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EUGENIO MONTALE (1896-1981)



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EUGENIO MONTALE

(1896-l981)


VITA


Montale è considerato il maggior poeta italiano del 900.

La sua esperienza poetica copre gli anni fra il 1920 e il 1980.

Partecipò anche alla prima guerra mondiale.


Pubblicazione di "Ossi di seppia" (periodo ligure). E' la sua prima raccolta poetica: vi confluiscono spinte opposte, dallo sperimentalismo dei crepuscolari e dei vociani, alla tendenza classicistica della "Ronda".


Pubblicazione di "Le Occasioni" (periodo fiorentino), in cui si cimenta in una poesia più alta e difficile, che lo avvicina da una parte all'Ermetismo, ma lo differenzia da esso nel rifiuto del simbolismo e nella adesione all'allegoria.




Pubblicazione di "La bufera e altro" (periodo milanese). Il registro continua ad essere elevato, ma si combina con esigenze più realistiche.


Fra il '39 ed il '56 c'era stata la 2° Guerra Mondiale, a cui, però, non aveva partecipato. Tuttavia protesse alcuni amici ebrei: Saba.

Nel dopoguerra si ritirò dalla vita politica e iniziò a scrivere sul "Corriere della Sera" come critico musicale.


Montale accomna, quindi, i principali movimenti letterari mantenendo, tuttavia, una propria autonomia improntata su una poesia filosoficamente impegnata, che lo porta a prendere posizioni contro il fascismo, e più in generale contro la massificazione della società.


SILENZIO POETICO: legato al dolore per la morte della moglie e alla crisi economica , politica e culturale degli anni fra 1955 e 1963, che avevano portato alla massificazione e all'annientamento anche dell'arte.


"Satura" E' il nome arcaico della satira latina . E' un tipo particolare di poesia: lo stile raffinato ed alto viene abbandonato per far prevalere l'aspetto prosastico, satirico, diaristico.


Montale ha sfiorato tutte le principale tendenze del secolo, senza però identificarsi con nessun movimento.

L'ultimo periodo di vita riguarda la produzione di una serie di diari, l'assegnazione di un premio Nobel e la proclamazione a senatore a vita.


ORIGINALITA' DI MONTALE


Nei primi tre libri ha saputo conciliare classicismo e modernismo, stile elevato e confronto con la realtà.

Dopo la svolta di "Satura", ha saputo conciliare prosasticità ed impegno filosofico, gioco e protesta.


IL SIGNIFICATO E L'IMPORTANZA DELLA PAROLA: differenze fra Montale e Ungaretti


Ungaretti cerca di riscoprire la forza autonoma della parola, facendo di essa uno strumento capace di attingere alle fonti dell'Assoluto.

Per Montale, tra l'uomo e l'assoluto c'è una realtà ineliminabile, che Ungaretti tende a cancellare. Sembra possibile, a volte, trovare uno spiraglio per cogliere l'assoluto, in realtà veniamo sempre illusi.


Da queste due concezioni deriva il diverso valore della parola per i due poeti:

Ungaretti porta ad estreme conseguenze l'uso del simbolismo: la parola si propone di esprimere sensazioni indefinite e indeterminate , accostando fra loro realtà lontanissime. (POETICA DELLA PAROLA).

Per Montale, la parola, da sola, non può aspirare a raggiungere direttamente l'assoluto, isolandosi la sua pronuncia nel silenzio, ma deve prima confrontarsi con il reale. La parola di Montale indica con precisione oggetti definiti e concreti, stabilendo fra essi una trama di relazioni complesse. Per questo quella di Montale viene definita POETICA DELLE COSE.


La scelta di Montale cade sulle "piccole cose", sugli elementi di una realtà povera e comune (limoni), che l'uomo può in ogni momento trovare attorno a sé.

