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Giuseppe Ungaretti - Il porto sepolto, Una colomba, Mattina, Un Poeta al fronte, Veglia, Fratelli, San Martino del Carso, Soldati

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Giuseppe Ungaretti


Le brevi poesie di Ungaretti, che al loro primo apparire destarono incomprensione e ironia - per il loro rifiuto delle regole tradizionali della poesia lirica e di ogni prolungamento del discorso al di là della semplice istituzione poetica - rappresentano ormai un linguaggio accettato e imitato: esse costituiscono forse il più importante esempio di voce lirica moderna in Italia. Ma esse vanno lette senza dimenticare il momento storico in cui il poeta incominciò a comporle.Proprio mentre nella poetica italiana del primo Novecento dominano le prestigiose immagini e la musicalità esteriore di Gabriele D'annunzio, Ungaretti consegna ai pochi versi,  scabri ed essenziali, delle sue prime raccolte la voce disperata di un uomo che scopre di essere solo, con la sua carica segreta di ideali di fronte a una realtà spesso crudele.

Questa esperienza nasce in Ungaretti durante la Prima guerra mondiale: le poesie sono impressioni di un diario singolare, vario, frammentato di avvenimenti e stati d'animo su cui sempre domina l'immagine della morte. In tutte le poesie successive di Ungaretti troviamo dei riferimenti biografici: il poeta prende spunto dal suo vissuto per analizzare in senso collettivo l'esperienza umana e trarne riflessioni di carattere universale. Ungaretti ricerca una poesia <<pura>>, essenziale , priva enfasi e si insegnamenti, liberata da ogni schema metrico, che non si occupi di contenuti storici o sociali, ma che esprima soltanto ciò che il poeta, con la sua fantasia e la sua sensibilità, intuisce.



Il verso tradizionale si scompone, si divide a favore del verso libero, che può mettere meglio in evidenza il valore di una parola, isolandola dalle altre, dandole uno spicco tutto speciale: la singola parola acquista in tal modo tutta una carica di significati, di suggestioni, di associazioni connotative. Vengono eliminati la punteggiatura e molti elementi della sintassi tradizionale (per esempio le congiunzioni ). ˝ è un grande uso di similitudini in cui spesso è abolito il <<come>>, creando un legame più stretto tra i due termini di paragone.

Le poesie di Ungaretti rappresentano un momento di rottura con il linguaggio poetico tradizionale esprimendo, attraverso poche essenziali parole, pause e immagini suggestive, il mistero della vita, la solitudine e gli stati d'animo dell' uomo moderno. Ci dà delle indicazioni sul suo pensiero riguardanti il ruolo del poeta e la funzione della poesia


Il porto sepolto


Vi arriva il poeta

e poi torna alla luce con i suoi canti

e li disperde


Di questa poesia

mi resta

quel nulla

d'inesauribile segreto



Il porto a cui si riferisce il titolo è quello antico, sommerso, di Alessandria d'Egitto dove Ungaretti trascorse la  sua fanciullezza . Il porto era stato scoperto in quegli anni ed era la testimonianza, nascosta dal mare, di una città anteriore a quella fondata da Alessandro Magno e poi ssa.

Il segreto di questa città e del suo porto appare a Ungaretti come il simbolo del mistero della vita, della condizione precaria e difficile in cui vive l'uomo.

Il poeta, dopo aver scoperto il mistero della vita, lo farà conoscere.

Ne farà dono agli uomini che non hanno più la capacità di abbandonarsi a ciò che sfugge agli schermi logici della ragione.

L'essenza della vita.







Una colomba


D'altri diluvi una colomba ascolto



Un solo verso, un endecasillabo, è frutto di una <<folgorazione momentanea>> dello spirito, come affermò lo stesso Ungaretti.

Il volo di una colomba, dopo un temporale, richiama alla sua memoria tempi molto lontani.

