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EGITTO - Periodo predinastico, Antico Regno, Medio Regno, Nuovo Regno

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EGITTO



L'Egitto ebbe la più lunga storia unitaria, politica e culturale, fra tutte le civiltà mediterranee, svoltasi senza interruzioni dal 3000 a.C. al IV secolo d.C. La natura del paese, attraversato e reso fertile per tutta la sua estensione dal Nilo, e il relativo isolamento rispetto alle influenze culturali esterne, diedero vita a uno stile artistico uniforme che subì pochi mutamenti nel corso di tanti secoli.



L'arte in ogni sua espressione era principalmente al servizio del faraone, considerato un dio in terra, o destinata alla decorazione di edifici pubblici e religiosi. Fin dalle epoche più remote, la fede in una vita dopo la morte fece sì che i defunti venissero sepolti con un corredo di beni materiali che assicurasse loro ogni agio anche nell'aldilà. I cicli naturali - le piene annuali del Nilo, il susseguirsi delle stagioni e il moto del sole, che portava il giorno e la notte - venivano considerati doni concessi dagli dei agli egizi (Vedi Mitologia egizia). Nel pensiero, nella morale e nella cultura era profondamente radicato un profondo rispetto per l'ordine e l'equilibrio. I cambiamenti e le innovazioni non erano incoraggiati, perciò lo stile e le convenzioni urative dell'arte egizia, stabiliti agli albori di questa civiltà, rimasero pressoché inalterati per oltre tre millenni.

Periodo predinastico

I primi abitanti dell'area del Nilo si insediarono sui terrazzamenti o altipiani creati dal fiume. Gli strumenti e i manufatti rinvenuti documentano l'evoluzione dallo stadio di cacciatori-raccoglitori a quello di agricoltori stanziali (Origini dell'agricoltura). Intorno al 4000 a.C. con l'inizio del periodo predinastico, la civiltà egizia entrò nella sua prima fase di sviluppo, che durò fino al 3100 ca. a.C.

Sono state scoperte tracce di insediamenti organizzati risalenti a quest'epoca, mentre i manufatti sono emersi principalmente dagli scavi nelle necropoli, poiché venivano deposti nelle tombe insieme al corpo imbalsamato - la mummia - affinché lo spirito potesse usarli nella sua nuova vita. Sopravvive così un gran numero di beni personali come vasellame, utensili e armi. Le ceramiche venivano decorate con scene della vita del tempo; tra i motivi ricorrenti vi sono anche ure di uccelli e animali delle sponde del Nilo e, nelle opere del tardo periodo predinastico, compaiono anche le imbarcazioni a più remi caratteristiche del fiume. Il rame era impiegato in quantità limitate per realizzare grani per collane e semplici utensili, ma quasi tutti gli attrezzi erano scolpiti nella pietra, come i mortai per macinare i pigmenti usati per truccare gli occhi (Vedi Cosmetici). Molto comuni le piccole sculture in avorio e osso intagliato o in creta.

Antico Regno

L'Antico Regno, databile dalla III alla VI dinastia, occupò i cinque secoli compresi tra il 2755 ca. a.C. e il 2255 a.C. Intorno al 3100 a.C. il paese fu riunificato sotto la guida di potenti condottieri meridionali. Tuttavia, la divisione dell'Egitto in due parti distinte, Alto Egitto al sud e Basso Egitto al nord, rimase forte. La nascita del potere centrale è commemorata nella Stele del re Narmer (3100 ca. a.C., Museo egizio, il Cairo), una pietra scolpita che rafura il re, con il capo cinto dalla corona tipica del Regno del Sud, nell'atto di soggiogare i popoli settentrionali.

Architettura

Le tombe per i regnanti delle prime dinastie, costruite ad Abido e Saqqara, imitavano la struttura dei palazzi o dei templi. Il gran numero di ceramiche e oggetti in pietra, in avorio e in osso intagliato che vi sono stati rinvenuti attestano l'elevato livello di sviluppo dell'Egitto dell'Antico Regno. La scrittura a geroglifici, con cui si esprimeva la lingua egizia, si trovava allora nello stadio iniziale della sua evoluzione.