Le immagini della natura e delle "cose" diventano, per Montale, gli emblemi per esprimere i sentimenti. Montale non scrive liriche sentimentali, ma i sentimenti, le sensazioni, vengono descritti mediante la descrizione di cose.


CORRELATIVO OGGETTIVO è l'oggetto descritto, che ha un valore proprio, ma che ha anche il valore di correlazione ad un sentimento


Ad esempio, il "male di vivere" viene identificato con le immagini concrete del rivo strozzato, dell'incartocciarsi della foglia, del cavallo stramazzato.

Possiamo, quindi, dire che la poesia delle cose di Montale è tutt'altro che semplice, come potrebbe sembrare ad una prima lettura , infatti ogni oggetto fa da correlazione a qualcos'altro.

L'etichetta "correlativo oggettivo", deriva da T.S. Eliot, che Montale conosceva.

Montale accetta questa definizione per sé , solo a partire dalla pubblicazione delle "occasioni" in poi.

Tuttavia, quando i critici gli chiedevano se avesse preso ispirazione dalle poesie di Eliot, il poeta rispondeva che era arrivato ad un risultato parallelo senza l'influenza di altri.


Non possiamo definire quello di Montale un simbolismo, infatti:


SIMBOLO: rappresenta una correlazione soggettiva . Può avere molteplici rimandi.


ALLEGORIA: richiama un'unica immagine, comune a tutti. (ad esempio, la Divina Commedia è un'unica grande allegoria)

La poesia di Montale è allegorica.


OSSI DI SEPPIA (1925)


Fu la raccolta che lo impose sulla scena italiana ed europea.

La raccolta era contemporanea a:

Influenza d'annunziana

Avanguardie crepuscolari e futuriste

Ungaretti

ura dell'inetto e di Pirandello


Montale rifiuta totalmente D'Annunzio: in tutte le liriche della raccolta si svolge un confronto non solo linguistico e stilistico, ma anche esistenziale e morale con esso.

Da qui la scelta antidannunziana di uno stile aspro e arido che vorrebbe aderire alla realtà delle cose al di là dell'inganno e delle convinzioni ideologiche e linguistiche.


PAROLE CHIAVE


MURO, RETE, CATENA sono parole che ci danno l'idea di una separazione fra l'uomo e la verità. Essa esiste , ma è irraggiungibile. Questi oggetti impediscono all'uomo di passare oltre e di raggiungere la verità. Sono il simbolo di un impedimento che ci costringe a non poter conoscere la verità.


Tuttavia, ogni tanto, l'uomo ha l'illusione che ci siano delle vie di passaggio:


VARCO, FESSURA, SMAGLIATURA, ANELLO ROTTO DELLA CATENA sono il simbolo dell'illusione di poter cogliere in qualche modo la verità.


MARE rappresenta la libertà e la verità, un mondo al quale l'uomo è negato.

TERRA:    rappresenta l'accettazione della privazione della conoscenza della verità.


Il principale nucleo tematico di "Ossi di seppia" è il rapporto fra uomo e mondo.

L'uomo si pone delle domande, a cui, però, non può rispondere; anche se qualche volta si illude di poter trovare la verità, finisce per accettare che la vita è una ricerca continua, senza fine, di essa. L'uomo non riuscirà mai a raggiungerla.


ACCOSTAMENTO A LEOPARDI: hanno delle ideologie simili. Come Leopardi, anche Montale pensa che l'uomo deve porsi delle domande, e quando non le trova, non deve assolutamente affidarsi a palliativi come fede o progresso.


IL TITOLO


L'osso di seppia, bianco e poroso, che galleggia sull'acqua marina, viene di solito trovato sulle rive delle spiagge. E' un residuo, un rifiuto del mare.


Il mare è negato agli uomini (ossi di seppia). L'osso di seppia può tentare di vivere nel mare (galleggia) , ma non ci riesce (viene portato a riva).

E' la metafora dell'uomo che cerca la verità e che viene respinto a riva, non trovandola.




