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LA LUNA E I FALO' Di Cesare Pavese



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LA LUNA E I FALO'

Di Cesare Pavese

AUTORE

Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, Cuneo 1908 - Torino 1950), scrittore e poeta italiano. Nato da una famiglia d'origine contadina, studiò a Torino, dove si laureò e divenne specialista di letteratura anglo americana. Nel capoluogo piemontese si legò al gruppo degli intellettuali e collaborò alla rivista 'La Cultura', intorno alla quale si erano radunati molti antifascisti. In quegli stessi anni cominciò anche un'intensa attività di traduttore di scrittori inglesi e americani classici e contemporanei. Nel 1935, quando 'La Cultura' venne chiusa, fu condannato al confino a Brancaleone Calabro, dove cominciò a tenere un diario, che sarebbe stato pubblicato postumo con il titolo Il mestiere di vivere (1952). Nel 1936, tornato a Torino, riprese la sua attività di traduttore e saggista. Durante la guerra si nascose (1943-l945) presso la sorella Maria, sulle colline del Monferrato. Da questa esperienza nacque uno dei libri migliori di Pavese, il romanzo La casa in collina (1948). Pavese aveva esordito con la raccolta poetica Lavorare stanca (1936). A questo volume seguì il romanzo Paesi tuoi (1941). Dall'esperienza del confino derivano i racconti lunghi e politicamente impegnati Il carcere (1938-39, poi pubblicato insieme a La casa in collina con il titolo comune Prima che il gallo canti, 1949) e La spiaggia (1941). A questi seguirono i racconti di Feria d'agosto (1946), il romanzo Il comno (1947) e i racconti lunghi di La bella estate (1949), che comprendono, oltre al testo omonimo, anche Il diavolo sulle colline e Tre donne sole.Nel 1947 scrisse anche i Dialoghi con Leucò.  La consacrazione critica definitiva di Pavese avvenne con La luna e i falò (1950), storia di un uomo che, dopo aver trascorso molti anni in America, torna al suo paese e alla difficile ricerca della propria identità culturale. Dopo aver ricevuto per questo romanzo il premio Strega, Pavese si tolse la vita sotto il peso di una depressione a lungo combattuta negli anni, cedendo a quello che aveva chiamato il'vizio assurdo'. Dopo la sua morte venne pubblicata un'altra raccolta poetica, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1951).



ANNO DELLA PRIMA PUBBLICAZIONE

Aprile del 1950


ESORDIO, SVILUPPO, SCIOGLIMENTO:


Il romanzo di Cesare Pavese esordisce con il ritorno di Anguilla, il protagonista, al suo paese natale, Santo Stefano Belbo. Siamo nel dopoguerra e il protagonista ritorna dall'America dove vi si era recato durante la guerra. Qui Anguilla si rende conto che i luoghi non sono cambiati ma soltanto le persone che vi ci vivono. Il romanzo si sviluppa ricordando tanti episodi che ripercorre insieme al suo amico Nuto. Il racconto passa dal presente al passato, con ricordi relativi al viaggio di Anguilla in America, ma anche di quello che è successo nel suo paese. Il romanzo termina con l'esposizione, da parte di Nuto, della morte di Santa, una delle tre lie di sor Matteo.

PERSONAGGI E IL LORO RUOLO:

Anguilla: E' il protagonista del romanzo e può essere considerato come lo stesso Pavese. Viene visto come un uomo molto legato ai ricordi. Nel romanzo viene molto spesso indicato con il termine bastardo, poiché è orfano sia di padre sia di madre e non si sa chi sono i suoi genitori naturali. È stato allevato da una famiglia di contadini, Padrino e Virgilia. in alcune parti del romanzo viene visto come "Cenerentola", perché, quando sarà al servizio da sor Matteo, le sue tre lie lo vedono come lo schiavo e non lo considerano.

Nuto: E' il miglior amico di Anguilla ed è una persona dalle molteplici capacità che ha svolto tantissimi tipi di lavoro. Suona.il clarinetto. E' un uomo che, come viene detto nel romanzo, "che di tutto vuol darsi ragione" e sostiene che "il mondo è mal fatto e bisogna rifarlo".  A questo personaggio l'autore affida il suo moralismo e la sua ansia di liberazione umana. Rispetto ad Anguilla svolge un ruolo di completamento e di opposizione. Non è mai andato in giro per il mondo e la sua realtà è stata sempre quella di del contadino di paese.

