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Per ogni ricciolo un amante - Il cuore inquieto di Messalina

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Dagli innamoramenti fatali ai legami infelici, dalle illusioni ai grandi tradimenti. Gli intrighi sentimentali dell'attualità, della storia e della cultura rivisitati in forma di racconti da saggisti, scrittori e famosi giornalisti.


Per ogni ricciolo un amante

Il cuore inquieto di Messalina


Nella tiepida notte romana una ura ammantata esce dal palazzo imperiale, scivola lungo i muri e raggiunge i vicoli maleodoranti del Submemmium, il quartiere delle prostitute. Gettato il mantello scopre una vistosa parrucca bionda e l'abbigliamento volgare delle donne di strada. Nessuno la conosce. Si sa solo che Licisca (il suo nome d'arte) è la migliore, quella per i clienti più esigenti. Come è arrivata la giovanissima imperatrice Messalina a vendersi come l'ultima delle squaldrine?

Cerchiamo la storia nella fonte più attendibile. Rileggere gli Annali di Tacito è come piombare in un thriller. Un mattatoio ad orario continuo: complotti, delazioni, assassinii, torture, suicidii. E' in questo clima che nasce Messalina, in una notte del 25 d.C., da genitori della migliore aristocrazia. Nel frattempo Caligola si è proclamato imperatore dopo aver fatto strangolare il suo prozio adottivo Tiberio. Ha anche fatto ammazzare suo cugino perché aveva l'alito pesante. Pare sia diventato matto: sostiene di essere un dio. Messalina cresce ed impara: è il potere che dà la licenza di uccidere. Per paura, per vendetta, per rivalità. Ma anche per sbalzi d'umore. Un bel giorno, all'età di 15 anni, Messalina apprende dalla madre che è imminente il suo matrimonio con Claudio, zio dell'imperatore Caligola. "Ha 50 anni ed è tutt'altro che attraente ma, ti prego, non fare storie perché è Caligola che vuole queste nozze. Pare che sia quasi al verde mentre a noi i soldi non mancano". Messalina di storie non ne fa, anzi si presta divertita alla messinscena che Caligola ha escogitato per dare a Claudio la notizia del suo prossimo matrimonio. Egli sta aspettando rassegnato: è stato convocato d'urgenza a palazzo, ed è convinto sarà lui il prossimo morto ammazzato. Di colpo si apre un sipario nero ed appare un'alcova dove giacciono nudi due giovani. Lei è splendida. Si alza, va verso Claudio, lo sfiora, lo provoca. Il vecchio Claudio è stato infelicemente sposato due volte e si è comprato tutte le donne che gli piacevano. Ma, sacri numi, un'adolescente così non l'aveva mai vista. Lei è Messalina e sarà la sua terza moglie. Il matrimonio è fastoso. Lei è bellissima e molto compresa del suo ruolo. Getta appena un'occhiata altezzosa allo sposo e non è affatto entusiasta. Ma, visto che è in ballo, le conviene ballare e porge con grazia la mano a Claudio.



Come la più raggiante delle spose, come la più navigata ed esperta delle matrone d'alto lignaggio che sanno bene come gira il mondo.

Il matrimonio proietta Messalina in un ambiente terrificante; il Palazzo è un luogo oscuro al confronto del quale il castello di Dracula è un parco giochi. La vita scorre tra delitti, esecuzioni spettacolari, stragi negli stadi, balletti rosa e verdi. Messalina non appare protagonista in questo scorcio nefasto dell'impero di Caligola: segno che è riuscita a barcamenarsi, sicuramente aiutata da Claudio che ha imparato a sopravvivere defilandosi, fingendo di essere scemo ed insignificante, consentendo così anche a lei di vivere di ombra riflessa.