Questa ideologia viene, molto chiaramente, evidenziata nella poesia "Esterina". In questa poesia, una ragazza si tuffa continuamente nel mare. Il poeta la guarda stando a terra. In senso metaforico dice: "ti guardiamo noi che stiamo a terra".

Il poeta sente per sé negata la possibilità di cogliere la verità (che viene rappresentata dalla ragazza).


Tutte le poesie sono calate nell'ambiente ligure delle 5 terre: un paesaggio arido e brullo, tormentato e sconvolto da un sole fortissimo, in cui rilevante è la presenza del mare.


"LIMONI" (1921)


Questa lirica, che non a caso è posta fra le prime, rappresenta allo stesso tempo:

Dichiarazione di poetica antidannunziana

Dichiarazione di ideologia: ricerca costante di un perché.


1° STROFA

il dichiarato rifiuto dei modelli della poesia aulica (dannunziana) è rappresentato dalla predilezione, da parte di Montale degli alberi di limoni, confrontati, nella loro semplicità, ai nomi rari delle piante usati dai poeti aulici.

v 1 poeti laureati. Poeti coronati d'alloro, cioè i poeti-vate.

C'è un elenco delle cose semplici e mediocri preferite da Montale, nella descrizione del paesaggio ligure.


2° STROFA

Quando i battibecchi dell'alta letteratura si spengono, allora si riesce ad ascoltare una poesia più semplice.

v 19 riferimento all'interventismo dannunziano.


3° STROFA

C'è l'illusione che, proprio attraverso questa poesia , che va al di là dell'alta letteratura , si possa scoprire la verità.

v 26 uno sbaglio della natura

v 27 anello della catena che non tiene

Sono tutti segnali di uno spiraglio, di un varco verso la verità.

v 34-35-36 Alcune persone pensano di aver compreso la verità, esse vengono considerate ombre.


4° STROFA

la realtà ci riporta ad un mondo cittadino e soffocante.

L'uomo ha avuto l'illusione di scoprire il segreto, ma anche questa è caduta.

v 38-39 Nelle città possiamo vedere solo una parte limitata di cielo (simbolo della libertà), a causa dei tetti alti.

L'uomo ritorna alla normalità, ormai disilluso. Ma basta il colore giallo dei limoni (v.45), percepito attraverso un cancello malchiuso (spiraglio), per dare l'impressione di poter cogliere la libertà e la verità.


STILE e METRICA


versi liberi, stile narrativo-discorsivo.

Il lessico ricerca , anche attraverso allitterazioni, i suoni aspri, che vengono associato al clima arido.

v. 26-27-28-29 Metafore per definire un possibile varco.


Elementi della tradizione

v. 42 chiasmo e rima al mezzo


"MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO" (1916)


Anche in questa lirica sono forti le connotazioni realistiche dell'arido paesaggio ligure.

Il poeta descrive il momento più caldo della giornata (il meriggio), in cui sono forti e stridenti i suoni dell'estate (schiocchi di merli, frusci di serpi).

Vivere è come costeggiare un altissimo e rovente muro, che è invalicabile perché "ha in cima cocci aguzzi di bottiglia"

I cocci aguzzi di bottiglia in cima ai muri, sono tipici del paesaggio ligure, a livello metaforico, rappresentano l'impossibilità del passaggio alla conoscenza della verità.


Il paesaggio è soffocante, ed il muro non consente di andare al i là, versi il mare, che viene solo immaginato attraverso i riflessi del sole. (v.9-l0).


STILE e METRICA


Quattro strofe di versi liberi con rime e assonanze.

Asprezza spigolosa dei termini: meriggiare, muro, pruni, frusci, sterpi, merli, serpi.

