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Cesare Pavese - La luna e i falò

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Cesare Pavese

La luna e i falò


Riassunto:

Anguilla, un ragazzo adottato da una famiglia di contadini, dopo il servizio militare, svolto a Genova, parte per la lontana America, dove impara a"conoscere" il mondo e si arricchisce.

Giunto ai 40 anni, qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale, decide di ritornare al suo luogo "natio"(anche se per lui quello è solo un luogo natio "acquisito").

Qui, intraprende una sorta di viaggio attraverso i luoghi simbolo della sua infanzia ed adolescenza, guidato sempre dal suo amico Nuto, che è sempre stato per lui un esempio per tutto e un punto di riferimento.

Nel suo viaggio, Anguilla si accorge che i luoghi sono sempre gli stessi, ma le persone sono cambiate, dentro e fuori. La Mora, Gaminella, Canelli, il paese . non sono più gli stessi.



Per questo il racconto del suo viaggio è alternato al ricordo di quei luoghi, quando lui era bambino, le persone che ci vivevano e che facevano diventare quel luogo particolare; e ai suoi paragoni della vita del paese con la sua vita in America, e di quelle esperienze che lo hanno cambiato interiormente.

A gaminella Anguilla trova cinto, un bambino rachitico lio del Vallino, nel quale vede se stesso da piccolo e per questo cerca di insegnarli cose che ha lui nessuno ha mai insegnato ma che si è reso conto sono assai importanti per aprire gli occhi al di là delle colline.

Si sofferma molto sulla vita della famiglia, per la quale ha lavorato come contadino, quella del Sor Matteo, il quale aveva tre lie tutte e tre bellissime e il libro si conclude infatti con la morte anch'essa prematura della lia più piccola, Santa.



Tempo: La vicenda abbraccia un arco di tempo molto lungo, perché, mentre il suo viaggio al paese dura meno di un anno, dai suoi ricordi d'infanzia al viaggio trascorrono circa 40 anni.

È ambientato nella prima metà del novecento, infatti, il suo viaggio a "casa" si svolge poco dopo la fine del conflitto; questo è confermato non solo dai discorsi fatti con l'amico Nuto ma anche dai frequenti ritrovamenti di cadaveri di partigiani e repubblichini.


Spazio: La vicenda è ambientata nel piccolo paese dell'Italia settentrionale dove Anguilla è vissuto, e nella camna limitrofa. I luoghi sono reali, infatti vengono citati i nomi delle colline e del paese, e per la maggior parte aperti. Sono descritti anche se saltuariamente durante il ricordo del tempo passato in America, le grandi distese dell'Arizona e l'ambiente cittadino tipico americano. Nel racconto i luoghi hanno un ruolo determinante, quasi quanto i personaggi: infatti i luoghi, sempre gli stessi, sono invariabili rispetto alle situazioni, mentre  le persone cambiano anche in modo irriconoscibile.


Personaggi:


Anguilla: un orfano che lavora per una famiglia di contadini solo per ricevere cinque lire al mese. Tornato ricco dall'America nel paese d'infanzia, scopre che il posto è cambiato, che le persone amate sono morte: solo il paesaggio è rimasto intatto col passare del tempo. Capisce però che anche la mentalità della gente non è cambiata. Egli poi conosce Cinto, un bimbo che gli ricorda la sua infanzia. Il suo viaggio non è propriamente materiale ma è più un viaggio nei propri ricordi e nei propri sentimenti. Ora lui è ricco ma dentro si sente sempre un povero contadino. Egli ripensa all'amore verso le due padroncine Irene e Silvia, ci narra la loro adolescenza, ripensa alla concezione del mondo per lui chiuso in quel paesino. I ricordi belli dell'adolescenza si mischiano ad amari e crudeli avvenimenti del presente, i nuovi falò utilizzati per uccidere e distruggere cadaveri indicano la crudeltà e l'insensibilità di una guerra. Una volta quei falò erano oggetto di divertimento per le feste paesane.


Nuto: Il protagonista voleva essere come lui, Nuto era il suo modello e quando ritorna egli scopre con meraviglia di essere simile a lui. Nuto resta un suo punto di riferimento, l'unica persona a cui chiedere consiglio e l'unico suo confidente sugli avvenimenti accaduti mentre era lontano. Nuto è spesso protagonista dei suoi ricordi e dopo tanti anni non lo trova affatto cambiato.


Cinto: è un bambino zoppo e solitario che viveva con il padre, la zia e la nonna ammalata nella cascina dove visse Anguilla. Grazie a questo bimbo egli ripercorre la sua infanzia povera e ricca di miseria, allietata dalla presenza delle sue sorellastre e della sua matrigna, mentre Cinto non aveva neppure questo "privilegio"; Cinto fu preso subito a cuore dal protagonista anche per il suo difetto fisico, cerca di aiutarlo e di renderlo felice facendogli conoscere il fascino di nuovi mondi. Cinto vive con la incubo del padre violento che incendiò la cascina e uccise la cognata e la madre, cancellando l'ultima testimonianza dell'infanzia di Anguilla.


Irene: Irene è l'opposto della sorella: calma, tranquilla, attenta e saggia riflessiva, giudiziosa ragazza dolce e paziente. La vita di Irene, rispetto a quella della sorella, era priva di originalità e irrilevante. Era una pianista molto brava,suonava questo strumento con perfezione ed aveva una passione per la musica.Come la sorella morì giovane, dopo aver sposato un uomo spregevole e rabbioso.


Silvia: Silvia è la maggiore delle due sorelle verso cui Anguilla ha sempre provato un sincero affetto. Lei è vivace, vitale, dinamica, una ragazza che non teneva conto delle regole. Sempre oggetto di corteggiamenti, viveva la vita godendone ogni attimo e agendo in maniera troppo precipitosa, cosa che la trascinerà alla morte. Il protagonista ci racconta le sue avventure amorose con molti uomini. Silvia aveva una grande forza di volontà,ma  rimane incinta e muore a causa di un'emorragia.

Santa: L'ultima è Santa, sorellastra di Irene e Silvia. Una ragazza stupenda, bellissima. Lei, incontra numerosi fascisti, diventa una spia dei partigiani. Viene assassinata, perché comunicava importanti informazioni ai seguaci del fascismo. Santa era caratterialmente come la sorellastra Silvia, ma nello stesso tempo falsa e meschina.


Tecniche narrative e stilistiche:


Pavese ha una visione allegorica delle cose e dei ricordi, usufruisce di metafore per creare un ritmo quasi poetico Egli usa forme lessicali e sintattiche tipiche del parlato dialettale, ma conserva pur sempre un andamento letterario. Il romanzo è caratterizzato da dialoghi sintetici e spezzati, dall'uso moderato di aggettivi qualificativi e infine è abbastanza frequente l'uso di flash-back che si inseriscono nello sviluppo della narrazione suscitando nel protagonista vivissimi ricordi dell'infanzia lontana.

La struttura del romanzo induce il protagonista-narratore ha un continuo rapporto tra presente e il passato. Viene utilizzata una rappresentazione realistica del presente con una precisione di dettagli, mentre una rappresentazione sentimentale per il passato con una tonalità di pietosa malinconia.





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