Ma Messalina è stata aiutata anche da due maternità ravvicinate che l'hanno tenuta lontana dalla forsennata vita di corte. Per poco più di un anno si diverte a recitare la parte della sposa bambina, fiera dei due bellissimi pargoli che ha messo al mondo: Britannico ed Ottavia. Ma non si è ancora abituata al ruolo di moglie e di madre che le si presenta di colpo un nuovo, strabiliante ruolo. Le cose cominciano a mettersi male per Caligola, i presagi negativi si sprecano, i senatori fiutano il momento propizio per agire. Dopo aver seminato il terrore per anni, per la prima volta Caligola ha paura. E non si sbaglia. All'uscita da teatro, una notte, venne condotto in un vicolo e macellato da dieci spade. Claudio come al solito si defila, anzi si nasconde, convinto com'è di rientrare nel programma di pulizia etnica dei senatori (lui è infatti lo zio del defunto). Le cose prendono invece una piega del tutto imprevista. Un pretoriano scova Claudio, riconosce in lui il fratello di Germanico, il condottiero idolo di tutta la milizia romana, e in un baleno Roma ha un nuovo imperatore, acclamato da tutto l'esercito. E Messalina si ritrova imperatrice a 16 anni. Splendida e determinata, si accomoda alla perfezione nella poltrona che la storia le ha assegnato e per un po' è apata dalla devozione dei sudditi e dal ruolo di madre e moglie esemplare. Ma la virtù, a lungo andare, diventa noiosa per chi non è tagliato e Messalina scalpita: è giovane, inquieta, ha bisogno di novità, di trasgressione. Ha bisogno di passione. Roma è in festa per celebrare il fidanzamento tra sua lia, la quasi baby Ottavia, ed il lio del governatore di Sna Appio Silano. Costui è un cinquantenne affascinante: quando bacia la mano alla giovanissima con suocera lei rimane folgorata e decide che lo vuole a tutti i costi. Le basta poco per convincere il distratto Claudio che quell'uomo è indispensabile a Roma come consigliere. Ligio ai doveri imperiali Silano accetta, ma, siccome è anche un uomo all'antica, trova intollerabile la sfacciata corte dell'imperatrice e non cede. La vendetta di Messalina non si fa attendere. D'accordo con il liberto Narciso, fedele servitore di Claudio, escogita un espediente che le tornerà utile in varie occasioni: il sogno premonitore. Così inventa di aver sognato che Claudio è stato pugnalato d Silano. L'imperatore è terrorizzato, vede killer dovunque, no sa più di chi fidarsi. E' vero, si tratta solo di un sogno, ma per maggior sicurezza Claudio si sbarazza di Silano che verrà scaraventato giù dalla rupe Tarpea. Prosit. A Roma, in quel momento, va per la maggiore Mnestere, un attore scanzonato e dissoluto di cui era stato spudoratamente innamorato Caligola. E, tanto per cambiare, Messalina lo corteggia apertamente, lo provoca, ma lui sembra non capire, forse non è il suo tipo. Allora lei convince Claudio a dare una bella strigliata al giullare di corte. D'ora in avanti dovrà essere a completa disposizione dell'imperatrice. Mnestere obbedisce. Messalina finalmente può vivere appieno la prima vera cotta della sua vita. Lui ovviamente è travolto e forse non pensa alla pericolosità di una relazione così rovente con una donna che per amore e per orgoglio è disposta a tutto. I due si mostrano in pubblico allacciati, senza imbarazzo, ostentando il piacere della propria condizione: potenti ed innamoratissimi. Dura poco. Mnestere nonostante si trovi nel letto un'amante da leggenda ha bisogno di nuovi stimoli, di emozioni forti. Ecco che cosa vorrebbe: un gruppo di amici disponibili e discreti con cui condividere la sua donna e la sua passione. Per l'imperatrice è una mazzata: credeva di essere unica e dovrebbe diventare protagonista di una banalissima orgia. La tentazione di dire no deve essere forte, ma l'alternativa sarebbe la solitudine, una gelosia feroce, un rancore incontrollabile. Così è lei stessa ad organizzare la serata, di sicuro il buon gusto non le manca. Gli invitati sono pochi e selezionati, le luci basse e calde, il suono della cetra discreto. Le caraffe di Falerno vengono riempite di continuo, Messalina sprofonda con totale adesione nello stordimento , ma Mnestere chissà dove è finito, eccolo là impegnato in altri cimenti. Non sono stati mai così lontani, la magia è finita. Messalina vuole fingere di non vedere, si aggrappa a quell'amore in declino, invita Mnestere per un ultimo week-end nella villa sulla costa campana, si prepara, carica di attese e di speranze. Ma l'incontro è deludente, la passione dell'attore sempre più recitata. L'uomo si rivela quello che è: un servo che si è limitato ad obbedire. E a questo punto Messalina non piange, non implora, ma rivestendo i panni della padrona gli ordina di sparire.

