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ANGOLA

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ANGOLA

Ex colonia portoghese, l'Angola è diventata indipendente nel 1975, in una situazione di aspra guerra civile fra l'MPLA( movimento popolare per la liberazione dell'Angola). Di orientamento marxista-leninista e l'UNITA( unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola). La vittoria dell'MPLA del 1976 non ha tuttavia posto fine ai conflitti fra le truppe governative, sostenuta militarmente dall'URSS e da Cuba i guerrieri dell'UNITA appoggiati da USA e Sudafrica. I 1991 è stato raggiunto un accordo tra le opposte fazioni e nel 1992 sono svolte sotto il controllo dell'ONU libere elezioni che hanno decretato la vittoria dell'MPLA. I risultati elettorali sono stati però contestati dall'UNITA che ha ripreso le azioni di guerriglia.

Il territorio e la popolazione

Il paese è formato da un vasto altopiano interno e da una fascia costiera bassa e pianeggiante. Dell'Angola fa parte l'enclave di Cabinda situata al confine tra il Congo e lo Zaire particolarmente ricche di petrolio. Oltre il 90% della popolazione è composta da bantu. La lingua ufficiale è il portoghese; largamente usati sono gli idiomi bantu e Khoisan. La religione più praticata è quella cattolica(65%); molto diffusi sono i culti animisti. La Angola ha una densità abitativa media fra le più basse del continente(8,8 abitanti per chilometro quadrato); la popolazione urbana ammonta al 28, 3%. Capitale dello stato è Luanda(1.134.000 abitanti) sull'oceano atlantico: punto di arrivo di tre oleodotti che trasportano il greggio dai giacimenti della provincia, la città è importante centro portuale e industriale.



L'economia

Per le sue notevoli risorse minerarie( giacimenti di petrolio, diamanti, rame, magnese, fosfati) l'Angola è un paese dalle grandi potenzialità economiche. Lo sviluppo delle attività produttive è stato, tuttavia, pesantemente ostacolato dalla situazione di continua guerra interna. L'agricoltura occupa il 73% della popolazione attiva, ma solo il 2,8% del territorio è utilizzato; le principali colture commerciali sono la canna da zucchero, il caffè, il sisal e l'olio di palma. Le industrie moderne sono ancora limitate( raffinerie, cementifici, acciaierie).


PARTE GENERALE

Popolazione

La popolazione dell'Africa sub-sahariana è costituita in larghissima maggioranza da popoli dalla pelle molto scura(da cui il nome di Africa nera), molto diversi gli uni dagli altri per caratteri fisici, usanze, lingua e religione. Diversi fattori infatti hanno portato ad una grande varietà fisica e culturale: le migrazioni avvenute in migliaia di anni, soprattutto dal nord al sud, la mescolanza tra popolazioni diverse, in particolare nella regione del Corno d'Africa, le cui popolazioni(Somali, Etiopi)ebbero frequenti contatti con l'Africa settentrionale e con l'Arabia, ed in Madagascar, dove si stabilì una popolazione di origine asiatica(Malgasci); la presenza di popolazioni stabilitesi nell'Africa centro-meridionale in tempi molto antichi(come i Boscimani o i Pigmei); i contatti con la civiltà arabo-musulmana prima, con quella europea poi. Altri fattori hanno permesso di conservare a lungo questa varietà culturale: la maggioranza della popolazione africana vive ancora in villaggi e si dedica alle attività tradizionali; strade, ferrovie e mezzi di comunicazione di massa poco sviluppati; l'istruzione è ancora poco diffusa: tutto ciò ha permesso a moltissime tribù africane di conservare il proprio patrimonio culturale. Soprattutto quelle popolazioni che vivono nelle regioni dell'interno, lontano dai grandi centri urbani, e che perciò hanno minori contatti con la civiltà europea, hanno modificato pochissimo il loro modo di vivere e conservano le proprie tradizioni, nell'abbigliamento come nelle credenze religiose, nella lingua come nell'organizzazione sociale e familiare. Tali tradizioni presentano notevoli differenze tra un popolo e l'altro perciò oggi in Africa vi è una ricchezza di culture che in altri continenti si è fortemente ridotta, per il diffondersi della civiltà europea.

