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LUIGI PIRANDELLO - La vita, La poetica pirandelliana



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LUIGI PIRANDELLO

  1. La vita

Nasce nel 1867 ad Agrigento. Dopo gli studi liceali si iscrisse all'università di Palermo , poi alla facoltà di lettere all''Università di Roma. Nel 1892 si trasferì a Roma dove conobbe Ugo Fleres e Luigi Capuana e scrisse nel '93 il suo primo romanzo L'esclusa. Nel 1903 si allagò una miniera di zolfo in cui la famiglia Pirandello aveva assistito e ciò porto Luigi Pirandello al pieno dissesto economico. La moglie , il cui equilibrio era già fragile, ebbe una crisi che la sprofondò irreversibilmente nella follia.

Come Svevo anche Pirandello provò l'esperienza della declassazione, il passaggio dall'agio ad una generale povertà.

Nel 1910 Pirandello conobbe il mondo teatrale e dal 1915 la sua produzione teatrale si intensificò. Anche egli visse la prima guerra mondiale e fu influenzato da questa. Nel 1920 fece successo in teatro.

Pirandello fu notevolmente sostenuto dal fascismo, nonostante egli non condividesse tutte le ideologie.



  1. La poetica pirandelliana
    1. Il vitalismo
  • Alla base della concezione pirandelliana del mondo vi è una concezione vitalistica, affine alle filosofie contemporanee di Bergson e Simmel, secondo cui la realtà è vita e perpetuo movimento vitale ed assume forma distinta ed individuale.
  • Non solo noi stessi ci fissiamo in una forma, anche gli altri, con cui viviamo in società, vedendoci ciascuno secondo la propria prospettiva particolare, ci danno determinate forme. Noi crediamo di essere uno per noi stessi e per gli altri mentre siamo tanti individui diversi, a seconda della visione di chi ci guarda.
  • Queste varie forme non sono altro che le maschere che vengono imposte dal meccanismo sociale. Ma sotto questa maschera non vi è un volto definito , vi è un fluire indistinto ed incoerente di stati in perenne trasformazione.
  • Nell'uomo coesistono più persone, più io, ignote alla persona stessa. à teoria della frantumazione dell'io in vari stati incoerenti.
  • Vi è quindi una forte critica all'idea di identità individuale à crisi di identità à crisi dell'io
  • Le varie forma , della frantumazione dell'io, vengono a costituire una sorta di 'trappola', come carcere in cui l0individuo si dibatte per cercare, invano di liberarsi.
  • Alla base di tutta l'opera pirandelliana si può scorgere un rifiuto delle forme della vita sociale, dei suoi istituti, dei ruoli che essa impone ed un bisogno disperato di autenticità, di immediatezza, di spontaneità vitae.
    1. Il relativismo gnoseologico

Secondo queste idee:

  • Caratteristico della visione pirandelliana è dunque un radicale relativismo gnoseologico per cui non si dà una verità oggettiva fissata a priori, una volta per tute. Ognuno ha la sua verità, che nasce dal suo modo soggettivo di vedere le cose à inevitabile incomunicabilità fra gli uomini
  • Il soggettivismo assoluto e la perdita di fiducia nella possibilità di sistemare il reale in precisi moduli d'ordine collegano Pirandello a quel clima culturale europeo del primo novecento in cui si consuma la crisi delle certezze positivistiche, della fiducia in una conoscenza oggettiva della realtà mediante gli strumenti della razionalità scientifica
  • Nonostante la posizione pirandelliana venga solitamente fatta appartenere al decadentismo egli va oltre a questo movimento à legame organico tra uomo e realtà, antropomorfizzazione della natura
  • Crisi di una totalità organica à crisi della soggettività (l0entità assoluta del soggetto diviene il nessuno
    1. La poetica dell'umorismo

La concezione dell'arte e della poetica di Pirandello si trovano in vari saggi, fra cui L'umorismo.

  • L'opera d'arte nasce dal libero movimento della vita interiore; la riflessione al momento della concezione resta invisibile ed è quasi forma del sentimento
  • Nell'opera umoristica la riflessione non si nasconde, non è una forma del sentimento ma lo analizza e lo scompone à sentimento del contrario tratto caratterizzante dell'umorismo di Pirandello. Si ha quindi un passaggio dall'avvertimento del contrario, dal comico al sentimento del contrario, all'atteggiamento umoristico.
  • Si tratta tutto di testi umoristici, in cui tragico e comico, riso e serietà sono indissolubilmente mescolati, da cui non emerge alcuna visione ordinata e armonica della realtà, ma il senso di un mondo frantumato, polivalente, al limite dell'assurdo
  1. Le poesie

