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SCHEDA DI LETTURA - Stendhal, pseudonimo di Henri Beyle (1783-1842), 'Il Rosso e il Nero' ('Le rouge et le noir')

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SCHEDA DI LETTURA


Autore: Stendhal, pseudonimo di Henri Beyle (1783-l842)

Titolo: 'Il Rosso e il Nero' ('Le rouge et le noir')



Luogo e data di edizione: -originale: Parigi, 1830

-italiana:

Narratore: Il narratore, onnisciente e partecipe delle vicende anche a livello emotivo, è un personaggio fondamentale del libro. È lui, Stendhal che ci propone la sua concezione particolare della vita. L'autore interviene in prima persona nel racconto della vicenda per riportare sue impressioni personali, contribuendo così ad instaurare col lettore un rapporto speciale. Per esempio, commenta egli stesso il paesaggio della valle del Doubs, dicendo che il suo sguardo vi si è posato tante volte, interviene personalmente giudicando il comportamento di Giuliano, inserisce riflessioni di filosofi, oppure, come a . 369, una lunga parentesi, nella quale esprime le sue idee politiche liberamente. Il romanzo è a focalizzazione esterna.


Trama dell'opera: La vicenda ha origine nei primi anni dell'800, in un paesino della provincia francese, Verrieres, dove il lio di un modesto carpentiere, Giuliano Sorel, disprezzato e ritenuto un fannullone dal padre e dai fratelli, che nutre una profonda ammirazione per Napoleone, viene assunto come precettore per i tre li dell'allora sindaco del paese, il signor de Renal.

Giuliano entra subito nelle simpatie dei tre bambini, ai quali insegna anche il latino, sebbene i suoi atteggiamenti sono ritenuti non adeguati ad un ragazzo di umili origini come lui. Forse per questo motivo ha un particolare fascino sulle donne. Infatti, anche la moglie del sindaco, la sig.ra de Renal, comincia a provare forti sentimenti nei suoi confronti e alla fine si abbandona alla passione.

A causa della malattia del lio più piccolo la donna è presa da molti rimorsi di coscienza e la considera quasi una punizione divina per la relazione "clandestina" con Giuliano. Ad aumentare l'instabilità del loro rapporto giunge anche una lettera anonima, la quale informa il sindaco della relazione tra la moglie e il precettore.

Giuliano parte allora a malincuore per Bensaçon, dove entra in un seminario, nel quale però non si sente a proprio agio, perchè non ha una vera vocazione ecclesiastica. Viene notato dal marchese de La Mole, nobile parigino, stupito dalla grande abilità dell'ex precettore nel saper recitare a memoria in latino ine della Bibbia.

Decide quindi di assumerlo come suo segretario, introducendolo anche nella "alta società parigina" dalla quale il protagonista rimarrà molto deluso poiché non se l'aspettava così corrotta e cospiratrice.

La seconda parte del libro ha inizio con la storia d'amore tra Giuliano e la lia del marchese de la Mole, Matilde. Inizialmente è quest'ultima ad infatuarsi di Giuliano, le manda delle lettere con l'invito di presentarsi in camera sua. All'inizio, Giuliano crede che sia una trappola di Norberto, l'altro lio del marchese, e dei suoi amici nobili. Alla fine cede alle avances di Matilde ma dopo una notte di passione, la ragazza si rende conto di non amarlo e si pente dell'accaduto, mentre Giuliano, che crede di non provare nulla per lei, stupito dalla sua freddezza, si scopre innamorato. Il ragazzo, seguendo i consigli di un suo amico russo, di nome Korasov, conosciuto durante un viaggio d'affari, la fa ingelosire scrivendo lettere d'amore alla marescialla de Fervaques. Questa tattica funziona e ben presto Matilde si concede a Giuliano senza riserve. La storia clandestina va avanti per qualche tempo, ma subisce una forte scossa quando Matilde scopre di essere incinta. Allora, la loro relazione viene svelata al marchese de la Mole, che, sebbene non contento dell'accaduto, acconsente al matrimonio fra i due per tutelare il bambino.