E allora che decide di anestetizzare il suo cuore agghindandosi da sgualdrina. Non sapremo mai che cosa l'ha spinta a questa scandalosa follia. La sfida di una donna che ha denaro e autorità per comprarsi tutti gli amanti che vuole  e che invece cerca di farsi comprare da chi non la conosce, attratto dal suo fascino e non dal suo ruolo? Oppure quell'esperienza dura, miserabile, follemente terapeutica serve a tamponare la sua crisi sentimentale? Forse queste cose insieme: le stesse che hanno reso Messalina un personaggio fuori dagli schemi, e per questo condannato dagli storici romani.

La sua vita comunque va avanti, secondo il tran tran di corte. C'è da spingere avanti il lioletto Britannico, candidato naturale alla successione al trono c'è da tenere a bada quella serpe di Agrippina che sta tramando in ogni modo per mettere sullo stesso trono suo lio Nerone: occorre sbarazzarsi dell'illustre precettore chiamato ad istruirlo, il filosofo Seneca, ci sono congiure da sostenere, traffici di tangenti da organizzare, massacri del circo da andare a vedere. E' proprio durante uno spettacolo circense, e forse per colpa della noia (nell'arena siamo orai al ventesimo morto ammazzato), che lo sguardo di Messalina cade su un giovane attraente. Si tratta di Silio, console onorario. Lei parte all'attacco: un servo consegna a Silio un invito a cena per la sera stessa. Lui è perplesso, sa che corre dei rischi ma come si fa a rifiutare un invito dell'imperatrice?

La cenetta è romantica ed il finale della serata scontato. Meno scontata è la reazione di Messalina; si sente insolitamente coinvolta e nel suo modo di amare mette emozioni più dolci ed inedite. Questa volta, forse la prima, è amore. I due vanno insieme a teatro, si parlano nell'orecchio, si accarezzano. A Messalina non importa dare scandalo e piuttosto comincia a sognare in grande: se Claudio sparisse, se potesse sposare Silio, se Silio divenisse imperatore . Se è vero che non ha mai avuto un matrimonio d'amore, decide di costruirsene uno finto. Il sistema è quello collaudato: si presenta a Claudio sconvolta, ha sognato che lui verrà ucciso, l'unico rimedio è quello d'ingannare il fato, di fargli credere che il marito è un altro. Per esempio ci sarebbe quel Silio . Claudio, rimbecillito da questa moglie così contorta, si arrende. Ma sì, che sposi Silio! E lei programma il pazzesco matrimonio bis, con centinaia di invitati esterrefatti. La situazione precipita per la doppiezza del liberto Narciso, complice storico delle trame di Messalina. Se lei insiste, Silio prima o poi diventa imperatore e lui, Narciso, non conterà più nulla a corte. Bisogna raggiungere Claudio a Ostia e convincerlo a sbarazzarsi di quella moglie bigama e traditrice. Claudio è esausto, non sa più cosa chiedere e dà carta bianca a Narciso. I pretoriani così fanno irruzione nel grottesco banchetto di nozze e Silio se la dà a gambe. Messalina lo guarda incredula: questo che se la squaglia non è un amante, è un marito! E di colpo realizza che sta per perdere tutto. Non le resta che correre da Claudio  implorare il suo perdono. Ottiene d'essere ascoltata l'indomani, ma ancora una volta è Narciso che si mette in mezzo, è terrorizzato perché conosce il cuore tenero dell'imperatore e le arti di persuasione di Messalina: se saltassero fuori tutte le sue macchinazioni, ci rimetterebbe la testa. Ed ecco il suo ultimo colpo di mano: un falso documento con l'ordine di giustiziare Messalina. Lei aspetta fiduciosa il colloquio con Claudio e si ritrova invece condannata a morte da un servo traditore e da un marito distratto.

Piange e trema come una bambina, accanto a lei solo la madre. Messalina finisce così, trafitta dalla spada di un anonimo pretoriano, perché non ha avuto il coraggio di farlo da sola. Su di lei cala il silenzio.









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