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Saggio breve L'impatto del progresso sull'ambiente



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Saggio breve


Titolo: L'impatto del progresso sull'ambiente


Destinatario: giornalino scolastico


Oggi la vita dell'uomo è  strettamente

legata al progresso scientifico-tecnologico.

Infatti fino ad ora esso ha aiutato l'uo-

mo a vivere meglio, ma nel prossimo fu-

turo potrebbero derivarne conseguenze

negative e lo stato di benessere



dell'uomo potrebbe precipitare, poiché

lo stesso progresso ha causato un distac-

co dell'uomo dalla natura (State of the

World 99, stato del pianeta e sostenibilità.

Rapporto annuale, Edizioni Ambiente, Milano

1999, pp. 19,43-44, 15-l6, 25).

Infatti l'uomo di oggi è convinto di poter

vivere senza dipendere dalla natura, ma

si sbaglia: egli sottovaluta il suo rapporto

con essa, sottovaluta la sua dipendenza

dal mondo naturale e la sua profonda

vulnerabilità, sfruttandolo e cercando di

diventarne il padrone (State of the

World 99, stato del pianeta e sostenibilità.

Rapporto annuale, Edizioni Ambiente, Milano

1999, pp. 19,43-44, 15-l6, 25).

Una conseguenza di questa manipo-

lazione è il cosiddetto "buco dell'ozono",

infatti, a causa dell'inquinamento (che è

già in sé strettamente legato al progresso),

la "nuvola" di ozono che "riveste" la Terra

e si trova nell'atmosfera, in certi punti si

sfalda, permettendo così ai raggi solari di

colpire la Terra più direttamente, senza

che siano filtrati dall'ozono.

In questo modo l'intero pianeta si

scalda, anche se non immediata-

mente,poiché è un processo lento,

ma che non regredisce, e pian

piano i ghiacciai si sciolgono, dimi-

nuendo la loro estensione e provocando

un'innalzamento dei mari e degli oceani

che sommergerà col tempo alcune terre emerse. 

Oggi, le catastrofi naturali aumen-

tano sempre più di numero, basti pensare

allo Tzunami in Oriente, o agli uragani che

colpiscono sempre più frequentemente le

coste degli oceani Atlantico e Pacifico, o

alle alluvioni in Europa e ai terremoti . .

tutti eventi naturali causati dalla manipo-

lazione dell'ambiente da parte dell'uomo;

è come se la natura si rivoltasse contro di questo.

Un altro elemento di squilibrio è costituito dal

benessere economico.

Oggigiorno, circa un quinto della

popolazione 'ricca' consuma quasi

i due terzi dell'energia mondiale,

mentre un quinto, costituito dalla

popolazione 'povera' ne utilizza ap-

pena il quattro per cento (State of the

World 99, stato del pianeta e sostenibilità.

Rapporto annuale, Edizioni Ambiente, Milano

1999, pp. 19,43-44, 15-l6, 25). Pertanto

il sistema attuale ha prodotto gravi

squilibri nei consumi energetici e nel

benessere sociale.
Lo sviluppo tecnologico e i progres-

si nella medicina e nell'igiene pub-

blica hanno fatto sì che la popola-

zione aumentasse drasticamente

e di conseguenza cercasse nuovi

beni e servizi ottenibili soltanto con

un impiego maggiore delle risorse

energetiche.

In sintesi si può dire che il nostro pia-

neta soffra a causa di tre

fattori combinati: aumento della po-

polazione a causa del maggiore be-

nessere, inquinamento e sfruttamento

eccessivo delle risorse naturali (Repertorio Statistiche, in Enciclopedia europea, XII, Milano, 1984, pp.901-902).



Per quanto riguarda quest'ultimo

punto, l'uomo agisce spregiudicata-

mente: supera i limiti di sostenibilità

della natura, più precisamente pren-

de da essa più di quello consentito,

(ad esempio taglia più alberi di quan-

ti poi effettivamente ne ripianta, attin-

ge più acqua dalle falde di quella che

poi si rigenera) (State of the

World 99, stato del pianeta e sostenibilità.

Rapporto annuale, Edizioni Ambiente, Milano

1999, pp. 19,43-44, 15-l6, 25).

Il vero problema del giorno d'oggi

è che ogni nuova tecnologia che

produce un beneficio economico

viene immediatamente accettata,

mentre, spesso, le azioni che proteg-

gono l'ambiente naturale e richiedo-

no costi, vengono giudicate antieco-

nomiche, e quindi non adottate (ad esempio

i pannelli solari costano molto e prenderne

abbastanza per riscaldare un'intera casa

è una spesa troppo grande rispetto a

quella per un riscaldamento normale).

In realtà, i dissesti ecologici a lungo

andare comportano poi, per sanarli,

dei costi ben maggiori, e non sempre

è possibile riportare l'ambiente inquinato

alle condizioni primitive.

Il problema è stato aggravato dal

produzionismo della grande industria

che, per continuare a svilupparsi ha

bisogno di un mercato sempre attivo

Occorre fare in modo che inquinamen-

to e rifiuti non vadano a distruggere le

risorse naturali, l'aria, l'acqua, il suolo,

che sono indispensabili alla vita dei vege-

tali, degli animali, e dell'uomo stesso, partendo

dall'utilizzo di fonti di energia naturali e

dal ridurre il numero di involucri di ciò che

viene venduto, ad esempio mettendone

meno nei cioccolatini, si fa sì che meno

rifiuti vengano dispersi.

I governi degli stati industrializzati hanno

attuato nuove politiche ambientali,

attraverso l'utilizzo di fonti energetiche

rinnovabili (energia eolica, geotermica,

solare), che dovrebbero almeno in parte

contribuire a produrre energia 'pulita'.
Da molti anni si parla anche di energia nu-

cleare, ma i benefici non riescono a com-

pensare gli svantaggi costituiti dal difficile

smaltimento delle scorie radioattive e dal-

la sicurezza degli impianti, così molti stati,

fra cui l'Italia non hanno optato per il

nucleare. In sintesi, per far sì che la nume-

rosissima popolazione che vivrà nei pros-

simi secoli abbia condizioni di vita accet-

tabili, occorre una corretta valutazione

sia delle capacità del nostro piccolo pia-

neta, sia dei costi da sostenere e delle

risorse da mobilitare.
Si tratta di valutare i limiti naturali e

adeguare ad essi i ritmi di crescita

della popolazione e delle risorse

economiche seguendo un modello

di vita più sobrio per raggiungere

l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile.









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