Nel frattempo giunge al marchese una lettera della signora de Renal, dettata dal suo confessore che lo informa di diffidare da Giuliano, poiché per avere più importanza nella società, approfitta delle debolezze delle donne di famiglie ricche e le seduce.

Giuliano parte per Verrieres armato di pistola e assetato di vendetta, irrompe in chiesa durante una funzione religiosa e spara due volte alla signora de Renal. La donna viene colpita alla spalla in modo non grave, ma Giuliano è comunque arrestato e in seguito condannato a morte.

Durante la sua prigionia, riscopre tutto il suo amore per la signora de Renal, che invece di abbandonarlo, vuole stargli vicino ed aiutarlo nell'ultimo atto della sua misera vita. Giuliano è invece infastidito dalle continue visite di Matilde. L'uomo fa giurare alla signora De Renal di non tentare il suicidio e di aver cura del suo unico lio che Matilde porta in grembo.

Viene per lui il triste giorno dell'esecuzione, che però non è raccontato esplicitamente dall'autore. Si sa soltanto che viene decapitato.

Matilde bacia la sua testa e la mette sulle ginocchia come l'eroina del 1500 che ammira tanto, fece con la testa del suo antenato, Bonifacio de la Mole.

La signora de Renal mantiene la promessa di non uccidersi, ma muore pochi giorni dopo, abbracciando i propri li.


Fabula-Intreccio: Il romanzo presenta poche analessi non significative e anche le prolessi sono quasi inesistenti. Quindi, considerando in generale tutta la vicenda, fabula e intreccio coincidono quasi completamente.


Tempo della storia: Circa un anno della vita di Giuliano Sorel, collocato nella prima metà dell'800, nell'era della Restaurazione.


Tempo della narrazione: Il tempo della narrazione è eplicitamente indicato nel sottotitolo, 'Cronaca del 1830'. Sono spesso presenti digressioni, che spostano l'attenzione su un personaggio secondario, o un fatto comunque importante ma che non si presenta agli occhi del protagonista. Sono numerosi anche le ellissi e i sommari, anche se l'arco di tempo in cui si svolgono le vicende è piuttosto breve, circa un anno. Le marche temporali a cui si può far riferimento per collocare il romanzo sono l'età monarchica, la Rivoluzione Francese, appena ricordata, l'età Napoleonica, rimpianta da molti, fra cui il protagonista, e disprezzata da altri, la Restaurazione, la vita di molti famosi personaggi, come Voltaire, Rosseau, Richelieu, Luigi XIV e Luigi XVI.


Spazio: La prima parte della storia si svolge a Verrières, una delle cittadine più graziose della Francia, a detta dell'autore. Verrières è una cittadina inventata, come spiega la nota conclusiva. Stendhal la descrive con casette bianche dai tetti aguzzi di tegole rosse che si stendono sul clivo di una collina sotto la quale scorre il Doubs. E' qui che si trova la casa del signor de Renal, il sindaco. La villa in cui vive è 'di assai bella apparenza', con giardini magnifici. E' di pietra viva e non è ancora finita di costruire. Da Verrières la vicenda si sposta a Vergy, a Besançon, e infine a Parigi, al palazzo de la Mole. Queste parole sono incise su di un marmo nero sopra la porta. Era stato costruito circa al tempo della morte di Voltaire, nel sobborgo Saint-Germain. I saloni al primo piano erano magnifici, ma non per questo la gente che vi abitava era felice.

In generale, lo spazio l'ambiente in cui si svolge la vicenda è descitto minuziosamente ed è parte integrante anche dello stato d'animo dei personaggi. Lo spazio può essere simbolico se si considera Verrières come punto di partenza per il lungo cammino di Giuliano, il cui scopo è diventare 'qualcuno' e Parigi come il luogo in cui è più facile l'ingresso in società, ma nello stesso tempo più difficile a causa dell'ambiente ipocrita parigino. Oltre a queste riflessioni, possiamo considerare lo spazio reale e non simbolico.