Uso degli infiniti: v. 1-3-6-9-l4-l6 Danno un senso di indeterminatezza, dovuto alla volontà di rendere l'assoluto esistenziale.


v.6 formiche: immagine leopardiana (Ginestra)

v.7 intreccia-no: verso ipermetro. -no è una sillaba sovrabbondante, intreccia fa rima con veccia (v.5)

v.13 il sole, che di solito dovrebbe consentirci di vedere meglio, in questo momento è così forte e soffocante che abbaglia l'uomo.


"NON CHIEDERCI LA PAROLA"


La poesia non ha titolo (è tipico delle poesie di Montale), per convenzione, in questi casi, si riprende come titolo il primo verso.

E' una dichiarazione di poetica al lettore.


1° STROFA

Non si può chiedere al poeta la parola, la formula, rivelatrice della verità. Egli non la può dare. Al massimo la poesia può dare un RAMO (v.10), cioè un tentativo che non è verità.

v.3 La poesia non può darti la chiarezza di un crocco (fiore), perché essa sarebbe verità effimera.


In questo modo Montale dichiara la sua poetica antidannunziana.

Ma questa è anche una dichiarazione politica ed esistenziale.


Non vuole essere:

fascista

dannunziano

accecato dalla religione

codardo nel non accettare la verità


2° STROFA

Ancora ricorre l'immagine del muro, caldo estivo, e dell'ombra.

In questo caso l'ombra appartiene all'uomo, che non si accorge che il forte sole provoca un ombra sul muro accanto a lui.

Quest'uomo è colui che non sa che c'è una parte di sé che non è visibile. Egli è felice perché si accontenta dell'immagine che gli altri hanno0 di lui, e perché non è capace di farsi domande su se stesso.


Questa strofa può essere letta come DISPREZZO, ma anche come INVIDIA per la felicità di quell'uomo incapace di farsi domande.

Accanto all'invidia, c'è anche un senso di PIETA' per quell'uomo che non capisce il mondo in cui vive, ed invece crede di avere la verità in mano.


3° STROFA

La poesia può dire qualcosa , ma solo in negativo.

Non è totale nichilismo, infatti si può pur sempre dire qualcosa, anche se non in positivo.

Nuovo ruolo della poesia


Di fronte all'impossibilità di sciogliere il mistero della vita, Montale non può che proporre una forma di conoscenza in negativo, priva di certezze.

Non per questo viene meno la funzione della poesia: essa ha il compio di indagare questa condizione dell'uomo novecentesco.

Pur senza speranza, resta intatta in Montale, la fiducia nella ragione, che ha il compito di continuare a indagare le ragioni, anche quando sa che l'indagine potrà sottolineare solo dubbi e limiti.

In questo senso, la sua poesia ha un preciso significato morale, infatti compie comunque il proprio dovere al di fuori e al di sopra di ogni ricompensa.


STILE e METRICA:


tre quartine di vari metri



rime incrociate nelle prime 2 strofe, alternate nella terza .

v 6-7 rima amico/canico-la (-la sillaba eccedente)


"FORSE UN MATTINO, ANDANDO IN UN'ARIA DI VETRO"


Rappresenta forte esempio dello SPIRAGLIO che può consentire di capire la verità.

Forse, un giorno,succederà che, voltandosi improvvisamente in un momento di disattenzione della natura, il poeta riesca a vedere la verità.

A quel punto, subito, l'aspetto della realtà tornerà come prima. Ma sarà troppo tardi, perché il poeta avrà già visto e se ne sarà andato con il suo segreto.


"SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO"


La poesia è divisa in due strofe con strutture contrapposte:

la prima è negativa, mentre la seconda è positiva (almeno apparentemente).


1° STROFA

Molto spesso, il poeta ha incontrato il "male di vivere", concretizzato in alcuni oggetti (correlativi oggettivi):

Rivo strozzato: rappresenta la sofferenza dell'acqua

Accartocciarsi della foglia riarsa

Cavallo stramazzato (concetto di morte)


2° STROFA

A differenza del male di vivere (spesso incontrato), ha conosciuto poco bene: solo il prodigio divino.