Molte popolazioni però hanno adottato l'abbigliamento degli europei e vivono secondo il modello europeo. In particolare in quasi tutti gli stati la classe sociale superiore, che vive nelle città è ormai spesso completamente europeizzata.

In Africa sono praticate diverse religioni animiste, ma la religione cristiana(cattolica o protestante) si è ampiamente diffusa soprattutto nei centri urbani e tra le popolazioni che hanno avuto più contatti con gli europei; in Etiopia sono ancora numerosi i cristiani copti, la cui conversione al Cristianesimo risela ai primi secoli dopo Cristo, al tempo di del regno di Aksum. Nelle regioni dove è stato maggiore l'influsso della civiltà araba, prevale la religione musulmana.

Di rado gli africani vivevano in grandi centri urbani ed ancora oggi la maggioranza della popolazione risiede in villaggi, ma i contatti commerciali con gli arabi prima, l'arrivo degli europei poi, favorirono la nascita di città, che in questi ultimi secoli si sono fortemente ingrandite: come in tutti i paesi del terzo mondo molti contadini si trasferiscono in città per sfuggire alla fame ed alle guerre e queste migrazioni hanno portato alla formazione di grandi bidonville ai margini dei maggiori centri urbani, prive dei servizi essenziali. Nonostante la loro crescita sono relativamente poche le città africane che superano il milione di abitanti: le principali sono Johannesburg in Sud-Africa, Kinshasa nello Zaire(la città più popolosa dall'Africa nera), Nairobi in Kenya, Addis Abeba in Etiopia, Lagos in Nigeria, Abidjian in Costa d'Avorio e Dakar in Senegal.   

Storia

L'Africa a sud del Sahara fu la culla dell'umanità: qui vero, oltre 4 milioni di anni fa, i primi ominidi ed in seguito anche l'uomo attuale(Homo Sapiens Sapiens). L'Africa rimase però a lungo un continente poco densamente popolato, soprattutto nella parte centro-meridionale, per la presenza della fitta equatoriale. Dalle regioni settentrionali ed in particolare dalla valle del Nilo l'agricoltura si difuse progressivamente in tutto il continente e la desertificazione del Sahara, nel 3° millennio a.C., spinse verso sud le popolazioni che un tempo vivevano in questa regione: nel corso del 1° millennio a.C. esse si stabilirono in tutta l'Africa meridionale, costringendo le popolazioni originarie(Khoi e San, noti in Europa come Boscimani ed Ottentotti, e Pigmei) a ritirarsi all'estremità sud-occidentale del continente o nel fitto delle foreste. Per un lungo periodo non vi furono in questa parte dell'Africa grandi centri urbani, né Stati, a parte quelli che sorsero lungo il corso del Nilo, per l'influenza della civiltà egiziana: il regno di Meroe(900 a.C.- 400 d.C.) e quello di Aksum(100-l000 d.C.), in cui verso il 4° secolo d.C. si diffuse il Cristianesimo. I primi grandi stati africani al di fuori della valle del Nilo si formarono alla fine alla fine del 1° millennio d.C., nella regione del Sahel, a sud del Sahara, probabilmente anche per l'influenza della civiltà araba, che si era diffusa in tutta l'area del nord del Sahara. Gli scambi commerciali favorirono la diffusione della regione musulmana nelle regioni a sud del Sahara e lungo la costa orientale del continente. Dei regni del Ghana(8°-l2° secolo d.C.), del Mali(12°-l5° secolo) e dei numerosi altri presenti in questa regione e poi anche in altre parti del continente rimangono oggi poche testimonianze: questi popoli infatti non usavano la scrittura e solo l'archeologia e le relazioni di alcuni viaggiatori arabi ci permettono di conoscerne lo sviluppo. Furono gli arabi a dare inizio al commercio di schiavi neri(tratta dei neri), ma tale attività si sviluppò soprattutto ad opera degli europei, che cominciarono ad esplorare le coste de continente nel 15° secolo alla ricerca di una rotta per l'India e, dopo la scoperta dell'America, si procurarono schiavi da inviare alle colonie americane. La tratta ebbe inizio nel 16° secolo e conobbe un grande sviluppo tra il 17° ed il 18° secolo. Milioni di neri furono resi schiavi e molti altri morirono durante le spedizioni effettuate per catturare gli schiavi o durante gli schiavi. Per alcuni secoli la ricerca degli schiavi fu il principale obiettivo della presenza europea in Africa ed i primi insediamenti francesi, inglesi, olandesi, snoli e portoghesi, furono basi per la tratta degli schiavi o per il rifornimento delle navi che si dirigevano verso l'Asia. In questi secoli solo all'estremità meridionale dell'Africa si stabilirono numerosi coloni europei di origine olandese che sterminarono o ricacciarono nelle aree desertiche le popolazioni originarie, Boscimani ed Ottentotti, e si scontrarono con alcune delle tribù nere della regione. Nelle altre aree le conquiste europee furono solitamente limitate alle coste.

