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L'INFINITO

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L'INFINITO

Questo colle solitario mi fu sempre caro,

e questa siepe, che gran parte

dell'estremo orizzonte impedisce di vedere.

Ma sedendo e mirando, infiniti

spazi al di là di quella, e silenzi

sovrumani, e una quiete assoluta

io mi immagino; in cui per poco

il cuore non si smarrisce. E non appena odo stormire

il vento tra queste piante, paragono

quel silenzio infinito alla voce del vento:

e nasce nella mia mente il pensiero dell'eterno,

e il ricordo delle epoche passate, del presente

ancora in corso, e il suono delle sue imprese. Così in questa meditazione

sull'infinito il mio pensiero si smarrisce:

ed è dolce perdersi in questo mare.


Questa poesia è la rappresentazione di uno dei quei momenti in cui l'immaginazione strappa la mente al reale e la immerge nell'infinito.

Momenti della poesia:

vv. 1-8 infinito spaziale

impossibilità della visione (sensazione visiva)



o

subentra il fantastico

(infinità spaziale, quiete assoluta)

o

l'io ha un senso di smarrimento


vv. 8-l5  infinito temporale

voce del vento (sensazione uditiva)

o

subentra un infinito temporale

(pensiero delle epoche passate, il presente destinato a svanire)

o

sensazione piacevole dell'io nel perdersi nell'infinito sia spaziale che temporale

(dovuta allo spegnersi della coscienza individuale, che rappresenta l'infelicità del vero)


L'infinito non fa riferimento a nessuna realtà sovrannaturale, e a nessuna realtà oggettiva. Si tratta di un infinito soggettivo, creato dall'immaginazione umana a partire da sensazioni fisiche.


La poesia ha un rigoroso disegno costruttivo: i due momenti, ciascuno di sette versi e mezzo, sono separati da una pausa (v. 8).





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