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Il segno dei quattro

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Il segno dei quattro


Il giallo è un genere letterario la cui nascita si colloca nella prima metà del XVIII secolo, ma che in verità trae le sue origini e parte delle sue principali caratteristiche da opere risalenti a diversi secoli prima.  Il genere giallo fa la sua prima sa in Italia nel 1929, anno in cui la casa editrice Mondadori pubblica la sua prima collana intitolata "I libri Gialli"; è proprio dal titolo della collana e dalla sua copertina rigida gialla, che il filone letterario prende il nome.

Col tempo il genere giallo, apprezzato in tutto il mondo, si suddivide in diverse tipologie e sottogeneri.

In primo luogo vi è il giallo classico, il quale, rappresentando la tipologia più tradizionale del giallo, narra la storia di un investigatore, privato o dilettante, che scopre l'autore del delitto tramite indizi più o meno nascosti. Un altro genere molto diffuso è il giallo poliziesco, un giallo in cui la soluzione del caso è affidata all'opera degli investigatori istituzionali ed in cui vengono fedelmente descritte le operazioni di polizia. Ancora differente è il Giallo psicologico, dove l'autore si concentra, più che sugli indizi materiali o sulla descrizione di un ambiente criminale, sulla ura del protagonista e sui rapporti tra i vari personaggi. Infine un'ultima categoria è rappresentata dal giallo con serial killer. Si tratta di un romanzo in cui il criminale, per un motivo preciso ma inspiegabile o per uno squilibrio mentale, uccide in serie più vittime utilizzando un modo d'operare meticolosamente studiato e ripetitivo. Tra gli autori classici di maggior importanza si colloca Arthur Conan Doyle, il creatore del personaggio di Sherlock Holmes, il più famoso detective della storia del romanzo. Il primo giallo che lo vede protagonista è "Uno studio in rosso" del 1887, ma l'opera che lo porta alla notorietà è il suo secondo libro, "Il segno dei quattro", pubblicato nel 1890. Il romanzo si apre con un'immagine sorprendente di Sherlock Holmes. Rintanato nel suo piccolo appartamento a Backer Street a Londra, il detective è in preda ad una delle sue terribili crisi depressive. Da qualche tempo, infatti, non avendo alcun caso da risolvere e non potendo cosi mettere a frutto le sue straordinarie capacità intellettive, sfoga queste sue mancanze facendo un uso continuo di cocaina. Durante un tentativo del dottor Watson, suo caro amico, di convincerlo ad allontanarsi dalla droga, una giovane ragazza di nome Mary Morstan irrompe nella stanza sottoponendo ai due il suo caso: suo padre, ufficiale dell'esercito britannico in India, dieci anni prima era tornato in Inghilterra, ma da quel giorno lei non ebbe più sue notizie. Ciò che spinge la ragazza a rivolgersi a loro è un telegramma, ricevuto la mattina stessa, in cui lo sconosciuto mittente le da un appuntamento per comunicarle delle informazioni sulla ssa del padre. Sherlock Holmes, rinvigorito dal misterioso caso, comincia subito a mettersi a lavoro e la sera, in comnia del suo aiutante e della donna, si reca all'appuntamento. Qualche ora dopo vengono portati in casa di Taddeo Sholto, il lio del comandante Sholto amico del Signor Morstan. Taddeo, dopo averli accolti in casa, decide di svelare alla donna la storia del tesoro d'Agra, di cui il padre era in possesso, e del suo recente ritrovamento. Pochi giorni prima, infatti, lui e il fratello Bartolomeo lo avevano ritrovato nella soffitta di casa. A questo punto pensano così di recarsi da Bartolomeo per discutere la spartizione del tesoro ma ecco che, giunti nella sia stanza, scoprono che l'uomo è stato ucciso. Inizia così un'avventura che tra indizi, travestimenti, ipotesi e deduzioni, porta il detective sulle tracce di Jonhatan Small, un criminale dalla gamba di legno e di Tonga, un misterioso complice che si scopre presto essere un selvaggio delle isole Andamene. E' cosi che alla fine Sherlock Holmes e Watson scovano i due assassini che, a bordo di una lancia, una barca molto rapida, tentano la fuga. Il selvaggio viene ucciso da un colpo di pistola durante l'inseguimento e, dopo un lento avvicinamento, la barca della polizia riesce a raggiungere quella del fuggiasco, che viene cosi catturato e condannato alla prigionia. Riconquistato il tesoro Watson consegna personalmente lo scrigno alla signorina Morstan, ma alla sua apertura si scopre che il bottino è stato buttato in mare dall'assassino prima della cattura per non permettere a nessuno di impossessarsene. E' in questo momento che Watson confessa il suo amore alla ragazza, la quale si dichiara anch'essa al dottore. Intanto Jonhatan Small narra all'investigatore come si sono veramente svolti i fatti. In verità egli è solo un ex forzato che, prima della morte del generale Morstan, era riuscito con altri tre suoi comni, attraverso un omicidio, ad impossessarsi del bottino. Non potendo usufruirne per la situazione in cui si trovava, aveva deciso di rivelare, in accordo con i suoi comni, il luogo in cui si trovava il bottino a Morston e Sholto, in cambio di un loro aiuto per fuggire dalla cittadina indiana. Sholto però ha tradito l'accordo, si è appropriato del tesoro ed è andato a vivere in Inghilterra. Da questo tradimento è scaturita la voglia di vendetta di Jonhatan Small che, tornato in libertà, voleva a tutti i costi appropriarsi del suo bottino. Chiariti tutti i particolari del delitto, l'assassino viene portato in prigione e la signorina Marston e Watson decidono di sposarsi, mentre ad Holmes non resta che continuare a far uso di cocaina in attesa di un altro mistero da svelare.