L'esplorazione e la conquista dell'interno dell'Africa avvennero alla fine dell'800, quando Francia, Inghilterra, Belgio, Germania ed in misura minore Italia, si divisero il continente, nonostante la resistenza di diverse popolazioni, dando vita a divisioni amministrative che ignoravano e differenze etniche, che sono alla base degli Stati attuali. I coloni europei rimasero sempre poco numerosi, a parte in alcune regioni, in cui il clima era più vicino a quello europeo, la terra fertile e vi erano giacimenti minerari importanti, come gli altipiani del Kenya o l'estremità meridionale del continente. Anche qui essi rimasero comunque una minoranza che s'impadronì però delle terre più fertili e dei grandi giacimenti. Nel periodo coloniale l'Africa fu oggetto di uno sfruttamento intenso, senza che ne venisse in nessun modo promosso lo sviluppo economico: l'estrema povertà attuale della regione ha le sue origini proprio in questi anni.

La decolonizzazione avvenne negli anni '60: solo all'estremità meridionale dell'Africa, per la presenza del regime sudafricano e delle colonie portoghesi, le popolazioni locali rimasero più a lungo sotto il dominio europeo, da cui si liberarono tra il 1975(Angola e Mozambico) ed il 1994(Sud Africa). La fine del dominio diretto non portò però sempre ad una reale indipendenza economica e politica, in quanto in Africa il fenomeno del neocolonialismo è molto grave. Inoltre nei nuovi Stati, privi di un'identità nazionale, gli scontri etnici si moltiplicarono ed i contrasti interni, le difficoltà economiche, la povertà estrema favorirono la formazione di regimi dittatoriali.  

Politica

Gli stati africani sono divenuti indipendenti solo popola seconda guerra mondiale, soprattutto dal 1960 in poi, talvolta dopo lunghe guerre d'indipendenza(Angola, Mozambico, Kenya, Namibia, Zimbabwe) le popolazioni nere hanno dovuto lottare perché la minoranza di coloni di origine europea manteneva ogni potere, escludendone la maggioranza nera.

La presenza di confini tracciati dai colonizzatori, senza rispettare le differenze etniche, è all'origine di molti conflitti che hanno insanguinato l'Africa nera dopo l'indipendenza, devastando per anni ed a volte per decenni diversi paesi. Più volte i governi europei, quello sovietico(prima dello scioglimento dell'URSS), quello statunitense, quello sud-africano o le multinazionali sono intervenuti in queste guerre. Questi conflitti sono perciò stati combattuti con armi fornite dall'URSS, dagli USA o dall'Europa, talvolta anche dalla Cina o da Cuba, con l'intervento di consiglieri militari ed anche di soldati di questi stati, come è avvenuto in Etiopia ed in Angola, in Mozambico ed in Somalia.

