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RECENSIONE DEL FILM "SCHINDLER'S LIST" - Steven Spielberg



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RECENSIONE DEL FILM "SCHINDLER'S LIST"

TITOLO: Schindler's list

REGIA: Steven Spielberg

ANNO:

MUSICA: John Williams

SCENEGGIATURA: Steven Zaillian

FOTOGRAFIA: Janusz Kaminski



PERSONAGGI: Oskar Schindler, Itzhak Stern, Amon Goeth, Emile Schindler,

P. Pfefferberg, Helen Hirsch, Victoria Klonowska

TRAMA:

Il film è ambientato negli anni trenta durante la dittatura di Adolf Hitler in Germania. La vicenda si svolge durante un lunghissimo flash back, a Cracovia dove in un primo momento gli ebrei sono obbligati a registrarsi tutti nel capoluogo e successivamente, nel 1941, sono rinchiusi nel ghetto, un quartiere separato dalla città.Infine nel 1943 sono tutti deportati nei vari Lager. Il protagonista è Oskar Schindler un imprenditore elegante, ricco e raffinato e un noto uomo d'affari che riesce a conquistarsi, con la corruzione, la protezione d'alcuni comandanti dell'esercito tedesco. Con somme di denaro ottenute da ricchi ebrei rileva una fabbrica di stoviglie dove produce pentole e gavette per l'esercito. Grazie ad un suo collaboratore ebreo, cui affida in pratica la completa gestione della fabbrica, riesce ad impiegare manodopera ebrea a prezzi veramente molto bassi e accumula così un'ingente somma di denaro. Questa sua ricchezza gli consente, anche in tempi così difficili, di condurre una vita di lusso ma anche di soddisfare le continue richieste dei comandanti SS corrotti.

Dopo la liquidazione del ghetto Schindler, invece di arrendersi e chiudere la fabbrica, la trasferisce da Cracovia alla sua città natale Brunwitz. Anche per la nuova ditta vuole impiegare manodopera ebrea, che però subito non gli è concessa. Grazie alla determinazione di Stern, il suo collaboratore, riesce ad assumere solo ebrei salvandoli così dai Lager. A poco a poco tutte le persone che "lavorano" nei Lager vedono in Schindler colui che può salvarli; infatti sono sempre di più gli ebrei che sperano di essere impiegati nella sua fabbrica. Una frase celebre del film, forse la più significativa è "La lista è un bene assoluto, la vista è vita. Tutto intorno, ai suoi margini c'è l'abisso". Questa frase ci fa capire come era importante essere stati scritti in quelle liste. Schindler riesce ad assumere 1100 ebrei salvandoli tutti da una morte crudele. Il finale è molto toccante, soprattutto quando Schindler pensa a quanti altri ebrei avrebbe potuto salvare vendendo tutte le sue ricchezze. La vicenda si conclude con alcuni ebrei, salvati da lui stesso, che posano una pietra sulla sua tomba a Gerusalemme.




ANALISI:

Il film dura circa tre ore.

La storia si sviluppa su due piani abbastanza evidenti: da una parte gli avvenimenti del ghetto, dei Lager, delle deportazioni, degli ebrei e dall'altra i moti interiori del protagonista. Infatti Oskar Schindler è l'unico personaggio dinamico in contrapposizione a personaggi statici. Subisce un processo di profonda trasformazione: all'inizio il cambiamento è lieve ma con lo svilupparsi della storia diventa via via più chiaro; infatti avviene una lenta evoluzione da un originario atteggiamento cinico, egoistico a una visione del mondo diversa, in cui ci sono anche sentimenti come pietà e simpatia per persone più sfortunate di lui in quel momento

I personaggi sono divisi in due gruppi distinti: da una parte gli ebrei oppressi deportati nei Lager, tutti mescolati insieme, ricchi e poveri.

Dall'altra parte ci sono gli oppressori nazisti, tutti uguali nel disprezzo delle altre razze. Tra loro si distingue Goeth, comandante del campo di lavoro di Plaszow, dove sono stati trasferiti gli ebrei del ghetto di Cracovia. Alcuna scene sono veramente crude: per esempio quando si alza la mattina e, preso il fucile, uccide un ebreo che stava camminando per il campo, solo per divertimento.

A circa metà strada tra gli ebrei e i nazisti c'è Schindler, egoista e cinico, ma al tempo stesso umano, generoso e capace di provare pietà.

Il film è girato quasi completamente in bianco e nero salvo le scene iniziali e finali. Il colore appare, anche nel flash back, per dare risalto ad una bambina con il cappotto rosso che all'inizio sembra passare indenne durante lo sterminio del ghetto e che poi si rivede però morta su un carro prima della cremazione. Ci sono spesso contrasti: l'ebrea, Helen, oltraggiata dall' ufficiale, Goeth, mentre al piano di sopra c'è una festa oppure quando ad una famiglia ebrea ricca viene assegnata una misera stanza da condividere con molti altri mentre Schindler si compiace della loro casa, che gli era stata assegnata dopo la liquidazione del ghetto.

È un film istruttivo, certo le scene crude non mancano, ma è anche grazie a queste che si capisce ciò che Spielberg voleva trasmetterci; fa riflettere e ci mette a diretto contatto con il dramma dell'Olocausto. Ha anche uno scopo illustrativo e educativo perché attraverso la storia di Oskar Schindler possiamo conoscere meglio la realtà ebraica nella seconda guerra mondiale.







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