Durante la III dinastia, l'architetto Imhotep costruì per il faraone Zoser (2737 ca. - 2717 ca. a.C.) a Saqqara, nei pressi della capitale Menfi, un intero complesso funerario composto da un gruppo di templi ed edifici a questi collegati, e dalla grande piramide a gradoni nella quale fu deposto il corpo del re: è forse il più antico esempio conservatosi di architettura monumentale e una delle prime versioni della caratteristica piramide egizia.

Le piramidi di Giza (in cui furono sepolti i faraoni della IV dinastia) illustrano l'abilità degli architetti egizi nell'edificare monumenti che sono ancor oggi considerati fra le meraviglie del mondo. La grande piramide di Cheope raggiungeva originariamente l'altezza di 146 m ed era formata da circa 2.300.000 blocchi di pietra del peso medio di 2,5 tonnellate ognuno. Oltre che da una piramide, ogni impianto funerario era costituito da un tempio a valle, una strada d'accesso e un tempietto o una cappella in cui venivano celebrati i riti religiosi per lo spirito del faraone.

Intorno a Giza - dove si trova, oltre alle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, anche la celeberrima Sfinge - crebbe una necropoli, formata da numerose mastabe ('panca in mattoni d'argilla'), cioè tombe a tetto piatto con pareti a scarpata, chiamate così per la loro somiglianza con le panche allora poste di fronte alle case. Le mastabe erano riservate ai membri della famiglia reale, agli alti ufficiali, ai cortigiani e ai funzionari, e per la maggior parte erano dotate di pozzi perpendicolari che conducevano alla camera funeraria contenente la mummia e le offerte. In epoche successive, al tipo di tomba costruito in conci di pietra ne subentrò un altro, scavato direttamente nella roccia.

Dalla disposizione delle tombe di Giza e Saqqara si deduce che le case a cui esse si ispiravano dovessero formare centri dalla struttura urbanistica ben organizzata. Si conosce ben poco dell'architettura domestica dell'Antico Regno, poiché le abitazioni e persino i palazzi erano costruiti in adobe (mattoni seccati al sole) e non si sono conservati. Le migliori testimonianze sui costumi e le condizioni di vita degli antichi egizi derivano quindi dai templi e dalle tombe, realizzati in pietra e destinati a durare.

Scultura

Rispetto al periodo predinastico, la scultura egizia subì una rapida evoluzione, giungendo, già al tempo di Zoser, alla realizzazione di grandi statue dei faraoni che ne ospitassero lo spirito. Il blocco di pietra veniva prima squadrato fino ad assumere la forma di un parallelepipedo; la ura veniva quindi sbozzata sul lato frontale e sui due laterali: ne nasceva una statua pensata per essere osservata frontalmente.

Dovendo rappresentare l'immagine eterna dell'essenza della persona rappresentata, l'artista non era interessato a descrivere il movimento nel senso in cui lo intendiamo ai nostri giorni e rappresentava persino le ure in piedi non come se stessero camminando, ma in riposo. L'anatomia umana era nota fin dagli inizi del periodo dinastico, ma veniva tradotta in forma astratta. Le immagini dei regnanti, in particolare, venivano idealizzate e caricate di una grande dignità.

Una statua in diorite di Khefren (2530 ca. a.C., Museo egizio, il Cairo), costruttore della seconda grande piramide di Giza, riassume tutte le qualità che resero memorabili le sculture regali egizie: il re è assiso su un trono decorato da un emblema delle terre riunificate, con le mani sulle ginocchia, il capo eretto e lo sguardo rivolto lontano. Il falcone del dio Horus posto alle sue spalle simboleggia che egli è 'Horus vivente', uno degli dei. Tutte le parti della ura sono compatte e bilanciate, dando vita a una potente immagine di regalità divina.

