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Jack Kerouac

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Jack Kerouac


Jack Kerouac, nasce il 12 marzo 1922 a Lowell, una cittadina industriale del Massachusetts, da una famiglia cattolica franco-canadese di modeste condizioni. Passa un'infanzia normale, nutrita di programmi radio, di fumetti e letteratura locale, ma la morte prematura del fratello Gerard lo colpisce profondamente conferendogli una sensibilità particolare per il tema della morte e contribuendo a rafforzare i rapporti con la madre, che rimarrà la persona più importante della sua vita.

La sua vocazione matura dopo il 1939, a New York, dove aveva avuto accesso alla Columbia University grazie a una borsa di studio per meriti atletici. Un incidente sul campo di football stronca la sua carriera di giocatore e apre quella di scrittore. E' negli ambienti del Greenwich Village, quartiere di artisti e ribelli, che incontra gli uomini con i quali farà quelle esperienze culturali e personali che costituiranno la sua vita; prima di tutti William Burrought, poi Allen Ginsberg e soprattutto Neil Cassady, un giovane che proveniva dalla esperienza del riformatorio e che divenne per Kerouac fonte e modello di ispirazione letteraria. Dal 1942 quando si imbarca nella marina mercantile fino al 1957, anno in cui pubblica "Sulla Strada", J.K. viaggia attraverso l'America e il Messico, prima con Neil Cassidy, poi da solo. Incontra Lawrence Ferninghetti, Gary Snyder e i poeti di San Francisco (città che nei suoi romanzi chiamerà Frisco), i suoi rapporti con Burrought e Ginsgerg si approfondiscono, scrive molto e sopravvive di lavori santuari (raccoglie frutta, lavora per la ferrovia) e grazie agli aiuti della madre, la sua religiosità infantile di cattolico si incontra con il Buddismo, che insieme ai viaggi costituirà il materiale su cui sono stati scritti i suoi romanzi più famosi.



Il successo di pubblico e il significativo miglioramento delle condizioni economiche frutto della popolarità di Sulla Strada non sembrano portargli serenità, anzi è il contrario. I rapporti con Burrought, Cassady e Ginsberg si fanno sempre più difficili. Gli amici si coinvolgono profondamente nelle ribellioni anti istituzionali e contro la guerra in Vietnam, diventando una sorta di leader morali nel movimento giovanile degli anni Sessanta per l'espansione della coscienza attraverso l'uso di psichedelici.

Kerouac si sente progressivamente sempre più isolato, e la critica non lo apprezza più come prima. L'influenza del perbenismo della madre, con la quale vive, si rafforza e Kerouac, si distacca dai vecchi amici accusandoli di essere caduti in un tranello comunista, dichiarando inoltre il suo patriottismo e la propria difesa dell'intervento americano in Vietnam. Il ricorso all'alcool diventa sempre più sistematico fino al 1969 quando muore per un attacco d'ernia non carata, chiudendo un'esperienza umana che sembra riconoscere il primo e fondamentale principio del buddismo: la vita umana è essenzialmente dolore.

Scrisse diverse opere che più o meno riscontrarono successo, ma la sua idea generale era di concepire i propri lavori come una lunga autobiografia da presentare al pubblico in tarda età, unendo i vari volumi, restituendo i nomi autentici ai suoi personaggi, così da diventare una grande saga dell'America contemporanea.

Il suo primo libro, pubblicato nel 1950 fu "THE TOWN AND THE CIT" che suscitò un grande interesse presso i critici mettendo l'autore in crisi. Passarono sette anni prima che egli si ripresentasse alla critica, con un altro romanzo e nel 1975 diede alle stampe "ON THE ROAD" (sulla strada), che lo rese acclamato, portavoce ed interprete di un'intera generazione: "La Beat Generation". Con questo libro balzò al centro di un grande successo che lo rese alquanto famoso. Fu preso d'assalto dagli intervistatori della televisione, della radio e dei quotidiani ma anche dai critici letterari.

