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ALESSANDRO MANZONI - Religiosità e ideologie, Lettera sul Romanticismo, Inni Sacri, Il 5 Maggio

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ALESSANDRO MANZONI

La vita del Manzoni non si può considerare proprio romantica come quella del Foscolo perchè non ebbe grandi avvenimenti esterni. Nasce a Milano nel 1785 e nel 1810 si ha la cosiddetta conversione del Manzoni al cattolicesimo, anche se non fu un vero e proprio cambiamento della sua fede, perchè già lui credeva nei valori morali della fratellanza, dell'uguaglianza spirituale. Dopo il 1810 cominciò a cercare la 'verità nella storia'. Sposò Enrichetta Blondel che ebbe molta importanza per la sua fede religiosa, perchè Enrichetta essendo calvinista voleva avvicinarsi alla religione cattolica del marito, infatti voleva conoscere meglio il cattolicesimo. Ebbe continue discussioni con l'abate Degola a cui assisteva anche il Manzoni che così trovava in Dio lo scopo della vita.

L'ideologia principale del Manzoni è Il Cristianesimo. Nella sua vita fu molto importante la presenza di Carlo Imbonati, con cui viveva la madre dopo essersi separata dal marito, perchè seguendo la madre a Parigi conobbe l'ambiente francese. Manzoni ebbe grandi lutti familiari perchè gli morì sia la prima moglie che la seconda ed anche sei li degli otto avuti.


Religiosità e ideologie

In tutte le opere del Manzoni è presente una profonda religiosità, perchè vede dovunque la presenza della Provvidenza divina e considera la vita come una missione perchè ognuno di noi dovrebbe pensare a fare del bene. Ancora, la sua religiosità si dimostra con l'amore verso gli umili, i deboli e gli infelici. Il Manzoni, ed in questo è romantico, vede la vita come dolore, però mentre il Foscolo crede nelle illusioni il Manzoni crede in DIO, e quindi, il Manzoni, vede nel dolore la necessità che serve all'uomo per diventare migliore. (Il cristianesimo del Manzoni è stato detto 'Cristianesimo democratico', perchè grazie al fatto che ognuno di noi è lio di Dio, tutti siamo uguali nello spirito.[provvida sventura , dolore - provvidenziale - necessario) Il Manzoni si può considerare romantico sia perchè lui stesso scrive a favore del romanticismo e sia per la sua religiosità. Però abbiamo anche altri aspetti come quello classico e illuminista che si vedono nella chiarezza della lingua ed anche nelle idee sulla rivoluzione francese che lo rieducarono allo spirito di fratellanza e all'amore verso gli umili. Oltre alla religiosità, abbiamo in lui una grande moralità, cioè l'amore verso una letteratura che, utile, serve ad educare.



Gli scritti che ci fanno vedere la sua poetica romantica sono: La lettera a Chauvet sulle unità della tragedia in cui il Manzoni condanna le tre unità e ama il vero, la verità storica, la storia, che è tutto ciò che succede, mentre la poesia ci aiuta a capire i motivi, i sentimenti più profondi dell'uomo. (Per Manzoni un'opera letteraria deve avere come scopo l'utile; come mezzo l'interessante e come contenuto il vero).


Lettera sul Romanticismo

In cui si dice che il romanticismo non vuole la mitologia ma vuole, invece, la verità. Però Manzoni non accetta il sentimento lugubre del romanticismo. Le opere prima della conversione ci fanno soprattutto vedere la sua bravura nello scrivere e i primi interessi dello scrittore ci fanno capire la sua moralità e il suo amore verso la verità. Ricordiamo In morte di Carlo Imbonati in cui il Manzoni vede già la letteratura come qualche cosa che deve educare al vero, ai sentimenti onesti e liberi.

Le sue opere principali sono: Gli inni Sacri (liriche, poesie), Le tragedie, Il Conte di Carmagnola, L'Adelchi, Le Odi : Marzo 1821, il 5 Maggio, e il romanzo 'I Promessi sposi'. La lirica del Manzoni non è come quella del Petrarca, dialogo intimo con se stessi, ma parla con una realtà oggettiva che riguarda tutta l'umanità, quindi non è una lirica autobiografica. Di conseguenza la lingua è molto concreta.