In altri casi i personaggi venivano rafurati a coppie o in gruppi in cui il defunto e insieme al resto della famiglia. Le statue erano in pietra, legno e (raramente) in metallo, successivamente dipinte; gli occhi erano intarsiati con altri materiali, come il cristallo di rocca, per aumentarne l'effetto di verosimiglianza. Le sculture ritraevano quasi esclusivamente persone importanti, ma in alcuni casi si scolpivano anche personaggi intenti a preparare il cibo o a svolgere attività artigianali, da deporre nella tomba come servitori del defunto nell'aldilà.

I rilievi avevano principalmente due funzioni: sulle mura dei templi dovevano glorificare il re; nelle tombe dovevano fornire allo spirito tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno per l'eternità. Le decorazioni delle camere nelle tombe private rappresentano di solito scene in cui l'occupante prende parte o sovrintende a varie attività, come quando era in vita. Il tipico metodo di rafurazione bidimensionale della ura umana, sia scolpita sia dipinta, fu dettato dal desiderio di cogliere l'essenza del soggetto; combinava una rappresentazione di profilo del capo e della parte inferiore del corpo a una frontale del torso, utilizzando così la visione più comprensibile per ogni parte. Questa regola, o canone, era applicata ai re e ai membri della nobiltà, mentre per i servitori e i lavoratori dei campi il suo impiego era meno rigido. Per completare l'effetto di verosimiglianza i bassorilievi venivano colorati e alcuni dettagli aggiunti solo a pennello, anche se esistono, nell'Antico Regno, rare decorazioni non scolpite ma interamente affrescate

Dai bassorilievi funerari si possono trarre molte indicazioni relative alla vita e ai costumi egizi; vi sono illustrati i metodi per allevare il bestiame, le varietà di cibo e la loro preparazione, la cattura degli animali selvatici, la costruzione delle navi e le varie fasi delle attività artigianali. Le immagini erano disposte sulle pareti in bande o registri e volevano essere narrazioni perpetue: non di eventi verificatisi in un particolare momento, ma dalla durata eterna.

Arti decorative

Le ceramiche riccamente decorate del periodo predinastico furono sostituite da manufatti di fine fattura privi di ornamentazione, spesso con la superficie brunita, in una grande varietà di forme. Nell'antichità la ceramica era il materiale utilizzato per tutti i tipi di recipienti, sia per quelli impiegati per mangiare e bere, sia per quelli di grandi dimensioni per i magazzini per cibi o bevande, come la birra

I gioielli erano in oro e pietre dure, decorati con quei motivi zoomorfi e vegetali ai quali si ispirarono sempre, per tutta la storia egizia, le arti decorative. Si sono conservati ben pochi esempi di mobili del tempo, ma dalle pitture tombali si desume che la forma di sedie, letti, sgabelli e tavoli fosse piuttosto essenziale, decorata a motivi vegetali e con gambe terminanti in zampe animali.

Al termine della VI dinastia il potere centrale si era indebolito; i governatori locali presero a farsi seppellire nelle rispettive province invece che nei pressi dei complessi funerari del loro re. Risale a quest'epoca la più antica statua in metallo conservatasi, una ura in rame (2300 ca. a.C., Museo egizio, il Cairo) di Pepi I (che regnò dal 2395 ca. al 2360 a.C.).



Medio Regno


Il cosiddetto 'primo periodo intermedio' (dalla VII alla X dinastia) fu un tempo di confusione e anarchia. Si tentò di mantenere le tradizioni artistiche dell'Antico Regno, ma fino al momento in cui i potenti signori di Tebe riunirono nuovamente il paese l'attività artistica non seppe conservare il suo precedente vigore.

Mentuhotep II, faraone dell'XI dinastia che regnò dal 2061 al 2010 a.C., fu il primo sovrano del Medio Regno unito (2134-l784 a.C.) e promosse un nuovo stile dei monumenti funerari, probabilmente ispirato ai complessi piramidali del Regno Antico. Nella valle sulla riva sinistra del Nilo, a Tebe, fece costruire una serie di templi disposti sulla lunga strada lastricata che conduceva a un santuario posto su una piattaforma scavata nel fianco della montagna, sulle cui mura la sua immagine appariva in comnia degli dei.