Pirandello rifiuta le soluzioni delle più avanzate correnti poetiche contemporanee, il Simbolismo, il Futurismo, l'Espressionismo e conserva i codici letterari. Le raccolte poetiche sono:

  • Mal Giocondo à espressione della crisi di un sogno di armonia e sanità classiche e ane nello scontro con un presente in cui la scienza dissolve le illusioni
  • Pasqua di Gea à sviluppo del tema ano e vitalistico in chiave carducciana
  • Fuori di chiave à impegno umoristico che rovescia lo statuto lirico della poesia
  1. Le novelle

La produzione di novelle pirandelliane è vastissima e viene classificata e raccolta in volumi:



  • Amori senza amore
  • Beffe della morte e della vita
  • Quand'ero matto
  • Barecche e guerra

Infine queste vennero classificata nel progetto di Novelle per un anno

Queste novelle non sono ordinate in modo determinato. IL corpus della raccolta sembra quindi riflettere la visione globale del mondo di Pirandello, di mondo non ordinato ed armonico, ma disgregato in vari aspetti

Delle novelle è possibile distinguere:

  • Le novelle siciliane che ricordano dapprima un clima verista ma ben presto si rivelano di appartenere ad una diversa dimensione inconciliabile
  • Le differenze dal verismo sono evidenti: da un lato viene scoperto un sostrato mitico e folkloristico della terra siciliana, fondando il racconto su archetipi della terra madre, dall'altro lato quelle ure sono deformate da una carica grottesca che le trasforma in immagini bizzarre
  • Le novelle romane sono ine in cui Pirandello si allinea ad una successione sterminata di ure umane che rappresentano la condizione piccolo borghese, una condizione meschina, grigia e frustrata.
  • Le ure avvilite e dolenti non altro che la metafora di una condizione esistenziale assoluta per cui si concepisce la trappola à in essa gli esseri sono prigionieri ed è costituita da una famiglia oppressiva e soffocante o da un lavoro monotono e meccanico
  • Lo scrittore si accanisce nel deformare espressionisticamente i tratti fisici, carica sino al parossismo i gesti ed i movimenti trasformano le ure umane in gesticolanti ed allucinate marionette.
  1. I romanzi
    1. L'esclusa

Pubblicata nel 1901. E' la storia ambientata in Sicilia di una donna accusata ingiustamente di adulterio, che viene cacciata dal marito e sarà riammessa a casa solo dopo essersi resa effettivamente colpevole.

Il romanzo è ancora strettamente influenzato dal Naturalismo sia nella materia , sia nell'impianto narrativo con prevalente focalizzazione sul personaggio. Viene negata ogni tipo di consequenzialità deterministica

    1. IL turno

Pubblicato nel 1895, in esso è ripreso il gioco del caso, dove un innamorato deve aspettare il suo turno per sposare la donna amata dopo la morte degli altri suoi due mariti

    1. Il fu Mattia Pascal

Pubblicato nel 1904, decisamente al di là dell'ambito naturalistico. La storia paradossale di un piccolo borghese. Imprigionato nella trappola familiare che per un caso fortuito si trova improvvisamente libero e padrone di sé. Egli invece di approfittare della liberazione dalla forma sociale per vivere immerso nel fluire della vita egli si sforza di costruirsi una nuova identità e ricade inevitabilmente nella trappola.

Motivi di notevole importanza sono:

  • La liberazione dalla trappola.
  • La libertà irraggiungibile. Adriano Meiss, assaporando la sua nuova libertà, si dà a viaggiare per l'Italia e per l'Europa ma ben presto prova una senso di vuoto e di solitudine penosa, di precarietà. Essere libero significa anche essere completamente estraniato , forestiere della vita à la nuova identità è una costruzione fittizia, esattamente come la precedente e ne presenta tutti gli svantaggi, costringendolo a portare una 'maschera'
  • Legami inscindibili con l'identità personale.
  • Ritorno alla trappola (staticità nella cosiddetta pars destruens)

E' da aggiungere il tipo di narrazione. Il romanzo è raccontato dal protagonista stesso in forma retrospettiva. Al punto di vista oggettivo della narrazione naturalistica si sostituisce un punto di vista soggettivo. In una prefazione metanarrativa il Mattia Pascal narratore scarta tutti i modelli di racconto tipicamente ottocenteschi , per cui la narrazione unisce la riflessione su di essa.

    1. I vecchi ed i giovani

Pubblicato nel 1906. L'impianto è ancora vicino a quello naturalistico.E' un romanzo storico che rappresenta le vicende politiche e sociali dell'Italia negli anni 1892-93 tra la rivolta dei Fasci siciliani guidata dai socialisti e lo scandalo della Banca Romana, che minaccia di travolgere la classe dirigente dello Stato unitario da poco formatosi.

