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MADAME BOVARY, Gustave Flaubert

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MADAME BOVARY



L'autore, Gustave Flaubert (1821-l880), è vissuto per la maggior parte della sua vita a Rouen, in Francia. Il periodo storico in cui egli visse non era certo dei più facili, basti pensare che al momento della pubblicazione "Madame Bovary" era stato pesantemente censurato e definito un oltraggio alla morale pubblica e alla religione. Questo testo è stato appunto scritto dopo un evento particolarmente importante della vita dell'autore: infatti egli aveva intrapreso un viaggio in oriente della durata di circa un paio d'anni che ha dato innumerevoli spunti a Flaubert, che ne ha fatto buon uso.

Il testo appartiene alla categoria del romanzo perché ruota attorno a un personaggio di cui descrive la vita e i pensieri. L'argomento affrontato dall'autore in questo testo è il cosiddetto "bovarismo", cioè il modo sofferto di sentire la vita che ha preso il nome direttamente dalla protagonista: Emma; tuttavia vengono affrontati anche altri temi, quali quello dell'adulterio, ma anche dell'amore e delle speranze di felicità che si possono trovare nel tradire il coniuge, e infine il tema della morte che si compirà in due modi totalmente differenti per i due personaggi principali. A questi argomenti trattati fa da sfondo l'odio per la vita borghese e quel disprezzo per le convenzioni provinciali che sono nati nel cuore dell'autore fin dall'adolescenza. Questo romanzo è intriso di elementi soggettivi, per esempio le mutevoli emozioni dell'infelice protagonista ma anche quelle dei personaggi secondari che le ruotano attorno, senza contare le innumerevoli descrizioni di sensazioni.



Mi sembra che nel romanzo che ho letto ci sia un'aperta intenzione, da parte dell'autore, di fornire informazioni; però non si tratta di un aspetto che salta all'occhio in continuazione, ma è seminascosto tra le righe dell'opera e in qualche occasione risale in superficie con una violenza che dev'essere stata scandalosa per l'epoca, e questa energia ci trasmette quasi un odio per la vita borghese e per le speranze utopistiche dei personaggi che intravedono una vita migliore ma sono destinati a trascorrere la loro scialba esistenza nella mediocrità.

A mio parere questo testo deve aver avuto, allora come oggi, un'importanza fondamentale nella letteratura, soprattutto perché è imperniato sulla visione introspettiva del personaggio di Emma, che è una donna, una mosca bianca tra le donne ancora sottomesse al volere degli uomini, in un periodo in cui la Chiesa svolgeva ancora il ruolo di censore e l'emancipazione femminile era  molto lontana.

La struttura sintattica del testo è abbastanza semplice, perché non sono presenti spesso periodi lunghi e complessi; tuttavia alcune difficoltà le ho trovate nel lessico, che a volte fa uso di termini a me sconosciuti; questi termini però riguardano aspetti particolari o tecnici non indispensabili ai fini della comprensione. Nel romanzo l'autore fa un uso abbastanza frequente di ure retoriche, tutte facilmente individuabili, come, per esempio, similitudini e metafore che hanno il compito di spiegare in modo più suggestivo ed immediato le emozioni e le sensazioni di Emma.

Direi che nel testo prevale un tono drammatico, adatto ad interpretare le angosce della protagonista; contribuiscono ad acuire questa sensazione di oppressione e di angoscia anche le scelte stilistiche adottate da Flaubert: il ritmo di narrazione è scarno, funzionale, privo di cedimenti e mantiene sempre alta l'attenzione e il coinvolgimento del lettore che resta con il fiato sospeso fino alla fine, fino alla morte, proprio a simulare la speranza della protagonista di evadere dalla gabbia di mediocrità borghese senza colori.

Secondo me il testo si presenta soprattutto come espressione di sentimenti, seguendo gli avvenimenti che hanno scandito la vita di Emma Bovary; questa scelta è stata probabilmente effettuata al fine di coinvolgere maggiormente il lettore, e devo dire che la partecipazione e l'immedesimazione nei personaggi è alta grazie anche allo stile utilizzato. Infatti ci si immedesima molto bene in quel personaggio infelice e in costante ricerca della felicità che è Emma.

Dalla lettura del testo si può trarre quella lezione di vita che ci insegna come accontentarsi della condizione (anche sociale) in cui ci si trova, ma ciò mi è parso un'utopia, in quanto è insita nella natura di esseri umani la ricerca della felicità (che poi una persona voglia prendersi in giro affermando di essere felice, è un altro discorso).

Personalmente sono rimasto soddisfatto dalla lettura di questo romanzo perché narra e descrive molto bene i problemi esistenziali che penso riguardino tutti gli uomini e non rappresenta un esempio di paraletteratura come accadeva sovente all'epoca, ma grazie ad esso ci si immerge in una lettura seria e dai contenuti interessanti, non adatta a chi vuole leggere per divertirsi.




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