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La Locandiera - Trama, Tematiche, Mirandolina, Cavaliere di Ripafratta, Marchese di Forlipopoli, Conte d'Albafiorita, Fabrizio, Le commedianti, Person



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La Locandiera


Trama

L'intera commedia è centrata sul personaggio di Mirandolina, una locandiera molto affascinante, che è corteggiata da due nobili, il conte d'Albafiorita e il marchese di Forlipopoli. Il primo sempre impegnato a farle costosi regali e il secondo appartenente a quella parte di nobiltà decaduta e ormai senza mezzi, tenta di conquistarla con promesse di protezione. Anche Fabrizio, cameriere della locanda, che le era stato suggerito come marito dal padre prima che morisse, è innamorato di lei. Nella locanda viene ospitato anche il cavaliere di Ripafratta, un convinto misogino che si vanta di essere immune al fascino femminile ed anzi sostiene di essere "nemico delle donne". Approfittando dell' arrivo di due commedianti, Ortensia e Dejanira, che attraggono gli interessi dei due nobili, Mirandolina decide di voler conquistare per ripicca il cuore del cavaliere a lei ostile e punire la sua superbia misogina. Mirandolina, grazie al suo fascino seduttivo, gioca equivocamente con i suoi corteggiatori, e senza troppe difficoltà riesce a far innamorare il cavaliere, causando gelosie e liti tra i tre pretendenti. Riuscita nell'intento di far modulare il cavaliere, ella però ne rifiuta l'amore così come prima aveva rifiutato la corte dei due nobili e concede la propria mano al cameriere della locanda Fabrizio.



Tematiche

Le tematiche di questa commedia sono la differenza sociale evidenziata dall'opposizione tra il "denaro" del Conte e la "protezione" del Marchese e la differenza tra i sessi evidenziata dalla misoginia del Cavaliere di Ripafratta. In questa commedia l'autore presenta la vicenda del Cavaliere come un esempio di "superba presunzione" cioè un caso di comportamento asociale e irrazionale che, come tale, deve essere punito. Mentre attraverso il personaggio di Mirandolina ha voluto mostrare la "crudeltà" con cui certe donne si burlano di poveri uomini, affinché siano avvertiti dei pericoli che corrono.

Il personaggio di Mirandolina è l'incarnazione della civetteria, della malizia e della furbizia delle donne. Essa è una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere, desidera prendersi una sana rivincita in nome del sesso femminile che acquisterà un significato esemplare e un valore di emancipazione.

Dal suo carattere emergono varie componenti che caratterizzano l'ambiguità di questo personaggio: il bisogno di affermazione, la rivalsa sociale e di sesso, lo sfrenato narcisismo e il desiderio di conquista e di dominio sugli uomini.

Mirandolina è una donna d'affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel 700 che a conti, marchesi e cavalieri, preferisce una prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda.

Goldoni , con la ura di Mirandolina, a parer mio, vuol far notare ai lettori come la ura della donna sia cambiata nel corso dei secoli. La protagonista infatti è una donna sicura di se, che non ha bisogno dell'uomo per costruirsi una vita, contrariamente a quanto succedeva prima del 700 quando le donne avevano sempre bisogno di una ura maschile: il padre e il marito. Così l'autore fa notare la libertà di Mirandolina, la donna che vive al meglio la sua vita senza essere "schiava" dell'uomo.

Mirandolina

E' la vera protagonista della più tipica commedia di carattere goldoniana, a tal punto che tutti i personaggi sono visti quali piedistalli su cui ella s'innalza o quali ure in controluce, sottoposti ai suoi capricci (come il Cavaliere misogino) o alla sua ironia (come il Marchese parassita) o alla sua vanità femminile (come il Conte danaroso) o alla sua volontà (come Fabrizio) o al suo divertito buonumore (come le due comiche avventuriere). E' lei che dà loro luci ed ombre. Scaltra, sa fare gli interessi suoi personali e della locanda. Fra gli aspetti del suo carattere che predominano notiamo la vivacità, la caparbietà, la furbezza e la moralità. La naturale vivacità di spirito la rende immediatamente simpatica e femminile, Mirandolina è nel complesso equilibrata ma molto orgogliosa di sé e del  suo sesso. Questo suo carattere si rispecchia pienamente in quel puntiglioso ripicco di far innamorare il Cavaliere, attorno al quale ruota tutta la trama della commedia.

La sua tattica dell'innamoramento che utilizza con il Cavaliere è perfetta:

in un primo momento ella si mostra timida, poi umile ma anche vivace e spiritosa, poi diventa sempre più enigmatica fino ad arrivare al colpo di grazia con il suo svenimento. Alla fine della commedia, invece, ella si mostra irrequieta, insolente e quasi crudele nel disprezzare il vinto.

