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Lode di donna e pene d'amore - Analisi del testo

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Lode di donna e pene d'amore

Analisi del testo


"Lode di donna e pene d'amore" è un sonetto di Guido Guinizzelli che presenta rima alternata sia nelle due quartine sia nelle due terzine.

Nella prima quartina tramite gli iperbati vengono sottolineati i termini più importanti.

Nel primo verso sono presenti delle parole chiave, sottolineate dalla presenza d'apocopi. Esse sono: "veduto" e "luce" e indicano il momento in cui il soggetto viene messo in relazione con la lucente stella diana. "Luce" è gloria di dio, strumento di conoscenza.

Nel secondo verso c'è il verbo apparire che sottolinea la natura divina della stella diana, quindi della donna, contrapponendola a quell'umana: l'uomo si mostra, dio appare. A sottolineare il sema luce, ricorrente nelle opere del dolce stil novo, è presente la parola albore.

Il terzo verso contiene una delicatissima immagine, poiché in lei la stella diana viene fatta donna: non è quest'ultima ad essere paragonata alla stella.

"Splendore" si riferisce alla bellezza, alla nobiltà e alla magnificenza che sono causa d'onore per la donna. Splendore è anche luce splendente quindi gloria di dio.

La seconda quartina è composta dalla contrapposizione di parole concrete, nei primi due versi e astratti negli ultimi due.

È sottolineato un altro sema presente più volte nelle opere del dolce stil novo tramite i termini "viso" e "occhi".

"Viso" si riferisce agli occhi, strumento di conoscenza che esprime il rapporto tra il soggetto e il mondo esterno.

Il termine "neve", metonimia concreto per astratto, contribuisce a sottolineare la superiorità della donna. È simbolo di candore e bianchezza perciò si riferisce alla luce, gloria di dio.



"Grana"allegorizza la fede.

Ritorna nel quinto verso il sema luce. È presente la parola amore che è espressione d'illuminazione di dio quindi non è solo una questione passionale ma un fatto di conoscenza, parte integrante dell'anima razionale.

Nel settimo verso viene evidenziata la grandezza della donna sia tramite l'uso del termine mondo, totalità delle cose esistenti, sia tramite l'inarcatura del verso.

"Beltate" e "valore" vengono sottolineati dall'aggettivo piena poiché la donna si caratterizza per l'abbondanza delle qualità citate. Beltate è la qualità tramite la quale si può apare l'anima attraverso i sensi. Valore riguarda la funzione ordinatrice della società e si riferisce alla nobiltà d'animo, caratterizzante la donna.

Il nono verso presenta l'amore il quale investe l'anima razionale pur non riuscendo a dominarla.

Nel verso 10  è presente il termine sospiri. "sospiro" è invito a riflettere e a ragionare, sforzo dell'anima razionale verso l'incontro con dio. Il termine ardito si riferisce alla facoltà dell'anima razionale in rapporto al poeta.

Nel verso 12 possiamo evidenziare il verbo conoscere che si riferisce al rapporto tra il soggetto e l'oggetto in relazione a dio. "Desiderio" è volontà intensa di qualcosa, in questo caso l'autore vorrebbe che la donna fosse portata a conoscenza dei suoi desideri.

Il penultimo verso è legato all'ultimo da un'inarcatura che tende a sottolineare la parola servito, termine che fa parte della lirica provenzaleggiante. Pietà è sentimento di compassione che si riferisce alle pene d'amore dell'autore. I sema luce, amore, occhi e beltate caratterizzano il dolce stil novo nel quale i temi sono posti sia in funzione teologica sia filosofica.




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