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LATINO : RELAZIONE SU ' DE RERUM NATURA ' DI LUCREZIO

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LATINO : RELAZIONE SU ' DE RERUM NATURA ' DI LUCREZIO


6 ) IL PROBLEMA DELL' ANIMA

Negli uomini sono presenti due principi egualmente fatti di sostanza materiale : l' animus e l' anima , che si trovano fusi in una unica natura . L' animus è lo spirito , l' intelletto , il pensiero , ha sede nel petto , fulcro della nostra vita psichica , dove nascono paure e sofferenze che l' anima , invece , non prova , perchè è sparsa per tutto il corpo .E' mortale , non sopravvive al corpo , perchè altrimenti non potrebbe vivere in armonia con esso , dovrebbe ricordare le vicende anteriori ad esso; non può passare di corpo in corpo , perchè dovrebbe mutare i caratteri propri degli animali ; non può passare attraverso i corpi degli uomini perchè non si spiegherebbe come in alcuni fosse stolto e in altri virtuoso . L' anima è mortale : gli atomi di cui è composta sono più sottili e radi di quelli che compongono l' aria ; senza una sostanza collante anche essi si dileguerebbero .L' anima si evolve analogalmente al corpo in cui è contenuta : infantile nell' infanzia , forte nella maturità e debole nella vecchiaia ; obbedisce alla mente perchè ' quando l' animo è commosso dal più profondo terrore , attraverso le membra anche l' anima intera prova la stessa sensazione , e ne derivano il sudore e il pallore in tutto il corpo , e la lingua si spezza e la voce si spegne e gli occhi si intorpidano , le orecchie rimbombano ' ( III 152 - 158 ) . Con questi versi Lucrezio sancisce l' influsso dell' animus sull' anima , perchè l' impressione subita dal primo si riversa in tutte le parti del corpo in cui l' anima risiede . Lucrezio si dilunga tanto nella descrizione della natura nateriale dell' animus e dell' anima perchè deve sostenere la propria tesi sulla assurdità della paura della morte . Riprendendo Epicuro infatti , Lucrezio sostiene che al momento della morte , gli atomi che compongono il nostro corpo si disaggregano : disfacendosi in singoli atomo l' uomo non è più in grado di provare sensazioni , , quindi non può conoscere l' esperienza terribile della propria morte : il terrore umano di incontrare la morte è , per Lucrezio , del tutto infondato perchè o c' è l' uomo o c' è la morte : ' Abituati a pensare che nulla è per noi la morte , giacchè ogni bene e ogni male è nella sensazione e la morte è privazione di questa .il più terribile dei mali dunque , la morte , è nulla per noi perchè quando noi siamo la morte non c'è , e quando c' è la morte allora noi non siamo più ' ( III 124 - 125 ) . Coloro che dicono di soffrire nell' immaginarsi putrefatti dopo la morte si autoingannano perchè inconsciamente vedono una parte di loro sopravvivere dopo la morte e osservare cosa accade al corpo morto , ma questo non può evidentemente accadere .



Convincendo gli uomini a non temere la morte , Lucrezio si propone di evitare loro di procurarsi le vulnerae vitae , le piaghe della vita , causate dall' istinto di sopravvivenza . Quest' ultimo si manifesta infatti nella ricerca del potere , nell' accumulo sfrenato di ricchezze , perchè l' uomo cerca di dominare la vita , sapendo di non potere dominare la morte : ' ..l' avidità e la cieca brama di onori che forzano i poveri uomini a oltrepassare i confini del giusto - queste piaghe della vita , in gran parte è il timore della morte che le nutre ..infatti il vergognoso disprezzo e l' amara povertà paioni quasi già sostare davanti alle porte della morte ' .


Traduzione e contestualizzazione di alcune parole chiave :

- desiderium nostri : rimpianto di noi . secondo Lucrezio la morte è un traguardo oltre cui il corpo e

l' anima si dissolvono ; noi non dobbiamo serbare rabbia e rancore per questo avvento , ma anzi

dobbiamo allontanarci grati per ciò che abbiamo vissuto , senza rimpianti per il passato .