Rientra poi nella regola e anche lei ricava dalla commedia un insegnamento: pure lei ha bisogno di qualcuno, perché è pericoloso tenere la locanda da zitella. è la locandiera.E' una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere desidera prendersi, attraverso la seduzione, una sana rivincita sull' importanza della ura femminile nel microcosmo sociale. Grazie al suo fascino riesce ad attirare alla locanda molti uomini. Riesce facilmente a tenere in guardia i suoi corteggiatori. Rappresenta la borghesia, in altre parole l'unica classe che in quell'epoca aveva potere e denaro.

Goldoni, con la ura di Mirandolina, a parer mio, vuole far notare ai lettori come la ura della donna sia cambiata nel corso dei secoli . La protagonista infatti è una donna sicura di se, che non ha bisogno dell' uomo per costruirsi una vita al contrario di come accedeva prima del '700, quando le donne avevano bisogno di una ura maschile : il padre ed il marito. Così l'autore, fa notare la libertà di Mirandolina, la donna che vive al meglio la sua vita senza essere "schiava" dell'uomo.



A cominciare dal personaggio di Mirandolina, che non e` piu` la 'servetta' intrigante della commedia precedente, il tipo della 'donnina brillante e capricciosa', ma è una locandiera con i suoi affari, i suoi interessi, un personaggio ben definito non solo caratterialmente, ma anche socialmente. È un personaggio radicato in una precisa realtà sociale, il cui comportamento è dettato non da caratteristiche fisse ed immutabili, ma dalle sue esperienze e dalla sua posizione sociale. Mirandolina e` una persona scaltra e calcolatrice, un' approfittatrice sfrontata, specula sulla sua bellezza e sul suo fascino per attrarre nobili clienti nella sua locanda, non solo, con questi mezzi fa anche loro accettare un trattamento alberghiero scadente (infatti il cavaliere, all'inizio immune alla sua civetteria, chiede che gli venga cambiata la pessima biancheria), ricavandone notevole profitto. Notiamo anche che la donna non ha alcuna predilezione verso gli ospiti: "M'inchino a questi cavalieri. Chi mi comanda di loro signori?". Ma non e` disposta ad accettare il ruolo di serva, nonostante sia sempre gentile: "Signore, ve ne sara` di meglio [di biancheria: il cavaliere ha richiesto di sostituirla]. Sara` servita, ma mi pare che la potrebbe chiedere con un poco di gentilezza". Questo ci basta a farci avvertire l'autocontrollo che distingue Mirandolina e la lucidita` delle sue scelte: "La nobilta` non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata". Poi riferendosi al cavaliere di Ripafratta dice: "E` nemico delle donne? Non le puo` vedere? Povero pazzo! Non avra` ancora trovato quella che sappia fare. Ma la trovera`. La trovera`. E chi sa che non l'abbia trovata."  E sottolineando quanto vale essere donna esclama "Siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura". Il fascino di Mirandolina è rappresentato quindi dalla sua civetteria e dalla sua modernità, dal suo essere diversa dalle altre, proprio perché donna d'affari oltre che femmina.

Cavaliere di Ripafratta

Il Cavaliere misogino è protagonista per contrasto e la vittima più illustre della locandiera. Egli vuole apparire scettico, ma in fondo il suo scetticismo è una maschera di difesa, perché egli è un uomo impulsivo, collerico, nervoso e fiero.Egli non è uno sciocco, né del tutto fatuo come gli altri due aristocratici ed in lui possiamo notare un fresco ed ottimistico senso della libertà.Anche lui è vittima di Mirandolina, ma si differenzia in ogni caso dagli altri due spasimanti in quanto cede poco a poco terreno, anche se in modo irreparabile. Disprezzatore delle donne, si imbatte nella gentilezza e bellezza di Mirandolina, che abilmente lo porta alla pazzia d'amore.

Marchese di Forlipopoli

Il marchese di Forlipopoli è forse la ura meglio caratterizzata e meglio definita della commedia. E' un personaggio un po' vile e un po' spaccone, cavaliere e ladro, megalomane e parassita, ma soprattutto spiantato, povero e superbo.La famosa frase: 'Son chi sonoe mi si deve portar rispetto' è la scappatoia tipica nelle difficoltà, la forma di rispetto delle convenzioni e delle apparenze, il richiamo alla nobiltà del titolo.Il secondo dei suoi punti caratteristici è la sua, non meno famosa ma senz'altro inutile, 'protezione' che egli accorda a tutti quanti: è pure questo un residuo di un mondo vecchio e duro a morire. Nobile ma senza denaro. Finge di disprezzare il denaro e promette a Mirandolina protezione. E' il simbolo della società aristocratica decaduta. Lui pensa quasi che Mirandolina sia un suo possesso e non vuole che nessun altro la corteggi.

Conte d'Albafiorita

Il conte d'Albafiorita è il nuovo ricco, nobile per titolo e non per casato; non ha perciò signorilità alcuna. La superbia di questo aristocratico è perciò grossolana e rozza e rappresenta bene questo tipo di personaggio, che vuole apparire sempre galante.Siamo dunque in presenza di un personaggio superficiale, senza idee, ricco e spendaccione a differenza del marchese, è un uomo molto ricco che cerca di conquistare Mirandolina con i gioielli. Molto interessanti i "litigi" tra il conte e il marchese, che rendono la storia ancora più movimentata.