Personaggi:

-Principali:

Giuliano Sorel. E' il protagonista del romanzo. Stendhal lo descrive di diciannove o diciotto anni, con le gote incarnate e gli occhi bassi, gracile in apparenza, con tratti irregolari ma delicati, il naso aquilino, due occhi grandi e neri, i capelli castano scuro, la fronte piccola. Ha una ura svelta e ben proporzionata, ed era più agile che forte, un'aria stranamente pensierosa e un estremo pallore. La sua bellezza, la sua tenuta, anche la sua decenza nell'abbigliamento, sono un elemento costante durante tutto il romanzo.

Giuliano è un giovane bello, ambizioso, ma di umili origini. Suo padre è un carpentiere. È una personalità forte e geniale, consapevole di se stessa, passionale, ma allo stesso tempo fredda e calcolatrice. Talvolta Giuliano è ipocrita, falso, opportunista, ma solamente perché ritiene necessario esserlo. Infatti, è capace di rinunciare a tutte le sue finzioni per ubbidire alla sua natura vera e profonda, alle sue passioni e ai suoi sentimenti.

Giuliano non è un personaggio facile da amare con le sue menzogne, le sue strategie e la sua nera ambizione. Ma è un'anima appassionata e folle, noncurante della ragione e schiavo del cuore, anche se a volte sembra il contrario e questo lo rende affascinante.

E' un seminarista, ma non diventerà mai un prete, poiché la sua ambizione, i suoi intrighi amorosi, lo portano ben lontano dalla fede in Dio.

Giuliano calcola e prevede le conseguenze di ogni sua mossa, ha quindi una propria tattica e una sua strategia.

Non è una marionetta come molti lo hanno visto, e come lo stesso Stendhal tende più volte a descriverlo, ma poi smentendosi e ridimensionando la reale situazione del suo eroe.

In mezzo ai suoi notevoli successi, non solo in campo sentimentale, ci sono cadute, oscillazioni, crisi di identità e anche momenti di sfiducia, nei quali Giuliano è solo, debole e disarmato.

E' costantemente ossessionato da ciò che deve fare nell'ambito della società e ciò che vorrebbe fare realmente. Ne sono un esempio il Vangelo, il latino e i consigli dell'abate Chelan da una parte, e dall'altra i consigli di un vecchio chirurgo partecipante all'armata di Napoleone e la continua lettura del Memorial de Sainte-Helene e di trattati illuministi.

Giuliano non riesce però a diventare un ipocrita perfetto, sempre controllato e freddo.

Stendhal gli rimprovera la sua goffaggine, la sua mancanza di abilità, specie nei rapporti con Matilde, i suoi entusiasmi, ma soprattutto la sua incoerenza nella finzione.

In compenso esalta spesso la sua follia, i suoi moti sublimi nell'animo, proprio per la sua mancanza di prudenza e di abilità, cioè per la sua stessa natura.

Stendhal ,nel personaggio di Giuliano, ha saputo mirabilmente rappresentare l'uomo che si confronta con se stesso, con la propria indole,

coi sentimenti,con la società e perde, ma solo apparentemente.

Sig.ra de Renal. E' una delle sue protagoniste femminili del romanzo e una delle due donne amate da Giuliano. Trentenne, alta e ben fatta, era stata la bellezza del paese. Ha un'aria di semplicità e il passo giovanile. Ha una grazia ingenua, piena di innocenza e di vivacità, ed è buona nel più profondo senso della parola. Non si rende conto della sua bellezza, altrimenti se ne sarebbe vergognata, perchè la civetteria non ha mai toccato il suo nobile animo. Giuliano rammenta molto spesso i suoi bellissimi occhi, dolci e pieni d'amore.

Della sua personalità si dice che fosse un'anima nobile e romantica, sempre pronta ad un'azione generosa o ad un sacrificio, in particolare per i li, che ama più della sua stessa vita. E' ansiosa e costantemente ossessionata dai sensi di colpa. E' debole e indifesa anche se in alcuni momenti dimostra una singolare forza, se non altro per salvare Giuliano, del quale alla fine si scopre realmente innamorata. Prima che Giuliano muoia, gli promette di prendersi cura di suo lio e di non suicidarsi, ma, nonostante la sua volontà di mantenere la promessa, muore tre giorni dopo di lui, abbracciando i li.