La storia non conclude ma in essa il quadro storico si dissolve, poiché della realtà oggettiva non si può scorgere né il senso né lo scopo. Il tutto finisce nel caso insensato della vita.



    1. Suo marito

Pubblicato nel 1911. Ha come sfondo una rappresentazione satirica degli ambienti intellettuali romani ed in questo si innesta il motivo del modo tutto soggettivo in cui ciascuno guarda il mondo e l'incomunicabilità umana che ne deriva.


    1. Si gira

Pubblicata nel 1915 è più densa di spunti acuti. Pirandello torna alla narrazione autodiegetica, soggettiva per cui il romanzo è costituito dal diario del protagonista. Il protagonista Serafino è il tipico eroe straniato ed estraniato dalla vita, la sua professione di stare sempre dietro alla macchina da presa che registra la vita, diviene metafora di questo distacco contemplativo

In esso possiamo notare:

  • Il rifiuto pirandelliano della condizione moderna . La macchina da presa diviene la triste metafora della vita moderna. Se la società in quanto tale imprigiona il movimento vitale, questo suo nefasto effetto è per lo scrittore accresciuto dall'organizzazione sociale moderna.
  • Critica alla mercificazione. La realtà industriale trasforma tutto in merce , negando la spontaneità dei sentimenti.
  • Il mutismo dell'eroe di Serafino è denso di significato à il suo silenzio di cosa diventa metafora della reificazione stessa dell'artista che può soltanto passare in rassegna gli avvenimenti che la realtà gli mostra davanti , ma non può più interpretarli à l'alienazione del soggetto non è che il riflesso dell'alienazione che domina la realtà oggettiva.
    1. Uno nessuno centomila

Pubblicato nel 1925. Il romanzo si ricollega al Fu Mattia Pascal, riprendendo il tema della crisi di identità individuale. Il protagonista Vitangelo Moscarda scopre che gli altri si fanno di lui una immagine diversa da quella che lui stesso si è creato, scopre cioè di non essere uno, come aveva creduto sino a qual momento, ma di essere centomila, nel riflesso delle prospettive degli altri e quindi nessuno. Decide quindi di distruggere tutte la immagini che ha di sé, in particolare quella dell'usuraio per cercare di essere uno per tutti. Ferito gravemente da una amica , colta da un raptus di follia, cede tutti i suoi averi per fondare un ospizio per i poveri ed egli steso si fa ricoverare estraniandosi totalmente dalla vita sociale.

  • La guarigione e la fusione con la vita sono temi quindi fondamentali à estreme conseguenze della critica all'identità proposta dal Mattia Pascal.
  • Irrazionalismo dell'ultimo Pirandello
  • E' presente anche una forma di disgregazione romanzesca per cui la narrazione è completamente differente da quelle precedenti.
  1. Il teatro
    1. Gli esordi ed il periodo grottesco

Il contesto teatrale in cui Pirandello veniva ad inserirsi era quello del dramma borghese di impianto naturalistico che si incentrava sostanzialmente sui problemi della famiglia e del denari, sull'adulterio e le difficoltà economiche.

Pirandello apparentemente riprende quei temi e quegli ambienti ma porta la logica delle convenzioni borghesi alle estreme conseguenze , sino a farla esplodere dall'interno.

Le opere più significative sono:

  • Pensaci, Giacomino !
  • Così è se vi pare. Il signor Ponza tiene relegata la moglie nel suo alloggio alla periferia di una cittadina di provincia , perché la suocera, signora Frola, non possa vederla se non da lontano.IL caso suscita la curiosità di tutta la cittadina. Pirandello porta sulla scena il suo relativismo assoluto che contesta la pretesa di definire una volta per tutte una verità soggettiva e sottopone l'idea comune di identità personale.
  • Sei personaggi in cerca di autore. Pubblicato nel 1921. Pirandello porta allo scoperto il rifiuto, investendo direttamente temi, intrecci e convenzioni teatrali del tempo. I sei personaggi sono un Padre, una Madre, un lio, una liastra, Una Bambina, un Giovinetto, nati vivi dalla mente dell'autore, ma questi si è rifiutato di scrivere il loro dramma. Pirandello invece del dramma dei personaggi mette in scena la sua impossibilità di scriverlo (non può scriverlo per il suo carattere esasperatamente romantico). L'impossibilità di trascrivere il dramma è anche legata alla mediocrità degli attori, all'incapacità intrinseca del teatro di rendere sulla scena ciò che uno scrittore ha concepito. à la soluzione a ciò si ha nella creazione del teatro nel teatro, di un teatro in cui viene messo in scena il teatro stesso con i suoi problemi.
  • Enrico IV. Strettamente collegato alla precedente per il tema del teatro nel teatro, ma si stacca dal grottesco e rappresenta una tragedia. Il dramma si collega al ciclo perché qui avviene una recita in scena, quella di Enrico IV à la finzione dell'eroe non è che la prosecuzione cosciente del meccanismo sociale ad indossare delle maschere. Verso la sua maschera l'eroe ha un sentimento ambivalente: da un lato ne prova fastidio, dall'altra la maschera è un rifugio dalla commedia sociale.