Santa: E' la più bella delle tre lie di sor Matteo, uomo presso cui lavorava Anguilla. Alla fine del romanzo, quando si trova il vero tema del falò, viene uccisa mentre aveva indosso un vestito bianco, che può essere intesa come una veste sacrificale. Si era fidanzata con uno dei militari delle brigate rosse; un giorno fu presa dai partigiani, venne fucilata, cosparsa di benzina e con lei venne acceso un falò.

Irene: è un'altra delle lie di sor Matteo. Suonava il pianoforte. La sua vita sentimentale fu abbastanza sfortunata. Infatti, si sposò con Cesarino che morì; dopo la morte di suo padre e sua sorella Silvia fu costretta a sposare Arturo, ma anche questo matrimonio si concluse tragicamente. Prima di sposarsi fu anche colpita dal tifo ma riuscì a guarire. Lei insieme a sua sorella Silvia erano sempre rimaste nella memoria di Anguilla anche se è stato lontano per parecchio tempo.



Silvia: E' la prima delle lie di sor Matteo. Era una ragazza che si offrì a molti ragazzi e tra questi c'era un motociclista che la lasciò per mettersi con un'altra, in seguito si mise con un ricco ragioniere di Milano in confidenza con il podestà, ma dopo poco tempo finì anche questa storia. Rimase incinta e dovette abortire e a causa di un'emorragia morì.

Cinto: Era un ragazzino rachitico che fa da Cicerone ad Anguilla. Suo padre Valino era una sorte di padre-padrone e molto ingiusto. un giorno questo uccise la cognata di frustrate e incendiò la casa bruciando un'altra donna viva e infine si impiccò. Cinto riuscì a salvare solo grazie ad un coltello. Anguilla affida il bambino alle cure dell'amico Nuto. L'adulto si identifica nel bambino e cerca di trasmettergli la voglia di fuggire.

IL DISCORSO (Tempo, Spazio, Narratore ):

Questo romanzo è ambientato nell'agosto del 1948 precisamente tre anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. E' un periodo molto difficile per l'Italia e ci si poteva accorgere delle ingiustizie della società. il rapporto non era ingiusto soltanto tra padroni e lavoratori ma anche all'interno delle stesse classi sociali. Insomma le sofferenze erano comuni a tutti quanti.  E' ambientato in delle piccole cittadine non lontano da Genova. Alcuni episodi sono invece ambientai in America, dove viveva Anguilla prima di trasferirsi. I ricordi non sono ordinati in senso cronologico o spaziale, ma vengono raccontati per analogie. La narrazione può essere suddivisa in tre parti: 1)l'arrivo 2) il racconto della sua giovinezza 3)impossibilità di recuperare il passato. Il racconto è descritto in prima persona, visto con gli occhi dell'autore. Il romanzo può essere anche interpretato come autobiografico.

IL CONTENUTO:

Anguilla è ritornato dall'America dopo la seconda guerra mondiale nel suo paese nativo, Genova. Qui rincontra Nuto, migliore amico della giovinezza. Con lui ripercorre un passato lontano e pieno di sofferenze e visita le cittadine, le valli dove trascorse i suoi anni migliori lasciandosi trasportare dai ricordi di giovinezza.  Egli ritorna a Gaminella, dove aveva passato i primi anni della sua vita; il casotto appartiene ora al Valino, uomo burbero e violento, insieme con lui convivono due donne e un bambino rachitico, anch'egli bastardo che si chiama Cinto. Insieme a questo rivisita i beni abbandonati tanti anni prima. Camminando lungo la ferrovia Anguilla si ricorda di quando era in America e cercava di trasferirsi in Messico. I due morti ritrovati dal Valino provocano molte chiacchiere in paese; la gente e il prete si schierano contro i partigiani e i comunisti, suscitando l'ira di Nuto. Il racconto ora passa alla descrizione della sua giovinezza. Anguilla dovette andare a lavorare, ancora tredicenne, alla cascina della Mora, dove imparò in fretta un gran numero di mestieri.Il padrone, sor Matteo aveva tre lie bellissime: Silvia, Irene e Santina che erano l'oggetto del desiderio del giovane. Ma egli è solo un servo e il suo amore sarà sempre nascosto. Il protagonista crebbe giocando con gli altri giovani servi della Mora e socializzò soprattutto con uno più grande di lui, Nuto. I suoi unici divertimenti si fondavano nella lettura e nell'ascoltare i racconti popolari di cui Nuto era un grande conoscitore. I ricordi portano il narratore all'epoca in cui anch'egli aveva conosciuto l'amore, quando si trovava a Genova. Amava Teresa, la domestica di casa ed era felice, ma capì che era destino che non continuasse. In America ne aveva trovata un'altra, Rosanne, bastarda come lui, con la quale aveva ritrovato la felicità, ma solo per qualche mese; ella lo aveva abbandonato in cerca di gloria. Di ragazze Anguilla ne aveva conosciute tante altre, ma Silvia e Irene erano rimaste per sempre impresse nella sua memoria. Allora le giovani avevano numerosi pretendenti. La lunga serie di ragazzi con cui le due corteggiavano nei campi comprendeva Arturo, lio di un medico, e un suo amico toscano, che non furono accettati dal sor Matteo; Cesarino di Canelli, un inetto ma ricco, e un motociclista padrone di terre a Crevalcuore; nuovamente Arturo finché non sembrò che Irene dovesse morire di tifo. Della Mora non rimaneva più nulla. Anche il protagonista stesso si accorge di essere cambiato, trasformato dal viaggio; e mentre rende partecipe delle sue riflessioni anche Nuto, ansimando li raggiunge Cinto, che è sconvolto. Il Valino, in preda all'ira ha appiccato il fuoco alla casa, ucciso la cognata frustandola con la cintura, ha bruciato viva l'altra donna, Cinto si è salvato perché lo ha minacciato con un coltello; infine l'assassino si è tolto la vita impiccandosi. La narrazione riprende da dove si era fermata; il motociclista lasciò la Silvia per mettersi con un'altra, Irene guarì dalla malattia. Nella casa di sor Matteo avvennero tante disgrazie: Irene rimase senza il suo Cesarino, il sor Matteo morì, Silvia, che era incinta, ricorse all'aborto e morì per una forte emorragia; Irene fu costretta allora a sposare Arturo, ma anche questo matrimonio si concluse tragicamente. Anguilla ricorda poi una festa di gioventù durante la quale Nuto esibiva le sue qualità di musicante; purtroppo quella sera dovette accomnare anche le due ragazze e per sorvegliare il cavallo non poté divertirsi anche lui. Infine giunge il momento della partenza; dopo aver affidato Cinto alle cure di Nuto, fa un'ultima passeggiata col suo amico verso Gaminella; Nuto coglie l'occasione per raccontargli come morì l'ultima delle lie di sor Matteo, Santa. Ella, la più bella delle tre, si fidanzò con uno dei soldati delle brigate nere, però, nell'estate del '43, cadde il fascismo, cominciò a subire persecuzioni da parte dei partigiani. La giovane sembrava fedele ed era sempre informata sui movimenti dei fascisti; Baracca, il capo delle squadre partigiane della zona, aveva però intuito l'imbroglio e ordinato la cattura di Santa. Dopo averla fucilata, i partigiani cosparsero il suo corpo di benzina e con esso accesero un falò.



LO STILE ( Dialogo o Monologo, Lessico, Sintassi ):

Il romanzo, per la maggior parte, è strutturato sotto forma di monologo. Infatti, l'autore descrive i suoi ricordi attraverso un racconto, ma alcune volte vi è presente anche il dialogo tra i vari personaggi.    Il lessico di questo libro, usato da Pavese, non è affatto difficile, ma abbastanza semplice da capire. Talvolta ci sono dei termini, che forse fanno parte del dialetto tipico di quei luoghi, incomprensibili, ma con un po' di intuito ci si riesce ad arrivare. Anche la sintassi è molto semplice. non è ricca di subordinate. Ho riscontrato soprattutto principali e interrogative dirette.








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