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GIOVANNI VERGA NOVELLE

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GIOVANNI VERGA



NOVELLE





  1. NEDDA
  2. ROSSO MALPELO
  3. LA LUPA
  4. COS'E' IL RE
  5. LA ROBA
  6. LIBERTA'




RIASSUNTI



  1. NEDDA


Il narratore guardando un focolare si rammenta un altro focolare visto. Davanti a questo caminetto ci sono delle ragazze che si asciugavano i vestiti bagnati dalla raccolta di olive avvenuta sotto la pioggia. Una delle ragazze è particolarmente triste, Nedda, perché la madre è molto ammalata. I soldi guadagnati dalla raccolta vengono portati alla madre per le medicine, ma questa muore.

Dopo la morte della madre, la ragazza è isolata dal perbenismo dei paesani che la rimproverano di non portare il lutto. Le critiche del prete e delle comari si fanno ancora più spietate quando ella intreccia una relazione amorosa con un contadino, Janù. Questi decide di andare a lavorare nella piana di Catania, dove c'è la malaria ma dove potrebbe raggranellare i denari per il matrimonio. Ma qui si ammala, cade da un olivo e muore. Così Nedda resta sola con la lioletta natale dal rapporto con Janù. Nonostante sia povera, si rifiuta di portare la lia illegittima alla Ruota, convento dove venivano lasciati i bambini illegittimi, e viene perciò ancor più duramente criticata dalle comari. Infine la lioletta muore di stenti.



  1. ROSSO MALPELO


Rosso Malpelo è un ragazzo che lavora in una cava di rena. Poiché ha i capelli rossi, è ritenuto malvagio e tiranneggiato da tutti. All'inizio è protetto dal padre, ma, quando questi muore in un incidente di lavoro, resta solo e indifeso, anche perché la madre, restata vedova, e la sorella si sposano. Rosso assimila la violenza che subisce e cerca di insegnarne la lezione anche all'unico amico che abbia, un ragazzo sciancato, Ranocchio. Quando anche costui muore, accetta di visitare un tratto inesplorato della galleria e vi si perde per sempre.



  1. LA LUPA

La novella è suddividibile in quattro momenti: 1) il ritratto del personaggio pone in primo piano la ura di una donna che trasgredisce ogni regola sociale e che, per la determinazione con cui segue i propri appetiti sessuali, viene chiamata "la lupa"; 2) il vano amore della "lupa" per Nanni, che invece, badando all'interesse, mira a sposare la lia di lei, Maricchia; 3) dopo il matrimonio fra Nanni e Maricchia, esplode l'amore incestuoso fra genero e suocera, provocando lo scandalo nel paese, la reazione drammatica di Maricchia e gli scrupoli di Nanni, che più volte tenta di sottrarsi al fascino della donna; 4) infine Nanni, non riuscendo altrimenti a porre fine alla relazione, uccide "la lupa".


  1. COS'E' IL RE

e Cosimo è un lettighiere a cui viene chiesto la lettiga per portare il re a Catania. Durante il tragitto Cosimo è molto preoccupato perché a causa della gran festa che c'è per il re a paura che i suoi muli possano imbizzarrirsi.

Molti conoscenti, alla fine del viaggio, vanno a chiedergli come era stato questo, ma al lettighiere veniva subito la febbre a pensare a quanto si era preoccupato per il trasporto del re.

Dopo molti anni il re venne a pignorargli tutte le mule e Cosimo non si dava pace pensando che pure quelle erano le mule che gli avevano portato la moglie sana e salva.

Gli venne in mente della ragazza che chiese al re di risparmiare la persona condannata a morte e che se lui fosse andato a parlare con il re tutto so sarebbe messo a posto.



  1. LA ROBA

Protagonista del racconto è Mazzarò, un contadino siciliano che a poco a poco, tutto sacrificando alla logica economica, è divenuto il maggior proprietario terriero della regione, sostituendosi al barone. Ma il processo di accumulazione economica si scontra con la sua sostanziale insensatezza: di fronte alla morte, infatti, Mazzarò scopre il non-senso di una vita dedicata esclusivamente alla roba.



  1. LIBERTA'

Per le vie del paese la folla grida viva la libertà, si ritrova davanti al casino dei galantuomini, davanti al municipio, sugli scalini della chiesa armati di scuri e di falci.

Vengono uccisi preti, notai, molti galantuomini, ma anche i loro li perché si dice, che un giorno sarebbero diventati come i loro genitori.

Alla sera, finiti i tumulti, tutti rientrano nelle proprie case pensando a come spartirsi le ricchezze dei galantuomini, ma se non c'erano più notai, come si potevano spartire queste ricchezze?

Il giorno dopo arriva il generale a far giustizia, subito vengono fucilate 4 o 5 persone, dopo arrivano anche i giudici che, presi i colpevoli, li conducono in città per un processo che dura tre anni.

Gli avvocati dopo aver guardato le varie sectiune condannano le persone che avevano voluto la libertà le quali si lamentano di non aver visto uno straccio di terra nonostante ci fosse stata la libertà.





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