamentale destinato, compatibilmente con le principali formulazioni a livello internazionale, a diventare un punto di riferimento essenziale nella redazione del bilancio sociale.

Gli altri strumenti di rendicontazione sociale cui si farà riferimento sono il codice etico e il bilancio/rapporto ambientale. Come si vedrà i maggiori problemi sorgono relativamente a quest'ultimo strumento, per quanto concerne in particolare la necessità o meno di considerarlo come parte del bilancio sociale.

L'ultimo modulo infine propone i risultati di un'indagine empirica condotta dal CSR relativa a 45 imprese-campione, tendente ad evidenziare le modalità e l'oggetto della comunicazione d'impresa nonché il modo in cui a posteriori le imprese procedono a misurare l'impatto socio-ambientale della loro attività. In particolare verrà proposta una analisi dettagliata degli indicatori di performance sociale maggiormente utilizzati dalle imprese.  








Al riguardo bisogna sottolineare come i siti web rappresentino uno dei principali canali su cui si basa la comunicazione sociale delle imprese.




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