Sig.de Renal. La descrizione del signor de Renal e della sua casa occupa quasi totalmente i primi due moduli. Ha i capelli tendenti al grigio, la fronte alta, il naso aquilino. Del suo aspetto fisico Stendhal non ci dice altro, mentre è assai lunga la sua caratterizzazione interiore. La sua aria è indaffarata e piena di importanza, soddisfatta di sè e colma di alterigia, anche se si vede che il suo ingegno non abbonda. E' un industriale, ma dal 1815 si vergogna di esserlo. Quell'anno l'hanno eletto sindaco. E' costantemente preoccupato per ciò che può pensare di lui e della sua famiglia la società. Agli occhi di tutti, 'amministra i beni dei poveri con la più scrupolosa onestà', come dice sua moglie, ma in realtà si trattiene dal farlo. Anzi, si arricchisce proprio ai danni dei più deboli. Va molto d'accordo con sua moglie, ma la tratta come una sua proprietà, anche se a quei tempi era praticamente normale. E' continuamente in lotta contro il signor Valenod, direttore dell'ospizio di mendicità. Infatti, assume Giuliano come precettore soltanto perchè i li di Valenod non ce l'hanno e quindi vuole suscitare invidia nel rivale. Ha scoppi d'ira quando scopre attraverso lettere anonime della relazione fra la moglie e Giuliano, ma non la caccia di casa per paura di ciò che avrebbero detto i concittadini. I li lo adorano, nonostante la sua severa giustizia.

Di lui Stendhal dice che era comunque molto educato, eccetto quando parlava di denaro, perciò era considerato il personaggio più aristocratico di Verrières.

Matilde de la Mole. lia del marchese, è una giovinetta diciannovenne, biondissima e assai ben fatta. Giuliano dice di non aver mai visto occhi così belli, anche se mostrano freddezza d'animo. Li definisce 'scintillanti'. A volte ostenta un'aria dura, altera e quasi mascolina. Sottrae libri di autori illuministi dalla biblioteca del padre. Ha una personalità complessa e difficile da comprendere. E' molto arguta e spiritosa, ma per questo risulta spesso caustica. Estremamente intelligente, annoiata dalla società del suo tempo e desiderosa di nascere nel 1500, quando le passioni dominavano l'esistenza. Fra lei e Giuliano c'è una storia d'amore travagliata, fatta di continui alti e bassi. Alla fine, sebbene fosse stata lei a sedurre Giuliano, si ritrova nel ruolo della donna innamorata follemente ma non corrisposta.

Marchese de la Mole. La caratterizzazione di questo personaggio non è molto lunga, nè sul piano fisico, nè su quello interiore. E' un ometto magro, dall'occhio vivo e in parrucca bionda. Giuliano, quando lo vede per la prima volta, lo trova insopportabile e senza classe, ma poi, conoscendolo meglio, lo giudica affabile.

E' affetto dalla gotta. E' il tipico nobile parigino, per questo progetta con altri nobili una specie di 'congiura' contro la borghesia. Prende in simpatia Giuliano e lo aiuta per davvero, e addirittura lo autorizza a sposare sua lia quando scopre che è incinta, ma la lettera che riceve dalla signora de Renal annulla la stima nei suoi confronti.

-Secondari:

Conte Norberto de la Mole. L'altro lio del marchese, è un giovane che suscita subito l'ammirazione di Giuliano. E' un bel giovanotto con baffetti, molto pallido e snello, con la testa piccolissima. All'inizio, dimostra molto affetto per Giuliano, ma poi si raffredda quando comincia a capire della storia tra lui e la sorella.

Papà Sorel e fratelli di Giuliano. Si parla di loro solo all'inizio e alla fine del romanzo. Il vecchio Sorel è un contadino duro e cocciuto. Ha tre li, Giuliano naturalmente e due specie di giganti, che picchiano il fratello. Anche lui lo tratta male e lo considera un pigro e un 'leggione'. Alla fine, si ripresenta solo per rimproverarlo, quando sta per essere giustiziato. Giuliano lascia mille franchi a ognuno dei fratelli e il resto a lui. Il vecchio risponde che è il minimo che possa fare, visto che h provveduto alle spese del suo mantenimento e della sua educazione. Giuliano è realmente ferito da queste parole.

