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L'istituzione della famiglia negli ultimi decenni ha subito profondi e significativi mutamenti che si sono inevitabilmente riflessi in termini negativ



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Titolo: l'istituzione della famiglia negli ultimi decenni ha subito profondi e significativi mutamenti che si sono inevitabilmente riflessi in termini negativi sul contesto sociale allargato. Esamina in modo adeguatamente approfondito questa situazione problematica, supportando la tua disamina con riflessioni e valutazioni personali.



Se si fa un attento riferimento all'istituzione famiglia sorgono subito all'occhio importanti mutamenti al suo interno che vanno a riflettersi anche a volte in modo negativo sul contesto sociale che le sta al di fuori.

Una prima "novità" sta nel fatto che all'interno della famiglia del XXI secolo la struttura patriarcale è sempre meno presente in quanto non è più solo l'uomo/marito che lavora; infatti all'interno del nucleo familiare oggi la donna non è più solo una casalinga che bada ai propri li e alla casa, ma è sempre in aumento il numero delle donne sposate che hanno un'attività lavorativa al di fuori delle mura domestiche.



Questo è stato possibile anche perché un tempo c'erano molti più li, invece oggi la media di li per famiglia è scesa a due o addirittura ci si ferma al primogenito; questo perché ai giorni nostri si è sempre più portati verso la carriera e  le nuove scoperte ( esempio gli anticoncezionali) sono sempre più in uso per avere meno li.

A questo riguardo è bene sottolineare il fatto che oggigiorno è sempre più frequente la presenza di una terza persona, quali i nonni o una baby-sitter, che accudisce il bambino, proprio perché sia il marito che la moglie hanno un lavoro, e soprattutto la donna è raro che stia accanto al proprio lio durante tutta l'infanzia e la sua crescita. Infatti dopo il primo anno di vita, capita spesso che il bambino venga seguito e cresciuto appunto o dai nonni o da una baby-sitter.

Se si pensa inoltre con maggiore attenzione ai mutamenti subiti dall'istituzione famiglia, si può ben dire che anche i li "cambiano", nel senso che, se prima erano una forza-lavoro già verso l'età degli 11-l2anni e portavano a casa un'esigua ma utile somma di denaro, oggi i ragazzi lasciano la casa paterna sempre più tardi e sono quasi "sfamati" dai genitori.

Un tempo completamente subordinati al padre, quasi schiacciati dall'autorità paterna, resi culturalmente superiori, grazie all'istruzione di massa, hanno finito col non riconoscere più nella ura del padre, nel frattempo resa evanescente dagli stessi mutamenti socioeconomici, la guida, il modello esistenziale e culturale da imitare. Hanno così cercato di imporre la propria personalità, tendendo, nel tentativo di rendersi pienamente liberi, ad estraniarsi dalla famiglia. Così che anche i padri 'deboli' e democratici di oggi sono vissuti da molti giovani come noiosi limitatori dell'autonomia personale.

Un cambiamento, a mio parere, molto negativo sta nel fatto che ora non si ha più una sicurezza come in passato in un futuro migliore, in quanto ormai è sempre più in aumento il numero dei giovani che piuttosto che avere una famiglia propria e quindi un futuro "sicuro" con maggiore indipendenza e responsabilità, preferisce il divertimento e quindi i ragazzi d'oggi sono sempre più propensi alla convivenza piuttosto che al matrimonio. La famiglia, comunque, un tempo ritenuta il nucleo della società, oggi viene considerata un'istituzione superata, da più parti contestata e respinta. I motivi sono a mio avviso molteplici e legati intimamente fra loro: fine della società contadina e sgretolamento della famiglia patriarcale, contestazioni femministe, sviluppo di un'educazione consumista, insubordinazione dei li, disinteresse dello stato. La donna ha rivendicato, dopo secoli di subordinazione, i propri diritti, la propria legittima autonomia dall'uomo, sino a qualche decennio fa somma autorità, perfino dispotica, della famiglia. A questo proposito il movimento femminista ha svolto, sostenuto da una grande maggioranza di donne stanche e deluse, un'opera preziosa anche se talvolta scoordinata e non sempre costruttiva. La donna ha avvertito il bisogno di inserirsi attivamente nella società, di compiere le medesime esperienze dell'uomo, di evitare una mortificante emarginazione dal mondo del lavoro, della politica, della cultura. Ciò ha provocato le prime insofferenze, la crisi della coppia, lo scricchiolamento della millenaria autorità maschile, di colui che un tempo era il pater familias. Soprattutto ne è nato un disorientamento, principalmente nell'uomo, che si è intimorito, una confusione di ruoli forse salutare, ma ansiogena, la difficoltà a rimodellare la propria identità in risposta ai mutamenti culturali.



Nell'istituzione famiglia inoltre in passato c'era una situazione in cui si tramandavano tradizioni, piuttosto che costumi, mode, tecnologie ecc.; all'interno dei nuclei familiari di oggi invece, sempre più spesso ci sono "esponenti" che lavorano in settori economici importanti, al contrario di una volta, infatti chi nasceva in una famiglia di contadini era destinato a farne parte e svolgere mansioni solite di quella famiglia per vivere, e quindi aiutava la famiglia nei campi piuttosto che con gli animali per il sostentamento della famiglia stessa che bisogna ricordarlo, era molto più allargata e numerosa a differenza di oggi.

Per tutti questi mutamenti all'interno e non solo della famiglia come istituzione, si può dire che da un lato questo è vantaggioso e positivo in quanto non si vive in condizioni economiche precarie, come in passato    (il caso delle famiglie di contadini), ma si va verso un futuro migliore, improntato sul lavoro nel settore terziario, e su nuove forme di attività lavorative nate con l'avvento della tecnologia e dei computer. Dall'altro lato, invece, è la tradizione familiare a farne le spese. Questa "usanza" va sempre più sendo col passare del tempo. Eppure se la famiglia muta, se i ruoli al suo interno vanno ripensati e reinventati, essa rimane un'istituzione che va sostanzialmente sostenuta e difesa. Personalmente nella famiglia io credo ancora. Per me rappresenta qualcosa di più di quella 'entità economica', prospettata dalle teorie materialistiche. Alternative alla famiglia non ne sono ancora state inventate. Il problema, a mio avviso, è quello di trovare un equilibrio, che non sia però turbato da ingiustizie e sopraffazioni. Ritengo quindi che genitori e li, uomini e donne, debbano coesistere cercando di comprendersi e di comprendere i rispettivi limiti, al di là degli egoismi e degli estremismi sempre assai controproducenti e soprattutto ritengo che, come modesta soluzione comportamentale praticabile, ognuno di noi ricordi sempre che per ricevere bisogna prima donare.












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