Sulla strada fu scritto in tre settimane su un rotolo di carta da telescrivente lungo quaranta metri, senza tener conto della struttura tradizionale del romanzo. Ed è il resoconto spontaneo e per la maggior parte autobiografico dei vagabondaggi in autostop di Sal Paradise e dell'amico Dean Moriarty. Romanzo sull'amicizia, sull'amore, sulla ricerca di se stessi, rappresenta l'unico testo beat inserito nei libri di letteratura. Era già diventato un "personaggio" quando pubblicò, nel 1958, "The Subterraneans" ( i sotterranei), che presto venne considerato il ritratto in prosa della beat generation. E' la storia dell'amore tra un bianco e una negra ambientato in San Francisco, città popolata da giovani ribelli, i cui ideali sono il Jazz, la velocità, il sesso, la droga e la libertà individuale. Fu processato per oscenità, alla sua prima apparizione, ma fu assolto con una sentenza che ne riconosceva la bellezza lirica di alcune immagini. Scritto in tre notti di luna piena sotto l'effetto della benzedrina, rappresenta un ritratto intenso e satirico dei beat freddi al contrario di "Sulla Strada" che era invece manifesto dei beat caldi. Nello stesso anno pubblicò "Vagabondi del Darma" (The Darma Bums) che sembra dare risposta una volta per tutte alle interminabili domande degli intervistatori circa i suoi atteggiamenti religiosi, poiché parla della realizzazione di se stesso attraverso il buddismo zen. Negli anni successivi, videro la luce altri romanzi, quali "Doctor Sax", "Desolation Angels", "Mexico City Blues", "Il Viaggiatore Solitario" e "Big Sur" il seguito di Sulla Strada che descrive il ritiro del leader della beat generation sulla costa californiana per tentare un bilancio della propria vita. E' fuori ogni dubbio che i libri che hanno apportato un contributo allo sviluppo della narrativa e che costituiscono i suoi maggiori successi sono: Sulla Strada, i Sotterranei e i Vagabondi del Darma. Questi romanzi, ricchi di intensità, sono diventati mezzo evocativo per migliaia di giovani che si sono riconosciuti in quelle ine e hanno condiviso con i beat gli stessi problemi. Anche Kerouac, come gli altri appartenenti alla beat generation si pone il problema di ricercare una spiegazione della vita e vuole giungere ad una risposta secondo la cultura beat: facendo uso di droghe, ed alcool, attuando la promiscuità sessuale e l'esaltazione musicale che sono gli unici mezzi per ritrovare l'identità con la quale è poi possibile raggiungere la fede. Ma sono gli anni Cinquanta in un'America conservatrice e fare scandalo è cosa assai semplice. Parolacce, promiscuità sessuale specialmente attraverso le barriere razziali sono difficili da digerire per larghi settori dell'opinione pubblica. E' a lui che si deve la definizione "beat generation" poiché è lui che l'ha inventa nell'atto stesso di individuarla e poi descriverla nei suoi libri. Il termine deriva da un'espressione di Hunke, scrittore amico di Ginsberg, che era solito dire: "I'm beat", ovvero ragazzi sono fatto, sono stanco. I possibili significati della parola affascinarono Kerouac al punto che la citò in "Metropoli e Città", del 1950, e due anni più tardi un cronista pubblicò sul New York Time un articolo intitolato: "Questa è la beat generation" e da quel momento beat divenne un'etichetta appiccicata su chiunque facesse uso di droghe o portasse i capelli lunghi. Tra i vari significati di beat vi è sconfitto, battuto, più ancora che il senso mistico di beato con l'abbreviazione in beatus o musicale di ritmo. E' nel Jazz invece che va ricercata la base del suo stile e della sua tecnica, poiché egli dice che il tempo è l'essenza della purezza del discorso e il linguaggio è un flusso di idee che partano dalla mente e esprimono il soggetto delle immagini come fanno i musicisti jazz. Gli scritti di Kerouac sono liberi e molto crudi nelle parole, difatti è molto facile trovare nelle sue opere parole gergali inerenti soprattutto l'azione sessuale. Per quanto riguarda la punteggiatura, Kerouac preferisce l'energico distacco che dà il punto anziché le confusionarie virgole e ponto e virgola, imitando il musicista jazz quando prende fiato tra le varie frasi suonate. Anche la lingua è contaminata da questo suo attaccamento musicale poiché rappresenta il dialetto dei jazzisti le cui parole sono sempre violente e incisive. Ma non è solo la durezza del linguaggio che caratterizza questo autore, poiché anche lo stile lo rende inconfondibile. Teso a valorizzare ogni singola immagine, Keruoac scarnifica le frasi e le libera di tutte quelle parti che non sono necessariamente indispensabili alla descrizione dell'immagine stessa, ma inoltre tende alla spontaneità, con la quale si riferisce proprio alle possibilità di improvvisazione del jazz. Difatti Keruoac dà un'enorme importanza al "momento" dello scrivere, inteso come istante creativo durante la quale la scrittura definita da lui "automatica" deve essere fatta con eccitazione, in fretta, fino ad avere i crampi, in accordo con le leggi dell'orgasmo. E' per questo che in tutte le sue opere si può notare che non segue soltanto il tema centrale di cui a deciso di parlare, ma a questo vi aggiunge altre note, racchiuse tra parentesi a volte lunghe qualche ina, che rendono difficoltosa la lettura in quanto possono far smarrire al lettore in tema principale. Si tratta solitamente di pensieri e ricordi venutigli in mente nel momento in cui scriveva. Di lui Henry Miller ha detto: Jack Keruoac ha violentato a tal punto la nostra immacolata prosa, che essa non potrà più rifarsi una verginità". Difatti, gia questo suo modo di scrivere, sottolinea la voglia di creare un qualcosa di nuovo, un modo per lasciare un segno nel mondo della letteratura, un segno diverso da quelli già lasciati dai precedenti scrittori. Forse il suo maggior contributo alla letteratura è proprio il coraggio che ispira ad altri scrittori. Dopo aver letto Keruoac è difficile ritornare ad altri.









