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Libertà di pensiero oggi: utopia o realtà?

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Libertà di pensiero oggi: utopia o realtà?



Libertà: la grande aspirazione dell'uomo, fortemente voluta sin dai tempi dell'antica Grecia, conquistata solo negli ultimi decenni.

Questa conquista è sempre stata vista come un utopia dai popoli antichi, ma col passare degli anni, le lotte e le rivoluzioni hanno fatto si che l'irrealizzabile divenisse realtà.

Il concetto di libertà, tuttavia, può essere inteso sotto vari profili, l'aspetto che interessa più da vicino noi giovani sicuramente è la libertà di pensiero.

Quest'ultima viene sancita per la prima volta in Italia nel 1848, con la promulgazione dello statuto Albertino. L'articolo 28 di questa costituzione dichiara: "La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi"; ciò consentirà, nel ventennio successivo, alle leggi dello stato di operare favorendo le censure del periodo fascista.

Proprio per questo motivo durante il ventennio non possiamo parlare di un effettivo godimento della libertà, visto che si inizia a parlare di una forma più evoluta di libertà, dove ognuno può godere realmente di questo diritto, nel 1946 con l'emanazione della Costituzione Italiana, dove questo principio è riconosciuto come uno dei diritti fondamentali.

La libertà di pensiero è alla base dei regimi democratici moderni, dove è riconosciuta anche la liceità del dissenso.

Su questo proposito Bobbio, un autorevole studioso del diritto, ci ha detto che uno dei caratteri fondamentali della democrazia è, appunto, il dissenso che se mantenuto entro certi limiti non è "distruttivo" anzi "sollecitante" per l'intera società.

Bobbio, inoltre, ci dice che il dissenso è fondamentale per una società anche perché senza di esso la società è considerata morta o destinata a morire.



Secondo la nostra costituzione la libertà per essere goduta pienamente deve essere sottoposta a precisi limiti che sono: non offendere il buon costume, non violare la privacy, i segreti di stato, d'ufficio etc..

Infine il problema più grande dei nostri è quello di vedere se realmente in una società evoluta come la nostra questo diritto alla libertà di pensiero è riconosciuto e garantito.

Nel mondo esistono ancora molti paese arretrati in cui questo diritto non è riconosciuto, come ad esempio, l'Iran e tanti altri paesi del medio-oriente e dell' Africa.

Ma non dobbiamo dimenticare che questo diritto è leso anche nei paesi più moderni ed evoluti come il nostro, dove pochi giorni fa non è stato concesso al Pontefice di partecipare d una lezione all'Università "La Sapienza" di Roma. Se è vero che nella democrazia basta il consenso della maggioranza , perché in questo caso la minoranza ha imposto il suo pensiero?

In questi giorni in molti si sono posti questa domanda e purtroppo siamo arrivati ad oggi che non abbiamo ancora una risposta che giustifichi questo atto, che secondo il mio parere è stato antidemocratico e ingiusto, capace di ledere i principi fondamentali della Costituzione, della dignità della persona  della sua libertà di espressione.

Non resto scandalizzato da questo perché ad essere "rifiutato" è stato il Papa, ura che rappresenta lo stato del Vaticano e la Chiesa in tutto il mondo, ma perché essendo il Papa una persona, un uomo di grande cultura ed essendo l'Università luogo in cui si trasmette cultura non è logico privarsi di un opportunità simile a causa di una minoranza di persone che evidentemente non hanno capito ancora cosa vuol dire "Democrazia".





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