Inni Sacri

Sono la Resurrezione, Il Nome di Maria, Il Natale, La Passione e La Pentecoste. In questi inni il motivo più importante è la discesa di Dio in mezzo agli uomini. L'inno sacro più importante è 'La pentecoste', perchè riesce a rappresentare in modo completo l'unione dell'aspetto religioso e di quello umano, appunto per la profonda umanità che c'è; quest'inno è più poetico. Pentecoste significa cinquantesimo giorno dopo la Pasqua quando lo Spirito Santo discende sugli Apostoli, i quali da quel giorno iniziarono la predicazione delle dottrine di Cristo. Manzoni nello scrivere questa lirica pensò al Nuovo testamento. Nella Pentecoste il poeta chiede alla Chiesa dove lei si trovava dopo la crocifissione di Cristo, infatti la Chiesa allora era perseguitata e dimenticata fino a quando lo Spirito Santo discese sugli Apostoli che fanno conoscere la verità cristiana, per cui tutti gli uomini conoscono una nuova vita, fatta non di potenza, d'invidia, ma di amore e libertà spirituale. Alla fine dell'inno, Manzoni prega lo Spirito Santo affinchè scenda su tutti gli uomini. In quest'inno è presente il cristianesimo democratico, perchè di fronte a Dio siamo tutti uguali anche se in terra non c'è uguaglianza, quindi quella che dice il Manzoni non è un'uguaglianza sociale, rivoluzionaria, ma soprattutto spirituale.


Il 5 Maggio

In quest'ode è importante l'aspetto religioso perchè tutto ciò che succede in terra viene sentito come voluto dalla provvidenza. Quest'ode è rivolta alla vita di Napoleone Bonaparte, che passò dalla gloria alle sconfitte e ora dopo la morte di Napoleone, Manzoni, si chiede se la gloria di Napoleone fu vera, questo lo diranno i posteri. Il Manzoni dice che nelle azioni di Napoleone vede il segno di grandezza divina e che Dio, nel momento della morte quando tutti lo abbandonarono, fu con lui. In quest'opera il Manzoni loda soprattutto la grandezza e la misericordia divina.


Marzo 1821

In quest'ode il poeta parla dei piemontesi e delle loro speranze di vedere l'Italia unita. Ma è soltanto una speranza, perchè i movimenti del '1821' falliscono. Questa è un'ode patriottica.


Tragedie

Nelle tragedie il Manzoni segue la verità e rifiuta le unità aristoteliche e un'altra novità delle tragedie è che Manzoni vuole mostrare soprattutto la verità più profonda, morale che la storia non racconta e cioè i pensieri, l'ansia dei grandi uomini. (Questa è la differenza fra poesia e storia). I cori delle tragedie servono al Manzoni per parlare delle sue idee.

Il Conte di Carmagnola fuggito da Milano a Venezia perchè perseguitato, deve ora combattere contro Milano prima da lui difesa; vince Venezia e poichè il Conte permette ai nemici di prendersi i prigionieri viene considerato traditore e condannato a morte. In questa tragedia vi è il sentimento della Patria e dell'unità del popolo italiano ed anche il sentimento religioso perchè per il Manzoni è un delitto che italiani uccidano altri italiani, perchè tutti gli uomini sono fratelli, perchè li di Dio. Il Manzoni vuole dimostrare l'innocenza del Conte.

L'Adelchi: Carlo Magno Re dei Franchi rifiuta la sposa Ermengarda dopo una lite con il padre di questa, Desiderio, Re dei Longobardi che non vuole dare al Papa un territorio occupato. Adelchi, lio di Desiderio anche se capisce che il padre ha torto, combatte lo stesso la guerra che finisce con la sconfitta dei Longobardi; Desiderio è fatto prigioniero e Adelchi muore. Ermengarda, addolorata perchè ripudiata dal marito muore in un monastero. Adelchi ed Ermengarda sono i personaggi che meglio ci fanno capire il pessimismo di Manzoni e sono anche personaggi romantici; essi sono puri nel cuore e pur essendo degli infelici sulla terra, credono in un mondo migliore oltre la terra. Adelchi è un eroe romantico perchè è pieno di ansia fra il desiderio di ubbidire al padre e l'odio verso la guerra.