BEAT GENERATION


La beat generation inizialmente movimento letterario diventato poi culturale, è nata negli anni cinquanta attorno ad un gruppo di giovani scrittori i cui maggiori esponenti furono: Jack Kerouac, Allen Ginsbrerg, William Burroughs, Lawrence Ferlinghetti e Gregory Corso. Il conio dell'espressione viene rivendicato da Keruoac, che la introdusse per la prima volta in un suo libro "the Town and the City", poi in un'intervista. I rappresentanti del movimento "beat" presero vita dal "Rinascimento di San Francisco" detto così poiché in quegli anni diventò la nuova capitale letteraria d'America, quando la presenza di molti profughi europei cominciò a rendere San Francisco la città americana meno legata a tradizioni rigorosamente locali e nella marea del conformismo questa metropoli andò delineandosi come un'oasi per la libertà personale. Forse fu proprio l'ambiente favorevole a dare il via a questo movimento che primo fra tutti rivendica la libertà personale dell'individuo. Difatti, in questi anni avvenne una delle più grandi rivoluzioni culturali mai avvenute nella storia; una rivoluzione che non toccò soltanto la letteratura, ma anche la musica, l'arte e la filosofia di quel periodo. I beat erano, però personaggi piuttosto scomodi alla società del tempo in quanto erano loro stessi i primi a remarvici contro con le loro idee anticonformiste e anticonsumiste, che tanto andavano contro gli ideali americani. Ecco perché questo movimento, nato in America non si sviluppo in nessun'altra parte del mondo. Qui in Italia, pochi hanno avuto la possibilità di conoscerlo e tra questi vi è Fernanda Pivano che non solo ha incontrato di persona gli artisti principale, ma ha anche scritto libri e prefazioni riguardanti questo fenomeno. La beat generation sta ad indicare press'a poco quello che noi chiamiamo la "gioventù bruciata". I poeti che ne fanno parte non sono professori o scrittori professionisti aventi un impiego in Case Editrici o giornali, ma giovani disperati che respingono i sistemi precostituiti e sperano e tentano di scoprirne dei nuovi. In contrapposizione a questo movimento (diviso a sua volta in beat caldi e freddi), in Europa si sviluppò in New Dada, un movimento a sfondo anarchico che come i beat si scelsero un'uniforme. Si distinsero per il colletto inamidato, i capelli impomatati e per le aderenti scarpette francesi, diversamente dai beat, dei quali, caldi indossavano blusoni in pelle, blue jeans e sandali, i freddi abiti seri e scuri, camicia azzurra e cravatta. La differenza sostanziale tra beat caldi e beat freddi è la stessa che c'è tra la beat generation e la lost generation. I primi dell'immediato dopoguerra erano scrittori di denuncia e di violenza, i secondi invece, appartenenti ad un mondo già contestato non credono nella violenza, ma nel silenzio e in una specie di rinascita della personalità. Nelle scelte e nelle tematiche della beat generation si ritrovano alcune delle istanze che daranno il via nel decennio successivo al movimento giovanile degli "Hippy". Purtroppo l'enorme camna pubblicitaria condotta in America sul fenomeno beat ha danneggiato questo movimento creandone false copie come erano i Beatnik, che nel giro di pochi giorni invasero le strade di se travestite con sandali e maglioni, barba e capelli lunghi. In pratica il movimento era diventato proprio quello cui si battevano i suoi esponenti, ovvero simbolo di conformismo. Fu proprio per questo che poeti come Ginsberg si distaccarono dalla massa, si rasero e si tagliarono i capelli. Ma soprattutto la gente cominciò a confondere i beats con i beatnik ed è per questo equivoco che si accomunarono i beats con la delinquenza minorile: perché la marijuana la fumavano anche i delinquenti, Gregory Corso era stato in riformatorio e Neil Cassidy rubava automobili. Per fortuna, braccati dalla polizia, i falsi beat ritornarono come erano inizialmente, mentre i veri continuarono a scrivere e viaggiare. Tra i vari autori quelli che maggiormente con le loro opere hanno rappresentato il movimento, sono Kerouac tra i romanzieri e Ginsberg tra i