- proemia vitae : le gioie della vita , sono quelle godute durante la vita , che la morte ci impedirà di

continare a provare , ma questo non deve fare disperare l' uomo , perchè con la morte cessa anche

il desidero e la facoltà di godere .

- plenus vitae conviva : come un convitato sazio , è l' atteggiamento che ogni uomo dovrebbe avere

quando vede la propria morte avvicinarsi , analogo a quello di un commensale che si alza satollo

dal banchetto di cui ha potuto godere . Questo è un implicito invito a godere delle esperienze che

la vita ci mette a disposizione , di non sprecare il tempo prezioso che ci è dato .

- balatro : buffone , è la condizione di colui che , disperandosi della finitezza della vita , non sa

godere delle gioie che la vita ci offre . La causa della sua sofferenza non è la vita , come crede , ma

lui stesso

- materies opus est ut crescant postera saecla : è necessario nuovo materiale perchè crescano le

nuove generazioni : quando la morte ci coglierà , gli atomi disgregati del nostro corpo andranno a

formare nuovi corpi ; questo processo fa parte del naturale ciclo della vita . Così come noi siamo

formati da atomi che erano di altri corpi , morti prima della nostra nascita , le generazioni future

saranno composte dei nostri atomi .

- vita mancipio nulli datur omnibus usu : la vita non è proprietà di nessuno , ma usufrutto di tutti ;

poichè la vita ci è stata regalata , ma non ne siamo i possessori , dobbiamo accontentarci dei sui

tempi naturali , che sono tempi mortali , e non dobbiamo arrogarci il diritto di accorciare il tempo

della vita ad altri .

- hic Acherusia fit stultorum denique vita : qui la vita degli stolti diventa una vita infernale ; coloro

che non conoscendo la natura materiale del corpo temono il momento della morte , vivono un

inferno perenne perchè ogni gioia di cui potrebbero godere è cacellata dalla spada di Damocle della

morte . L' inferno non è causato dalla morte , ma dalla stoltezza e dalla ignoranza degli uomini ,

che non sanno come vanno realmente i atti .



7 ) L' AMORE IN LUCREZIO

Alla fine del libro quarto Lucrezio crea un trattato della fisiologia e della psicologia dell' amore , che giunge a condannare la passione , che all' amore è indissolubilmente legata . Anche qui Lucrezio non si stacca dalla dottrina di Epicuro : l' amore va visto solo nell' ottica di soddisfare i nostri istinti sessuali ( perché non causano coinvolgimenti emotivi ) ; l' amore inteso come sentimento , emozione

e passione è da evitare assolutamente , perché causa dolore . Così asserisce Lucrezio : ' conviene respingere da sé ciò che alimenta l' amore e volgere la mente ad un altro oggetto e spandere in altri corpi , quali che siano , l' umore raccolto e non trattenerlo essendo rivolto una volta per sempre all' amore d' una persona sola ' . Se l' amore passionale ha il difetto di condurre inevitabilmente l' uomo al dolore , così l' amore fisico ha il difetto di essere insaziabile , perché non può mai essere raggiunto completamente l' oggetto del desiderio : ' cibo e bevanda sono assorbiti dentro le membra ; e poiché possono occupare determinate parti , perciò la sete e la fame si saziano facilmente . Ma di una faccia umana e di un bel colorito nulla , di cui si possa godere , penetra nel corpo .' . Mentre la sete e la fame possono essere placate ingerendo l' oggetto fisico necessario , che va a colmare il vuoto che causa il desiderio , al contrario in amore non si può mai colmare quel vuoto interiore che provoca l' atto sessuale , un vuoto che fa desiderare all' uomo di penetrare e perdersi nell' altro con tutto il corpo : per questo , e Lucrezio ne dà un' attenta analisi , durante l' amplesso sembra quasi che si cerchi di mangiare l' altro , ' mischiando le salive e premendo coi denti le labbra ' .

