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Dolore per la morte di Ortensio - Cicerone

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Titolo: Dolore per la morte di Ortensio

Autore: Cicerone

Opera: //


Testo latino: Cum e Cilicia decedens Rhodum venissem et eo mihi de Q. Hortensi morte esset adlatum, opinione omnium maiorem animo cepi dolorem. nam et amico amisso cum consuetudine iucunda tum multorum officiorum coniunctione me privatum videbam et interitu talis auguris dignitatem nostri conlegi deminutam dolebam ( . )Augebat etiam molestiam, quod magna sapientium civium bonorumque penuria vir egregius coniunctissimusque mecum consiliorum omnium societate alienissimo rei publicae tempore exstinctus et auctoritatis et prudentiae suae triste nobis desiderium reliquerat; dolebamque quod non, ut plerique putabant, adversarium aut obtrectatorem laudum mearum sed socium potius et consortem gloriosi laboris amiseram.

Note grammaticali:

DECEDENS: participio presente da decedo, is, cessi, decessum, ere

VENISSEM: congiuntivo piùcheperfetto da venio, is, veni, ventum, ire

ADLATUM ESSET: da ad fero, rs, tuli, latum, ferre

CEPI: perfetto indicativo da capio, is cepi, captum, ere



MAIOREM: accusativo ativo da magnus, a, um (ativo maior, ius - superlativo: maximus, a, um)

AMMISSO: participio da ammitto, is, isi, issum, ere

CUM+ ABLATIVO: complemento di limitazione

VIDEBAM: imperfetto indicativo da video, es, vidi, visum, ere

DOLEBAM: imperfetto indicativo da doleo, es, ui, ere

AUGEBAT: imperfetto indicativo da augeo, es, auxi, auctum, ere

EXISTINCTUS: participio perfetto da estinguo, is, stinxi, stinctum, ere

RELIQUERAT: piuccheperfetto indicativo da delinquo, is, liqui, ctum, ere


Traduzione:

Quando, tornando dalla Cecilia, giunsi a Rodi e mi fu comunicata la notizia della morte di Quinto Ortensio, provai nell'animo un dolore più grande di quanto tutti potessero pensare.

E infatti con la perdita dell'amico mi vedevo privato del legame d'affetto e dell'unione dovuta a molte cortesie e mi dolevo del diminuito prestigio, per la morte di tale augure del nostro collegio.

Accresceva inoltre il dolore per il fatto che, con la grande scarsezza di sapienti e galantuomini, un uomo egregio e conosciutissimo morto in un tempo difficilissimo per la repubblica, per la condivisione con me di tutti i progetti, ci aveva lasciato tristemente il desiderio della sua saggezza e del suo prestigio.

Mi addoloravo per il fatto che avevo perso, non, come tutti credevano, un avversario o un nemico dei miei successi ma l'alleato di maggior valore e il comno di un glorioso lavoro.


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