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GIOVANI: UNA GENERAZIONE DA SALVARE

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GIOVANI: UNA GENERAZIONE DA SALVARE


"Siamo i li di mezzo della storia senza scopo né posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita."

Le guerre, il consumismo, lo sfruttamento, il razzismo, l'emarginazione e tutte le piaghe che colpiscono la nostra società sono sicuramente causate dalla mancanza di valori che colpisce il mondo di oggi. Un mondo che diventa ogni giorno più simile ad una giungla dove i giovani si aggirano smarriti, confusi tra la voglia di cambiare le cose che non vanno e quella di non volersi esporre troppo per paura delle conseguenze. E proprio come spiega la frase tratta dal film ht Club, i ragazzi di oggi non sanno più per cosa battersi, l'unica lotta che affrontano è quella che si scatena dentro loro stessi e che li sconvolge. Durante l'adolescenza avviene qualcosa dentro di noi, probabilmente uno dei misteri della vita più destabilizzanti perché tutto ad un tratto veniamo catapultati in quella terra di mezzo che si trova tra l'adolescenza e l'età adulta. Ci ritroviamo fragili, vulnerabili ma improvvisamente anche incredibilmente liberi. È questo il segreto, il pregio più grande di questa età della vita che ci permette di comportarci come adulti mantenendo però le responsabilità minime che si hanno da piccoli. Se riusciamo ad aprire gli occhi e ad accettare i cambiamenti allora ci accorgeremo di quanto è bello questo periodo della nostra vita. L'amore vissuto sempre come una nuova primavera, i sogni grandissimi e spesso irrealizzabili fatti sul futuro, le serate passate attorno ad un fuoco a suonare la chitarra, le discussioni su argomenti importanti,quella volontà instancabile di voler cambiare il mondo, il modo che hanno i giovani di essere inflessibili con i potenti e di schierarsi sempre dalla parte dei più deboli, le amicizie vere e profondissime che nascono e sembrano non potersi spezzare mai. Questi sono solo alcuni aspetti della nostra vita che l'adolescenza ci permette di vivere quando riusciamo ad aprire gli occhi e a guardarla diritto.



Ma quando non ci riusciamo, quando la luce di quel sole è troppo forte allora non ci rimane che voltarci da un'altra parte, allora questa età della vita non ci potrà sembrare altro che una maledizione a cui siamo condannati.La vita ci sembrerà veramente la più grande delle depressioni. Saremo vulnerabili, deboli e solo allora se lo permetteremo, inizieremo a fare degli errori. La droga è tra questi. Pier Paolo Pasolini, nel suo articolo, condanna la mancanza di cultura perché secondo lui è il motivo principale per cui i ragazzi fanno uso di stupefacenti. Egli ritiene che questa carenza crea un vuoto che i giovani tentano di riempire con gli allucinogeni attraverso i quali essi cercano anche di esorcizzare la paura del futuro che li fa sentire insicuri e deboli.

Sinceramente trovo che gli studiosi che trattano questo problema sono spesso troppo presuntuosi. Pasolini, ad esempio, inizia il suo testo dicendo: "perché ci si droga? Non lo capisco ma in qualche modo lo spiego" ed è proprio qui che troviamo l'errore di fondo. Come si può anche solo cercare di spiegare qualcosa che non abbiamo mai provato? Come si fa a giudicare qualcuno che si droga quando non conosciamo le sue motivazioni? Il fenomeno della droga è un dato di fatto, i motivi per cui avviene sono molteplici ed è stupido voler tentare di accumularli tutti insieme per cercare di studiarli e di trovare una soluzione ad essi. Ogni drogato ha una storia a sé, una situazione famigliare, un carattere, un gruppo di amici. Ogni drogato è diverso da un altro e non lo si potrà mai catalogare. Non metto in dubbio che qualcuno faccia uso di stupefacenti a causa di una mancanza di cultura o del terrore che prova verso il futuro anche se mi sembra abbastanza inverosimile. Viviamo in un'epoca in cui tutti hanno la possibilità di studiare e spesso sono proprio le persone più colte che cercano di trasgredire o di fuggire dalla realtà attraverso sistemi estremi. La paura del futuro esiste ed è reale ma non credo che la droga sia il rifugio ideale per chi ha questo tipo di preoccupazioni. L'unico dato di fatto è che l'utilizzo di certe sostanze inizia nel periodo dell'adolescenza, in quelle persone che ,come ho già detto, la vivono come una condanna. Allora gli amici non sono più quelle persone che ti aiutano ma solo qualcuno che cerca di tirati sulla cattiva strada, la libertà non è più vista come un dono bellissimo ma come un peso, del tuo corpo che cambia non avverti la splendida trasformazione da bruco in farfalla ma solo la paura e il disagio che tutti i mutamenti portano con sè. Ad amplificare questo stato di smarrimento troviamo la società che non è più capace di trasmettere dei valori validi ma che si basa sulla superficialità.Il risultato è una gioventù sperduta e senza valori  che vive la vita come una partita alla Play Station dove chi sbaglia vede ire sullo schermo la scritta "game over " senza possibilità di redenzione. I ragazzi si rifugiano in quei paradisi idillici che la droga mostra perché in questo modo non devono più pensare ai problemi che li circondano e che peggiorano di anno in anno.

Gli studiosi, i medici, gli scienziati e tutti quelli che oggi si battono per tentare di dare una spiegazione a questo fenomeno dovrebbero cercare di ritornare nell'ottica di un adolescente, dovrebbero provare a guardare con i suoi occhi- curiosi ma allo stesso tempo ingenui- la quotidianità della vita partendo dai programmi televisivi che insegnano la semplice formula "se sei bello avrai successo" fino ai giornali dove le notizie di gossip spesso occupano più spazio di quelle  di cronaca. Tutti si dovrebbero rendere conto che la mela marcia non sono i ragazzi ma è la società stessa che li spinge verso l'autodistruzione. I giovani vanno salvati, vanno preservate le loro energie, le loro idee e il loro grande amore per la vita che nasce innato. Va insegnato loro il coraggio per guardare in faccia le difficoltà e per non sfuggire ai problemi poiché, se ci riusciremo, saranno poi loro a mostrarci quanto può essere bello vivere.







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