Le caratteristiche comuni sono le seguenti:

  • Lo sconvolgimento della verosimiglianza e la psicologia.Gli spettatori non hanno l'illusione di trovarsi di fronte ad un mondo naturale ma vedono un mondo stravolto, ridotto alla parodia ed all'assurdo, in cui i casi della vita normale sono forzati all'estremo e deformati.
  • Il linguaggio è concitato, convulso, fatto di continue interrogazioni , esclamazioni, sospensioni, sottintesi che danno l'idea di agitarsi delle passioni.
  • In realtà recensori e pubblico non erano preparati a queste novità e restavano sbalorditi dalla loro forza dirompente.
  • Grottesco ed umorismo.
  1. L'ultimo Pirandello: i miti e le novelle surreali
    1. I miti teatrali

IN questo periodo Pirandello crea una poetica differente da quella dell'umorismo e del grottesco.



  • Appaiono tendenze irrazionalistiche mistiche, che puntano a stabilire un contatto con l'essere, con l'essenza stessa delle cose, a rivelare cose arcane , secondo forme simboliche vaghe ed indefinite
  • Muta anche il linguaggio ed il discorso assume la forma di liricità ispirata che mira ad illuminare magicamente spettatore e lettre.
  • Vi è una sorta di ritorno esasperato al decadentismo

A questo mutato clima appartengono i cosiddetti miti pirandelliani, testi teatrali che non rappresentano più la società borghese contemporanea ma si collocano in una atmosfera mitica e simbolica, utilizzando elementi leggendari e sovrannaturali.

Il testo più significativo è I giganti della montagna. In esso con forme simboliche ed allusive si affronta un problema che assilla lo scrittore, quello della posizione dell'arte, in particolare quella teatrale, nella realtà moderna e capitalistica, in rapporto con il mercato ed il pubblico.

  • Il simbolismo sembra voler dire che l'arte nella società industriale dominata dal mercato , non può sopravvivere con le sue sole forze3, ma deve cercare l'appoggio economico e politico
  1. Rapporto Pirandello Verga Verismo

L'ambiente in cui si svolge l'opera pirandelliana richiama quello veristico e di questo vi sono anche spunti di denuncia sociale. Più specificatamente il lavoro nelle gallerie della miniera e la ura del reietto collocato all'ultimo gradino della scala sociale rimandano al Rosso Malpelo di Verga. Anche la maniera di raccontare sembra simile: vi è un rimando alla regressione del narratore entro la realtà popolare rappresentata.

In realtà il narratore di Pirandello non è dentro al mondo subalterno dei solfatari, ma si colloca all'esterno di esso. Lo fa intuire il commento sull'allegra baldanza dei giovani minatori e tanti altri fatti che Pirandello in somma non vuole regredire, annullarsi dalla realtà rappresentata, ma intende mantenere le proprie prerogative, giudicare il mondo in base al suo codice di valori.

DUALISMO E DIFFERENZE MALPELO-CIAULA

Ciaula

Malpelo

E' un minorato mentale che vive una vita puramente istintiva, quasi a livello animalesco

E' un eroe intellettuale, portatore di una coscienza lucidissima, che studia con scientifico impegno le leggi del meccanismo sociale

  1. ANALISI DEI TESTI

Il treno ha fischiato T53

La novella ha la struttura dell'inchiesta , della ricerca di una verità che si cela dietro un evento storico strano, l'improvvisa follia dell'impiegato Belluca. La realtà dei fatti si dispiega a poco a poco dinanzi al lettore. L'inizio è in medias res, senza che vengano raccontati gli antefatti. Emerge un ambiente piccolo borghese , angustiato da insopportabili miserie , frustrazioni, sofferenze. Il tutto viene ridotto all'assurdo ed al conseguente umorismo grottesco. La spiegazione del piccolo mistero, dell'improvvisa follia dell'uomo esemplare è presentata dal punto di vista del protagonista stesso. La causa che ha determinato la rottura del meccanismo alienante della forma sociale è stata una sorta di epifania, la rivelazione momentanea di un senso risposto della realtà fino a quel momento rimasto ignoto.


  1. I temi cari alla filosofia pirandelliana
  • Impossibilità di comunicare
  • Rapporto verità-funzione e l'inconsistenza della persona individuale
  • Il conflitto vita-forma


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