L' amore è anche pericoloso perché spinge a scialacquare il patrimonio in regali , vestiti , gioielli , fastosi banchetti ( ' ..frattanto il patrimonio si dilegua e si converte in profumi babilonesi ..e bei sandali di Sicione ..e grandi smeraldi con la luce incastonati nell' oro ' ) , perché provoca nell' amante attacchi di gelosia ( ' ..sorge qualcosa di amaro che pure tra i fiori angoscia ..perchè gli sembra che lei occhieggi o che il suo sguardo sia attratto da un altro e nel suo volto vede la traccia di un sorriso ..' ) . Se si è caduti nella trappola dell' amore è difficile uscirne , ma è possibile se l' uomo non nasconde a sé stesso i difetti corporei e dell' anima di colei di cui è innamorato . infatti la passione tende a nascondere i difetti della donna amata , o a tramutarli in rari pregi , così che ' la nera ha il colore del miele , la sudicia e fetida è disadorna , la corpulenta e smisurata è un prodigio ed è piena di maestà , la balbuziente cinguetta , la muta è pudica ' .

Tutto il passo emana un forte senso di disgusto , di amarezza , eppure , quando il poeta sembra volere negare definitivamente il conforto che l' uomo che arde d'amore può trarre dalla passione , emerge un amore visto in chiave più serena e meno ingannatrice : ' .. e non sempre sospira di finto amore una donna che abbracciata unisce il suo corpo al corpo dell' uomo .. spesso lo fa di cuore e cercando il comune piacere , lo invita a percorrere fino all' estremo il cammino d' amore ' .


Traduzione e contestualizzazione di alcune parole chiave :

- muta cupido : l' amore è un desiderio muto , perché si sviluppa in silenzio , poi scoppia all'

improvviso all' interno dell' animo umano , provocando sofferenza ;

- dulcedo frigida cura : dolcezza , fredda cura ; la passione d' amore attraversa prima un periodo di

dolcezza , apparendo illusoriamente senza sofferenze , poi arriva un periodo pieno di dolore ;

- commoda sine poena : vantaggi senza pena , sono i piaceri che riserva un amore solamente fisico ,

non presentano pene per chi pratica questo amore perchè è escluso ogni coinvolgimento emotivo ;

- dira cuppedine : desiderio feroce , è quello che prende gli uomini caduti nella passione d' amore ,

un desideri che li porta a compiere gesti irrazionali ;

- tabescunt vulnera caeco : ignorano le ferite segrete ; la passione d' amore crea nell' uomo delle

ferite , ma al tempo stesso l' innamorato è cieco e non vede , o non vuole vedere tali ferite ;

- cavere ne inliciaris : stare attenti a non essere intrappolati ; é molto facile cadere nella trappola

dell' amore , spesso accade senza accorgersene ma , conoscendo i rischi che la passione d' amore

comporta , è meglio cercare di evitare di innamorarsi ;

- vitae postscaena : retroscena della vita , sono i lati più oscuri delle donne , quelli che esse

nascondono per paura di non fare più innamorare gli uomini ; quando questi retroscena vengono a

galla gli uomini , accecati e instupiditi dalla passione , li confondono come rari pregi ;

- muliercula deteriore forma corpore culto : donnetta , mediocre bellezza , cura del corpo ;

Lucrezio sostiene che anche una donna poco piacente ma che curi il suo corpo può essere

apprezzata dagli uomini , perchè spesso l' amore non nasce dalla bellezza ma dalla consuetudine .