Architettura

L'architettura del Medio Regno non è degnamente rappresentata dagli esempi conservati. Solo un piccolo edificio, risalente al periodo di Sesostri I (che regnò dal 1962 al 1928 a.C.) della XII dinastia, emerse fra i templi di Karnak. Questa cappelletta, corrispondente a una stazione della processione del battello sacro, è una tipica testimonianza dello stile del tempo: la sua struttura cubica, realizzata in base a un rigido sistema a pilastri e architravi, ha purezza di linea e proporzioni armoniose quasi astratte. I pilastri sono decorati da fini rilievi con immagini del re e delle divinità.

Scultura

La scultura del Medio Regno viene spesso descritta come un passo in direzione del realismo. Le prime opere di questo periodo imitavano direttamente quelle dell'Antico Regno, nel tentativo di restaurare le antiche tradizioni, mentre la scultura della XII dinastia manifestò un fresco interesse nei confronti della realtà. Le ben caratterizzate statue di faraoni come Amenemhet III e Sesostri III sono molto differenti da quelle dei loro predecessori, idealizzate al punto da essere assimilabili a quelle divine.

In queste, invece, l'impegno e la dedizione nel compiere i doveri legati all'alto ufficio si rispecchiano chiaramente nel viso e la struttura ossea traspare al di sotto delle superfici levigate, producendo un effetto di verosimiglianza ancora inedito per l'arte egizia.

Pittura

L'abitudine, diffusa tra la nobiltà, di costruire monumenti funerari nei propri centri d'influenza, più che nella capitale del regno, perdurò a lungo. Benché molte di queste tombe fossero ornate da rilievi simili a quelli di Assuan, nel Medio Egitto esse vennero solo dipinte, a opera di artigiani provinciali che tentavano di uniformarsi agli stili ufficiali delle imprese faraoniche. ½ compaiono talora nuovi motivi pittorici, ma in genere i soggetti e il loro svolgimento sono fedeli agli antichi modelli. Dipinte erano anche le decorazioni dei sarcofagi rettangolari in legno caratteristici di quest'epoca.

Arti decorative

Durante il Medio Regno vennero create opere superbe nel campo delle arti decorative, in particolare gioielli in metalli preziosi intarsiati con pietre policrome. La terracotta invetriata conobbe ulteriori impieghi con la produzione di amuleti e urine.


Nuovo Regno


La XIII dinastia fu un periodo di governanti deboli, che regnarono in rapida successione: se ne contano 50 o 60 nell'arco di un secolo e mezzo. Durante il 'secondo periodo intermedio' (dalla XIV alla XVII dinastia) il paese fu nuovamente diviso. Gli hyksos, invasori stranieri originari dell'Asia occidentale, penetrarono in Egitto e ne divennero i nuovi signori. Questo ebbe un impatto significativo sul paese, poiché essi importarono nuove tecnologie e, al tempo stesso, diedero agli egizi una visione più ampia della loro collocazione nel Mediterraneo. Ma da Tebe ripartì l'impulso alla riunificazione, gli occupanti furono scacciati e venne ristabilito un unico potere regale. Il Nuovo Regno (1570-l070 a.C.), iniziato con la XVIII dinastia, fu un periodo di grande potenza, ricchezza e influenza e vide l'espansione del commercio con l'estero e delle conquiste.

Architettura

I re della XVIII, XIX e XX dinastia promossero grandemente l'architettura religiosa. Con la capitale nuovamente a Tebe, fu dedicata una particolare attenzione al dio locale Ammone, che divenne la principale divinità egizia. Quasi ogni faraone del Nuovo Regno ordinò aggiunte al complesso di Karnak, centro del culto di Ammone, contribuendo così a creare una delle più imponenti strutture religiose della storia. Gigantesche porte, cortili colonnati e sale sorrette da colonne polimorfe e decorate con obelischi e statue manifestavano tangibilmente il potere del re e dello stato.