Il concetto della provvida sventura lo vediamo nel coro di Ermengarda morente. Questa tragedia è superiore a quella del Conte di Carmagnola, perchè mentre il Conte parla della tragedia di tutta una gente, l'Adelchi parla di un'anima che è lui stesso. La critica a volte ha visto alcuni punti negativi nelle tragedie perchè vi è troppa rassegnazione.


I Promessi Sposi

Il Manzoni nell'introduzione del romanzo racconta di aver trovato un manoscritto anonimo; questi dice che mentre i grandi storici parlano solamente delle imprese di grandi uomini lui vuole parlare delle imprese di persone del popolo. Il Manzoni dice che la storia raccontata dall'anonimo gli piacque per cui vuole rifarla in una lingua più nuova. Manzoni fa finta che i Promessi Sposi raccontino una vicenda vera, raccontata da un anonimo e da lui tradotta in una lingua moderna. Il Manzoni dice tutte queste cose perchè vuole far vedere al lettore che la sua storia è vera e non è una semplice invenzione. Già nell'introduzione, dietro il pensiero dell'anonimo si nota la concezione della storia per il Manzoni, cioè la storia non è fatta solo dai grandi personaggi ma anche dal popolo. La storia secondo Manzoni è fatta di bene e di male, del peccato e della salvezza. A proposito di ciò, è molto importante l'idea cristiana:

cioè la storia, per Manzoni, è importante perchè nella storia e nella vita di tutti gli uomini, egli vede sempre la provvidenza di Dio, quindi è una visione religiosa, provvidenziale, perchè Manzoni nel romanzo vuole parlare soprattutto del bene e del male. Anche se molte ine storiche del romanzo (per esempio la peste, i fatti di San Martino, ecc.) sono state considerate poco esatte, bisogna ricordare che i Promessi Sposi non è un trattato di storia ma un'opera d'arte, perciò anche le ine storiche sono ricche della moralità e poesia del Manzoni e queste ine sono utili perchè danno ai vari personaggi una realtà concreta.

Il Manzoni conobbe lo scrittore Walter Scott, scrittore di romanzi storici; ma mentre Scott pensava soprattutto a rallegrare gli spettatori, Manzoni parla dell'umanità in modo serio e morale.

Abbiamo tre stesure. Il romanzo, la prima volta si chiamò 'Fermo e Lucia' e presenta un maggiore pessimismo; poi con il titolo 'Promessi Sposi' (II e III) il romanzo diventa più sereno ed equilibrato. Il carattere principale del romanzo è che le persone buone vengono sempre perseguitate ma alla fine il bene vincerà. I Promessi Sposi sono un romanzo romantico per l'amore della verità storica, per la grande religiosità e per l'amore di Manzoni verso gli umili. Il romanzo è un misto di storia e di invenzione in cui il Manzoni racconta un fatto privato e fatti più generali; questa unione fra la gente e la piccola storia rappresenta una novità.

Si parla di un filatore di seta, Renzo, e di una popolana, Lucia, che non si può sposare perchè un signorotto prepotente, Don Rodrigo, si è invaghito di lei; ma alla fine i due si sposano dopo molte vicende dolorose. Oltre a questo fatto privato si parla pure della Lombardia dominata dagli snoli, della Sna e di altre regioni: si parla pure della carestia a Milano e della peste. Ha una grande importanza nei Promessi Sposi la folla che viene considerata la vera protagonista del romanzo; ma protagonista viene pure considerata la provvidenza: appunto per questo la differenza fra i Promessi Sposi e tutte le altre opere è che il Manzoni nei Promessi Sposi vede sempre la provvidenza nella storia e negli uomini.

I personaggi dove meglio vediamo la religione cristiana sono: Fra Cristoforo Borromeo; dobbiamo ancora ricordare la famosa conversione dell'Innominato, in cui vediamo la presenza di Dio nel cuore di un uomo; dobbiamo ancora ricordare Don Rodrigo soprattutto nelle ine finali quando s'ammala di peste e grazie alla sofferenza si salva l'anima. (provvida sventura). Dobbiamo anche ricordare la famosa Monaca di Monza Gertrude, poichè il Manzoni con dolore segue la sua sventurata vicenda. Nella ina finale del romanzo, Renzo e Lucia, i quali cercano di capire il vero significato di tutto ciò che è successo a loro, capiscono che anche se nella vita si soffre, basta aver fiducia in Dio e così anche la sofferenza ci aiuta a diventare migliori (provvida sventura).