2 interpretazioni: la Divina Indifferenza può essere sia soggetto che oggetto.


I simboli del prodigio (bene) sono :

Statua nella sonnolenza del meriggio: torna l'idea della massima calura. Nel momento in cui la vita si fa più difficile e più aspra, il bene è rappresentato dall'uomo che non si fa domande. La statua ha valenza equivalente all'uomo che non si accorge della sua ombra ("Non chiederci la parola"). In questo caso, positiva è l'indifferenza e il non farsi domande.

Nuvola e falco alto levato: simboli della libertà.


L'ultima strofa sembra proporre immagini positive, invece va letta come posizione amara della vita: la vita o è dolore o è indifferenza.


STILE e METRICA


Due quartine di endecasillabi ad eccezione dell'ultimo verso.

Schema delle rime complesso:ABBA CDDA

Simmetria fra le due quartine: identica posizione di un enjambement fra terzo e quarto verso di ciascuna strofa.


v 2-3 ERA anafora

v 7-8 VARIATIO Il 7° verso viene riportato nel 8° attraverso un enjambement.


PARTICOLARITA' DELLA METRICA DI OSSI DI SEPPIA


Riprendendo i testi di Ossi di seppia, possiamo parlare della particolare metrica usata da Montale:


"Meriggiare pallido e assorto"

Ci sono tratti tradizionali: gioco di rime, rima ipermetra al v.7, uso delle quartine

Tratti non tradizionali: uso di alcuni versi liberi.


"Limoni"

Struttura tradizionale: Divisione in strofe e versi discorsivi.


"Non chiederci la parola"

Struttura tradizionale: divisione i quartine , versi endecasillabi, rime ABBA, v.7 ipermetro.

Non tradizionale: uso di alcuni versi non endecasillabi.


"Spesso il male di vivere ho incontrato"

Elementi della tradizione: divisione in quartine, rime incrociate, versi endecasillabi.


CONCLUSIONE:   la tradizione metrica con cui fa i conti deriva dalla frantumazione di futuristi e di Ungaretti. In un certo modo viene influenzato da essa , ma recupera questi elementi anche volutamente.


Il suo stile viene definiti IRONIA METRICA: metrica che gioca fra tradizione ed innovazione. E' l'equivalente dell'impatto dell'uomo con il reale.


LE OCCASIONI


E una raccolta di poesie scritte durante il fascismo.

L'atteggiamento si sposta dal farsi domande sulla NATURA, ad una DIMENSIONE MEMORIALE: recupero della memoria.

Non attraverso la natura, ma attraverso ricordi di incontri e di relazioni con altre persone, il poeta cerca di arrivare a percepire il "perché", ovvero il senso della vita.


TITOLO


il titolo stesso allude all'accadere degli eventi a cui è attribuito un particolare rilievo, perché potrebbero mutare il corso monotono dell'esistenza, ma per il poeta il miracolo non può avvenire, la sua speranza è affidata ad enigmatiche ure femminili.


Il nuovo libro rispecchia una situazione storica ormai mutata rispetto a quella degli "Ossi di Seppia".

Il fascismo allontana gli intellettuali dalla politica ed estrania gli scrittori dal contatto con la realtà sociale e con il pubblico. Gli intellettuali devono rifugiarsi in un mondo delle lettere, in una culla letteraria (la cosiddetta "Torre d'Avorio").

Per molti fu una semplice scelta di facciata ma per Montale fu una scelta di principio, infatti la poesia diventa per lui l'unico vero valore, come valore di SALVEZZA.


Per Montale la "Torre d'Avorio" si esprime in "Solaria" e in "La Ronda", le due riviste con cui il poeta collabora in quegli anni.

La "Torre d'Avorio" diventa il simbolo di una civiltà letteraria da difendere dalla rozzezza del regime fascista e dal dilagare della civiltà di massa.