Sulla riva sinistra del Nilo, nei pressi della necropoli di Tebe, sorsero numerosi templi per il culto dei defunti. Durante il Nuovo Regno le spoglie dei faraoni vennero deposte nelle tombe scavate nella roccia dell'arida Valle dei Re, al cui ingresso sorgevano gli edifici religiosi. Tra essi, uno dei primi e dei più originali è il tempio funerario (1478 ca. a.C.) della regina Hatshepsut a Dayr el-Bahri, costruito dall'architetto reale Senemut e collocato sulle alte sponde del Nilo nei pressi del tempio di Mentuhotep II, faraone dell'XI dinastia, a cui probabilmente si ispirava; era una struttura terrazzata dotata di vari altari e rilievi che illustravano le imprese di Hatshepsut. Altri faraoni non seguirono questo precedente e costruirono i propri templi più in basso, sulla terra coltivata.

Tombe scavate nella roccia furono aperte nei fianchi montuosi della Valle dei Re nel tentativo - non sempre riuscito - di celare il luogo di sepoltura delle mummie reali. I lunghi corridoi in discesa, le scale e le camere erano decorati con bassorilievi e dipinti con scene ispirate a testi religiosi (Letteratura egizia) che dovevano proteggere e aiutare lo spirito nella nuova vita.

Il faraone della XIX dinastia Ramses II, uno dei più prolifici costruttori del Nuovo Regno, fece edificare il gigantesco tempio rupestre di Abu Simbel in Nubia, nel sud del paese, addossato alla montagna e presidiato da quattro colossali statue del re. Tra il 1963 e il 1972, per impedire che finissero sommerse dalle acque della nuova diga di Assuan, si realizzò l'integrale spostamento di questo e di un altro tempio a una quota superiore.

Come nelle epoche precedenti, anche nel Nuovo Regno l'architettura domestica e i palazzi erano in adobe. Si sono conservati tuttavia reperti in numero sufficiente per suggerire che le dimore nobiliari si articolassero su più stanze, con pavimenti, mura e soffitti dipinti. Le case per i ceti benestanti erano organizzate come piccole tenute, con edifici residenziali e di servizio racchiusi in un recinto. Si sono persino scoperti i resti delle modeste abitazioni dei lavoratori, raggruppate in villaggi che assomigliano molto a quelli dell'Egitto moderno.


Scultura

Durante il Nuovo Regno la scultura raggiunse i suoi vertici. La severa stilizzazione dell'Antico Regno e l'acerbo realismo del Medio Regno lasciarono posto a uno stile raffinato che combinava un senso di nobiltà con una grande attenzione alla delicatezza dei dettagli. Iniziato durante i regni di Hatshepsut e Tutmosi III, questo stile raggiunse all'epoca di Amenofi III , che diede inizio ai lavori per il tempio di Luxor, una maturità e una grazia senza pari.

L'arte del periodo di Akhenaton, il lio di Amenofi III, riflette la rivoluzione religiosa che egli aveva intrapreso. Akhenaton venerava unicamente Aton, il dio del sole, e riteneva che l'arte dovesse mutare indirizzo. L'inizio del suo regno si caratterizzò per l'impiego di un realismo che sfiorava la caricatura, che tuttavià si sviluppò in uno stile di grande bellezza e profonda penetrazione emotiva, qualità testimoniate dalla testa in calcare dipinto ( 1365 ca. a.C., Staatliche Museen, Berlino) di Nefertiti, la regina sposa di Akhenaton.

Pittura

Durante il Nuovo Regno il bassorilievo venne utilizzato soprattutto per la decorazione di edifici religiosi, mentre l'arte del dipingere fu riservata principalmente alle tombe private. La necropoli di Tebe è una ricca fonte di informazioni sul graduale mutamento della tradizione pittorica, oltre che di vivaci illustrazioni della vita del tempo.

Rispetto alla cultura, la pittura permetteva di rafurare un maggior numero di espressioni, consentendo all'artista vivide rappresentazioni della vita lungo il Nilo. Gli ufficiali furono presentati mentre ispezionavano gli esotici tributi fatti giungere in Egitto da ogni parte del mondo allora conosciuto. Le attività delle botteghe reali furono descritte meticolosamente, illustrando la produzione di ogni tipo di oggetti, dalle sculture di grandi dimensioni ai gioielli più delicati.