Guerre interne si sono avute in diversi stati africani: nello Zaire soprattutto nella provincia del Katanga(oggi Shaba), particolarmente ricca di giacimenti minerari(1960-65, 1977, 1978); in Ciad(1965); in Nigeria, nel Biafra, dove la minoranza cristiana degli Ibo si ribellò per staccarsi dal paese, in cui prevalgono i musulmani(1966-l970), e nuovi scontri si sono avuti in seguito(1987,1991) per contrasti religiosi; in Mozambico dopo l'indipendenza(1975), soprattutto per l'intervento del Sud-Africa, ed in Angola, con la partecipazione delle grandi potenze; in Liberia prima contro il dittatore Doe, poi, dopo la sua morte, tra le fazioni rivali; in Etiopia, dove i guerriglieri eritrei riuscirono ad ottenere l'indipendenza del loro paese dopo quasi 30 anni di guerra(1962-l991); in Somalia, dove il rovesciamento del dittatore Siad Barre(1991) ha provocato una nuova guerra civile tra le diverse etnie che avevano partecipato alla rivolta ed oggi il paese è sotto controllo di diverse bande armate.

Gli stati africani sono repubbliche, ma di fatto molti governi sono oggi di tipo dittatoriale: a fronte di alcuni stati divenuti abbastanza democratici, come il Botswana e la Repubblica Sudafricana, sono numerosi i regimi totalitari, che non lasciano nessuna libertà di opinione ed in cui gli oppositori vengono incarcerati o eliminati.

Economia

Vi sono ancora alcune popolazioni africane che vivono di pesca(lungo i grandi fiumi o i laghi o sulle coste), di raccolta e di caccia(come i Pigmei nelle foreste ed i Boscimani nelle regioni desertiche o semidesertiche). La maggioranza della popolazione però vive di allevamento e di un'agricoltura di sussistenza, non meccanizzata. L'aumento della popolazione ha portato negli ultimi decenni ad uno sfruttamento eccessivo del suolo, sia per il pascolo, sia per le coltivazioni, e questo ha provocato la distruzione del manto vegetale e quindi fenomeni di erosione molto gravi: in tutti i paesi a sud del Sahara, il processo di desertificazione si è accentuato e si sono avute diverse carestie.

Nelle terre più fertili gli europei hanno introdotto coltivazioni di prodotti destinati all'esportazione; così l'Africa nera, dove la fame costituisce un grave problema , esporta oggi prodotti alimentari verso i paesi ricchi: cacao(Costa d'Avorio, Nigeria), caffè(Costa d'Avorio, Etisia), tè(Kenya), tabacco(Zimbabwe), arachidi(Senegal, Nigeria). Gli introiti forniti da queste esportazioni non sono utilizzati per acquistare il cibo necessario alla parte povera della popolazione: essi invece finiscono all'estero, essendo molte piantagioni di proprietà europea o statunitense, o sono utilizzati dai grandi proprietari locali e dai funzionari statali per acquistare beni di consumo prodotti dai paesi industrializzati.

L'Africa nera produce anche molto legname, richiesto dai paesi industrializzati, ed il disboscamento è un'altra causa dell'erosione del suolo.

Molto importante è infine la produzione di minerali(dall'oro ai diamanti, dal rame agli smeraldi) e di petrolio(Nigeria), esportazioni versi i paesi industrializzati: in Africa si trovano alcuni tra i principali giacimenti mondiali di diamanti(Sud-Africa, Zaire, Botswana), oro(Sud-Africa), rame(Zambia), uranio (Namibia), ferro(Sud-Africa, Liberia), cromo(Sud-Africa, Zimbabwe), bauxite(Guinea).

