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Tolleranza o sopportazione?

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Tolleranza o sopportazione?


Tolleranza: capacità fisica o spirituale di chi permette o accetta convinzioni politiche, religiose, etiche, ecc. o comportamenti diversi dai propri, che possono essere dannosi o spiacevoli.

A leggere la definizione riportata da un dizionario non sembra un concetto così complicato da capire.

Invece, quello della tolleranza è un tema molto attuale, infatti, in un mondo che predica l'uguaglianza e la tolleranza tra tutti gli uomini, purtroppo aleggia ancora il fantasma della discriminazione.

In realtà il razzismo e qualsiasi altra forma di intolleranza verso altre religioni, culture e modi di pensare, trovano ancora parecchi "seguaci", soprattutto tra noi giovani ke fanno parte di quelle società, come quella italiana appunto, che tendono a diventare multietniche. Non è infatti difficile sentire ragazzi e non che con ideali neo-fascisti (e in certi casi addirittura neo-nazisti) progettano di andare a "pestare" il tale albanese o marocchino per motivi esclusivamente di pregiudizio razziale.



La discriminazione, è appunto causata dal pregiudizio, ovvero un particolare atteggiamento positivo o negativo, nei confronti di una persona qualora appartenga ad una determinata categoria di persone, ma un uomo non può essere discriminato da un suo simile, perché entrambi appartenenti al genere umano.

Gli esseri umani possono differire per razze in base a un certo numero di caratteristiche somatiche che in genere compaiono insieme come il colore della pelle, il colore degli occhi, la forma del cranio, delle labbra, il tipo di capigliatura.

All'inizio del'800 hanno cominciato a diffondersi dottrine che attribuivano alla razza tratti del carattere e del comportamento per niente collegate con le differenze somatiche. Queste dottrine si fondavano su in insieme di credenze: che vi sia una corrispondenza tra caratteristiche somatiche e tratti mentali e morali che sono anch'essi trasmessi in modo ereditario e che non si possono modificare; che l'organizzazione sociale rifletta la divisione dell'umanità in razze distinte; che vi sia una gerarchia naturale tra le razze e che questo giustifichi il dominio e lo sfruttamento da parte delle razze superiori su quelle considerate inferiori.

Ma la diversità come ben sappiamo può non essere solo fisica, ma anche spirituale, morale, nelle tradizioni, nella cultura, in una sola parola etnia.

Il fatto più eclatante che riguardano questo frangente, è la lotta continua dell'occidente contro il terrorismo musulmano, che ha avuto come conseguenza  la diffidenza da parte della maggioranza di noi, e quindi anche discriminazione nei confronti di questa religione, che di per se è non è così distruttiva.

I pregiudizi tendono a resistere nel tempo, soprattutto se ci sono dei meccanismi di sostegno che tendono a rinforzarlo.

Forse è proprio questo diffuso atteggiamento sociale che, in fondo, porta all'intolleranza, perché, nella società attuale, i valori sempre più spesso cambiano e vengono trasformati in business e ciò induce a perderli, purtroppo a volte definitivamente.

Credo che la tolleranza sia qualcosa di molto importante, voglio sottolineare che per essa non intendo la "sopportazione", che, probabilmente, è peggio dell'intolleranza, almeno sul piano etico. La tolleranza è invece il saper capire idee e culture altrui e accogliere anche i "diversi". Penso che questo non possa essere insegnato come si tenta di fare, in quanto i valori non possono essere trasmessi preconfezionati alle persone ma devono essere acquisiti dalle stesse nella vita, attraverso le esperienze e le conseguenti riflessioni che ognuno di noi matura sul campo.

La soluzione, in mio personale parere, consiste nella conoscenza delle nostre radici culturali, che questa sì deve essere insegnata, forse con più determinazione di quanta ne sia stata messa fino ad oggi, e nella graduale comprensione che la ragione, e non la violenza o il rifiuto, sia l'unica "arma" vantaggiosa di integrazione tra diversi, proprio perché ognuno di noi a suo modo è diverso dall'altro, per questo bisogna imparare ad accettare pricipalmente la diversità individuale come ricchezza spirituale per tutti gli uomini, indistintamente.




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