8 ) LA COSMOLOGIA DI LUCREZIO

Lucrezio parla di cosmologia nel V libro : il mondo ha natura mortale , al pari di tutto ciò che lo abita , quindi è nato , si sviluppa , cambia e alla fine morirà : ' contempla i mari , le terre e il cielo , la loro triplice natura , i loro tre corpi , i tre aspetti tanto dissimili , le tre comini così connesse , li darà in preda alla rovina un solo giorno e , dopo essersi sostenuta per molti anni , precipiterà l' immane macchina del mondo ( V 93 -96 ) .l' universo può inabissarsi vinto , in un fragore di suono orrendo ( V 108 - 109 ) e dunque la porta della morte non è chiusa neanche al cielo , nè alla terra , nè al sole nè alle profonde acque del mare , e anzi li attende e li scruta con vasta e immensa voragine '. Il mondo è governato dalla legge del divenire , perchè ' è certo che tutto continuamente fluisce ( V 280 ) ' : ogni cosa si crea e dopo un certo periodo si disfa , contribuendo coi suoi atomi alla creazione di altri esseri . Nel V libro Lucrezio dà vita anche ad una polemica antiteologica , con la quale vuole controbattere l' origine divina del mondo sostenuta da tutte le religioni . Gli dei vivono in una loro dimensione , gli intermundia , separata dalla Terra , e non hanno alcun interesse per ciò che avviene nel nostro mondo : questo , per Lucrezio , è testimoniato dalla grande imperfezione che esiste nel mondo ( ' ..di così grande difetto essa è dotata ' ) , perchè se il mondo fosse stato generato dagli dei perfetti , essi non avrebbero potuto creare che qualcosa di perfetto . L' imperfezione del mondo si palesa nell' ostilità della natura verso l' uomo , un' ostilità dimostrata dai deserti , dalle paludi , dai brucianti calori , dalle frequenti gelate , dai rovi , tutti fenomeni che ostacolano e spesso impediscono gli insediamenti umani ; alla crudeltà di queste situazioni climatiche e paesaggistiche si aggiunge ' la razza orrenda delle fiere , nemica del genere umano : perchè la natura in mare e in terra la alimenta e accresce ? Perchè le stagioni apportano malattie ? Perchè la morte prematura si aggira qua e là ? ( V 218 - 221 ) ' . Lucrezio è quindi contrario a ogni forma di finalismo teologico , cui contrappone un rigido sistema meccanicistico di causa - effetto .


Traduzione e contestualizzazione di alcune parole ed espressioni :

- machina mundi : macchina del mondo , con questa espressione Lucrezio intende quel complesso

meccanismo che regola la vita del mondo e dei suoi abitanti , un meccanismo che si basa sul

divenire delle cose , degli animali e dell' uomo , cioè sul loro continuo disfarsi e rigenerarsi .

- succidere horrisono fragore : crollare con orribile fragore ; Lucrezio prevede che in un futuro più

o meno prossimo il mondo avrà termine , e questo fenomeno avverrà con un orribile fragore .Tutto

questo rientra nella legge del divenire , una legge che riguarda tutti le cose , dalle più piccole al

grande pianeta Terra .

- tanta stat praedita culpa : tanto si presenta intaccata dai difetti ; così è la Terra per Lucrezio ,di

una natura talmente imperfetta da negare ogni possibilità che il mondo sia stato creato dagli dei , gli

esseri perfetti . Questo rientra nella polemica contro ogni finalismo teologico .

- ne vis humana resistat : se lo sforzo umano non resistesse ; nella sua descrizione delle imperfezioni

del mondo Lucrezio sostiene che la natura è tanto ostile che se l' uomo non resistesse ad essa con

tutte le sue forze , la stirpe umana si estimguerebbe velocemente .

- fluere omnia constat : è chiaro che tutto cambia . Il mondo , per Lucrezio , è regolato dal

meccanismo del divenire , che colpisce dalle più piccole alle più grandi cose : tutto si genera e tutto

è destinato alla morte , una morte necessaria per la vita delle generazioni future .

- putrescere saxa : le rocce si polverizzano ; é il finale con cui il poeta descrive la fine del mondo ,

una fine in cui anche le rocce si divideranno nei loro componenti , cioè si disgregheranno in polvere


Sviluppa la similitudine del  puer navita nudus .

Lucrezio inserisce il momento della nascita di un bambino tra i fenomeni che testimoniano la crudeltà della natura verso l' uomo . Infatti il bambino , come un marinaio durante un naufragio , viene spinto da forze da lui  incontrollabili , per venire catapultato da un luogo accogliente come il grembo materno in un posto ostile come il mondo , in cui gli saranno riservate parecchie sofferenze . La nascita è quindi uno dei tanti avvenimenti traumatici che caratterizzano la vita degli uomini .