L'industria è poco sviluppata, perché gli Europei del mondo coloniale ricavavano da questi territori materie prime e prodotti alimentari, ma non installavano industrie che avrebbero fatto concorrenza alle proprie: solo il Sud-Africa e lo Zimbabwe, dove erano presenti molti coloni europei, ed in tempi più recenti la Nigeria, grazie alla presenza del petrolio, hanno conosciuto un certo sviluppo industriale. In alcuni stati la costruzione di grandi dighe(come la diga Kariba, realizzata dagli italiani sul fiume Zambesi) ha permesso di produrre l'energia necessaria, mentre in altri Stati essa deve essere improntata(sotto forma di petrolio), aggravando il debito internazionale di questi paesi.

Complessivamente l'Africa nera è la regione più povera del mondo ad eccezione di alcuni stati, tra cui il Sud-Africa, dove però a causa del dominio bianco durato fino al 1994 solo la minoranza bianca vive in condizioni di benessere.   

Qualità della vita

A causa della miseria, l'Africa nera presenta numerosi gravi problemi, tipici dei paesi del Terzo Mondo.

Il primo luogo l'alimentazione è spesso insufficiente e le carestie sono frequenti, sia per eventi climatici sfavorevoli, come le periodiche siccità, sia per le migrazioni forzate dovute alle guerre.

Il livello di istruzione è molto basso, con una maggioranza di popolazione analfabeta: questo fenomeno non è grave nelle società tradizionali, dove la scrittura non è usata abitualmente, ma è preoccupante per la popolazione inurbata. Il problema riguarda soprattutto le donne: in paesi come la Sierra Leone, il Gambia, la Guinea, il Niger, il Burkina Faso o la Somalia le donne alfabetizzate sono meno di un terzo degli uomini.

Le condizioni igieniche sono scadenti, soprattutto nelle grandi città, e molte aree sono prive sono prive di acqua potabile, con conseguente presenza di numerose malattie altrove sse. Questa situazione è favorita anche dal clima tropicale africano, che costituisce un ambiente particolarmente adatto alla vita dei diversi microrganismi responsabili di malattie e dalla mancanza di medici, di medicine, di ospedali, di acqua potabile, di informazione sulle norme igieniche, unita alla denutrizione diffusa.

Un altro grave problema, legato all'aumento della popolazione, è la mancanza di posti di lavoro, che spinge molti a migrare verso i paesi africani più sviluppati, come la Nigeria, o verso l'Europa: in Italia ad esempio sono numerosi gli immigrati senegalesi e nigeriani.

A questi elementi socio-economici, per cui i paesi africani si trovano in generale tra quelli in cui lo sviluppo umano è minore, si affiancano i conflitti tribali, la guerre tra Stati e la presenza di dittature, che rendono ancora più difficili le condizioni di vita in molti paesi del continente.  

GUERRE CIVILI IN RUANDA E IN BURUNDI

In Ruanda e Burundi l'etnia maggioritaria è quella degli Hutu(Bahutu), ma vi è una minoranza Tutsi(Watutsi), che in Burundi ha sempre avuto il potere, facendo periodicamente strage degli Hutu(1965, 1972, 1988), in modo da rendere impossibile ogni rivolta. In Ruanda invece gli Hutu ottennero il potere ed instaurarono un regime dittatoriale, contrario ad ogni collaborazione con i Tutsi:

man mano che in Burundi la situazione degli Hutu peggiorava, gli Hutu del Ruanda opprimevano i Tutsi e man mano che in Ruanda la situazione dei Tutsi diventava più difficile, i Tutsi del Burundi facevano strage di Hutu. Nel 1993 libere elezioni portarono gli Hutu in Burundi ed i presidenti dei due paesi cercarono un accordo per risolvere le tensioni esistenti tra le due popolazioni, ma furono assassinati(1994): ebbe così inizio in Ruanda una guerra civile spaventosa, che vide il massacro di centinaia di migliaia di Tutsi, ma anche di Hutu, e che si concluse con a vittoria dei Tutsi. Non essendo stati eliminati i motivi di tensione tra le due etnie, la guerra civile può ricominciare in qualsiasi momento in uno dei due Stati.

