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PIRANDELLO

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PIRANDELLO


Il suo pensiero e le prime opere sono legati alla letteratura verista, grazie alle influenze di Verga e Capuana. Di notevole importanza è il soggiorno a Bonn in Germania che, come Trieste per Svevo, mette P. in contatto con la cultura mitteleuropea. La crisi di certezze che ha influenzato il secolo trova espressione nelle opere di P., improntate sul problema dell'identità dell'uomo. Questo problema affonda le sue radici nel pensiero filosofico di Nietzsche e Schopenauer e si basa su una serie di opposizioni (vita/forma, follia/realtà . ) che trovano espressione sia sul piano filosofico (relativismo conoscitivo) sia su quello poetico (l'umorismo).

Secondo P. l'universo è dominato dal caos, in questo scenario anche l'uomo diventa una realtà in eterna trasformazione e composta di frammenti di identità. In questo concetto rientra anche quello di verità: ciò che determina l'identità dell'uomo e l'affermarsi di una verità sulle altre sono le convenzioni sociali. Ognuno quindi cerca di creare un'illusoria e diversa immagine di se stesso indossando delle maschere; ognuno, cioè, crea una realtà diversa che ritiene la propria verità, diversa da quella degli altri.

Il mondo di P. è governato dalla casualità e dalla relatività, è pertanto privo di certezze. Coloro che si rendono conto dell'inganno della vita e cercano di sfuggirgli vengono considerati folli o precipitano di nuovo nel dolore, quindi c'è nel pensiero P. la consapevolezza della crisi e della mancanza di vie d'uscita.




L'UMORISMO

Il comico è un avvertimento del contrario mentre la riflessione che lavora dentro di me e mi ha fatto andare oltre quel semplice avvertimento, mi ha fatto passare al sentimento del contrario.

La comicità più immediata è irriflessa, l'umorismo è riflessione e amara comprensione, quindi sentimento del contrario. L'intelligenza e la sensibilità ci fanno cogliere il risvolto amaro di una situazione che a prima vista ci era sembrata comica.


LE NOVELLE

Il primo periodo delle novelle è verista, dove P. denuncia le ipocrisie sociali che condizionano la vita delle persone e la improvvisa presa di coscienza della drammaticità della condizione umana, in altri casi sarà il caso a schiacciare i personaggi. Già in questo periodo però P. si differenzia da Verga per l'inconfondibile tono umoristico (la giara, il personaggio di don lollò cosi attaccato alla roba ricorda il mazzarò verghiano). Altre novelle realistiche P. sono caratterizzate dall'elemento drammatico e lirico (Ciaula scopre la luna, ricorda rosso malpelo).

La produzione negli anni della maturità è caratterizzata dalla narrazione a tesi: lo scrittore infatti costruisce una vicenda con lo scopo di trasmettere mediante il racconto un aspetto del proprio pensiero. L'insieme degli eventi è però basato sul caso, quindi la ragione non ha alcun potere sulla realtà, che è poi soltanto illusione. L'identità sociale di un individuo è determinata della opinioni spesso infondate e irrazionali che la gente si fa di lui. Infatti secondo P. esistono tante verità quanti sono gli esseri umani (relativismo conoscitivo), (la signora Frola e il signor Ponza suo genero).innovativo è il modo di narrare di P.:l'ambientazione è totalmente realistica, ma in quello ambiente avviene qualcosa di completamente inverosimile. In questo periodo la novellistica P. conosce anche nuove modalità espressive: la struttura del racconto prende spunto da una situazione apparentemente normale che è sconvolta da un cambiamento esterno o interno del personaggio, a questo evento fa seguito la ribellione e poi la sconfitta.

Le novelle degli ultimi anni toccano invece il tema della morte, a cui P. accosta anche tematiche religiose. Sempre all'ultimo periodo risalgono alcune novelle surreali (fortuna d'esser cavallo).











I ROMANZI

Nell'ESCLUSA i pregiudizi e l'ipocrisia della società esplodono in tutta la loro contraddittorietà. Nell'opera è ancora notevole il peso delle analisi regionali e sui costumi siciliani, che però qui vengono trattati come universali.

Ne IL FU MATTIA PASCAL P. abbandona il verismo per concentrarsi su tematiche e novità strutturali tipiche delle sue opere più mature. Quest opera è, infatti, dominata dalla tesi filosofica centrale, quella del relativismo gnoseologico e nichilistico di P.: nessuno può conoscere la verità oggettiva delle cose, e quindi ognuno crede in una propria parziale verità che spesso risulta essere illusoria o erronea. Questo perché la realtà è dominata dal caso che la frantuma in mille verità parziali. Quindi il tema filosofico del romanzo offre una visione pessimistica del ruolo e dell'identità sociale e esistenziale dell'individuo.

Una delle principali digressioni filosofiche all'interno del romanzo e la filosofia del lanternino, senza il quale l'ombra paurosa della morte non esisterebbe. Il Paleari propone anche la riflessione su problemi morali e politici affermando il bisogno di lanternoni, cioè valori collettivi su cui esiste l'accordo.

Notevoli sono anche le rivoluzioni sull'aspetto narrativo: al narratore esterno si sostituisce un io narrante che spesso dialoga con se stesso, divaga, arrivando anche all'autoanalisi.

La filosofia del lanternino è ripresa in SI GIRA dove la realtà è riproposta come finzione, come metaforica pellicola cinematografica percepibile grazie alla luce delle lanterne che consentono all'individuo di proiettare verso l'esterno un proprio mondo.

In UNO, NESSUNO E CENTOMILA la tesi dell'inconsistenza e dell'illusorietà dell'identità individuale è portata all'esasperazione in quando nessuna forma è in grado di adeguarsi alla infinitamente complessa e multipla realtà della vita.


STILE E LINGUAGGIO DELLA NARRATIVA DI P.

Favorevole a una narrazione antiletteraria, e quindi antidannunziana, P. predilige un linguaggio caratterizzato da intensità e volto a riproporre il parlato. Questo stile è stato considerato, come per Svevo, un segno di difficoltà espressiva o di scarsa padronanza della lingua, ma altri hanno compreso che questo stile era l'unico modo per P. di esprimere la sua tragica concezione dell'esistenza.

Frequente è l'uso del soliloquio, interrotto da domande retoriche, interrogazione ed esclamazioni, ecc., quasi a voler riprodurre il dialogo interiore tra le molte e contraddittorie anime che compongono la personalità.


IL TEATRO

I testi drammaturgici si possono dividere in tre gruppi:

Ø  Commedie veristiche: in genere di ambiente siciliano e ancora legate al principio di verosimiglianza. e qui l'uomo pirandelliano che con le proprie lucide argomentazioni smonta il sistema di convenzioni e inganni in cui lui e gli altri personaggi erano intrappolati.

Ø  Opere a tesi filosofica: l'uomo pirandelliano viene accantonato e è la vicenda stessa a far risaltare una tesi, inducendo lo spettatore a non comprendere più da che parte è la verità o l'illusione. (Enrico IV)

Ø  Capolavori innovativi, metateatro: con sei personaggi in cerca d'autore comincia l'epoca del teatro nel teatro. Il principio di verosimiglianza è abolito, rimane vivo il problema dell'incomunicabilità. Si può definire metateatro cioè riflessione sul teatro in forma teatrale.


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