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Giosue Carducci - San Martino - Versione in prosa, Analisi del componimento

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Giosue Carducci  San Martino


Versione in prosa


La nebbia, accomnata da una leggera pioggerellina autunnale, sale verso i colli ricoperti di alberi spogli mentre il mare ondeggia e spumeggia sotto l'impeto del maestrale; nei borghi del villaggio, l'odore del mosto che fermenta nelle botti, rallegra gli animi degli abitanti.

Sopra ceppi di legno schioppettanti è posto uno spiedo con il quale si sta cucinando della carne; il cacciatore se ne sta sull'uscio della della porta a contemplare stormi di uccelli che volano tra le nuvole, come fossero pensieri che volano lontano, riflettendo il rossore del sole tramontante.


Analisi del componimento



Il componimento del Carducci è una lirica che si compone di quattro quartine di settenari. Le rime seguono lo schema ABBC e viene ripetuta alla fine di ogni quartina la rima in -AR (mar . rallegrar . rirmirar . migrar).

Il suono che prevalentemente viene ritrovato all'interno della poesia è quello prodotto dalla lettera R.


La prima strofa è composta di due frasi principali mentre la seconda lo è di una principale e l'altra subordinata; queste prime due quartine costituiscono due periodi indipendenti.

Le ultime due, invece, sono legate dal fatto che il periodo continua dalla terza(una frase principale e una subordinata che prosegue nella successiva quartina) alla quarta strofa(una subordinata ed una principale).




Due immagini si alternano all'interno della lirica: una di malinconia e l'altra di allegria.

Nella prima quartina vi è il ritratto di un tipico paesaggio autunnale: ci sono infatti gli elementi fondamentali della stagione, ovvero la nebbia palpabile, gli alberi spogli che ricoprono i colli ed il mare in tempesta.

A differenza della prima, la seconda quartina, sprigiona un senso di allegria del tutto assente nella precedente; da sensazioni di freddo e tristezza si passa a una situazione molto più calda e vivace, si descrive infatti l'atmosfera che si viene a creare in un piccolo borgo dopo la vendemmia: il mosto fermenta nelle botti diffondendo nell'aria il suo aspro profumo.

Nella terza strofa si ha l'immagine di un focolare domestico ove il fuoco è stato acceso per cucinare, si passa quindi ad un ambiente più ristretto, dopo che già si è passati da un paesaggio ad un borgo.

Nell'ultima quartina, l'atmosfera si fa più pensosa della precedente dato che si incontra un uomo nell'atto di meditare, appoggiato all'uscio della sua casa.

Qui la malinconia sembra appartenere più al poeta che al personaggio da lui stesso inventato.






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