Cambiamento di stile


questa nuova situazione storica e questa nuova condizione dell'intellettuale provocano un cambiamento di poetica:

lo stile si innalza e si purifica

si approfondisce il distacco dal simbolismo e viene favorita la poesia allegorica (di derivazione dantesca)

viene abbandonato lo sperimentalismo tematico e metrico di Ossi di Seppia

ritorno ad una metrica tradizionale fondata sull'endecasillabo e sull'atteggiamento di rivolgersi al "tu" della donna amata

viene approfondita la teoria del CORRELATIVO OGGETTIVO formulata da T.S.Eliot


La presenza di Dante

in questa raccolta c'è il contributo del modello di Dante, per un motivo autobiografico: Montale si era innamorato di una dantista, Irma Brand . .

La donna entra a far parte delle sue liriche, l'intera raccolta le viene dedicata.

Irma nelle liriche veniva identificata con Clizia.


Clizia (Senhal provenzale): nel mito era una ura femminile che venne trasformata in girasole: girandosi sempre in direzione del sole è il simbolo della continua ricerca della verità e della conoscenza.

Irma era ebrea e quando vennero emanate le leggi razziali, fu costretta ad abbandonare l'Italia. Montale non la seguì ma la donna mantenne un valore simbolico diventando donna-angelo.


La ura di Clizia è parallela alla ura di donna-angelo di Beatrice, portatrice di una salvezza religiosa. Clizia è portatrice di una salvezza laica.


È centrale il motivo tematico tradizionale della poesia lirica fin dallo stilnovismo:

le apparizioni di Clizia si accomnano a bagliori e a manifestazioni di splendore. In assenza di Clizia il poeta è frustrato e sconfitto, ma quando lei arriva i suoi "occhi d'acciaio" sembrano poter salvare non solo lui ma l'intera società umana.



Lo sguardo e gli occhi della donna amata accomnano le epifanie.


"TI LIBERO LA FRONTE DAI GHIACCIOLI"

Dalla poesia non si capisce che montale sta parlando di Clizia, quindi di una donna. Il personaggio descritto non ha caratteristiche umane, sembrano piuttosto le caratteristiche di un uccello.


Il ghiaccio ha un doppio significato:

rappresenta la sofferenza. Il dolore è a metà tra la sfera umana e quella sentimentale

Irma viene da paesi nordici. Capiamo che sta parlando di lei


La seconda strofa non ha niente a che fare con la prima.

Ci sono dei tratti concreti:

MEZZODI' v5: è il meriggio, il momento di massima sofferenza

RIQUADRO v5: è la finestra

NESPOLO v5

SOLE FREDDOLOSO v7: (ossimoro) nemmeno il sole è un elemento di vitalità, l'ambiente esterno influenza l'animo con l'ombra nera

ALTRE OMBRE: sono gli altri uomini


"LA CASA DEI DOGANIERI"

Nelle Occasioni la domanda metafisica si basa sul recupero memoriale.

Rivolto ad una donna il poeta immagina di trovarsi in un luogo dove era stato anni prima con lei. Vuole recuperare la persona a cui era legato: tentativo di trovare un senso alla ura di lei.


Struttura metrica abbastanza tradizionale: i versi sono + lunghi ma dati dalla somma dei versi tradizionali.

Non troviamo la ricerca di lessico duro e aspro. In alcuni punti c'è l'uso dei suoni.


Il RICORDO è negato a lei. È rappresentata come tutta la vitalità estrema dei suoi pensieri e passioni che è entrata en quella casa ma se n'è subito andata.


v. 8-9 à c'è qualcosa che non funziona nella ricerca. Non è possibile trovare la strada né trovare il futuro

v. 12 à lui tenta ancora di trattenere i ricordi

v. 13-l4 à il tempo passa senza una direzione ma gira senza tenere conto dei sentimenti


Luce della PETROLIERA:   uno spiraglio, che so essere fisico, potrebbe essere metafisico? Potrebbe essere il momento del passaggio. C'è la possibilità del varco.


