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Giacomo Leopardi "L'infinito"

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Giacomo Leopardi

"L'infinito"


Nel 1978 a Recanati, nasce da Monaldo e Adelaide Antici, forse uno dei più grandi e conosciuti poeti dell'800 benchè i suoi manoscritti esprimino soprattutto dolore e pessimismo; si tratta di Giacomo Leopardi.

Egli si può considerare uno dei massimi esponenti italiani del movimento culturale chiamato "Romanticismo" che, in questo periodo, si oppone ai principi illuministi e rivaluta invece: l'istinto, la passione soprattutto il sentimento.

L'infanzia di Leopardi fu molto infelice per via della severità e della durezza con cui i genitori impostarono la sua educazione così cercò effetto invece che dalle persone, nella biblioteca del padre, dove si rifugiò in uno studio che più tardi anch'egli giudicò "matto e disperato" e questo gli provocò anche danni alla salute non da poco. Già da fanciullo egli si destreggiava fra latino, greco, ebraico, inglese e snolo e, rinunciando ad una vita come quella dei coetanei, rivelò doti prodigiose. In questo periodo di grande sofferenza egli si rifugiava su un colle di Recanati in solitudine, con solo i suoi sogni e le sue speranze, e mentre la sua mente e il suo cuore volavano via, egli scrisse: "L'infinito". Questa è la parafrasi dei suoi versi:


"Sempre caro mi fu questo colle solitario,

e questa siepe che impedisce che lo sguardo

si allunghi su un buon tratto dell'orizzonte lontano.

Ma stando seduti e contemdo spazi interminati



da una parte all'altra e silenzi fuori dal normale

e una quiete molto profonda, io mi immagino nella mente

un infinito, tanto che per poco il cuore non si smarrisce.

Appena sento il vento stormire tra le fronde degli

alberi io paragono quell'infinito silenzio al suono del vento fra

le fronde. E penso al passato e alle stagioni già trascorse e penso

al tempo presente che pulsa di vita e alle sue manifestazioni.

Così, tra questo spazio immenso, il mio pensiero

annega ma il naufragio mi è dolce in questo mare."


Egli si siede sul colle, ma una siepe gli impedisce la vista del paesaggio che si potrebbe contemplare, ma proprio perché il suo sguardo non riesce a scavalcare quell'ostacolo, egli scatena la sua fantasia ed immagina l'esistenza di altri mondi.

Questo pensiero lo fa evadere in un luogo dove il suo valore verrà apprezzato, comunque la realtà rimane sempre presente nei rumori, ma egli si lascia trasportare dall'infinito dove prova un dolcissimo senso di abbandono. Il desiderio della felicità rappresenta l'idea di un altro mondo dove egli potrà recarsi.






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