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IL BARONE RAMPANTE (Italo Calvino)

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IL BARONE RAMPANTE (Italo Calvino)


TITOLO: Il Barone Rampante

AUTORE: Italo Calvino

EDITORE: Oscar Mondadori (21° edizione)

GENERE LETTERARIO: racconto storico-fantastico

BREVE SINTESI: la vicenda narrata ha inizio il 15 giugno 1767, nella cittadina ligure di Ombrosa, paesello inventato dall'autore profondamente legato alle sue origini. Tutto cominciò, quando il Baroncino Cosimo Piovasco di Rondò, a soli dodici anni, decise, per protesta di salire su un elce (albero simile alla quercia), e di non scendere più. Questa forte dimostrazione di coraggio impulsiva, ero però stata causata da numerose controversie del giovane e di fratello Biagio con il padre Arminio e la sorella Battista. I genitori si accorsero ben presto che l'atto del lio non era solo una ribellione, ma molto di più: Cosimo, infatti, decise che non avrebbe mai più messo piede a terra. Da questa profonda convinzione e testardaggine fu condizionata tutta la sua vita, trascorsa sino al giorno della sua morte sugli alberi.

Nei primi giorni della sua nuova vita, saltando da un ramo all'altro, nel giardino dei vicini, Cosimo conobbe Viola, una bimba dispettosa ma intrigante agli suoi occhi, verso la quale provò un sentimento molto forte, sebbene la giovane età, che con gli anni, nel suo cuore divenne amore, nonostante l'amata, pochi mesi dopo il loro incontro se ne andò. Di Viola gli rimase, inconsapevolmente, solo un buffo cane bassotto, che chiamò Ottimo Massimo.



Qui iniziò il suo lungo viaggio pieno di avventure, per il quale si spostò, per gran parte del territorio ligure spostandosi da ramo in ramo divenendo sempre più abile, e cercando di migliorare la sua condizione con comode invenzioni o accorgimenti; sempre in comnia del fedele Ottimo Massimo che lo aiutò nella caccia seguendolo da terra.

Cosimo conobbe le bande di ragazzi ladri di frutta, che lo credettero uno strano animale; salvò da una cattura certa e istruì alla lettura il pericoloso brigante Gian dei Brughi, diventandone poi un grande amico; sconfisse pirati, spense incendi; si interessò alle correnti di pensiero europee leggendo svariati testi ed enciclopedie dategli in prestito dal fratello Biagio; conobbe degli esiliati snoli costretti a vivere sugli alberi ad Olivabassa, tra cui Ursula, di cui si innamorò ma che fu costretto a lasciare terminato il periodo di esilio.

Da adulto ricevette il titolo di Barone dal padre e trascorse la sua vita procurandosi cibo e interessandosi di tutto ciò che potesse sviluppare la sua cultura, fino a quando un bel giorno tornò l'amata Viola, cresciuta ma non cambiata nel carattere: da quel momento i due trascorsero giornate felici fatte d'incontri amorosi, ma anche litigi e scontri, che li portarono alla separazione definitiva. Da questa vicenda Cosimo uscì distrutto e segnato profondamente e per un lungo periodo si ammalò rischiando la vita.

Una volta ripreso entrò a far parte della Massoneria, e di altre congregazioni segrete, attraverso le quali combatté i gesuiti e scrisse una specie di quaderno di doglianza.

Tutto ciò, lo portò ad entrare attivamente nella vita politica incontrando Napoleone Bonaparte e successivamente lo zar di Russia, partecipando agli scontri nella boscaglia in favore dei francesi; scrisse addirittura un "Progetto di Costituzione per Città Repubblicana con Dichiarazione dei Diritti degli Uomini, delle Donne, dei Bambini, degli Animali Domestici e Selvatici, compresi Uccelli Pesci e Insetti, e delle Piante sia d'Alto Fusto sia Ortaggi ed Erbe".

Ora mai dopo anni, Cosimo non fu più in grado di spostarsi agilmente da un albero all'altro, e la vecchiaia si faceva sentire piuttosto pesantemente, e la sua fama era dilagata in tutto il territorio europeo. Egli decise così di trascorre quel poco che gli restava da vivere sull'albero al centro della piazza di Ombrosa, fino a quando, un giorno, una mongolfiera passò vicino alla cima dell'albero e Cosimo con un balzo vi si attaccò, facendo perdere per sempre le sue tracce.





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