Sig.ra de la Mole. Donna alta e di aspetto imponente, con un'aria altezzosa, si degna appena di guardare Giuliano.

Abate Pirard. E' uno dei pochi uomini di chiesa, insieme al curato Chelan, che dimostrano bontà d'animo. E' mal vestito e ha l'aria irritata. Ha il volto allungato, tutto coperto di macchie rosse tranne la fronte, di un pallore mortale. Tra le gote rosse e la fronte bianca, brillano due occhietti neri fatti per sgominare anche i più arditi; i vasti contorni di quella fronte erano delineati da capelli folti, lisci e di un nero di giaietto. E' bilioso, giansenista e credente nel dovere della carità cristiana.

Abate Chelan. E' un vecchio ottantenne ma, grazie all'aria viva delle montagne,  è dotato di una salute e di un carattere di ferro. Viene poi destituito.

Fouquè. Giovane mercante di legname, caro amico di Giuliano, che abita sull'alta montagna che domina Verrières. Gli resta vicino fino alla fine e piange la sua morte.

Sig.ra Derville. Amica della sig.ra de Renal, anch'ella signora graziosa.

Signor Valenod. Direttore dell'ospizio di mendicità e poi sindaco di Verrières. E' un giovanottone massiccio dal volto acceso e le grosse fedine nere, grossolano, sfrontato e rumoroso. Ha molti capelli e si crede molto importante.

Elisa. Domestica dei Renal, s'innamora di Giuliano, che la rifiuta. Scoperta la relazione tra la signora de Renal e lui, si allea con il signor Valenod e li tradisce.

Amanda Binet. Graziosa ragazza, conosciuta da Giuliano in un cafè il giorno del suo arrivo a Besançon.

Marescialla De Fervaques. Bellissima vedova, alla quale Giuliano fa la corte per far ingelosire Matilde.

Principe Korasov. Principe russo, dall'aria nobile e un po' ridicola agli occhi dei francesi, è amico di Giuliano e gli dà consigli.

Carlo de Beauvoisis. Nobile contro il quale Giuliano duella per un equivoco. Poi il signore lo aiuta facendogli guadagnare qualche posizione all'interno della società parigina.

Tanbeau. Altro segretario nel palazzo de la Mole, raccomandato dal padre, rivale di Giuliano sul lavoro.

Geronimo. Cantante italiano col quale Giuliano ha più di un incontro.

Vescovo di Adge. Giovanissimo vescovo, di gran classe.

Re di ***. Viene in visita a Verrières.

Vicario Maslon. Sostituisce l'abate Chelan.

Stanislao Saverio e Adolfo. Due dei li dei Renal.

Sig. De Maugiron. Sottoprefetto del dipartimento.

Conte d'Altamira. Un rifugiato, poichè condannato a morte, incontrato da Giuliano nel salotto de la Mole.

De Croisenois, de Luz, de Caylus. Giovani nobili, che chiedono la mano di Matilde.

Abate Chas-Bernard, Castanede, Frilair. Uomini di chiesa che si incontrano nel romanzo, ma non hanno un vero e proprio ruolo.

Falcoz. Vecchio amico del sig. de Renal, da lui tradito, incontrato da Giuliano nel suo viaggio verso Parigi.


Ritmo della narrazione: Possiamo dire che il ritmo non è nè troppo lento, nonostante la presenza di numerose descrizioni, nè troppo incalzante. Anche la distribuzione tra sequenze descrittive, narrative e riflessive è piuttosto omogenea. Le prime sono onnipresenti e molto dettagliate, le seconde si trovano spesso nei momenti carichi di avvenimenti, le terze sono anch'esse molto numerose, visto che per tutto il romanzo i pensieri e gli stati d'animo dei personaggi sono sempre espressi. L'autore infatti inserisce nella storia molti monologhi interiori e soliloqui.