9 ) LA VITA DEI PRIMI UOMINI

Nel V libro Lucrezio inserisce un' altra critica contro le errate credenze tradizionali , dopo quella contro il finalismo teologico . In questo caso l' idea contro cui si scaglia è quella dell' ' età dell' oro ', la mitica società degli uomini primitivi , agli albori della civiltà , una società in cui gli uomini vivevano in perfetta armonia con la natura , quasi senza peccati . Lucrezio si scaglia contro questa tesi , ribaltandola completamente . La vita dell' uomo primitivo non è stata idilliaca , ma feroce e crudele , perchè l'uomo ha dovuto imparare a convivere con una natura molto più potente di lui , ha dovuto adattarsi a vivere in ambienti tutt' altro che ospitali , ha dovuto imparare a difendersi dalle bestie feroci , ha dovuto imparare a cercarsi i nutrimenti . La storia dell' uomo è la storia di un lungo progresso , un progresso costruito grazie all' intelligenza e alla forza dell' istinto di sopravvivenza . Lucrezio trova una paradossale analogia tra l' uomo primitivo e l' uomo moderno , infatti entambi muoiono a causa del cibo : gli antichi per penuria , i moderni per un eccesso . Gli antichi però avevano un migliore rapporto con la morte  perchè , vivendo in un ambiente selvaggio a contatto quotidiano con essa , la vedevano come il naturale termine dell' esistenza , e si intuisce come Lucrezio in parte rimpianga tale condizione , soprattutto se confrontata con la società a lui coeva . Lucrezio passa poi ad analizzare i vari stadi dell' evoluzione dell' uomo . I primi uomini vivevano accontentandosi di cibarsi di ciò che la natura offriva loro , soprattutto frutti ed erano molto più temprati verso le avverse condizioni climatiche . Non si era creata una modalità di convivenza civile e i rapporti erano basati sull' istinto di sopravvivenza , gli uomini erano in balia degli animali feroci , che solo alcune volte venivano scacciati , e spesso si moriva per semplice ignoranza delle cure necessarie .

Poi col tempo l' uomo ha imparato a coprirsi di pelli , a costruirsi capanne  ; ha scelto di vivere con una sola donna , creando i primi nuclei familiari e , dagli insiemi di essi , le prime forme di comunità . Dalla convivenza e dalla necessità di comunicare l' uomo ha cominciato a chiamare ogni cosa con un nome preciso , ed è nato il linguaggio ; poi con la scoperta del fuoco imparò a cuocere i cibi

Successivamente si crearono società più evolute , con a capo persone belle e virtuose , finchè il concetto di comando cambiò con la scoperta dei metalli preziosi , come l' oro . Essendo la convivenza turbata dalla violenza e dai soprusi dei più forti vennero scritte le leggi e nominati i magistrati per farle rispettare . Dalle immagini dei sogni si generò l' idea dell' esistenza di esseri superiori , e poichè nei sogni essi avevano poteri sovrumani , gli uomini pensarono che tutto il mondo fosse stato creato da quegli esseri , che vennero poi chiamati dei : di qui l' adorazione di essi , per non farli arrabbiare , così nacquero le religioni , i templi , i sacrifici .. Osservando gli effetti degli incendi impararono il potere del fuoco e impararono a fondere i metalli e forgiare utensili e armi resistenti . Poi impararono a coltivare , a tessere , a dipingere ma , con la costruzione delle armi , fecero anche conoscenza con la guerra , impararono a guardare il cielo , a distinguere le stagioni , a navigare sulle acque , a scrivere , a tramandare i ricordi , insomma un continuo progresso fino ad arrivare all' uomo moderno .


Contestualizzazione e traduzione di alcune parole ed espressioni :

- usus / experientia impigrae mentis :  uso , sforzi tenaci ed esperienza dello spirito . Con queste espressioni Lucrezio indica che la strada verso il progresso dell' uomo da primitivo a moderno è fatta di sforzi , sacrifici ed esperienze spirituali , che concorrono a migliorare gli aspetti materiali e quelli culturali .