Il romanzo, pur essendo un giallo e quindi privilegiando l'aspetto misterioso, la suspence e l'azione, mette in evidenza diverse tematiche, in primo luogo quella della giustizia. Holmes rappresenta il personaggio positivo del romanzo, combatte con tutte le sue forze e mette tutto il suo impegno e la sua volontà per combattere il crimine e scovare l'assassino dell'omicidio. La ura del detective, con le sue straordinarie deduzioni, risulta essenziale per la risoluzione del caso. Senza di lui, il ruolo della polizia risulterebbe inutile, se non dannoso alla giustizia e alla stessa società. Ne è la dimostrazione il fatto che il capo della polizia incaricato di risolvere il caso, Athelney Jones, cerca di dare una sua interpretazione personale all'omicidio, che in questo caso coincide con la soluzione più semplice. Egli infatti accusa senza avere delle prove verosimili il fratello della vittima per il solo fatto che è colui che meglio conosce le sue abitudini e l'abitazione. Questa affrettata deduzione, oltre ad essere errata, porta alla condanna di due persone che, pur essendo totalmente innocenti, si vedono incolpate di un grave reato. Un aspetto che mi ha colpito molto nel romanzo è l'atteggiamento del detective nei confronti della polizia. Durante le sue indagini, infatti, decide di non informarla delle sue scoperte e di lasciare che segua la sua pista pur sapendo che sia errata. Questo gli è molto utile sia per poter agire indipendentemente sia per non far allarmare gli assassini e poter quindi agire con maggiore calma. Ma la cosa più sorprendente è come Holmes, scoperto l'assassino, permetta al capo della polizia di prendersi tutto il merito della risoluzione del caso; questo a dimostrazione di come la sua passione per i misteri, per gli omicidi e per l'utilizzo delle sue capacità intellettuali, prevalga sul profilo professionale e sulla voglia di guadagno e notorietà.   Un'altra tematica riguarda la mentalità scientifica utilizzata come strumento per risolvere qualunque problema. Sherlock Holmes la applica nell'arte della deduzione; secondo lui, infatti, da piccoli indizi si può ricostruire l'intera vicenda. E' proprio grazie ad un'accurata analisi dei più piccoli particolari che al detective si aprono un gran numero di piste da seguire sulle quali costruisce le sue ipotesi, che spesso si rivelano reali. Altre tematiche non meno importanti sono l'amicizia che lega Watson e Holmes e l'amore, che contrariamente al giudizio negativo di Holmes, lega molto intensamente Watson e la signorina Morstan. Possiamo quindi concludere che la lettura di questo giallo, oltre a coinvolgere ed interessare il lettore per la trama, la suspence e le straordinarie qualità investigative di Sherlock Holmes porta a riflettere anche su altri temi di carattere morale che da un giallo non ci si potrebbe mai aspettare.





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