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THE BRAVE Johnny Depp

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THE BRAVE




La morte si sconta vivendo, e la "polizza morte" stipulata dal protagonista permette con gli anticipi a lui o ai suoi cari una vita in parte riscattata dal puro bisogno e dalla quasi assoluta povertà. Siamo ai margini di una discarica, anch'essa prossima ad essere espropriata. Situazione nuda, priva di implicazioni borghesi, di noia esistenziale, prevale l'orrore strutturale, quindi "materiale": non interessa l'anima, ma il corpo. The brave sonnambulico, lento, "noioso" di quella noia benefica che ci maschera la vita, ce la fa "sentire". Statico nei momenti di accelerazione, vibrante nella lentezza del puro sopravvivere; costantemente distornante. Film di evidenza spettrale.

E' presente un realismo fotografico: le scene rispecchiano la realtà, fotografano la spettralità rendendo ogni corpo ogni cosa, ogni linea un "film".

La ura del protagonista alta, lenta, intensa, di indiano "mortivo" più che nativo, di eroe senza più avventure si muta in quella di un indimenticabile "dying alive"; per un momento, è la morte della morte al lavoro.

Forse gli snuff-movies, i film che ospitano per il mercato clandestino vere scene di tortura e di morte, sono l'ultima fascia maledetta di un cinema che ormai sta mostrando tutto.

Il regista canadese gioca il suo film sul terrore delle ambiguità contrapponendo una certa solarità da western impossibile alla modernità rappresentata sia da Brando sia dai bulldozer che spianeranno quella anarchia bidonville dove tutto è ancora possibile - anche un parco giochi costruito nel breve spazio di una notte. Dell'indiano, ex-detenuto ed ex-alcolizzato, piace a Brando la vitalità istintiva che può essere comprata con lo stesso spirito che anima i ricchi occidentali, mentre al pubblico piace la specialità con la quale si dirige verso la morte certa.

"L'esordio alla regia di Johnny Depp è stato quello contro il quale maggiormente si è accanita la critica a Cannes, scambiando per retorica dell'immagine le scene d'amore al tramonto e alla festa con cui il protagonista saluta i bambini per i quali compierà l'estremo sacrificio. Sono scene che servono a sottolineare un contrasto, quello dei valori semplici che caratterizzano un personaggio il cui corpo costituisce l'unico motivo di interesse per una società avanzata che non ha valori".



TEMI FONDAMENTALI: minoranze etniche, le condizioni precarie di vita nelle bidonville, il divario fra la società ricca e la società povera, l'amore per la propria lia che lo porta a vendere il proprio corpo, il coraggio per affrontare la morte, il mondo occidentale opulento che pensa di comprare tutto, la ura del prete che si è spogliato togliendosi il colletto e tutto quello che aveva fatto, tutto quello in cui aveva sperato si era perso e quindi aveva perso la fiducia in Dio.


  MINORANZE ETNICHE: nonostante all'interno delle bidonville le etnie erano diverse per usi e tradizioni, avevano tutti un unico obiettivo: SOPRAVVIVENZA; si nota nella scena, quando Rafael organizza la festa ed invita tutti (portoricani, messicani, indiani). Anche nella delinquenza si aiutavano. Le minoranze sono anche gli alcolizzati, i drogati, ossia tutti coloro che non hanno un lavoro, che vivono di stenti. Questo film tratto dalle realtà rispecchia la società odierna: povertà e consumismo.

  CONDIZIONI DI VITA NELLE BIDONVILLE: in alcune scene si nota come le persone nelle BIDONVILLE cercano di fare quello che possono, anche nel loro piccolo e inoltre la loro precarietà, la scena dell'acqua, nella bidonville vivevano tutti i vicini, ma la mogie di Rafael era una donna garbata che nonostante la povertà ci teneva alla pulizia della casa, alla cura dei li, il paesaggio in cui vivevano era caratterizzato da colline di rifiuti (discariche) ed era molto arido, spoglio (sembra un film western). In questa gente c'è la speranza e la voglia di migliorare, cercandosi un lavoro, quindi ci tenevano alla loro dignità; ma la disoccupazione e purtroppo una caratteristica della nostra società, il datore di lavoro comunque tende sempre a scegliere colui che è della sua razza. Poi prima di morire Rafael torna alle sue radici, da suo padre.

  DIVARIO FRA LA SOCIETÀ RICCA E POVERA: quando Rafael vede quelle ville e desidera anche lui di cambiare vita, quando costruisce il parco giochi e anche se non era dei migliori per loro era tutto, quando Rafael parla con il lio, quest'ultimo si accontenta di quello di cui vivono, mentre Rafael risponde che ce ne sono dei migliori.

  L'AMORE PER LA FAMIGLIA: durante l'ultima settimana di vita Rafael cerca di dimostrare il suo amore nei confronti della sua famiglia, oltre ad offrire cose economiche soprattutto dare il suo affetto. Cerca di difendere la moglie e i suoi li quando pensa che gli era accaduto qualcosa. Prima di andare a morire lui saluta i suoi li mentre dormivano, nelle immagini più innocenti. Il suo foulard lo da a suo lio, perché voleva che suo foglio diventasse l'uomo di casa ed emerge il suo amore per i li. La moglie voleva la guida di suo marito. Fra i due (Rafael e moglie) c'è una differenza di religioni.




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