Uso della lingua: Il linguaggio utilizzato è semplice e lineare, utilizza modi di dire tipicamente francesi che sono evidenziati dal corsivo. Non mancano però citazioni latine, da parte di Giuliano o di altri personaggi. Il lessico presenta alcuni tecnicismi di genere militare. Le ure retoriche invece sono molte, in particolari similitudini e metafore. Spesso, il termine di paragone è relativo al mondo militare, come al modulo XV, quando Giuliano è paragonato ad un 'soldato che torni dalla rivista'.


Valutazione personale: A mio parere, è un romanzo veramente interessante. Ci dà un'immagine della realtà storica e morale dell'epoca postnapoleonica, ma è anche una complicata storia d'amore .

E' veramente un'opera superba che, nonostante la sua lunghezza, tiene attaccato il lettore alle sue ine.

Sono molti gli aspetti che mi hanno colpito in questo capolavoro:

L'ambizione di Giuliano, che ha certamente le sue radici anche nella classe sociale a cui appartiene, e dalla quale vuole uscire.

La splendida capacità dell'autore di presentarci il corteggiamento tra uomo e donna; infatti  Stendhal riesce straordinariamente a farci partecipi delle indecisioni, degli equivoci e delle incertezze che nascono nei rapporti umani;

La grande spontaneità nei discorsi e nelle situazioni;

La concezione particolare della vita di Stendhal. Secondo lui l'uomo è in preda alle passioni perché la sua vita deve essere intensa, dominata dal desiderio di raggiungere la felicità  senza nessun scrupolo;

La politica, che è una componente principale del romanzo, ma che invece è di rado in primo piano, se si esclude il modulo in cui i nobili complottano per riportare al potere l'aristocrazia e sottomettere di nuovo la borghesia;

La varietà dei caratteri, dei colori, dei paesaggi;

Gli aspetti contraddittori della natura di scrittore di Stendhal: da una parte la ragione, dall'altra la passione, l'anima sensibile romantica, con i suoi risvolti imprevedibili;

Il fatto che l'elemento politico-sociale si lega con i sentimenti dei personaggi;

Infine l'affascinante ura di Giuliano, così ben costruita. Nonostante il suo essere calcolatore, non è tuttavia un personaggio negativo, e il lettore prova anche simpatia nei suoi confronti.


Citazione: «Persino in questo secolo annoiato, il dominio della necessità di divertirsi è tale che, anche nei giorni di pranzo, appena il marchese aveva lasciato il salotto, tutti si squagliavano. Purchè non si scherzasse nè su Dio, nè sui preti, nè sul re, nè su tutto ciò che è consacrato; purchè non si dicesse bene nè di Bèranger, nè dei giornali dell'opposizione, nè di Voltaire, nè di Rosseau, nè di tutto ciò che si permette un po' di parlar chiaro; purchè soprattutto non si parlasse mai di politica, si poteva liberamente chiacchierare di tutto.

Non ci son centomila scudi di rendita nè cordoni azzurri che valgano a lottare contro un tale statuto salottiero; la minima idea viva appariva una volgarità. Malgrado il buongusto, l'urbanità perfetta, il desiderio di esser piacevoli, si leggeva la noia su tutti i volti. I giovani che venivano a rendere omaggio, temendo di dir qualche cosa che facesse sospettare un pensiero o tradire qualche lettura proibita, dopo qualche elegantissima frase su Rossini o sul tempo che faceva, restavano a bocca chiusa.»


Commento: Ho scelto questa frase perchè spiega con parole amare e ironiche la situazione della Francia in quel secolo. L'ipocrisia regna sovrana su ogni rapporto umano, la noia riempie le vite dei nobili, la paura di essere escluso dalla società per le proprie idee, caratterizza tutti. Il duro mondo parigino nel quale Giuliano si trova immerso e dal quale resta profondamente deluso è espresso in questa parte del romanzo; esso è la cornice migliore per le vicende del protagonista, e si intreccia con l'ipocrisia e la paura di cui anche lo stesso Giuliano è vittima, come gli altri. La classe nobiliare è invidiata, ma anche disprezzata da Giuliano. In fondo, l'infelicità, in quell'ambiente, a quei tempi, caratterizzava ogni singola vita.










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