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LA LIRICA EUROPEA TRA 800 e 900



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LA LIRICA EUROPEA TRA 800 e 900


In questo periodo storico il poeta si sente estraneo al mondo che lo circonda e reagisce o isolandosi o protestando contro i limiti del progresso, dei quali avverte i limiti e gli inganni. Egli vive in un esasperato individualismo e celebrando l'arte come valore assoluto.


IL SIMBOLISMO FRANCESE


Il conflitto dell'artista con la società è avvertita in maniera più radicale e insolubile nei cosiddetti poeti maledetti ed è appunto Charles Baudelaire a imporre, con la pubblicazione della raccolta "I fiori del male" una significativa svolta del gusto e della poetica.



Rispetto agli ideali romantici egli accentua il carattere conflittuale del rapporto tra il poeta e la società, della quale non accetta i limiti e i condizionamenti.

I poeti maledetti, sono personaggi della vita sregolata, spesso dediti all'alcol e alla droga. Anche dal punto di vista letterario i poeti maledetti si ponevano in netto contrasto con il pubblico, non solo attaccando le norme e le opinioni comuni, ma anche rendendo difficile e oscuro il linguaggio poetico.

Baudelaire è infatti anche il maestro del simbolismo. Oltre che da Baudelaire, la poesia simbolista è rappresentata anche Paul Verlaine, Stéphan Mallarmé e Arthur Rimbaud.

Quest'ultimo sviluppò una teoria per cui il poeta deve farsi veggente, attraverso un lungo, immenso e ragionato sregolarsi di tutti i sensi per poter esplorare l'ignoto e cogliere l'assoluto.


Sotto la realtà apparente si nasconde un'altra realtà, più profonda e misteriosa, a cui si può giungere solo per mezzo della poesia.

La nuova generazione di poeti manifesta la propria sfiducia nella scienza che non è capace di penetrare nelle oscure profondità dell'animo umano, né di spiegare i desideri dell'inconscio, i sogni, il bisogno dell'uomo di esplorare l'ignoto e di entrare in comunione con l'infinito.


Per questo non è certo tramite la ragione che il poeta può penetrare queste realtà profonde, ma mediante l'intuizione.

La arte, che si fonda sull'intuizione, è lo strumento che può esplorare e rendere accessibile ciò che è ignoto e irrazionale.


I simbolisti elaborarono un linguaggio nuovo, non più logico, ma analogico, che permetteva di portare alla luce le corrispondenze e i misteriosi legami esistenti tra le cose più diverse; la parola deve evocare la realtà profonda nascosta dietro le apparenze e comunicare le molteplici emozioni che il poeta avverte come simultanee. Ricorsero quindi spesso a ure retoriche come la metafora, l'analogia è la sinestesia.


I simbolisti accentuavano l'aspetto musicale del linguaggio, privilegiando il suono rispetto al significato delle parole, che in tal modo diventano simboli. Secondo Baudelaire la natura è una foresta di simboli, fatta di corrispondenze tra profumi, colori e suoni, che solo il poeta riesce a decifrare e a ricomporre in un'unica realtà.




Mallarmé sentì il privilegio di essere un poeta e di avere accesso ai significati remoti e misteriosi di simboli e delle corrispondenze tra le cose. I temi essenziali della sua poesia sono l'anelito all'elevazione e all'evasione dalla vita reale, un'angoscia profonda, l'aspirazione a cogliere al di là delle cose, la loro essenza intangibile.

Il poeta ricerca la parola pura, spogliata da ogni eco realistica, liberata dalla sintassi logica, la parola fatta musica e magia evocativa. Per questo si può considerare precursore della poesia dei giorni nostri.


La poesia di Verlaine è caratterizzata dal gusto del vago e del malinconico, dell'inquietudine e del contrasto tra il bene e il male. Vi sentiamo l'emozione soggettiva e il potere simbolico del linguaggio che diviene sempre più evocativo e musicale, privo di ogni retorica, con versi brevi e fluidi, nei quali è costante l'impegno di rendere le sensazioni materiali e trasparenti.


Arthur Rimbaud durante la breve ma intensa vita, dedicò alla poesia quasi soltanto gli anni tra il 1871 e il 1875.

Rimbaud è convinto che il poeta deve essere un veggente che illumina l'ignoto e sa penetrare nel profondo delle cose per capirne i segreti e, come già aveva teorizzato Baudelaire, deve avere delle visioni; può arrivare a questo tramite il deragliamento dei sensi, quell'abbandono alle visioni che lo fa sentire del tutto libero. Anche la lingua deve essere rinnovata, deve saper esprimere profumi, suoni, colori in una suggestione evocativa, fuori della semantica; una lingua dell'anima per l'anima. Ma il poeta è solo e abbandonato a se stesso, in un vagare senza meta senza punti di riferimento, come si vide nel suo progetto "Il battello ebbro", incompreso e maledetto dagli uomini comuni che non ne capiscono il profondo travaglio. Tuttavia, perseguitato dalla maledizione della solitudine, conoscitore profondo della libertà, non può adeguarsi alla vita comune e alle sue convinzioni e rimane appartato sentendosi poeta maledetto, ma anche sommo






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