Anche i riti funebri furono seguiti in ogni loro fase, dalla processione alla tomba fino alle preghiere finali agli spiriti. Uno dei motivi caratteristici delle pitture tombali tebane, i cui primi esempi risalgono all'Antico Regno, è la rappresentazione del defunto nell'atto di cacciare e pescare tra i papiri, passatempi ai quali avrebbe potuto dedicarsi per l'eternità.

Arti decorative

La arti decorative del Nuovo Regno raggiunsero un livello di qualità pari a quello della scultura e pittura contemporanee. Gli oggetti di uso comune destinati alla corte e alla nobiltà erano di raffinata fattura e realizzati con grande perizia tecnica, come si nota perfettamente nel corredo funerario della tomba di Tutankhamon scoperta nel 1922: i ricchi materiali, alabastro ebano, oro, avorio e pietre dure, sono combinati per creare oggetti stupendi. Anche la ceramica del Nuovo Regno rivela un'analoga passione per la decorazione, con le superfici dipinte a colori brillanti e a motivi floreali.


Ultimo periodo

Agli energici re della XVIII e XIX dinastia e della prima parte della XX succedettero altri più deboli che lasciarono che il paese sfuggisse al loro controllo. Ramses III (1198-l167 a.C.), l'ultimo potente faraone della XX dinastia, costruì sulla sponda occidentale del Nilo l'immenso tempio funerario di Medinet Habu, uno dei meglio conservati. ½ era annesso un palazzo, che sappiamo visitato e utilizzato dal re nel corso della sua vita. Sulle mura del tempio sono scolpite scene di battaglia tratte dalle camne di guerra organizzate da Ramses III a difesa dell'Egitto dagli invasori stranieri.

Le dinastie che vanno dalla XXI alla XXIV si susseguirono durante il 'terzo periodo intermedio', per un intervallo di oltre 350 anni, e nelle sedi di Sais, Tanis e Bubasti nell'area del delta del Nilo. I faraoni della XXV dinastia, che riuscirono a riunificare l'Egitto, erano originari di Cush in Sudan; abbracciarono tuttavia la religione e i costumi egizi e incorporarono nei propri nomi quelli di famosi re del passato, ritenendo che fosse loro compito riportare il paese ai suoi antichi splendori. Questi re cusciti rinnovarono i templi e edificarono nuove costruzioni dedicate agli dei: la loro arte imitò scene e motivi tratti da monumenti precedenti, mentre tombe a piramide furono nuovamente elevate nella loro madrepatria, finché gli assiri invasero l'Egitto e posero termine alla dinastia cuscita.

Gli assiri non riuscirono a controllare tutto il paese; i loro vassalli diedero vita a una nuova dinastia indigena a Sais e regnarono per circa 140 anni. I saiti proseguirono sulla strada di restaurazione già seguita dai cusciti e le arti rifiorirono: la scultura e la fusione del bronzo divennero attività artistiche molto importanti e si svilupparono numerosi contatti con la civiltà greca. Una colonia ebraica nella città di Assuan è testimonianza dei contatti tra i re saiti e i regni di Israele e Giuda. L'arte della XXVI dinastia fece ricorso a molte antiche forme, spesso copiando fedelmente motivi precedenti. L'interesse mostrato verso un certo tipo di ritrattistica dal vero, già iniziato con la XXV dinastia, proseguì anche in quest'epoca, spesso con splendidi risultati.

La XXVI dinastia terminò nel 525 a.C. con l'invasione dei persiani e dal quel momento in poi, salvo brevi periodi, l'Egitto non fu mai più completamente libero dal controllo straniero. La conquista del paese da parte di Alessandro Magno nel 332 a.C. e dai romani nel 30 a.C. fece entrare l'Egitto nel mondo classico, ma le antiche tradizioni artistiche rimasero vive nella rappresentazione iconografica di Alessandro e dei suoi successori. Nel periodo della dinastia dei Tolomei e in quello romano furono costruiti dei templi che echeggiavano i tradizionali stili architettonici egizi.



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