Due parole (altri diluvi) ci portano nel mistero di grandi diluvi primordiali dove, dopo la distruzione e la morte, si percepisce il frullare leggero di una colomba portatrice di pace e di speranza


Mattina


M'illumino

d'immenso



E' questa forse la lirica più breve ma anche tra le più famose del Novecento.

Anche i critici si sono chiesti qual'e il soggetto dando risposte diverse. Per alcuni il soggetto è <<io>>, cioè Ungaretti che con la luce chiara della mattina si anima di speranza per il nuovo giorno.

Altri vedono come soggetto la mattina stessa personificata, per cui è l'inizio del giorno che si riempie, dopo la notte buia, di immensa luce


Un Poeta al fronte


Queste poesie furono scritte da Giuseppe Ungaretti proprio nel vivo della Prima guerra mondiale, che egli combatté nelle trincee del Carso. Sono componimenti molto brevi com'è nello stile di Ungaretti .

Le similitudini e le metafore rappresentano con efficacia la desolazione del poeta, coinvolto in una realtà di orrore e massacro che lo induce a riflettere sulla fragilità dell'uomo, la precarietà e il dolore dell' esistenza.




Veglia

Un'intera nottata

buttato vicino

a un comno

massacrato

con la sua bocca

digrignata

volta al plenilunio

con la congestione

delle sue mani

penetrata

nel mio silenzio

ho scritto

lettere piene d'amore


Non sono mai stato

tanto

attaccato alla vita



I versi di questa poesia descrivono una notte passata dal poeta al fronte accanto al corpo di un comno ucciso, con il viso surato dal dolore, le mani irrigidite nella morte.

La reazione del poeta è una ribellione disperata al destino di morte, un prorompente sentimento di attaccamento alla vita: non solo alla propria vita personale, ma a quella che è un bene comune, un diritto fondamentale di tutti gli uomini.

Con le labbra ritratte in modo da mostrare i denti in una sorta di smorfia feroce.

Il gonfiore e il colore violaceo  delle mani, provocati dalla morte, sono immagini sconvolgenti, penetrate profondamente nell'animo desolato del poeta


Fratelli

Di che reggimento siete

fratelli ?


Parola tremante

nella notte

Foglia appena nata


Nell'aria spasimante

involontaria rivolta

dell'uomo presente alla sua

fragilità


Fratelli.



Un frase fra le tante, colta durante il passaggio e il momentaneo incontro di reggimenti diversi nel corso di una notte. Nella dolorosa realtà della guerra, una parola tanto comune, <<fratelli>>, si carica improvvisamente di un valore umano prezioso per chi è incessantemente calato in situazioni di solitudine e angoscia. Il poeta avverte i significati più profondi della parola: un senso di ribellione alla violenza e la consapevolezza che la guerra accomuna il destino di tutti coloro che la combattono.

Lacerata, percorsa da sensazioni di struggimento e dolore intenso.

Pronunciare la parola <<fratelli>>, in quel contesto, significa ribellarsi, anche solo inconsapevolmente, all'odio e alla violenza scatenata dalla guerra.


San Martino  del Carso

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro


Di tanti

che mi corrispondevano

non è rimasto

neppure tanto

Ma nel cuore

nessuna croce manca

E' il mio cuore

il paese più straziato



San Martino del Carso, un paese sconvolto dalla guerra: il senso di desolazione provata di fronte alle sue rovine evoca nel poeta la visione di una distruzione ancora più devastante, quella delle persone che egli ama e che ricambiavano i suoi sentimenti e il cui ricordo resta dolorosamente vivo nel suo animo.


Soldati

Si sta come

d'autunno

sugli alberi

le foglie



Una poesia brevissima, costituita da un' unica, chiara similitudine, a cui è interamente affidata la rappresentazione del senso di angosciosa precarietà affidata la rappresentazione del senso di angoscia precarietà legato all'esperienza dei soldati sul fronte.





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