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SCHEDA LIBRO: ULTIME LETTERE DA STALINGRADO

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SCHEDA LIBRO: ULTIME LETTERE DA STALINGRADO




Autore: Non esiste un vero autore, poiché è un libro che raccoglie le ultime lettere mandate alle famiglie o amici dai soldati tedeschi impegnati nella guerra in Russia.

Titolo: Ultime lettere da Stalingrado

Luogo di edizione: Torino

Editore: Einaudi

Anno:


Breve riassunto del romanzo: In questo libro sono racchiuse le ultime lettere scritte dai soldati assediati nella città di Stalingrado.

Però queste lettere non arrivarono mai alle famiglie o amici a cui erano state indirizzate, ma furono sequestrate dalla stesso Hitler che voleva capire quale era il morale tra le sue truppe.

Infatti, solo dopo la fine della guerra, vennero ritrovate e rilegate in questo libro.

Da queste lettere si può capire quanto sia stato inutile combattere questa guerra, voluta da un pazzo in cerca di potere che pur di arrendersi, mandò le sue truppe verso una fine più che scontata, ovvero la sconfitta.

In queste lettere ci sono scritte quelle che si possono definire le loro "ultime volontà", poiché la maggior parte di loro sa gia che moriranno e che non faranno mai più ritorno a casa.


Commento personale: Questo è un libro davvero bello, dove sono raccolte molte emozioni forti che sono trasmesse al lettore attraverso queste lettere, dove sono racchiusi i sentimenti e le preoccupazioni di questi soldati, in quei momenti di disperazione.


Collegamento storico:La battaglia di Stalingrado.

Iniziò tutto con l'Operazione Barbarossa, nome in codice dato dai tedeschi, durante la seconda guerra mondiale, all'operazione militare che sfociò il 22 giugno 1941 nell'attacco all'Unione Sovietica, sferrato senza preventiva dichiarazione di guerra. L'obiettivo di Hitler non era solo quello di annullare un potenziale avversario, ma mirava ad annientare l'Unione Sovietica, a distruggere ogni traccia del comunismo e ad assoggettare le popolazioni slave dell'Est. Nell'attacco furono impiegate 150 divisioni, equivalenti a circa tre milioni di soldati, con 10.000 carri armati e 3000 aerei, che avanzarono lungo tre direttrici, per occupare l'Ucraina e dirigersi verso le maggiori città, Mosca e Leningrado.



Dopo cinque mesi l'operazione Barbarossa sembrava vicina a una conclusione vittoriosa per i tedeschi, con l'esercito russo che aveva ceduto più di un terzo del territorio, compreso tra la Russia Bianca, l'Ucraina, il bacino del Donez e la Crimea. Nel 1942 iniziò tuttavia la controffensiva sovietica, che prese avvio dalla battaglia di Stalingrado, il cui esito capovolse le sorti del conflitto in Europa.

Infatti, questa battaglia combattuta tra l'estate del 1942 e il febbraio 1943, pose fine all'avanzata dell'esercito nazista nel territorio dell'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS).

Giunta alla periferia di Stalingrado nell'agosto 1942, la VI armata tedesca guidata dal generale von Paulus fu coinvolta in una serie di scontri con l'esercito russo, che si protrasse fino al gennaio dell'anno successivo.

Questi scontri durissimi chiusero i tedeschi in una morsa dalla quale non poterono più uscire, dato anche l'ordine dello stesso Hitler che pur di dichiarare la ritirata sacrificò un'intera armata, la quale il 1° febbraio 1943 fu costretta alla resa.

Per i tedeschi, la sconfitta di Stalingrado rappresentò il crollo più grave subito dall'inizio della guerra mondiale.












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