10 ) IL PROBLEMA RELIGIOSO

L' origine della religio è da attribuire ad una società di uomini in cui c' erano condizioni favorevoli al suo sviluppo cioè non comprensione di molti fenomeni naturali , rapporti sociali basati sulla violenza e la forza . L' idea dell' esistenza di esseri superiori nacque dai sogni , in cui gli uomini vedevano essere con poteri a loro sconosciuti , esseri onnipotenti : dal vederli nei sogni ad immaginarne la reale esistenza il passo fu breve ; dice Lucrezio che ' allora le stirpi dei mortali vedevano nelle menti durante la veglia eccellenti immagini di dei , e queste in sogno apparivano di ancor più mirabile corporatura . A queste attribuivano senso perchè pareva che proferissero parole superbe e attribuivano loro vita eterna , perchè sempre la loro immagine si rinnovava e la forma rimaneva inalterata ..' . Il passo successivo fu imputare al loro operato le manifestazioni inspiegabili , come i fenomeni celesti e il ruotare delle stagioni . Per non scatenare le loro ire nacquero così i culti degli dei e si costruirono i luoghi di culto . Per Lucrezio l' uomo , quando attribuì tali poteri agli dei , si autolesionò perchè si procurò solo timori e sofferenze : ' o misera stirpe dei mortali , quando ebbe assegnato tali poteri agli dei e aggiunto loro la collera acerba ! Quanti gemiti procurarono allora a sè stessi , quante sofferenze e lagrime ai nostri li ! Non v' è alcuna devozione nel mostrarsi col capo velato devozione è piuttosto potere guardare tutto con mente serena ' . La religione per Lucrezio ha portato più danni che vantaggi agli uomini , perchè in nome di essa sono stati compiuti delitti , misfatti , per esempio quello compiuto dal padre di Ienia , che sacrificò agli dei la lia per potere avere buona sorte per le sue navi in partenza . Lucrezio attribuisce il grande merito di avere aperto gli occhi agli uomini sull' inganno della religione al filosofo greco Epicuro , di cui lui ricalca le orme e il cui messaggio vuole portare nel mondo romano attraverso il 'De rerum natura ' .

Nonostante i suoi obiettivi anti religiosi Lucrezio apre il libro I con un' invocazione a Venere , dea protettrice , ma tale preghiera non va interpretata come gesto incoerente , perchè Venere è qui intesa come forza creatrice della natura , ma anche perchè Venere è una delle dee più popolari , così Lucrezio vuole attirare i suoi lettori . Riporta poi Lucrezio una descrizione dei riti e delle superstizioni legate alla dea Cibele , ma Egli conclude affermando la vanità di tali riti perchè gli dei vivono in un altro mondo e si disinteressano totalmente di ciò che gli uomini fanno .



11 ) IL PROBLEMA DEL RAPPORTO RATIO - DUGOR NELLA VISIONE DEL MONDO DELL' UOMO DI LUCREZIO

Non credo che la dottrina di Lucrezio possa essere definita pessimistica , perchè egli si preoccupa solo di mostrare all' uomo la realtà del mondo che lo circonda , eliminando ogni sorta di pregiudizi , superstizioni e religioni fuorvianti . Se l' idea di uomo che ne scaturisce è un' idea pessimistica ciò non è colpa di Lucrezio , ma è colpa della realtà stessa . credo anzi che il modello di uomo che Lucrezio ci consegna è un modello ottimistico , perchè è un uomo che ha saputo liberarsi dalle inutili sofferenze che si autoinfliggeva , è un uomo che è più cosciente della natura del mondo , è più consapevole dell' uso della propria ragione come mezzo di progresso . Con questo non voglio dire che Lucrezio abbia trovato la panacea di tutti i mali dell' uomo , ma lo ha aiutato semplicemente a non accumulare dolori superflui a quelli che già la sola esistenza ci impone . Ne esce un uomo che ,  fatte le debite proporzioni , non si discosta molto dall' uomo del ventesimo secolo .




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