poeti., rispettivamente con "Sulla Strada" e "Urlo". Se Ginsberg con il suo Urlo ha creato una bandiera, Kerouac con Sulla Strada ha fondato un vero e proprio modello di vita. La poesia di Ginsberg alla sua prima uscita fece così tanto clamore che la polizia fece arrestare l'editore, Lawrence Ferlinghetti. Per fortuna Ferlinghetti fu scagionato in quanto il giudice stesso non ne riconobbe le oscenità, dicendo che Howl è una denuncia contro il materialismo e la meccanizzazione che spingeva l'America verso la guerra, e come tale ha significato sociale e non importa che venga giudicato osceno. Fu proprio per questo che molti libri vennero censurati e molti autori criticati. Il sesso, da sempre argomento tabù fu liberato da questi autori dal senso di peccato ed era considerato dagli stessi, un qualcosa di molto pulito e naturale. E' per questo che ne parlavano con tanta innocenza. Il succo principale del loro messaggio è che siamo tutti imprigionati e indifesi, invasi dagli stessi doveri e da sogni che non ci appartengono. Lo scopo è di difendersi da tutto ciò che è possibile, ma a patto di allargare la famosa area della coscienza, dove per coscienza si intende consapevolezza. Fu proprio per questa ragione che molti poeti beat si rifugiarono nel misticismo e nella droga, poiché li consideravano insieme con la libertà sessuale e il viaggiare senza meta gli unici mezzi per allargare il proprio ego. Il più facile fra questi mezzi è la droga. Una droga, che però non dà assuefazione; perciò furono escluse dalla lista delle utilizzate quelle derivate dall'oppio. La marijuana era la preferita insieme con le altre allucinogene, che venivano utilizzate anche nei riti della religione, soprattutto orientale. Poiché sembra strano, ma tutti gli appartenenti ala beat generation credevano in Dio, ognuno a suo modo, ma più che altro tutti erano alla ricerca della verità (di cui Kerouac parlerà nel suo libro "I vagabondi del Darma"). In fondo non vi era differenza tra esaltazione religiosa e alcolica dato che a loro importava solo di sentirsi "liberi". La stessa libertà in cui incorrevano quando vagabondavano senza soldi e senza vincoli alla ricerca di spazi sempre più aperti. Ma come già detto la beat generation non fu solo rivoluzione letteraria, ma anche culturale e soprattutto musicale. Più volte si verificò che la lettura di poesie venisse accomnata da arrangiamenti musicali. Il primo grande poeta del rock americano fu Bob Dylan (di cui il vero nome Fred Zinnerman), che divenne la colonna sonora dei diritti civili e simbolo canoro della beat generation, con cui condivise la rabbia e l'anticonformismo. Inoltre fu il primo cantautore a unire il linguaggio e le idee dei beats alla forza di penetrazione della musica rock. Dopo di lui vi sarà Jim Morrison, fondatore del gruppo dei "Doors". Accanito lettore si appassionò molto presto agli autori della beat generation alla quale si unì e cominciò a fare uso di droga. Fu proprio per questo motivo che la beat generation fu denominata la generazione del "sesso, droga e rock and roll". Non fu un caso che il rock and roll ebbe successo sia in America che nel resto del mondo, dato che permetteva alla gente di manifestare la propria identità in quanto per ballare questo genere musicale non vi sono regole, anzi ognuno è dovuto ad inventare passi nuovi e personali. Fu questa l'era di Elvis Presley. Ma non c'è bisogno di andare tanto indietro con gli anni, poiché un altro esempio sono stati i "Beatles". Questo gruppo infatti negli anni 60 non aveva questo nome, ma quello di "Beetles", fu solo dopo aver accomnato la lettura di una poesia che cambiarono il loro nome in quello attuale, ed ancora, un esempio più attuale è Marilyn Manson, il quale ha dichiarato di trarre ispirazione perle sue canzoni da varie opere beat. Per anni ogni testo e ogni elemento di questa forma d'arte è stato nascosto e criticato affinché non "contaminasse" altre menti, ma per quanto la società reprima e sopprima, appartiene alla storia del mondo che i ragazzi non si lascino piegare.





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