LE MALATTIE PRESENTI IN AFRICA

In quasi tutta l'Africa nera sono oggi presenti numerose malattie trasmesse da insetti: la malaria, che è provocata da un microrganismo trasmesso dalle zanzare; la febbre gialla, che è un'epatite(infiammazione del fegato)acuta, provocata da un virus trasmesso dalle zanzare; la tripanosmiasi, o malattia del sonno, provocata da un microrganismo trasmesso dalla mosca tse-tse. Ampiamente diffusa è anche la bilharziosi o schistosomiasi, dovuta ad un minuscolo verme che vive

nelle acque stagnanti e nei corsi d'acqua ed è in grado di penetrare nel corpo umano, diffondendosi in tutto l'organismo e provocando gravi danni ed anche la morte. Anche l'oncocerosi, che provoca la cecità, è provocata da un piccolo verme. In Africa, come pure in Asia ed in misura minore in America latina, è presente la lebbra, che provoca la distruzione di diversi tessuti dell'organismo e, di solito dopo molti anni, la morte. In Africa infine si è sviluppato, con ogni probabilità il virus HIV, responsabile dell'AIDS. Questa malattia si trasmette attraverso i rapporti sessuali o l'uso comune di aghi: a causa della mancanza di fondi, in molti paesi africani può capitare che uno stesso ago venga utilizzato più volte per la vaccinazione dei bambini, senza essere stato adeguatamente sterilizzato, e che venga trasmesso così l'AIDS. A queste malattie infettive vanno aggiunte quelle dovute ad un'alimentazione insufficiente o povera di alcuni elementi essenziali: è il caso del berberi, dovuto ad una carenza di vitamina B1 che provoca un'infiammazione del sistema nervoso, o della pellagra, causata da una carenza della vitamina PP, che colpisce bambini ed adolescenti provocando lesioni alla pelle e disturbi al sistema nervoso.

IL SUDAFRICA

Nella repubblica del Sud-Africa, autonoma dal 1910, il governo rimase in mano ai coloni di origine europea, che tolsero ai neri le loro terre(Land Acts del 1913 e del 1936)e dopo la seconda guerra mondiale crearono un regime sempre più autoritario, basato sulla separazione totale(apartheid) delle diverse razze: tutti i servizi pubblici, dalle scuole agli ospedali, dalle cabine telefoniche agli autobus vennero divisi, per cui ad esempio sull'autobus i neri dovevano salire al piano superiore ed ai bianchi spettava quello inferiore. I matrimoni misti vennero proibiti(1949), ogni razza fu costretta a vivere in propri quartieri(1950) ed i neri vennero privati di ogni diritto: il potere legislativo apparteneva ad un parlamento eletto esclusivamente dai bianchi. All'interno della Repubblica Sudafricana vi fu una forte opposizione al regime razzista, condotta soprattutto dall'ANC e le pressioni internazionali condussero alla progressiva eliminazione dell'apartheid con la legalizzazione dei matrimoni misti(1985), l'abolizione dei lasciapassare per i neri(1986), l'eliminazione della segregazione razziale negli uffici pubblici(1990), l'abolizione dell'anagrafe razziale(1991), l'apertura di tutti gli impianti pubblici a tutti i cittadini(1991), la possibilità per i neri di possedere terre ovunque ed infine libere elezioni in cui ogni cittadino aveva un voto, indipendentemente dal colore della sua pelle(1994): divenne così presidente della Repubblica Sudafricana il capo storico dell'ANC, Nelson Mandela, rimasto in carcere per oltre 20 anni.






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