Questo concetto è il 'sugo di tutta la storia', cioè lo scopo. Per capire questa idea si pensi all'addio ai monti del modulo VIII, in cui si dice che Dio non toglie mai una gioia se non per dare agli uomini una gioia più grande. Nei Promessi Sposi è pure presente il motivo della giustizia presente sia in terra che in cielo. Lucia, prima, era giudicata negativamente come un personaggio senza forza (De Sanctis) mentre Russo vede in Lucia una ura con una forza delicata che lotta con dolcezza. Riguardo alla politica del romanzo Manzoni fa capire che condanna la politica, perchè vede in essa la forza e l'astuzia e quando la condanna lo fa in modo ironico. Nel romanzo si hanno vari tipi di cultura, quella di Don Abbondio che non ha nessun amore verso la povera gente come Renzo e Lucia.

(Renzo: la ura di Renzo si ricorda perchè è impulsivo e spesso focoso ma sempre in lui c'è un sentimento fresco e sincero). Poi abbiamo Fra Cristoforo in cui vi è una cultura religiosa; il Dottor Azzeccagarbugli, che si serve della cultura per fare i propri comodi; il Cardinale Federico Borromeo, la sua cultura profonda gli serve per far conoscere la verità cristiana: è proprio questo tipo di cultura che il Manzoni ama, infatti la cultura deve servire a migliorare gli uomini e a far conoscere la verità. Si ricordi pure Don Ferrante che rappresenta la cultura del '600, piena di scienze inutili. Il periodo storico di cui i Promessi Sposi parlano è il '600: il Manzoni sceglie questo secolo perchè è un periodo in cui si ha soprattutto il contrasto fra la ricchezza e la miseria, tra la schiavitù e la libertà, tra il bene ed il male; infatti come nel '600 gli italiani erano oppressi dagli snoli, così nell'800 (periodo del Manzoni) gli italiani sono oppressi dagli austriaci.

Una grande importanza del romanzo è l'umorismo, che serve al Manzoni per dare un carattere medio giusto al suo racconto; cioè quando un fatto sta per diventare troppo tragico, il Manzoni con l'ironia e l'umorismo lo riporta a una certa normalità, facendo perdere a quel fatto l'eccessiva tragicità; per esempio: quando nel castello dell'Innominato abbiamo la ura di Lucia sofferente c'è anche la ura un po' comica della vecchia, la quale serve a rendere meno drammatica tutta la scena. Si ricordi il suo scritto 'Della lingua italiana'. Manzoni, mentre si preparava a scrivere, cercava una lingua popolare e nello stesso tempo letteraria; decide di usare la lingua fiorentina parlata dalle persone colte, poichè in Italia solo Firenze, dice Manzoni, ha una lingua nazionale, perchè vi sono poche parole straniere ed è già stata usata dai grandi trecentisti ( Dante, Petrarca, Boccaccio).

Il romanzo, quindi, è romantico anche per la lingua che è popolare pure se in modo moderato. A proposito della lingua, non ci sono espressioni parlate come ci saranno, invece, nel Verga. Un'altra differenza dal Verga e dai 'veristi' è questa: tutti i personaggi parlano allo stesso modo di come parlerebbe il Manzoni, cioè il Manzoni non fa parlare i personaggi come parlerebbero veramente nella realtà, non si abbassa lui ai personaggi come farà Verga ed i veristi, ma li innalza a lui; per esempio, nell'addio ai monti le espressioni non sono certo quelle di due popolani. Bisogna anche dire che c'è ancora nel Manzoni un certo paternalismo, cioè lui tratta gli uomini come un padre tratta i li, poichè crede che non sanno decidere da soli e hanno sempre bisogno di qualcuno, mentre nel Verga i personaggi sono più liberi.

Anche se prima veniva criticata la presenza eccessiva dell'aspetto religioso, ormai i Promessi Sposi vengono giudicati opera di grande poesia e anche, soprattutto, per gli aspetti religioso, morale e sociale.



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