Fabrizio

il padre di Mirandolina prima di morire disse che lui era il marito giusto per Mirandolina. In realtà Fabrizio è un servitore molto fedele (e geloso) che sopporta questa donna dagli atteggiamenti intraprendenti. Sopporta i corteggiatori che si avvicinano a lei e alla fine risulta l'uomo più fortunato tra i tanti della locanda. E' il capocameriere della locanda di Mirandolina, interessato al buon nome, agli interessi e alla continuità della locanda. D'intelligenza modesta, Fabrizio ha le sue idee, anche se pochine e la sua filosofia, anche se 'terra terra', è sicura: Mirandolina, infatti, alla fine sceglierà lui. E' geloso della bella locandiera perché l'ama; è stato spesso giudicato un buon semplicione, paziente, modesto e un po' ingenuo.Ad ogni modo si possiamo notare come la sua presenza sia importante all'interno della commedia: senza di lui Mirandolina non sarebbe quella che è, Fabrizio per lei è il punto finale di una bella avventura, qualcosa di sicuro, che rimane fermo per aspettarla.



Le commedianti

Ortensia e Dejanira sono due commedianti piuttosto maldestre, che recitano soltanto la loro parte. Ortensia appare più spregiudicata, petulante e in definitiva più sofisticata e incallita, Dejanira, invece, si mostra più giovanile e sorridente, più spontanea e quindi più simpatica.Entrambe sono senza dubbio un po' sciocche, anche se in modo differente da alcuni altri personaggi, sono due donne avide di regali e di avventure, un po' civette e parassite.Sono due commedianti che giocano a fare le dame. Sono spettatrici di fronte a Mirandolina, ma allo stesso tempo acquistano un loro spazio nella commedia attraverso alcuni dialoghi brillanti. Attrici di attrici. Una commedia all'interno della commedia. Le due commedianti fingono già dall'inizio di essere delle nobili usando un linguaggio barocco e dei gesti manierati; tutti cascano nel loro tranello tranne Mirandolina e il Cavaliere.

Personaggi:

E` necessaria una riflessione sul sistema dei personaggi, infatti quest'ultimi sono tutti rappresentativi dei fondamentali ceti. Il marchese di Forlimpopoli e il conte d'Albafiorita rappresentano le due varianti della societa` nobiliare del tempo, la nobilita` di sangue ormai decaduta e la nobilta` di recente acquisto. La vecchia nobilita` sta passando un momento di crisi, continua a pensare che nulla sia cambiato e che il mondo debba prostrarsi ai suoi piedi in quando erede e tenutaria di titoli nobiliari. Lo squattrinato marchese pretende ancora di esercitare antiche funzioni, come la protezione continuamente offerta a Mirandolina, di godere di antichi privilegi (ritiene l'amore della donna come atto dovuto), di sfoggiare il lusso (pensiamo al dono del fazzoletto). Questa posizione si scontra con quella del conte che ostenta continuamente la sua ricchezza. Ma anche il cavaliere di Ripafratta pensa che tutto gli sia dovuto solo perche` e` nobile, come nel caso della biancheria.

Mirandolina, risottolineo, incarna la ura della padrona di locanda attenta ai suoi interessi e rimanda al tipo del borghese, del "mercante". Goldoni si identifica con questa borghesia in ascesa, sostenendone le aspirazioni e le idealità, come ad esempio nel matrimonio tra Mirandolina e Fabrizio, dove sottolinea la superiorità di una nuova concezione borghese del matrimonio, fondata sul buon senso, e non sull'interesse. Infatti per la nuova concezione borghese, l'amore non è semplice attrazione e soddisfazione dei sensi, bensì la via che conduce al matrimonio, alla costituzione di una famiglia, cioè del nucleo sociale fondamentale. Mirandolina e` la donna goldoniana che si sceglie il marito, facendo trionfare non l'amore ma l'onorabilita`, la vita, la liberta` interiore.

Una conclusione che conferma come, aldilà del piacere per una storia ben congeniata, molti siano i temi di quest'opera. L'irrompere sul palcoscenico di valori borghesi, quali l'operosità, il senso della misura, l'attenzione al guadagno, non rappresenta il solo motivo di interesse che questa commedia propone: non va tralasciata infatti la parte di 'eroe positivo' che la donna ricopre all'interno de "La locandiera" come pure in altre commedie di Goldoni. La societa` di quegli anni dibatteva ampliamente sulla necessità di un nuovo e più importante ruolo per la donna e l'autore veneziano ne rende testimonianza fedele nel suo teatro, aderendo anche in questo caso a quelle spinte modernizzatrici che stavano scuotendo l'ancien régime in tutta Europa. Tanti elementi diversi che però non fanno che confermare la validità e la godibilità di questa commedia ancora oggi a più di due secoli di distanza dalla sua stesura.










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