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Tema La solitudine

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Tema La solitudine



La stragrande maggioranza degli scienziati sociali considera la solitudine un tipico inconveniente delle società contemporanee. La solitudine significa isolamento, mancanza di affetti e di sostegno concreto e psicologico. Ci presentano le loro statistiche in cui correlano la solitudine alla cattiva salute, alla depressione, al suicidio.A loro modo hanno ragione. Esiste, oggigiorno, una solitudine subìta. E' quella dell'anziano abbandonato, che non ha le risorse economiche o psicologiche per farcela da solo, che non ha più progetti, che è d'intralcio all'edonismo e al produttivismo familiari. E' quella del giovane che non trova ascolto all'interno della famiglia e che non riesce ad adeguarsi al gruppo dei pari. E quella della donna, relegata magari in casa in un ruolo che non riconosce come proprio, prigioniera di pregiudizi e di consuetudini ormai estranee al suo modo di sentire.
Può essere quella del lavoratore estromesso precocemente dal mondo produttivo, che non trova la solidarietà dei coetanei, che non si sente capito o che magari si colpevolizza ingiustamente.
E' senz'altro quella che riguarda, almeno qualche volta nel corso dell'esistenza ciascuno di noi.Certo le città moderne, concepite ormai soltanto per incanalare il traffico automobilistico e il convulso stile di vita contemporaneo non facilitano i contatti sociali. Le comunità, dove sperimentare la solidarietà sono, purtroppo, soltanto un'utopia sociologica. Lo sviluppo economico sembra aver selezionato un tipo d'uomo la cui psicologia ruota attorno alla propria ristretta cerchia familiare e al proprio tornaconto.In una società in cui nessuno è veramente arrivato, non c'è tempo da dedicare all'amicizia e alle stare insieme.La solitudine è, dunque, sì patologia, ma sarebbe un errore considerarla soltanto sotto questo aspetto. La solitudine può essere anche una meravigliosa opportunità di sviluppo e di benessere interiori. Un'occasione preziosa da sfruttare.Non esiste creatività artistica senza concentrazione e isolamento. Lo scrittore, il pittore, il pensatore, il compositore abbisognano nel loro lavoro di grande raccoglimento. Ma forse tutte le attività umane, che impegnano attivamente le nostre facoltà, necessitano di solitudine, fossero pure il giardinaggio o l'alpinismo. Lo studio, la riflessione, l'introspezione, la lettura vengono meglio se ci isoliamo dalla 'pazza folla'. L'incapacità di stare almeno qualche ora della giornata da soli, la dipendenza dalla presenza degli altri, può essere, quella sì, la spia di qualche malessere interiore, di qualche inadeguatezza personale.
Sono gli stessi psicologi, che sottolineano come l'acquisizione stessa della maturità psicologica, , l'autenticità ci spingano con forza , in più di un'occasione nel corso dell'esistenza, a starcene, almeno per per qualche tempo, da soli.








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