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"Il fu Mattia Pascal", Luigi Pirandello

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"Il fu Mattia Pascal", Luigi Pirandello


Autore: Luigi Pirandello

Titolo: Il fu Mattia Pascal

Anno di pubblicazione:

Genere letterario: Romanzo

Brevi cenni sulla vita dell'autore: Pirandello nasce ad Agrigento nel giugno del 1867.  Studiò a Palermo, poi compì l'università a Roma, ma successivamente a un disguido con il professore, si trasferì a Bonn dove si laureò nel 1891. Tornò a Roma e accettò una cattedra di lettere a causa dei bisogni familiari. Intanto cominciò a scrivere racconti e romanzi in cui demoliva tutte le sicurezze dell'età contemporanea, popolati da individui tormentati da conflitti interiori, disadattati alla propria realtà sociale.

Pirandello morì nel 1936, dopo aver ottenuto, nel 1934, il premio Nobel per la letteratura.

Trama: Mattia Pascal è un aristocratico che sta cadendo in rovina. Tutte le sue ricchezze stanno svanendo sempre di più soprattutto dopo il matrimonio con Romilda, che tra l'altro egli non desiderava. In seguito a ciò egli si avvia verso una lunga depressione alimentata anche dalla morte di sua madre, dal pessimo rapporto che ha con la suocera e dalla perdita di ben due lie. Così decide di partire. Prende il treno e arriva a Montecarlo. Lì si trova coinvolto nei giochi d'azzardo e, aiutato dalla fortuna, vince moltissimi soldi. Mentre sta tornando a casa, viene a sapere di un fatto straordinario: a Miragno, il suo paese, era stato trovato un morto a cui avevano attribuito la sua identità. Prima viene preso dall'angoscia, ma poi riflettendo, si sente euforico, crede di essere finalmente libero dai creditori, dalla moglie e dalla vedova Pescatore, la suocera. Decide così di essere un'altra persona e di girare il mondo. Il suo nuovo nome sarà Adriano Meis. Cambierà radicalmente il suo aspetto: si raderà la barba, si farà crescere i capelli e indosserà un paio di occhiali azzurri per coprire un occhio strabico che aveva caratterizzato Mattia Pascal. Dopo essere stato in molti luoghi d'Italia, decide di stabilirsi, e lì nasce il primo problema: lui in teoria è morto, Adriano Meis non esiste, per lui è impossibile comprare anche un piccolissimo appartamento perché non ha documenti. Così decide di affittare una casa a Roma. Ne trova una in Via Ripetta. Qui conosce degli strani personaggi, tra cui Adriana, della quale s'innamora, il signor Paleari, lo strano padrone di casa, Papiano, il cognato vedovo di Adriana che, tornato da Napoli, rende impossibile la vita a Meis perché è geloso del suo rapporto con Adriana. Vive con queste persone per un po' di tempo, assistendo a sedute spiritiche, ascoltando i discorsi dell'eccentrico padrone di casa, il signor Paleari, facendosi anche un'operazione al suo "occhio ballerino" per renderlo normale. In seguito a quest'intervento Adriano Meis deve trascorrere un periodo di buio totale nella sua stanza, dove trascorre delle ore a discorrere con il signor Paleari e dove si accorge di essere ricambiato da Adriana. Ma un giorno egli, in presenza di Adriana, si accorgere di essere stato derubato da Papiano. Da tempo Meis egli era tormentato perché non poteva congiungersi in matrimonio con l'amata (sempre a causa della sua identità), e ora non poteva neanche denunciare un uomo perché i poliziotti gli avrebbero sicuramente chiesto di presentare dei documenti. Tutta la sua iniziale ebbrezza per la creduta libertà era svanita in quanto si era reso conto che senza identità non avrebbe potuto fare assolutamente niente. Così decide di essere nuovamente Mattia Pascal e di tornare al suo paese, Miragno. Simula un suicidio sul ponte Margherita e corre a prendere il primo treno. Riacquista l'aspetto di Mattia Pascal tagliandosi i capelli e togliendosi quei buffi occhiali. Giunto al suo paese, viene a sapere che la moglie si è risposata col suo migliore amico dell'infanzia. Egli ne è felice perché così non deve più sorbirsi né lei né la suocera, ma è anche adirato contro il nuovo marito di lei, Pomino, perchè si sente, in qualche modo,  tradito. Una vecchia legge poi gli imporrebbe di riprendersi Romilda, ma Pascal si oppone e riesce a non farla mettere in atto. Così va a vivere da una sua vecchia zia.



Il romanzo finisce quando lui va al cimitero alla tomba del presunto Mattia Pascal e,  ad un passante che gli chiede chi egli sia veramente, risponde: "Io sono il fu Mattia Pascal".

Sistema dei personaggi: Il protagonista è Mattia Pascal - Adriano Meis. Ci sono poi una serie di altri personaggi che sono:

La vedova Pescatore: antagonista

Paleari e Adriana: aiutanti del protagonista in quanto gli forniscono una casa

Cognato di Adriana: antagonista perché è lui che lo deruba ed è lui che gli rende la vita impossibile quando è in casa Paleari.

Tuttavia, secondo me, la vera antagonista di Mattia Pascal - Adriano Meis è la stessa morte.

Livello del narratore: Il livello del narratore è di primo grado in quanto narratore e protagonista coincidono.

Focalizzazione: interna

Rapporto tra TS e TR: Il rapporto tra TS e TR non sempre coincide: per esempio, il narratore fa un sommario quando racconta dei suoi viaggi e quindi il TR è minore rispetto al TS; il TR è invece maggiore quando il narratore si sofferma a descrivere (pausa) lo scambio di sguardi fra Adriano e Adriana, le sedute spiritiche del signor Paleari. Inoltre sono presenti molte parti mimetiche, scene, in cui vengono trascritti tutti i dialoghi, compresi quelli interminabili e filosofici tra lui e il signor Paleari durante il suo periodo di buio che seguiva l'operazione all'occhio.

Scopo che l'autore vuole raggiungere: Lo scopo che l'autore vuole raggiungere è quello di affascinare il lettore con un racconto senz'altro inusuale ma in qualche modo realistico, con uno stile sì prolisso ma anche facilmente comprensibile. Lo scopo credo sia anche quello di demolire ogni certezza dell'essere umano perché, obbiettivamente, la storia di Mattia Pascal è piuttosto inverosimile anche se non impossibile.

Messaggio che vuole comunicare al lettore: Il messaggio che Pirandello vuole comunicare al lettore è quello di essere, se possibile, più responsabili e meno ingenui (questo riguardo alla perdita degli averi di Mattia Pascal). Un altro messaggio potrebbe riferirsi alla vita, che non va subita, ma va vissuta appieno non come vittime degli avvenimenti, ma come protagonisti da cui scaturiscono i fatti, protagonisti che decidono da soli il proprio destino, autori delle cose che accadono loro. Non bisogna trovarsi di fronte alla vita e restare a guardarla. Bisogna entrarci dentro, alla vita, bisogna fare in modo di non trovarsi di fronte al fatto compiuto senza sapere come.


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