Nella parentesi sono concentrati i suoni + duri e stridenti della poesia. Nel momento in cui si pone la domanda il mare continua ad essere burrascoso. Il mare è presente come entità ostile, rifiuta il poeta, le onde sono ostili.


Il testo è dedicato ad Arletta, quella che si buttava in mare in "Esterina", che nel frattempo è morta. Se sappiamo questo particolare certe immagini ci ricordano la definitiva lontananza di lei. Il suo è il tentativo di vincere il tempo. Il varco viene negato perché lei non c'è +.

"Io non so chi fra noi è veramente morto". In realtà è forse lui il morto perché cerca di trattenere il ricordo di lei ma gli sfugge.


CORRELATIVO OGGETTIVO à un oggetto che può portare ad un collegamento con un sentimento


"NON RECIDERE, FORBICE, QUEL VOLTO"

La prima strofa è invocazione alla forbice (della memoria) che seleziona i ricordi e alcuni li perde.

È il tentativo di mantenere il ricordo del viso di una donna in un determinato momento, rischia di essere annullato: "il grande suo viso diventa la mia nebbia" (v. 3-4).


Non ci sono collegamenti apparenti con la 2^ strofa.

Il collegamento nasce dall'ascia con la forbice (sono entrambi elementi taglienti).


L'ACACIA:    correlativo oggettivo per memoria che lascia cadere qualcosa che ormai non è + vivo (il guscio di cicala v.7), è l'ultimo verso di una persona che era viva.


LA BUFERA E ALTRO


Perché Bufera?

Il 1° nucleo delle liriche era stato pubblicato a parte. Rimando alla dimensione storica: 2^ guerra mondiale.


LA BUFERA: correlativo oggettivo: scatenarsi del male della vita. Con gli anni acquista sovrasenso storico di Male della 2^ guerra mondiale, male che l'uomo ha prodotto.


Questa bufera è la guerra, il nazismo, la persecuzioni.

Non sono liriche di guerra (Ungaretti). Quanto + la situazione è dura, tanto + la sua poesia si sposta sui correlativi oggettivi: per riuscire a reggere una realtà così dolorosa la poesia non deve rappresentarla concretamente.

Non è importante la singola guerra storicamente determinata, ma la guerra in senso lato.


"LA PRIMAVERA HITLERIANA"


I temi fondamentali di "La bufera e altro" sono la 2^ guerra mondiale e il rapporto con Hitler.

La fine della guerra determina l'inasprirsi della condizione di malessere che arriva anche dall'evoluzione della società di massa.

testamento esistenziale

connotazione politica


Elementi di luminosità: balugina v 1


v 23-24 la cenere è un elemento concreto: cosa rimane della guerra.

Dobbiamo basarci sui resti. Resistere vuol dire morire.


Come aveva detto (v 9) sembra che sia rivolta ad una persona precisa.

Chi è riuscito ad interpretare i simboli non può aver non inteso il messaggio.


Non era una fuga dalla realtà ma un modo per affrontarla. Quella luce che si illuminava all'orizzonte e sembrava effimera non era una luce che si spegne in un momento.


CONFRONTO CON "NON CHIEDERCI LA PAROLA"


Sono 2 dichiarazioni di poetica e di ideologia.

Convinzioni stilistiche e ideologiche impostate in negativo.

Scritte a distanza di 30 anni.


È passato dalla 1^ guerra mondiale: nella 2^ è presente una realtà cronachistica.

In "Non chiederci . " il male descritto è in generale. L'uomo e in senso assoluto, una posizione adolescenziale.


Tutti gli elementi sono una conferma storica di quello che è accaduto.

La differenza in positivo: lui ha visto la luce.

In "Non chiederci . " non c'è l'idea del lascito. Lascia la possibilità di intravedere la luce.


C'è anche una rivendicazione personale + orgogliosa.






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